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Autore: Soqquadro04    10/08/2013    3 recensioni
[Song-fic | ElenaCentred (?)]
Un flusso di pensieri quasi scollegati fra loro, le riflessioni di una mente divisa a metà e di un'anima schiacciata dal peso di troppe tombe.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Only Time *

Who can say
where the road goes
where the day flows - only time
And who can say
if your love grows
as your heart chose - only time

 

Elena è sempre stata divisa.
Prima, prima di tutto, da due desideri opposti: uno era quello di visitare il mondo, provare emozioni, conoscere popoli.

Vivere.

Lontana da Mystic Falls. Lontana dalla quotidianità e dalle catene troppo strette di una vita già progettata.

Eppure, d'altra parte, c'era anche la paura. Un istinto radicato, che ogni volta che con la mente vagava fino a terre lontane, esotiche e vibranti di curiosità, semplicemente le ricordava che avrebbe potuto non essere capace. Non essere capace di cavarsela. Non essere capace di trovare un modo per guadagnarsi da vivere. Non essere capace di imparare la lingua, o le usanze.

E al pensiero di essere sola, in quei luoghi che nella sua immaginazione erano troppo diversi per essere capiti, un brivido le scuoteva la pelle e non poteva far altro che rannicchiarsi nella sicurezza di casa. Crogiolarsi nella falsa inevitabilità di quel futuro costruito dentro i binari, e aspettare.

Ed aveva aspettato, persa in un limbo, inerte. Aveva aspettato, fino a che i suoi genitori non erano morti.
Poi era arrivato Stefan.

Stefan che l'aveva risollevata. Stefan dagli occhi dolci e le mani forti – mani che potevano sostenerla. Stefan che non se ne sarebbe mai andato, non l'avrebbe mai abbandonata. Stefan che l'amava da sempre e l'avrebbe amata per sempre. Stefan che, semplicemente, era Stefan.

Solo che... Stefan aveva portato Damon.
E Damon, Damon non era un uomo facile.

Damon che quando entrava in una stanza faceva vibrare l'aria di energia repressa. Damon che era volubile come un aquilone sballottato dal vento. Damon che lanciava frecciatine e si proteggeva col sarcasmo perché non voleva soffrire ancora. Damon che l'amava e aveva cercato fino all'ultimo di non farglielo sapere. Damon che avrebbe potuto non esserci, se avesse avuto bisogno, perché Damon si lasciava trasportare e cambiare.
Damon che, in realtà, c'era sempre stato e ci sarebbe stato sempre.

Ed è stato questo che l'ha divisa dopo: l'amore di due fratelli troppo diversi e al contempo troppo simili.
 

Who can say
why your heart sighs
as your love flies - only time
And who can say
why your heart cries
when your love lies - only time


Ed era stata crudele, Elena.
Era stata felice. Triste. Arrabbiata. Confusa. Ipocrita.

Prima uno, poi l'altro, erano entrambi stati illusi. Proprio da lei, dalla donna che avrebbe dovuto essere diversa da quella che aveva fatto loro del male per prima.

E ciò uccideva lei, oltre che loro, ma oramai non poteva più fare nulla per cambiare le cose: il passato era passato. Ma il suo futuro era allora un'incognita, una lotta che avrebbe anche potuto perdere. Ed era questo, che cercava – in quei giorni che le sembravano così lontani – quando sognava ad occhi aperti di avventure in grado di smuovere la monotonia.

Aveva voluto Stefan – aveva avuto bisogno di lui. Della solidità che prometteva. Della sua pacatezza. Dei baci a fior di labbra e del comportamento da liceali qualsiasi. Del modo che aveva di abbracciarla stretta, per non farla andare in pezzi.

Solo che – c'era sempre un compromesso, perché non era solamente Stefan. Forse, non lo era nemmeno mai stato, o forse sì, ma non era certa che ormai importasse ancora – aveva avuto bisogno anche di Damon.

Di quella sferzata di vita che le portava ogni volta. Dello sguardo malizioso che ogni tanto le lanciava, subito rimproverato. Degli abbracci che lui no, non ricambiava, spesso troppo impegnato a non cedere, per confortare qualcun altro. Della sua imprevedibile, irritante impulsività, quando le pareti divenivano troppo strette e l'angoscia le opprimeva il petto.

Ancora una volta, aveva aspettato.
E quando il bisogno di entrambi – la richiesta di una parvenza di equilibrio – era diventata ingestibile, Elena aveva scelto.

O aveva finto di scegliere, definitivamente, senza quel compromesso che in realtà l'aveva accompagnata e continuava ad accompagnarla.

Se ne hai uno, non puoi avere l'altro, non è così?

Poi era morta, e tutto era cambiato.
Aveva esaurito le palpitazioni, il suo cuore confuso. Non poteva più ondeggiare come una canna di bambù, cambiando la sua scelta al ritmo delle pulsazioni.

A chi hai dedicato l'ultimo battito, Elena?
 

Who can say
when the roads meet
that love might be
in your heart

 

Se noi due ci fossimo incontrati prima...” gli aveva detto così. Proprio così.

Quando aveva scoperto che sì, loro due si erano incontrati per primi, aveva avuto voglia di ridere. O piangere. O fare tutte e due le cose insieme. Ma visto che stava morendo, si era limitata a ignorare la cosa e posticipare il momento in cui avrebbe dovuto affrontarla.

Solo che la scelta, quella scelta incerta comunicata in mezzo alle lacrime a un uomo distrutto, si era rivelata per quello che era, infine: una falsa sicurezza, che non era durata poiché non era destinata a rimanere.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo, in fondo, in un angolo molto piccolo e ignorato della sua anima.

Ed era diventata succube, ancora una volta, dei suoi sentimenti altalenanti che, sempre più spesso, si tendevano allo spasimo verso il sapore di bourbon di labbra sottili che aveva assaggiato troppe poche volte.

Però qualcosa era cambiato, insieme a lei.
Non aveva più paura di lui, di quello che era. Non troppa, perlomeno.

Non quell'ansia paralizzante che le prendeva lo stomaco quando le si avvicinava con lo sguardo determinato di un innamorato respinto deciso a farsi largo a forza in un cuore che ancora non era pronto ad accoglierlo, quanto piuttosto una leggera inquietudine quando l'aveva accanto, un agitarsi tenero nel petto.
 

And who can say
when the day sleeps
if the night keeps
all your heart
Night keeps all your heart

 

Aveva capito di amarlo – amarlo davvero, senza riserve, di quell'amore che incendiava i lombi e illudeva un freddo, morto cuore fino a convincerlo di poter vivere di nuovo – la notte prima di Miss Mystic Falls, prima che quel camino acceso diventasse un simbolo romantico e importante per un gioco di vite nato, in fondo, proprio in quello stesso salotto.

Era persa nel dormiveglia e i pensieri si scontravano e si mescolavano fra loro, perlopiù senza logica e senza importanza. A un certo punto, senza che quasi se ne rendesse conto, il viso di lui si era delineato nella sua mente. Ancora non sa se si trattava di un ricordo, oppure di una semplice volontà inconscia.

Aveva sorriso, un incurvamento di labbra quasi impercettibile. E, sempre rinchiusa in quello stato di beata quasi incoscienza, aveva desiderato averlo accanto. Sentire le sue mani sui fianchi, il respiro caldo sui capelli, la bocca affamata di baci sul collo.

Quando un improvviso, fulmineo lampo di lucidità l'aveva fatta scattare a sedere, ansante, semplicemente aveva capito.
E non era stato facile crederci, comprendere davvero che era lui – solo lui –, nemmeno per lei.

Quella notte si era rigirata fra le coperte, insonne, preda di una lotta che sarebbe dovuta avvenire molto tempo prima.
 

Who can say
if your love grows
as your heart chose - only time
And who can say
where the road goes
where the day flows - only time

 

Ora, mentre irrompe nel salone e osserva il suo profilo – corrucciato, piegato dal peso di preoccupazioni forse inesistenti – illuminato per metà dalle fiamme, non può fare a meno di pensare che quei segni d'ansia sono comparsi, e rimasti, per colpa sua.
Inclina la testa di lato, provando a guardarlo da un'altra prospettiva – come se potesse far scomparire la tensione solo mutando modo di vedere – quando lui si volta verso di lei, contratto e in attesa di un colpo che no, questa volta non arriverà.

La tenerezza le stringe la gola – ammorbidendo la rabbia, il dolore, la paura di perderlo – quando sputa fuori le parole quasi con furia, cercando di proteggersi.

La miglior difesa è l'attacco, e questo Damon lo sa bene.

Ma lei sa anche che il tempo guarisce tutte le ferite – o perlomeno ci prova.
E ci vorrà tempo, sì, probabilmente molto, prima che tutti i suoi timori svaniscano e i dolori vengano accantonati ma, del resto, lei è disposta a rimanergli accanto per l'eternità.

«Volevo scusarmi con te.»

Who knows - only time
Who knows - only time

____________________________________________________________________________________________________________________

* "Only Time"; Enya

Traduzione:

Chi può dire
dove va la strada
dove fluisce il giorno - solo il tempo
E chi può dire
se il tuo amore cresce
come il tuo cuore scelse - solo il tempo

Chi può dire
perché il tuo cuore sospira
come il tuo amore vola - solo il tempo
E chi può dire
perché il tuo cuore piange
quando il tuo amore mente - solo il tempo

Chi può dire
quando le strade incontrano
quell'amore che potrebbe essere
nel tuo cuore

E chi può dire
quando il giorno dorme
se la notte trattiene il tuo cuore

La notte trattiene il tuo cuore.

Chi può dire
se il tuo amore cresce
come il tuo cuore scelse - solo il tempo
E chi può dire
dove va la strada
dove fluisce il giorno - solo il tempo

Chissà - solo il tempo
Chissà - solo il tempo

 

N/A - Note dell'Autrice

Buonsalve, lettori.
Okay, questa FF credo non sia venuta particolarmente bene... almeno, sicuramente non ha centrato esattamente il significato della canzone XD
E' il primo esperimento in cui mi concentro su Elena, in cui il punto di vista e i pensieri sono i suoi... e non è cresciuto proprio come doveva, ma spero di non essere andata troppo OOC.
E anche che non vi sia dispiaciuta, of course ^.*
A presto,
la vostra Soqquadro

   
 
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