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Autore: waferkya    10/08/2013    1 recensioni
[Pacific Rim] [Raleigh, Yancy]
Vi arruolate entrambi per il programma speciale ed è uno scherzo, all’inizio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raleigh Becket, Yancy Becket
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per la decima nottebianca di maridichallenge. 483 parole.
 

Go through you first


Vi arruolate entrambi per il programma speciale ed è uno scherzo, all’inizio; è una cosa che tentate tanto per tentare, perché se comunque il mondo deve finire, allora che senso ha risparmiarsi, ma non pensate, nemmeno per un istante, di passare la selezione. C’è una probabilità su dieci, forse ventimila, vi ricorda in continuazione il sergente istruttore; tu e Yancy ve la siete cavata in situazioni molto, molto del cazzo, ma questi sono numeri troppo grandi pure per voi.

Passate la selezione.

Passate l’addestramento e i test psicoattitudinali e da un giorno all’altro—o perlomeno in quello che sembra il corso di una notte, e invece sono settimane e settimane che non riesci a ricucire insieme perché quando non stai morendo in palestra, allora stai impazzendo sui libri a imparare neuroscienze e storia della guerra e biologia molecolare, e se non è quello allora sei intabarrato nella divisa da pilota e chiuso a chiave nella testa dello Jaeger, e se non è quello, allora stai vomitando anche l’anima dopo l’ennesimo drift—tu e Yancy e il robottone alto un grattacielo e mezzo ai vostri ordini siete tutto quello che si frappone tra l’umanità e la fine del mondo.

A volte ti svegli nel cuore della notte, gli occhi e il cranio pieni di immagini e ricordi che non sono tuoi—lo sai benissimo—ma che cominciano a sembrarlo, e sei convinto di essere impazzito; che niente di tutto questo è reale, o anche solo possibile, perché siete Yancy e Raleigh Becket—salvatori della Terra? Ma in quale universo?

E quelle sono le volte in cui, nonostante tutto—nonostante il fatto che sei vivo, che grazie a te così tante altre persone sono vive, nonostante tutto—tremi, e fissi il buio con gli occhi sgranati e una paura fottuta a congelarti le viscere—perché tu non sei abbastanza. Sei sicuro di non essere abbastanza, e che combinerai un disastro prima o poi, e il mondo sarà spacciato per colpa tua.

Il materasso t’inghiotte come un Kaiju può buttar giù i passeggeri di un mercantile, allora, e non importa quanto forte ti premi le mani sugli occhi, non riesci a spremerti neppure un pensiero via dalla testa, e non riesci a dormire.

Di solito, allora, Yancy inciampa giù dalla propria branda, e al buio, con gli occhi chiusi e la schiena piegata dal sonno, viene a buttarsi sul tuo letto, la sua testa sulla tua spalla e una sua gamba buttata sulle tue e il suo braccio che inevitabilmente finisce attorno alla tua vita.

Ti addormenti, perché per non svegliarlo costringi il tuo respiro a seguire il ritmo del suo; e quando ti svegli, annodato a tuo fratello su un letto troppo stretto, il pensiero che siate tutta la speranza del mondo, che per distruggere il pianeta i Kaiju dovranno prima liberarsi delle vostre gambe intrecciate, dei vostri ricordi, delle vostre menti fuse in una, ti fa sorridere.

Buona fortuna, pezzi di merda.

  
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