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Autore: Scarlett_Meredith    10/08/2013    2 recensioni
"...-Serena!- esclamò, correndole incontro con un sorriso luminoso.
Serena van der Woodsen, seduta dietro la scrivania con una penna stilografica fra le dita, sorrise imbarazzata alla sua amica e lisciò l'orlo del suo leggero vestito bianco, prima di stringerla in un abbraccio affettuoso..."
spoiler sesta stagione!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Quasi tutti, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Dan Humphrey/Serena Van Der Woodsen, Nate Archibald/Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Era lunedì mattina e la signora Bass camminava con estrema sicurezza lungo il corridoio che l'avrebbe portata al suo ufficio, mentre il riecheggiare dei suoi passi -il suono inconfondibile di due nuove Louboutin tacco dodici- si diffondeva nel silenzio dell'edificio deserto.

Erano le sei e mezza.
Quel giorno, Blair era uscita di casa nel silenzio più profondo, per non svegliare Chuck. Sapeva che lui non aveva grandi impegni e aveva preferito lasciarlo dormire fino a tardi, assicurandosi che le tende fossero ben chiuse ed il telefono spento.
L'importante affare che lo aveva tenuto lontano da New York per settimane si era appena concluso con successo e, per festeggiare l'evento, la sera prima sua moglie lo aveva sorpreso con un completino intimo di seta blu, decisamente sexy, che -naturalmente- lo aveva fatto impazzire.
-Sai, Blair, ho un altro progetto da portare a termine, domani. Dovresti dimostrarmi che sei contenta per me.- aveva detto lui con un ghigno, stringendola fra le sue braccia teneramente.
-Non esagerare. Ti stai approfittando di me?- aveva risposto lei ridacchiando e sfiorandogli una gamba sotto le fresche lenzuola.
Si erano addormentati soltanto all'alba e, poco più tardi, lei aveva preso frettolosamente le sue cose dalla camera da letto, si era vestita cercando di non fare troppo rumore ed era sgattaiolata fuori in punta di piedi, non senza essersi prima assicurata che i bambini stessero dormendo nelle loro stanze.
Solo una volta arrivata in strada le era venuto in mente che avrebbe dovuto lasciare un biglietto sul tavolo o perlomeno avvisare Dorota delle sue intenzioni, ma era già abbastanza in ritardo e tornare indietro era fuori discussione.
Si sentì un po' in colpa quando, immaginando il momento in cui lui -rigirandosi nel letto com'era solito fare- avrebbe abbracciato il cuscino invece che sua moglie e si sarebbe accorto della sua assenza, le sfuggì un sorriso divertito.
Alla 'Waldorf Design' non c'era ancora nessuno.
Solitamente all'inizio della settimana si concentravano le consegne più importanti e le riunioni più lunghe, perciò a Blair piaceva arrivare qualche ora prima degli altri, per raccogliere le idee e organizzare gli impegni della giornata.
Mentre con una mano si sistemava una ciocca di capelli dietro l'orecchio, con l'altra ruotò la maniglia dell'ufficio, di fianco alla quale brillava la targa personalizzata che Chuck le aveva regalato la settimana prima.
Completamente d'oro, con lettere incise a mano, recava l'iscrizione:
"Blair Cornelia Waldorf Bass
Stilista e direttrice della 'Eleanor Waldorf Design'."
Lei la guardò con orgoglio, esattamente un attimo prima di spalancare la porta e di ritrovarsi davanti all'ultima persona che avrebbe immaginato di vedere.
-Serena!- esclamò, correndole incontro con un sorriso luminoso.
Serena van der Woodsen, seduta dietro la scrivania con una penna stilografica fra le dita, sorrise imbarazzata alla sua amica e lisciò l'orlo del suo leggero vestito bianco, prima di stringerla in un abbraccio affettuoso.
-B, che bello vederti! Ti stavo scrivendo qualche parola. Non pensavo saresti arrivata a quest'ora, perciò per entrare ho usato le mie chiavi. Spero non ti dispiaccia.- mormorò, allargando le braccia in un gesto di scuse e scuotendo la testa con evidente vergogna.
-Oh, non devi preoccuparti, c'è un motivo per cui te le ho date. Ma perché non mi hai detto che saresti tornata? Pensavo fossi agli Hamptons.- continuò Blair, esaminando il suo viso con sospetto e tentando di decifrare la sua strana espressione.
-Hai ragione, ma quella di tornare è stata una decisione davvero improvvisa.- rispose Serena, guardandosi intorno. -Certo che questo ufficio è cambiato molto, dall'ultima volta in cui sono stata qui.- Blair seguì il suo sguardo incantato per capire a cosa si riferisse.
Sulla parete verde di fronte all'entrata era stato appeso un quadro di grandi dimensioni, che la raffigurava seduta sul letto e circondata dalla famiglia.
Nella fotografia, Chuck le cingeva la vita con dolcezza, Henry era seduto sulle sue ginocchia e rideva guardando l'obbiettivo, mentre la piccola Blake* dormiva beatamente fra le braccia della mamma.
Blair sospirò.
-Serena, devi dirmi qualcosa?-
-Non so. Dovremmo dirci tante cose. Siamo state lontane parecchio. No?- cinguettò lei socchiudendo gli occhi in una smorfia di finta allegria. Blair le strinse una mano.
-Non fingere con me. Si vede che nascondi qualcosa. Che stavi scrivendo su quel foglio?- le domandò, avvicinandosi alla scrivania. Serena si lanciò sul tavolo e afferrò il biglietto prima che lei riuscisse a leggerne una sola riga, nascondendolo poi dietro la schiena.
-Che cosa stai facendo? Pensavo fosse per me.- affermò Blair, aggrottando le  sopracciglia, confusa. Cominciava a sentirsi turbata da quell'atteggiamento insolito.
-Be', si, ma... Io... Si, insomma, ho cambiato idea.- balbettò lei.
-Hai cambiato idea?-
-Esatto.- ammise Serena, fissando il pavimento per nascondere il rossore che sentiva aumentare sulle guance. Blair le prese il volto fra le mani e la guardò intensamente negli occhi per alcuni  istanti.
-Serena, hai bevuto? Sei uscita con Georgina, per caso? Ti ha fatto ubriacare? Insomma, che diavolo sta succedendo? Giuro che se continui così divento matta. Ti stai comportando come Blake. Con la differenza che lei ha tre anni e tu invece ti avvicini ai trenta.- dichiarò con enfasi, mentre la sentiva irrigidirsi.
-Per favore. Sono qui, sono la tua migliore amica, S. Puoi fidarti di me, lo sai.- aggiunse.
Serena la scrutò per qualche secondo, poi sospirò profondamente e annuì.
-Hai ragione. Mi comporto da stupida. Sono tornata dagli Hamptons perché ho litigato con Dan. Anzi, credo che sia finita.- sussurrò, abbassando lo sguardo. -Sono andata a letto con Nate. Era venuto a trovarci. Io ero sola in casa e mi sentivo dannatamente infelice. Dan ormai non parla d'altro che dei suoi romanzi e della sua carriera, così quando ho visto Nate non ci ho capito più niente. Poi Dan l'ha scoperto e mi ha detto che si aspettava una mossa del genere da parte mia e che non ne era affatto sorpreso, né gli importava. La verità è che mi comporto ancora come una quindicenne complessata. Non so fare altro che sbagliare, B.-
Serena lasciò che la sua amica l'abbracciasse ed entrambe si sedettero per terra, mentre le lacrime cadevano sul pavimento lucido.
-Be', certamente Nate ha più sex appeal di Humphrey, non si può negare.- borbottò Blair sottovoce, ottenendo in risposta un mezzo sorriso obliquo. -Ascoltami, non è solo colpa tua se il vostro matrimonio non andava. Ma sei giovane e hai tutto il tempo per capire cosa vuoi dalla vita.- sussurrò delicatamente.
-Io so già cosa voglio, Blair. Voglio una famiglia. Voglio un bambino, un marito che mi ami e che ogni tanto si accorga che esisto.- farfugliò Serena, voltandosi a guardare ancora una volta il quadro della famiglia Bass e cercando di non provare invidia.
Blair le prese entrambe le mani e le diede un bacio sulla fronte.
-E lo avrai. Avrai un bambino, una famiglia e una vita incredibilmente perfetta. Devi soltanto trovare la persona giusta.- le assicurò.
Serena continuava a guardarla, sperando che avesse ragione e ringraziando il cielo di avere almeno un'amica come lei.
______
Da quel momento, i mesi parvero passare in fretta e il giorno del matrimonio arrivò con una velocità quasi impensabile.
Era una splendente mattina di luglio e Serena era sveglia da ore. A dirla tutta, le sue occhiaie profonde sembravano dimostrare che non avesse chiuso occhio neanche per un momento, ma lei insisteva nell'affermare di essersi addormentata alle dieci di sera.
Blair era eccitata quasi quanto lei e non faceva altro che girarle attorno, chiedendole, circa ogni due minuti,  se avesse bisogno di qualcosa e ricevendo come risposta sempre e solo "no, grazie, Blair. Va tutto bene."
La piccola Blake, nell'atrio di casa Bass, si pavoneggiava nel suo minuscolo vestito rosso, sventolando i lisci capelli scuri proprio come avrebbe fatto sua madre, mentre Henry la guardava da lontano con aria di disapprovazione.
Serena aveva generosamente accettato che, per la seconda volta, fosse Blair ad occuparsi dell'organizzazione del suo matrimonio e lei aveva sapientemente smistato i vari compiti, affidandone almeno uno ad ogni invitato.
Chuck avrebbe dovuto occuparsi dello sposo, preparare Henry e tenere d'occhio Blake, assicurandosi che non sparisse.
Eric avrebbe dovuto fermarsi all'entrata, per controllare che non arrivassero ospiti indesiderati -Dan, in particolare, era quello che Blair temeva più di tutti-.
Lei, invece, aveva aiutato Serena ad indossare il vestito, aveva completato gli ultimi preparativi in casa e poi si era preparata in fretta, poco prima della cerimonia.
Dorota, che si era concessa un attimo di riposo, era seduta sul divano dopo ore passate a correre qua e là, svolgendo i compiti che le venivano affidati e, benché Blair fosse assente, poteva quasi sentire la sua voce gridarle ordini confusi e frettolosi.
-Non così, Dorota! Ho detto che i fiori devono essere messi accanto alla sposa!-
-Dorota, sistema meglio quelle candele, non vorrai dare fuoco alla casa, spero!-
-Dorota, che cosa ci fa Blake ancora in pigiama? Devi aiutarmi, presto!-
Intanto, lei era uscita in strada e stava camminando avanti e indietro, lanciando occhiate nervose a chiunque si voltasse a guardarla.
Tutto doveva essere assolutamente unico. Quel giorno avrebbe dovuto segnare, per Serena, l'inizio della vita meravigliosa che tanto aveva aspettato.
-B, pensi che questa volta sarà diverso?- aveva chiesto lei quella mattina, guardandola dritto negli occhi con aria timida e spaventata.
-Ne sono certa. Il secondo matrimonio è quello giusto.- le aveva risposto Blair, strizzando un occhio, divertita. -E a questo punto posso affermare con sicurezza che i vestiti larghi e vaporosi portano male.-
Serena aveva riso dopo quella che sembrava un'infinità e l'aveva abbracciata, piena di riconoscenza e affetto, pensando di avere la migliore amica che potesse esistere.
Quando aveva poi percorso la navata, così incredibilmente bella nel suo abito bianco lungo ed aderente, Blair aveva sentito un'enorme emozione riempirle il petto.
Era tremendamente orgogliosa di Serena.
Durante la cerimonia aveva guardato gli sposi per tutto il tempo e li aveva visti così innamorati che si era sentita improvvisamente più leggera.
Serena e Nate erano fatti l'uno per l'altra.
Sarebbero stati felici, proprio come lo erano lei e Chuck.
Era pronta a giurarci.
______
Quando la porta dell'ufficio sbatté di colpo contro il muro, provocando un rumore assordante e facendo volare tutti i documenti che erano stati precedentemente ordinati sul tavolo in ordine d'importanza, Chuck non si scompose.
Alzò lo sguardo, incuriosito, passandosi le dita fra i capelli con aria tranquilla e chinandosi lentamente per raccogliere dal pavimento il foglio che stava esaminando.
-A cosa devo la tua silenziosa e quasi impercettibile presenza, Eric?- mormorò con calma, accennando un sorriso ironico. Eric van der  Woodsen era in piedi di fronte a lui, con i capelli biondi scompigliati, la cravatta slacciata e la tipica espressione di chi ha appena visto un fantasma -o, molto più semplicemente, di chi è appena stato buttato giù dal letto con forza-. Sorrise appena.
-Scusami, Chuck, sono un po' agitato. Blair mi ha praticamente ordinato di venire qui a prenderti.- rispose affannosamente, appoggiandosi al muro e portandosi una mano al petto per regolare il respiro.
-Cos'è successo? Blair sa che ho un appuntamento alle undici.  Lei sta bene?- chiese Chuck dopo qualche istante, affilando lo sguardo in cerca di segnali sul viso pallido di Eric.
-Si, ma ha detto che avresti annullato ogni impegno. Dobbiamo raggiungerla in ospedale.-
-Cosa? Cos'è successo?- sussultò Chuck, spalancando gli occhi e stringendo la presa sul bicchiere di scotch che aveva fra le mani.
-Niente di cui preoccuparsi. Solo belle notizie. A quanto pare... Ecco, da questa notte c'è un Archibald in più nell'Upper East Side.- sussurrò Eric, abbassando la voce e lasciando a Chuck un po' di tempo per comprendere le sue parole.
Mentre lui spalancava gli occhi e sorrideva, Eric si avvicinò alla porta.
-Dobbiamo andare. Ho seriamente paura di quello che mi potrebbe fare Blair se non ti portassi in ospedale ora.- ammise. -E francamente non vedo l'ora di vedere mio nipote.-
-Andiamo a conoscere questo nuovo componente della famiglia, allora.- mormorò lui in risposta, lanciando un'ultima occhiata disinteressata ai documenti sparpagliati sul pavimento, accanto alla finestra, per poi uscire, richiudendosi  la porta alle spalle.
Non appena fu entrato nella spaziosa stanza dell'ospedale, Chuck percepì l'alone di gioia, pace e armonia che vi si respirava.
Serena era distesa sul letto, con i capelli biondi abbandonati sul cuscino e un sorriso tanto dolce da illuminare l'intera stanza. Fra le sue braccia, avvolto in una sottile coperta verde, dormiva un neonato con le guance rosse e le mani strette in un minuscolo pugno.
Nate, in piedi accanto a loro, versava lacrime di felicità e allo stesso tempo ridacchiava emozionato, senza spostare lo sguardo dal volto di sua moglie.
-Guarda chi c'è, piccolo mio. Sono tutti qui per te.- sussurrò Serena, passando una mano sulla fronte del bambino e guardandolo con gli occhi azzurri lucidi e grondanti d'amore.
Blair era seduta accanto alla sua migliore amica, con le spalle appoggiate alla testiera del letto, e osservava la scena con un enorme sorriso stampato sulle labbra rosso scarlatto.
-È incredibile. Stupendo.- sussurrò, fissando ammaliata il piccolo Oliver.
-Avevi ragione tu, B. Ora ho tutto quello che desideravo. Un lavoro da sogno, un marito che amo da impazzire, una casa bellissima e un bimbo perfetto.- bisbigliò Serena, voltandosi a guardarla per qualche secondo, prima di tornare ad osservare il volto rilassato di suo figlio.
Chuck si fece avanti per abbracciare Nate, che ancora non riusciva a dire niente, si avvicinò a Serena per darle due baci sulle guance e poi raggiunse Blair, che sembrava essersi persa in un'altra dimensione.
-Amore. Forza, andiamo. Serena e Nathaniel hanno bisogno di un po' di tempo da soli, adesso. E io ho bisogno di te.- le disse in un orecchio, con delicatezza.
Lei si lasciò trasportare dalle forti braccia di suo marito, come in trance, chiedendosi se dopo tanta gioia non avrebbe dovuto aspettarsi anche il dolore.
Lei, il destino lo conosceva bene.
Era sadico e perverso.
Ogni volta che tutto sembrava andare per il verso giusto, accadeva qualcosa di spiacevole a distruggere quell'atmosfera di totale serenità.
-Chuck, pensi che sarà sempre così bello?- chiese Blair, una volta dentro la limousine.
Si rese subito conto di aver pronunciato una frase probabilmente incomprensibile, ma lui, che già si aspettava una riflessione del genere, non ebbe bisogno di spiegazioni e rispose poco dopo.
-Io credo di si.- mormorò. Poi si sporse per baciarla con tenerezza e la fece distendere sul sedile. A lei sfuggì un risolino eccitato quando comprese le sue intenzioni.
-Non siamo più tanto giovani, amore. Con tutta probabilità domani avremmo un mal di schiena pazzesco.- provò a dire, mentre Chuck le sfilava la giacca con movimenti veloci.
-Forse hai ragione, ma vale la pena rischiare.- ribatté lui, stendendosi accanto al corpo esile della moglie e sfoderando il suo sorriso più innocente. 
Blair non era convinta che le loro vite sarebbero state sempre perfette, ma in quel momento ebbe la certezza che, se qualcosa fosse cambiato, avrebbe avuto Chuck accanto.
E quello, lo sapeva, le sarebbe per sempre bastato.
______
*il nome Blake non è un riferimento all'attrice Blake Lively, ma l'unione dei nomi di Blair e Chuck.
A dire la verità avevo pensato al nome Claire (Chuck+Blair), ma è il nome che Dan Humphrey utilizza nel suo racconto e proprio non avevo voglia di associarlo ad una storia tanto sbagliata!
____
Spero che la storia vi sia piaciuta. Trovo che Nate e Serena insieme siano una splendida coppia e ho voluto dedicarmi molto anche a loro, pur mantenendo i Chair come personaggi principali. Recensite!
Baci, S.M.

 

 

  
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