«  Ci han concesso solo una vita
soddisfatti o no, qui non rimborsano mai.  »
 

«Joseph, davvero, non mi va.»
Il ragazzo infilò una mano tra le mie coscie, mentre i suoi amici ci gurdavano ridendo.
«La ragazza fa pure la difficile, hai visto Mike?»
L'amico sorrise, avvicinandosi a noi e passandomi una mano sul viso.
«Dai, Caroline. Lo sappiamo che sotto sotto sei una cattiva ragazza.»
Assotigliai lo sguardo. Se solo fossi stata ancora un vampiro, li avrei già sbranati entrambi. Ma non lo ero più.

Due anni prima:
«Mamma, che sta succedendo?» La donna mi abbracciò, cercando di trattere le lacrime.
«I cacciatori, Carol. Hanno preso tutti. Elena, Damon, Stefan....» Strabuzzai gli occhi.
«I miei amici sono tutti.....» Non riuscì a dire quella parola. Mi bastò vedere lo sguardo di mia madre incupirsi, mentre annuiva flebilmente. Sentii le lacrime rigare il mio volto. Non poteva essere successo davvero. Non così, non in quel momento.
«Caroline, ascolta. So che non capirai ma...d-devi andare. E' per il tuo bene.»
Prima che potessi ribellarmi, perché sapeva l'avrei fatto, delle braccia forti mi tennero ferma da dietro, sussurrando un «Stai tranquilla.» flebile al mio orecchio. Conoscevo quella voce alla perfezione, conoscevo quel tocco e quel profumo.
Prima che potessi girarmi e guardare negli occhi l'uomo che segretamente amavo da mesi qualcosa mi punse il braccio, facendomi scivolare a terra. Quando mi risvegliai, ero a Londra. Nessuno sapeva dell'esistenza di vampiri, licantropi ed ibridi. Nessuno conosceva Mystic Falls, nessuno aveva paura di me perché non ero più un vampiro. Da quel giorno iniziò la mia nuova vita e, delle persone con cui ero cresciuta, non c'era più nessuna traccia.

«Joseph, basta, sei ubriaco.» Il ragazzo, acciecato dalla voglia e dall'alcool, inserì una mano sotto il mio vestito. Non riuscii più a trattanere le lacrime. «Smettila Joseph, smettila!» Era come inutile. Più gridavo, più Joseph e suoi amici ridevano; più piangevo, più si divertivano. Mi maledii per aver ascoltato Meredith ed essere andata in quella stupida baita di montagna. Facciamo un po' di festa, aveva detto. E invece io me ne stavo legata ad un muretto vicino la palude, circondata da quattro ragazzi arrapati.
«Per l'ultima volta, Carol. Possiamo farlo con le buone o con le cattive, decidi tu.»
Un ghigno si arricciò sul suo volto. Lo odiavo da fare schifo.
Posò le labbra sul mio collo. «Con le buone...»
«Non mi toccare.» Sussurrai, singhiozzando.
Joseph scivolò con le labbra fino al mio seno. «O con le cattive...»
La sua mano solcò il mio vestito, raggiungendo l'intimo.
Sapevo che da lì a poco le sue mani sporche avrebbero iniziato a toccarmi.
Chiusi gli occhi, volendo farli quasi esplodere.
«Amico, la ragazza è stata chiara.» D'un tratto, una voce.
Joseph mi tolse le mani di dosso girandosi verso di essa.
«E tu chi sei, il suo paparino?» Sogghignò. «Ti conviene andartene se non vuoi dei guai.»
«Tu sei proprio sicuro di quello che dici?»
Joseph iniziò a ridere. «Amico, andiamo! Siamo quattro contro uno. Vattene finché sei in tempo, qui noi ci stiamo solo divertendo!»
D'un tratto Joseph torno su di me, ancora sorridendo.
«Ora riprendiamo da dove abbiamo lasciato, d'accordo piccola?»
Le lacrime riuscirono a scrivolare sebbene i miei occhi fossero ancora serrati ermeticamente.
«Mike, manda via l'eroe di turno, io inizio a divertirmi...» Joseph mi accarezzo il viso, aspettando una risposta dal suo amico.
«Mike?» Mi diede bacio sulla guancia. «Mike che cazzo di fine...»
Il moro si girò di botto. Un urlo roco usci dalla sua bocca e questo mi costrinse a aprire gli occhi.
Sull'erba giacevano i suoi tre amici, o meglio, i loro cadaveri dissanguati. Davanti a lui, quella voce di prima, si pulì la bocca con il palmo della mano, facendoci scivolare una lunga linea di sangue.
«Chi diavolo sei tu?» La voce di Joseph sembrava terrorizzata.
L'altro, gli sorrise.
«L'ultimo volto che vedrai prima di morire.» Con una sola falcata raggiunse Joseph e gli succhiò dall'incavo del collo quanto più sangue gli fu possibile. Lasciò a terra il cadavere e corse a liberarmi dalle corde.
«Sei proprio tu?» Sussurrai, facendomi abbracciare. Mi sporcò con il sangue, ma non importava nulla in quel momento, nulla che non fosse lui.
«Te l'avevo detto che ti avrei ritrovata, sempre.»
Quella calda voce mi causò brividi su tutto il corpo, quasi non riuscivo a resipare.
«Perché ci hai messo tanto?» Il ragazzo rise, stringendomi più forte.
«Non puoi capire quanto tu mi sia mancata.»
Sussultai. «Anche tu Klaus, anche tu.»
 

HEY :) Questa è la mia prima ff su the vampire diaries,
ne ho lette molte e sono tutte stupende quindi spero
davvero di essere all'altezza! Se vi piace lasciate una
recensioncina, io attendo con ansia! Comunque ecco,
spero questo primo capitolo vi abbia catturate, perché
dal prossimo, se mi vorrete, ci saranno altri casini per
Caroline, Klaus e non solo! Vabbè, vi lascio così, e se
vorrete ci sentiremo al prossimo capitolo! Bye, Giada.