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Autore: domaris    18/02/2008    7 recensioni
Sommario: Stella e Peyton sono ai ferri corti e solo una persona può decidere l'esito dello scontro.
Nota: E' una commedia tendente alla parodia quindi i personaggi risultano un po' OOC.
Genere: Romantico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mac Taylor, Stella Bonasera
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nota:
Questa è una commedia tendente alla parodia, pertanto tutti i personaggi sono un po' OOC. E' ambientata durante la terza serie ma non ci sono spoilers. O per essere più precisi ce ne sono un paio ma vi sfido a riconoscerli in un contesto di questo genere.

Dedicato a chiunque condivida l'antipatia per la piagnucolosa patologa britannica.

Bonasera and farewell

Stella meditava vendetta. Miss Britannia l'aveva scacciata dalla sala autopsie. “Strega!”, pensò senza un filo di rimorso. Sicuramente adesso era nell'ufficio di Mac a fargli gli occhi dolci. Il segreto peggio mantenuto del laboratorio. Eccola li, la vipera che guardava tutti dall'alto in basso solo perchè veniva da quella piccola e boriosa isoletta nell'Atlantico. “E tocca pure!” Pensò stizzita vedendo la donna che posava la mano sulla guancia del “suo” Mac. Prontamente fece finta di arrivare in quel momento e si congratulò con se stessa per il tempismo quando Mac si scosto dalla patologa come se si fosse scottato e mentre Stella si mordeva l'interno della guancia per non scoppiare a ridere Peyton faceva altrettanto per non mettersi a piangere. Certo che l'integerrimo detective Taylor avrebbe anche potuto capire che intendeva se stessa quando aveva insistito che riprendesse ad uscire. Pazienza, aveva perso il primo round ma non la guerra. Stella si rivolse a Mac con un gran sorriso e cominciò a elencare tutte le scoperte sul caso che il suo team aveva fatto e lui prontamente si incamminò con lei verso il laboratorio lasciando indietro Miss Lacrima Facile.


Più tardi Mac era andato a scusarsi con Peyton. Lindsey opportunamente appostata in un angolo aveva ascoltato tutta la conversazione ed aveva subito riferito a Stella l'esito. L'esclamazione vittoriosa di quest'ultima era stata di una frequenza di poco inferiore a quella necessaria per far saltare i vetri.

Il giorno seguente Stella si premunì di essere tutta dolcezza e comprensione con il povero Mac, che nonostante fosse stato sposato per più di 10 anni, capiva le donne quanto un bambino dell'asilo. Il malcapitato aveva già abbastanza a che fare con musi lunghi e lacrime furtive ogni volta che doveva scendere all'obitorio, lei gli avrebbe fatto passare i momenti migliori della giornata regalandogli calorosi sorrisi e offrendogli pure il pranzo. “E che le lacrime ti soffochino, inglesina dei miei stivali!” pensò Stella godendosi la compagnia dell'uomo che era intenzionata a conquistare con ogni mezzo.

Che qualche giorno dopo le due donne si scontrassero nel bel mezzo del laboratorio stupì soltanto quei pochi, come Danny Messer, che non avevano idea di cosa stesse accadendo. Nessuno, purtroppo, era stato testimone dell'inizio della lite, ma non c'erano dubbi su quale fosse il soggetto della contesa:
- E' inutile che ti affanni, detective Bonasera, non l'avrai vinta.
- Non sarei così pronta a scommetterci, fossi in te, piccola ipocrita!
- Ipocrita a chi? Sei tu che fingi di essere sua amica!
Inevitabilmente le due donne passarono dagli insulti alle mani. E in questo campo, anche senza l'addestramento dell'accademia di polizia, Stella era in netto vantaggio. Mentre l'altra cercava, da donnetta isterica quale era, di prenderla per i capelli, Stella molto più efficacemente la immobilizzò in un attimo.
- Che diavolo succede qui? - tuonò secca la voce di Mac, facendo scappare tutti i tecnici che non avevano minimamente pensato di interrompere la lite.
- E' stata lei! - singhiozzò con quel suo accento cantilenante Peyton districandosi dalla presa dell'altra donna e avvicinandosi a Mac con gli occhioni opportunamente sgranati e carichi di lacrime
- Stella? - Non avrebbe potuto sembrare più sorpreso nemmeno se ci avesse provato.
- Solo una piccola divergenza di opinioni, Mac – gli rispose mentre cercava di risistemarsi in qualche modo i capelli.
- Mi ha aggredita senza ragione! - insistette Peyton cercando di convincere Mac della propria innocenza.
Lui guardò entrambe le donne. Peyton aveva il viso solcato di lacrime mentre i riccioli di Stella sembravano aver preso vita. Stella aveva un brutto carattere, lo sapevano tutti, mentre Peyton era sempre dolce ed educata.
- Stell? - chiese dubbioso
Lei ribolliva di rabbia. “Se credi a Miss Albione forse sei tu che dovrei picchiare!” pensò indignata incrociando le braccia e aspettando che Mac prendesse una decisione.
- Non so cosa sia successo tra voi, ma vi pregherei di risolvere le vostre divergenze in privato. La prossima volta non lascerò correre. - fu la sua diplomatica scelta.
- Ma... mi ha picchiata! - insistè Peyton con aria da vittima sacrificale.
- Ora basta! - esclamò Stella al colmo dell'esasperazione. - Mac, tienimi lontano la tua ragazza perchè la prossima volta non esiterò a fare quello che sostiene di aver subito!
Detto questo uscì dal laboratorio lasciando Mac senza parole. E Peyton con abbastanza da stancare persino un sordo.

Dire che i rapporti fossero tesi nei giorni seguenti sarebbe prendere il problema alla leggera. Peyton non perdeva occasione per andare da Mac a lamentarsi di Stella. Stella non gli parlava a meno che non si trattasse di lavoro. Messer faceva il broncio perchè era stato l'unico a non sapere della tresca con la bella patologa e Mac appena possibile andava a nascondersi, metaforicamente date le pareti di vetro, nel suo ufficio dove trangugiava pastiglie per il mal di testa e caffè.
Così non si poteva andare avanti. Ma nemmeno i migliori detective della NYPD sembravano in grado di trovare una soluzione. Flack proponeva di chiudere in una stanza Stella e Peyton fino a quando non ne sarebbe uscita solo una, Stella, vittoriosa. Lindsey, la solita romantica, pensava che sarebbe bastato rinchiudere insieme Stella e Mac. Una volta risolto tra loro, per Peyton non ci sarebbe stato più posto nell'equazione. Hawkes pensava che rinchiuderli tutti e tre in una volta avrebbe dato risultati migliori, mentre Adam, il solo tecnico di laboratorio a cui venne permesso di esprimere un'opinione, pensava che in quel caso le due donne avrebbero cavato gli occhi e anche qualcosa di più “vitale” a Mac. L'unica cosa che si proponeva Messer era di consolare la straniera, quando tutto fosse finito.

A decidere alla fine fu il caso. E la fretta. Una fretta tale che imprigionò in uno stesso ascensore Mac, Stella e Peyton. Ad accorgersene fu il detective Angell, debitamente informata da Don durante il loro ultimo appuntamento. La giovane non ci pensò due volte a correre nello stanzino della vigilanza e bloccare quell'ascensore tra due piani. E adesso c'era solo da aspettare le scintille.
Intanto dentro alla piccola scatola di metallo Mac se ne stava infelicemente in mezzo alle due donne cercando di contattare la sicurezza. Che ovviamente non si lasciava contattare visto che gli addetti erano stati cacciati dallo stanzino per ospitare i detective della scientifica e della omicidi interessati allo sviluppo.

- Mac, fa qualcosa! - esclamò Peyton.
- Ci sto provando – rispose con tutta la calma e ragionevolezza di cui era capace
- Provaci di più! - insistè la giovane donna pronta a scoppiare in lacrime
Stella borbottò un'imprecazione in greco. La patologa la guardò di sbieco. Mac riprovò a chiedere assistenza.
Passarono trenta secondi.
- Che cosa facciamo? - chiese Peyton
- Aspettiamo che qualcuno sistemi questo ascensore – rispose Mac
Stella si sedette per terra, aprì la borsa e ne tirò fuori una rivista, come se fosse stata sulla metropolitana. Peyton cercò di trafiggerla con lo sguardo. Dal momento che l'altra non guardava servì a poco. Quindi le strappò la rivista di mano.
- Potresti anche cercare di renderti utile!
Stella la guardò in cagnesco e il suo sguardo andò a segno perchè l'altra rabbrividì e cerco di nascondersi dietro a Mac
Lui si chiese perchè le donne fossero così complicate e riprovò a chiamare. Nulla.
- Cosa starà succedendo? Perchè nessuno viene a salvarci? - chiese Peyton la cui voce cominciava a tremare
- Scommetterei che c'è lo zampino dei nostri colleghi – rispose serafica Stella
- Se si sono azzardati a fare uno scherzo del genere... - cominciò Mac
- Adesso capisco tutto! - esclamò la patologa con occhi scintillanti – sei tu che hai organizzato tutto! Speravi di restare sola con Mac, ma ti è andata male!
Mac guardò Peyton come se le fossero spuntate due teste. Come poteva pensare che Stella volesse restare sola con lui?
- Ma che diavolo avete voi due? - Sbottò al limite della sopportazione.
Peyton lo guardò come se fosse pazzo. Stella sospirò, chiedendosi, non per la prima volta, perchè aveva scelto una causa persa come Mac Taylor. Ma di certo non l'avrebbe data vinta a Miss Oxford.
- Guarda che non ne ha davvero la più pallida idea – disse rivolta alla rivale.
- Ma non è possibile, lo sanno tutti che sei innamorata di lui! - rispose l'altra scandalizzata
Stella scrollò le spalle - Tutti non comprende il detective di primo grado qui presente. Davvero, Mac, per essere un così bravo poliziotto sei un disastro in questo campo!
Mac non ci credeva - Non puoi dire sul serio! Noi siamo amici da anni, hai conosciuto mia moglie, santo cielo!
- Ed era davvero una donna meravigliosa, con una pazienza che nessuna di noi due saprà eguagliare – replicò lei.
Peyton, che non amava essere tagliata fuori, sgranò gli occhioni, e diede il suo ultimatum.
- A questo punto devi scegliere Mac, o lei o io. Non intendo restare un giorno di più in questo posto se sceglierai lei.
Mac era allarmato come se gli avessero puntato addosso una pistola
- Se scegli Stella io me ne torno a Londra – aggiunse per dimostrargli che era seria.
- E se scegli Peyton io accetto la proposta di Horatio Caine di andare a lavorare per lui alla scientifica di Miami – sentenziò Stella che se avesse perso la faccia non aveva nessuna intenzione di restare.
- Voi due siete pazze! - esclamò lui appoggiandosi alla parete dell'ascensore.
- Mac, o lei o io, è semplice – insistette Peyton
- Non per lui - si intromise di nuovo Stella – l'ultima, unica volta che si è sposato è stato perchè sua moglie gli ha fatto la dichiarazione
Mac si volse verso di lei, indignato.
- Tu come lo sai? E con che diritto lo vai a raccontare in giro?
- Peyton ha diritto di sapere che dovrà fare la prima mossa se sceglierai lei. - rispose con un sorriso ironico.
- Stella! Non ti riconosco più!
- Ecco, lo vedi? Te lo avevo detto che era falsa! - esclamò trionfante Peyton
- Ha parlato Miss Lacrima a Comando – ribattè Stella.
A questo punto la situazione era decisamente fuori controllo. Peyton si era avventata contro la rivale che, questa volta non si era limitata a parare i colpi. Mac era pietrificato. Sapeva di doverle fermare ma il suo cervello stava ancora cercando di processare quello che era stato detto.

Ding
La porta dell'ascensore si aprì improvvisamente sul piano del laboratorio.
Nella saletta di controllo i loro colleghi avevano ascoltato tutto con il fiato sospeso e avevano deciso che era giunto il momento di liberarli.

- Stella! Peyton! Fermatevi, adesso! - gridò Mac, causando a se stesso un dolore lancinante alla testa.
Il tono non ammetteva repliche e le due donne interruppero la rissa, si riassestarono i vestiti e si volsero a guardarlo, in attesa.
- Siamo liberi – dichiarò facendo un gesto con la mano verso la porta aperta.
Tutti e tre uscirono dalla scatola metallica che li aveva ospitati nell'ultima mezzora e si fermarono dopo pochi passi. Indecisi.
- Sarà meglio tornare al lavoro – disse con tono pratico Stella e si avviò.
- Meglio se vado anch'io – disse Peyton sperando invano che Mac la fermasse.

Mac rimase per un attimo fermo li. Confuso più che mai. Soprattutto su quello che aveva detto Peyton. Aveva bisogno di sapere se era vero.
Una volta tanto nella vita, forse l'unica, agì impulsivamente e a passo spedito seguì Stella.
Quando l'ebbe raggiunta la chiamò per nome. Lei si volse, e attese.
- Stella, quello che ha detto Peyton...
- E' vero, Mac – rispose lei con uno di quei suoi sorrisi che gli avevano sempre riscaldato il cuore.
- Ma non hai mai detto niente! - protestò lui.
- Che dovevo dire? Ti abbracciavo, toccavo, baciavo ad ogni occasione. Francamente mi sarei aspettata un minimo in più di comprensione da parte tua!
- Ma lo sapevi che io...
Stella sospirò – si, lo sapevo che sei un inetto in amore. Ma se mi fossi esposta per sentirmi rispondere che per te ero solo un'amica non lo avrei sopportato.
- Ma tu non sei solo un'amica! - replicò lui con foga
Stella aveva gli occhi lucidi come non le capitava dall'ultima volta che aveva preparato un'insalata ricca di cipolle. Gli si avvicinò e gli posò la mano sul braccio.
- Davvero, Mac? Non mi stai prendendo in giro?
- Stell, tu sei la donna più... - dovette interrompersi per pensarci un attimo e poi continuò: - bella, forte, intelligente, dolce, caparbia che abbia mai conosciuto.
- E? - gli chiese speranzosa.
- E ti amo! - esclamò lui stupito di averlo ammesso ad alta voce.
Stella sposto la mano dal braccio alla guancia – Finalmente! E sappi che io non te lo chiederò di sposarmi, dovrai fare tutto da solo!
E poi lo baciò, lì in mezzo al corridoio, incurante degli sguardi dei colleghi che nel frattempo erano sopraggiunti. Voleva che tutti sapessero che Mac Taylor era suo, dopo tutto il trambusto che c'era voluto per arrivare alla giusta conclusione.

L'unico che si preoccupò per un attimo di che fine avesse fatto Peyton fu Danny Messer. Avrebbe voluto andare a consolarla ma Lindsey aveva accennato alla possibilità di accettare una sfida a biliardo a casa sua, loro due soli, e non era certo abbastanza stupido da lasciarsi sfuggire l'occasione!

E vissero tutti felici e contenti, tranne la straniera venuta dalla terra delle bianche scogliere che dovette dire addio all'America e tornare a casa senza uno straccio di marito.

Fine

Robin, 14 febbraio 2008

Nota finale:
Spero di avervi fatto sorridere almeno un poco. Lo so, ho maltrattato Mac questa volta, ma siamo onesti un po' se lo merita. Inoltre giuro che non ho nulla contro l'Inghilterra e l'accento britannico che è molto più armonioso di quello americano, è solo il personaggio di Peyton che non sopporto! E guardando i telefilm in lingua originale la differenza di accento è qualcosa che salta immediatamente all'orecchio. Peccato che il doppiaggio elimini tutte queste sfumature.
   
 
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