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Autore: Mad dy ness Zalk909192    18/02/2008    4 recensioni
Hidan/kakuzu a tinte Drammatiche, per forse un po' sconclusionata, ma mi ci sono impegnata >-<
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hidan, Kakuzu
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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HIDAKAKU

Fanfic nata da questo periodo che si può facilmente definire “di cacca”. -.-

Ero ispirata e ho deciso di postare, per una volta.

Manca ancora la parte finale, che è in elaborazione^^

Si tratta di una Kakuzu/Hidan con il “What If…” che corrisponde alla domanda: “E se non si fossero incontrati a causa dell’Akatsuki?

E’ scritta in un modo abbastanza strano, infatti, anche se scritta in terza persona, ogni capitolo cambia POW, ma non verrà specificato.

Basti sapere che si alterneranno Hidan e Kakuzu ^^

Mi piace questo stile di scrittura. E’ introspettivo ma allo stesso tempo non troppo diretto^^

Forse bisogna farci un po’ l’orecchio… -.-

A Tobichan, che non so come, è riuscita a farmi piacere la coppia X°°°D

E detto questo…cominciamo^^

 

 

Punti Di Vista

 

 

File 01

 

Ansimavano entrambi dal dolore, dalla tensione dei muscoli.

L’uno godeva di quella sensazione dolorosa.

L’altro stava pregando che quella tortura finisse il prima possibile.

L’albino rise.

Una risata sadica, vincente.

La sua vittima rantolava, a terra, implorava pietà, con la poca voce che gli rimaneva.

Lui, invece, avrebbe voluto rimanere così com’era, sdraiato sul terreno, i sassi che sfregavano sulle ferite autoinflitte.

Colpo allo stomaco, colpo al cuore.

La libertà tanto agognata dalla vittima giunse inaspettata.

Fin troppo repentina dopo tutto quel tempo di dolore.

Hidan si rialzò lentamente, estraendo da sé il paletto usato per la sua cerimonia.

Il Dolore lo aveva colpito nello stesso identico modo.

Diretto, veloce, micidiale.

Perchè era stato condannato alla vita eterna?

Si rialzò in piedi, traballante sulle sue stesse gambe, a causa del sangue perso dalla ferita all’addome, che l’aveva trapassato da parte a parte.

Una vita eterna equivaleva alla morte.

Si perde la cognizione del tempo, si diventa parte del paesaggio, diventa inevitabilmente una vita priva di alcun significato.

A me no che qualcosa non ti ricordi che esisti e che non sei solo parte di uno sfondo storico.

Qualcosa di eterno come te.

Di solito si diventa pazzi, ci si concentra ulla creazione di un proprio pari immaginario.

Ma lui sapeva la verità.

Si appoggiò ad un masso, tenendo tra le mani il suo amuleto, la sua fonte di stabilità mentale, il suo scopo di vita.

Il simbolo di Jashin.

Jashin l’aveva relegato, l’aveva condannato e l’aveva salvato.

Salvato dalla pazzia, salvato dall’immobilità del mondo.

Grazie a lui, aveva una vita, ma non una morte.

Iniziò a camminare sotto il sole, la falce nella mano sinistra.

Avrebbe continuato a offrire distruzione a chi lo aveva maledetto, rendendogli grazie per quel modo di vivere che gli permetteva di rimanere lucido.

Integro.

Scoppiò a ridere.

Nonostante compisse i più atroci delitti, il suo animo non si deteriorava e, anzi, si rafforzava, conscio dello star sprofondando sempre di più nelle tenebre.

Ma il suo Dio era con lui.

Era questa l’unica cosa vera e importante che gli interessava.

Non era solo.

Si avvicinò al tempio buddista, pieno di sangue, causa dello sterminio a cui aveva sottoposto i monaci poco prima.

Non gli faceva né caldo né freddo avergli donato la morte e negato la vita.

La morte, anzi, era un dono, raro e prezioso.

Doveva essere sentita fortemente, doveva essere…vissuta.

Attraverso il dolore, attraverso la paura, l’agonia, il sangue.

Ed era grato a Jashin di avergli dato in dono il poter vivere la morte continuamente, anche se senza mai raggiungerla.

 

 

Fine File 01

 

 

File 02

 

 

Non gli importava che lo trovassero minaccioso.

Non gli interessava che i suoi vestiti spessi e la sua pelle scura spaventassero la gente.

L’unica cosa che voleva era il riscatto per quei corpi freddi che s trascinava dietro.

Voleva il denaro.

Era l’unica cosa che per lui era davvero essenziale.

Buttò il cadavere che stava trascinando contro un albero.

Sembrava un sacco. Pesante e ormai vuoto.

Odiava i cadaveri.

Storcendo il naso, guardò l’espressione contratta della sua vittima;

Gli occhi sbarrati,la bocca mossa dallo spasimo di un grido che non sarebbe mai stato sputato fuori da quelle labbra.

Di certo la vita era meglio.

Da vivo potevi avere soldi, potere.

Da morto, al massimo una lastra di pietra bianca.

O peggio, l’essere scaraventato in una fossa comune da solo…o meglio,neanche “solo”.

La solitudine è un concetto che non esiste per un morto, perché…pouf! Tho, guarda! Sei morto! Non puoi sentire la solitudine, non puoi provare nessuna di quelle sensazioni che caratterizzano la vita.

Rise sommessamente, avvicinandosi al cadavere della donna uccisa di fresco.

La fissò negli occhi.

Non gli piacevano gli occhi dei morti, ma servivano per ricordargli che se avesse ceduto all’idea de strapparsi i suoi cuori sarebbe finito come loro.

Kakuzu era un essere immortale per scelta.

Voleva il denaro.

I soldi erano l’unica fonte di gioia.erano qualcosa che lo spingeva a vivere, per averne ancora, sempre di più.

Si rimise in spalla il cadavere.

Izumi Fugotta, trentacinque anni, jonin del villaggio della Nebbia.

Gli dispiaceva che non fosse stata abbastanza attaccata alla vita da sopravvivere.

Come tutti quelli che lo incontravano.

Non era maifelice di dover uccidere.

Non portava la pace, come dicevano molte stupide religioni.

Portava all’annientamento totale.

Non era un “dono”, era una maledizione.

 

Fine File 02

 

 

Fatemi sapere che ne pensate!

Per una volta non è una One-sot…ma non sarà molto lunga anche se sono indecisa sul come concluderla XD

 

A presto!^^

   
 
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