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Autore: Angie Mars Halen    11/08/2013    7 recensioni
I Guns N' Roses raccontati da un personaggio strisciante dotato di squame e alla disperata ricerca di qualcuno che risvegli in lui il suo lato selvaggio: Clyde.
(Il rating giallo è dovuto all'utilizzo di qualche parola poco fine. Dovevo rendere lo stile Guns in un qualche modo!)
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rock N’ Roll Anaconda




Ricordo ancora il giorno in cui io e Saul ci siamo incontrati per la prima volta. Ho visto quel ragazzotto dai capelli ricci e con un sorrisone tenero avvicinarsi alla vetrina del Dogs & Co. per guardarmi, contare i soldi che aveva in tasca e ghignare eccitato. Un attimo dopo è entrato e mi ha acquistato, portandomi via per sempre da quel negozio triste e troppo illuminato. La teca in cui mi ha sistemato dopo era decisamente più spaziosa e con tanto di vaschetta colma d’acqua, era vicina alla finestra e ogni tanto mi prendeva fuori. Raramente ero costretto a morderlo, ma a volte lo facevo, soprattutto quando gli veniva voglia di giocare con me mentre stavo schiacciando la mia pennichella pomeridiana, dopo che lui aveva suonato la chitarra al massimo volume per tutta la mattina.

Finché il gioco era limitato tra me e Saul, che i suoi amici scoppiati chiamavano Slash, andava più che bene: lui si divertiva ed io uscivo un po’ dalla mia teca. I problemi sono cominciati ad arrivare quando si presentava a casa nostra (sì, anche io abito sotto il suo tetto e posso definire “mia” la casa) la sua fidanzata. Accidenti, gente, quella era completamente pazza! La prima volta che mi ha visto mi ha puntato un dito contro e ha cominciato a sgambettare e a sbraitare come se l’avesse appena morsa una tarantola gigante.

“Sauuuul! Che cos’è quell’essere squamoso che tieni dentro la gabbia?” ha berciato lei, coprendosi gli occhi con la mano. Aveva delle unghie chilometriche da far invidia al mio amico Felix, un gatto siamese che viveva nella gabbia di fianco alla mia nel negozio e che graffiava tutti.

Saul ha ghignato in quel suo modo strafottente e le ha detto che mi chiamo Clyde. Davvero? Io non lo sapevo nemmeno. Mia madre mi aveva chiamato Jimmy... ma non importa, per lui ero Clyde e da quel momento lo sarei stato anche per la spilungona mora che si era portato a casa.

“Ma morde?” ha poi chiesto l’oca.

No, guarda, faccio le fusa... ma che domande, stupida! Certo che mordo, sono un serpente!

E volete sapere che cos’ha avuto il coraggio di rispondere quel furbone del mio padrone?

“Ma certo che no, dolcezza, è talmente rimbambito che non farebbe male a una mosca!”

“Dico, ma stiamo scherzando?

“Che carino! Posso accarezzarlo?”

Vade retro!

Alla vista delle sue unghie lunghe e fresche di estetista avrei voluto scomparire. Avrebbero sicuramente graffiato le mie belle squame, ma io non glielo avrei permesso. Incurante del fatto che avessi cominciato a sibilare più del solito, Saul mi ha preso fuori dalla teca e mi ha messo tra le braccia della ragazza, la quale ha cominciato a battere i piedi per terra come se le avessero fatto cadere dei cubetti di ghiaccio lungo la schiena. Una volta conclusa la sua danza della taranta, ha cominciato a picchiettarmi un dito sulla scatola cranica. Ho provato a resistere, ma tutto intorno a me girava e stavo anche cominciando a vederci doppio, allora sono stato costretto a farlo: mi sono contorto e le ho dato un morso sull’avambraccio, poi mi sono goduto la scena di lei che piagnucolava e agitava in aria l’arto infortunato. Saul mi ha afferrato in modo da non lasciarmi scappare e mi ha cacciato nella mia teca.

“Merda, Clyde, avresti potuto evitare di mordermi la ragazza. Per colpa tua se ne sta andando,” borbottò.

Bingo! Uno per Clyde!

L’altra conoscenza umana che ho fatto dopo quella sua fidanzata scema, è stata quella del tipo più spassoso dell’universo, anche se al primo impatto non l’ho pensata affatto così. Stavo dormendo in pace quando il rumore di qualcuno che bussava contro il vetro mi ha svegliato. Ho aperto un occhio e... per la coda del serpente a sonagli!

Un colpo al cuore!

Un tizio con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, gli occhi azzurri strabuzzati e una massa lanosa di capelli biondi mi stava facendo delle facce spaventose da fuori dalla teca. Ho nascosto subito la testa nelle mie spire sperando di non rivederlo mai più.

“E-ehi, Slasher, è questo il serpente di cui mi parlavi?” ha domandato giulivo il ragazzotto.

“Vedi altri serpenti, Steve?”

“Uhm... no.”

“Ecco, allora fai due più due e prova un po’ a dire.”

Un sorriso smagliante ha tornato ad illuminare la sua faccia tonda. “È lui!”

Superato lo shock iniziale, io e Steven siamo diventati subito amici per la pelle e le squame. Non ha mai preteso di toccarmi e il massimo che si limitava a fare erano delle faccette da idiota con la speranza che io rispondessi, ma purtroppo per lui sono un serpente e non parlo la sua lingua.

Alla terza persona che ho conosciuto, invece, ho dichiarato guerra fin da subito. Si è presentato a casa nostra dopo un po’ di tempo ed io, non appena l’ho visto, ho capito che di quel tipaccio non mi sarei mai dovuto fidare. Era entrato guardandosi intorno con estrema diffidenza e mi aveva incenerito con un’occhiataccia; per ripicca gli ho fatto vedere la lingua biforcuta.

“Ehi, man, è carino il tuo serpente,” ha mormorato con la sua voce profonda.

Saul si è grattato la pancia, compiaciuto. “Lo so. Si chiama Clyde.”

“Figo,” ha risposto, poi ha cacciato la sua sacca sul divano.

“Axl, sei sicuro di voler dormire qui? Posso cederti il mio posto per stavolta.”

Ho capito bene? Il tizio con i capelli rossi deve restare a dormire a casa nostra ed io devo sopportare la sua presenza inquietante? Cazzo, no!

Axl, così si chiamava pel di carota, ha alzato le spalle, ha lanciato gli stivali texani in un angolo e si è steso sul tappeto. Io, però, volevo sapere qualcosa di più su di lui. Saul aveva dimenticato aperta la mia teca dopo che aveva messo una mano dentro per augurarmi la buonanotte (perché ridete? Saul me l’augurava sempre!), e non c’era momento migliore della notte per sgusciare fuori e studiare il nuovo inquilino da vicino. Sono uscito di soppiatto dalla teca, sono sceso sul pavimento e ho strisciato fino al ragazzo. Sono salito sulla sua schiena e, proprio mentre ero arrivato alla sua faccia, ha cominciato a rigirarsi nel sonno disturbato dalla mia presenza. All’improvviso si è voltato a pancia in su ed io sono finito sotto, schiacciato dal suo peso morto faccia eccezione per la punta della mia coda. Axl ha mugugnato qualcosa e si è portato una mano sulla schiena, riuscendo così a toccarmi. Ho sentito le sue dita irrigidirsi a contatto con la mia pelle e ha cacciato un urlo tuonante.

“Slaaash! Il tuo fottuto serpente sta cercando di uccidermi!”

Ho visto Saul accorrere in mutandoni dalla camera, ancora assonnato e con i ricci in faccia che gli impedivano di vedere dove stesse andando. Ha fatto qualche passo, ha urtato il divano e dopo anche lo spigolo di un mobile col mignolo, infine mi ha acchiappato e mi ha cacciato dentro la teca.

“Stupida biscia, stavi per ammazzare Rose,” ha sibilato mentre poneva un vaso pesante sul coperchio della mia teca.

Aveva osato chiamarmi biscia... io sono un anaconda. Capito? A-na-con-da!! Una biscia è un volgarissimo serpentello di sottobosco, mannaggia a te!

Sibilai e mi arrotolai su me stesso, rassegnato al fatto che quell’Axl avrebbe occupato abusivamente casa nostra per un po’. Ho scoperto solo in seguito che sarebbe stato il cantante della band di Saul, e quando ho saputo che avrebbe creato un gruppo in cui anche il mio amico Steve avrebbe suonato, ho pregato che gli altri componenti non pretendessero tutti di farmi una carezza. Detesto essere smanacciato da tutti. Mettetevi voi al mio posto!

Fortunatamente non andò così. Una sera un biondo ossigenato si è fermato davanti alla mia teca a guardarmi con gli occhi socchiusi e un sorrisetto sbronzo stampato in faccia.

“Slasher, perché hai un drago in casa?” ha biascicato il bambolone.

“È un serpente, Duff,” mi ha difeso Saul. Una volta buona che anziché insultarmi mi fanno dei complimenti, lui li corregge... bah!

Il biondo di due metri ha premuto il naso contro il vetro della teca creando un alone di condensa. “Davvero?”

“Troppa birra ti fa male, McKagan...”

Come volevasi dimostrare, il tipo era talmente ciucco che si è addormentato con la faccia appiccicata alla teca, incurante di me che gli mostravo la lingua. Risultato: notte insonne perché la sua vicinanza mi metteva l’ansia e vetro insozzato.

Ehi, ehi, ehi, buoni! Lo so che ce ne manca uno. Non mi lasciate mai il tempo di finire la frase.

Dunque, dicevo... ah, sì! Vi devo parlare dell’amico del mio padrone Saul che preferisco in assoluto.

È entrato in casa silenzioso come un fantasma, vestito in maniera assurda e celato dietro ad un paio di grandi occhiali da sole. Aveva con sé una chitarra e mi guardava di sottecchi, nascondendo un forte interesse per me. Quel giorno Saul mi aveva fatto uscire dalla teca e, mentre io mi godevo le coccole del mio padrone, il moretto che si era vestito con la luce spenta stava accordando la chitarra.

“Avanti, Izzy, facci sentire qualcosa in acustico,” lo ha esortato il buon Steven con un sorriso.

Lui ha risposto con un impercettibile cenno del capo e ha cominciato a suonare meravigliosamente una melodia orientaleggiante. Tutti intorno tacevano e ascoltavano attentamente, ma io ho iniziato a sentire qualcosa ribollire in me che è partito dalla coda e ha raggiunto la testa in un attimo. Quel ragazzo stava risvegliano in me i miei sensi primitivi. Mi sono liberato dolcemente dalle mani di Saul, ho strisciato fino a davanti ad Izzy e, con movimenti lenti e sinuosi, mi sono srotolato e ho cominciato a salire, incantato dalla sua musica. Dietro di me tutti guardavano la scena a bocca aperta.

“Wow, man, Stradlin sa fare l’incantatore di serpenti!” ha sbraitato Duff.

Intanto Izzy ha continuato a suonare ed io a ondeggiare davanti ai suoi occhi. Finita la danza, mi sono ritirato nella mia teca, pieno di rispetto per quel ragazzo. Avevo finalmente trovato il mio incantatore!




Mars’ Corner
Ciao a tutti! :)
Queste sono le conseguenze di questo caldo africano che probabilmente Clyde gradirebbe assai. Questa One Shot (ad altissimo contenuto demenziale!) è stata scritta mentre viaggiavo in macchina, in un momento di noia totale, il che dice tutto... mi sono ispirata ad un’intervista di Slash che ho trovato un po’ di tempo fa; quando l’ho letta mi ha colpito la sua ultima frase in cui definiva Clyde un “anaconda Rock N’ Roll”, così ho voluto provare ad immaginare il primo incontro tra il suo amico squamoso e il resto della band. Spero che vi sia piaciuta e che non abbia fatto così pena! Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate attraverso una recensione. (Accetto volentieri anche i consigli e le correzioni degli errori, alcune cose possono essermi sfuggite oppure posso essere convinta che siano giuste quando invece non lo sono. In tal caso, mi scuso fin da subito per eventuali Orrori grammaticali!)
Grazie a tutti coloro che sono riusciti ad arrivare fin qui! ♥

Angie Mars :)


[I Guns N’ Roses e Clyde, ahimè, non mi appartengono... la storia è stata interamente inventata, anche perché non credo che un anaconda sia in grado di scrivere. ;) ]

   
 
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