Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Mave    11/08/2013    5 recensioni
Sono personaggi "secondari" ma senza di loro non avremmo avuto i grandi talenti del Giappone d'oro. Una raccolta di one-shot incentrata sul rapporto tra i nostri campioni e i loro genitori.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ha qualcosa di epico, di misterioso e di sfuggente il Mare del Nord.

Mentre la nave scivola, silenziosamente, tra i fiordi e tra le coste frastagliate, il capitano Ozora alza il naso al cielo plumbeo di fine autunno.

È un effluvio salmastro, fresco, familiare che gli solletica le narici. Lo fa sentire solo nella moltitudine. Solo nonostante i molti passeggeri a bordo.

Così lontano da casa. Dal Giappone con i ciliegi in fiore e le lanterne volanti.

Ha qualcosa di profondamente malinconico il mare d'inverno. Una distesa interminabile di blu cobalto sulla quale, nonostante la desolazione, si snodano storie, si vivono avventure su quella nave da crociera.

Ed è proprio una di queste storie, uno spaccato di vita che fa fare un tuffo al cuore al comandante Ozora: sul ponte della nave un gruppetto di ragazzini tediati dalla traversata ha pensato bene di ingannare la noia della traversata divertendosi con poco.

Un pallone logoro.
Dribbling, passaggi, finte e calci infiniti a quella sfera a scacchi. Capelli arruffati e visi arrossati dalla corsa esagitata, sordi ai richiami dei genitori che li rincorrono e si perdono in un eco lontano.
Sono così simili al suo Tsubasa.


Koudai s'arrotola un baffo e si ritrova a sorridere.

"Saresti così felice di giocare a calcio con questi ragazzini, campione. Ti vedo a tener loro lezioni di tattica, di passione ,ad insegnare che il pallone è il tuo migliore amico!"

Pensa il capitano Ozora e la nostalgia e l'impossibilità di cambiare le cose gli lacerano l'anima.

Tsubasa sta crescendo, sta diventando un campione senza di lui.

Con i consigli e gli incoraggiamenti di Roberto Hongo, che gli fa da mentore e un po' da padre.

Con la pazienza e la dolcezza di Natsuko che lo incita ai lati dei campetti di Nankatsu e magari gli disinfetta ancora le ginocchia sbucciate dopo uno scontro di gioco un po' troppo irruento.

Il campo da calcio per Tsubasa è quello che il mare è per lui. Una calamita. Una passione. Un sogno.

E gli Ozora sono dei determinati, concreti sognatori. Tsubasa farà di tutto per coronare il suo sogno, il padre lo sa.

Il Brasile, forse l'Europa. Quanti sacrifici richiederà essere un grande calciatore!

"Conoscerai la solitudine, Tsubasa. Conoscerai il desiderio di essere allo stesso tempo in due posti differenti. Capirai tuo padre finalmente. Ma non perderai la tua allegria e il tuo sorriso. Io ti conosco. Sei forte, volitivo e determinato."


Sorride ancora Koudai mentre la palla di quell'improvvisata partitella viene quasi scaraventata in mare. Forse ad inabissarsi negli oceani.

Ma nella testa del capitano Ozora c'è spazio solo per pensieri belli adesso: dopo l'ultima virata lascia il timone al comandante in seconda e si rifugia in cabina.

Tira fuori carta e penna e inizia a scrivere, i pensieri che si trasformano in parole, in elogi ed esortazioni per il suo Tsubasa. Sigilla la lettera, ad Oslo vi affrancherà un francobollo e la manderà a casa.

A Tsubasa.

E l'attesa per il momento in cui potrà riabbracciare il suo piccolo campione si fa meno penosa.

Guarda fuori dall'oblò ed è rianimato da una luce bella e tiepida. qualche settimana tornerà a casa. Potrà dirglielo di persona. È tornato di buon umore. E il cielo plumbeo del Nord è stato rischiarato da un pallido sole.

   
 
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