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Autore: Nimue_    11/08/2013    4 recensioni
Magnus Bane non ricordava di aver invitato Cassandra Clare al suo party della vittoria. A dire il vero, era l'ultima persona al mondo che avrebbe voluto incontrare. Eppure, lei voleva solo scusarsi di aver messo nei guai i suoi amati personaggi, desiderava solo accertarsi che stessero bene! Stava per riuscirci, ma poi qualcosa andò storto.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Clockwork City'
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Nota: vi assicuro che questa non è una storia di difficile comprensione, ma bisogna aver letto tutti i libri della Clare (a parte forse "La Principessa") ed essere suoi fan, conoscendo almeno un po' il suo modo di essere. La storia seguente offre una caricatura della scrittrice. Immaginate che i suoi personaggi siano reali e che lei tenga in mano le redini del loro destino. L'ambientazione è seguente a Città di Vetro.

Autrice in cerca di personaggi

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"Di quella volta in cui Cassandra Clare s'imbucò al party del Sommo Stregone di Brooklyn."


- Lei è qui.
Dal modo in cui le sue labbra tremarono, pronunciando quelle tre, semplici parole, sembrava quasi che Magnus avesse visto un fantasma. Era accaduto all'improvviso, in modo del tutto inaspettato: un momento prima si stava agitando convulsamente sulla pista da ballo, quello dopo aveva spinto Alec sul pavimento, serrandogli le labbra con una mano. Clary e Jace, che avevano appena smesso di piroettare, li osservavano a bocca aperta.
- La vedi? - sussurrò lo stregone, gli occhi da gatto puntati verso un angolo buio del suo appartamento.
Alec si divincolò dalla sua stretta e cercò di rialzarsi, avvampando per la vergogna. Poco lontano Simon teneva la testa china, ondeggiando in maniera imbarazzante: c'era qualcuno più a disagio di lui, dopotutto.
- Ti sembra il momento di saltarmi addosso, Magnus? Per l'Angelo, Jace non la finirà più di prendermi in giro.
Con un dito smaltato lo stregone fece cenno a Clary di raggiungerli, restando accovacciato. Forse, pensò la cacciatrice, uno dei suoi drink fatati gli stava mettendo in subbuglio lo stomaco. Che stesse per vomitare o per diventare un topo?
- Magnus, va tutto bene? Vi abbiamo visto cadere sulla pista.
- Shshshshhhh, tappatevi quelle boccucce angeliche e ascoltatemi bene, ascoltatemi molto, mooolto bene. Lei è qui.
Alec e Jace parlarono all'unisono, da perfetti parabatai.
- La tua ex? - ridacchiò uno.
- Ha bevuto troppo, - sospirò l'altro, con le mani tra i capelli.
- Dimmi che non è mia madre. -
Clary deglutì a fatica; Jocelyn l'avrebbe uccisa se avesse saputo che frequentava feste del genere.
Lo stregone si asciugò un rivolo di sudore freddo dalla fronte, ma non si accorse del mascara che cominciava a sbavare, dando l'impressione che stesse piangendo lacrime d'inchiostro.
Lei ha la Vista, nessuna runa vi renderà invisibili. Dobbiamo nasconderci.
- Magnus, si può sapere di chi stai parlando?
Intorno a loro, Nascosti di tutti i tipi si contorcevano sotto luci psichedeliche e scintille, muovendosi a ritmo di musica da discoteca. I Vampiri erano decisamente i ballerini migliori. Altri ospiti si servivano al buffet, riempiendosi i bicchieri con bevande dai colori più strani; Alcuni, sospettava Clary, si erano impossessati delle camere da letto per scopi poco casti.
Nonostante si sforzasse, però, non individuò nessuno che potesse definirsi pericoloso, a parte, forse, Raphael Santiago. Era la prima volta che lo vedeva a una festa di Magnus: se ne stava seminascosto nell'ombra, con un sorriso a mezzaluna sulle labbra. Le vennero i brividi quando il ragazzino sfilò i canini.
- Non posso spiegarvi tutto adesso, ma voi state giù. State giù, state giù!
Magnus si bagnò le labbra con la lingua e prese un bel respiro.
- Il piano è questo: al mio tre cominciamo a correre, recuperiamo Sheldon e ci precipitiamo verso l'uscita. Dopodiché andiamo all'Istituto, dove Lei non può entrare. Ci chiudiamo dentro, capito?
Jace lo squadrò con aria sufficiente, poi passò un braccio attorno alla vita di Clary, poggiando il mento sulla sua testa.
- Sinceramente, Alec, avresti potuto scegliere di frequentare qualcuno che non soffrisse di allucinazioni.
Il cacciatore stava per rispondere, ma non ne ebbe il tempo. Il suo fidanzato gli artigliò il polso e cominciò a contare.
- Uno.
- Due.
Prima ancora che le sue labbra si schiudessero per contare fino a tre, schizzò via a gambe levate, borbottando nervosamente incantesimi sconosciuti. La stanza cominciò a riempirsi di fumo profumato e a Clary venne in mente quella prima notte al Pandemonium, quando la sua vita era cambiata. Iniziò a corrergli dietro, trascinando Jace.
- Se la Lei di cui parla non è un'Anatra gigante, - si lamentò, - non me ne vado da questa festa! -
- Sta' zitto e corri, Jace, ti prego.
Recuperarono Simon al volo, versandogli per sbaglio un bicchiere di liquido verdognolo sulla faccia.
- Ma che cavolo?
- Ti spiego tutto dopo, Sheldon, ma adesso corri.
- Mi chiamo Simon!
Nel tragitto che li separava dalla porta, Jace non la smise di sghignazzare, tanto da avere le lacrime agli occhi. Magnus fu il primo ad uscire per le strade di New York, con i leggings fosforescenti che risplendevano nella notte. Clary spinse i suoi amici verso l'esterno e fu l'ultima rimasta sulla soglia dell'appartamento.
Aveva il fiato corto, le guance rosse dallo sforzo e gli occhi che pungevano per colpa del fumo, ma quando alzò lo sguardo sull'atrio, riuscì a scorgerli con chiarezza.
Raphael Santiago sussurrava a bassa voce, il dito puntato nella sua direzione.
Clary riuscì a leggere uno scorcio di conversazione: sono loro.
Al fianco del vampiro, c'era Lei. Capelli rossi e lisci dal taglio ordinato, su cui spuntava uno strano fermaglio a forma di orecchie feline. Corporatura grossa, bassa statura, viso rotondo ma grazioso. Due occhi azzurri e vispi incontrarono i suoi, del colore della menta liquida. La donna sorrise e Clary, senza sapere perché, sentì il sangue che le si gelava nelle vene.
La sconosciuta la salutò con un leggero movimento delle dita, come se la conoscesse da sempre, come se avesse sfogliato tutte le pagine della sua vita e avesse avuto la possibilità di stapparle.
Clary chiuse la porta in un colpo secco.

***

Il portale li aveva trasportati esattamente davanti al maestoso ingresso dell'Istituto. Isabelle li guardava dalla finestra della sua stanza, sorpresa: non si aspettava che rientrassero tanto presto, tantomeno con l'organizzatore della festa. Aveva scelto di non venire, quella sera; non era dell'umore adatto per i party, da quando Max era morto. Clary si scostò i capelli sudati dal volto e lanciò un'occhiataccia a Magnus.
- Chi era quella donna?
- Allora non era un'anatra gigante. Siete dei guastafeste, letteralmente.
Zittirono Jace in un coro di lamentele. Possibile che dovesse fare del sarcasmo su ogni cosa?
Lo stregone pareva spaventato.
- L'hai vista?
- Sì, con Raphael Santiago. Sembravano conoscersi,  Lei sembrava conoscerci tutti.
D'improvviso nemmeno Jace aveva più voglia di scherzare. Un'ombra cupa si era insinuata tra i suoi lineamenti, irrigidendoli. Il ricordo di Valentine e del Male che avevano dovuto affrontare era ancora troppo doloroso.
- Calma, calma, calma, - Simon cominciò a gesticolare, come sempre quando perdeva il filo del discorso.
- Ripartiamo dall'inizio: cosa è successo, esattamente?
- C'era un ospite inaspettato alla mia festa della vittoria, una donna molto potente e malvagia. L'avevo incontrata in un'unica occasione, la Notte in cui Alec venne ferito dal demone Abbadon.
Calò il silenzio. Senza accorgersene, Simon aveva perfino smesso di far entrare aria nei propri polmoni.
- Quando la conobbi per la prima volta, non riuscivo a capire come fosse possibile che una semplice Mondana avesse una Vista tanto acuta. Riusciva a scorgere tutto dietro qualunque incantesimo o illusione.
- Si presentò davanti all'Istituto, come se mi aspettasse. Era già lì, quando arrivai. Aveva un libro in mano e una vecchia penna di plastica, e Church, il vostro gatto, era sceso fino in strada per strusciarglisi contro.
Alec e Jace si scambiarono uno sguardo eloquente, pieno di stupore. Church odiava tutti, soprattutto i mondani, ed era troppo pigro per uscire dall'Istituto.
- Che cosa voleva? - Clary sentiva l'agitazione crescere dentro di sé, il cuore batterle più forte fino a farle pulsare i polpastrelli. Strinse i pugni.
- Parlare, mi disse, ma in realtà desiderava qualcosa di più importante. Sapeva dell'imminente morte di Alec e del perché niente facesse effetto contro il veleno di quel demone. All'inizio stentai a crederci, ma qualcosa mi convinse a non prendere quella donna alla leggera: conosceva tutta la mia vita. Mi conosceva meglio di chiunque altro, e conosceva i Lightwood. Stavo per andarmene, ma poi...
- Poi? - Jace fece un passo avanti, scuotendo lo stregone per una spalla.
- Poi disse che qualcuno sarebbe morto, quella notte, e che la scelta spettava a lei. La scongiurai di dirmi come salvare Alec, ma lei pose delle condizioni: per prima cosa, in un futuro imprecisato, Alec sarebbe venuto a ringraziarmi di averlo curato e io avrei dovuto accorglierlo in casa mia senza obiezioni.
Alec sbiancò di colpo, quasi stesse per svenire.
- Ma io sono davvero venuto a casa tua per ringraziarti, come diavolo faceva a saperlo?
- E' questo il punto. Inoltre, avrei dovuto rintracciare per lei Fratello Zaccaria, che tutti conoscete, e infine negare di averla mai incontrata. La sua richiesta sembrava tanto innocua che accettai all'istante. Appena lo feci, lei cancellò una riga da quel suo maledetto libro e vi scrisse qualcos'altro sopra. "Alexander è salvo," assicurò, "ma non faccio promesse su Jace. Potrebbe accidentalmente venire infilzato da una spada, ma vedi di tenere la bocca chiusa".
- CHE COSA?
Clary si avvicinò al suo ragazzo, cercando di calmarlo. Che diavolo di storia era quella? In effetti Jace era stato colpito da Valentine con la Spada Mortale, ma lei lo aveva riportato in vita.
- Se questo è uno scherzo, Magnus, sappi che...
- Non è uno scherzo, purtroppo. E volete sapere qual era il titolo di quel libro? Città di Ossa, la stessa dei Fratelli Silenti.
Simon si fece avanti, sconvolto, tormentandosi le maniche della maglia con le mani.
- Non ho mai letto di un libro del genere in nessuna libreria.
- Già, - disse Magnus in un filo di voce, - ma una copia mi è stata spedita esattamente dopo la fuga di Valentine, a qualche giorno dalla guarigione di Alec.
- Città di Ossa. Il libro raccontava la nostra storia per filo e per segno, cominciando dal Pandemonium Club, in cui Clary vide per la prima volta gli Shadowhunters. Dietro, dopo l'epilogo, c'era una nota dell'autrice scritta a mano.
Clary non riusciva a crederci: la donna dai capelli rossi li aveva spiati per tutto quel tempo, senza che se ne accorgessero.
- Che cosa diceva?
- Io so qual è la fine della vostra storia. Passato qualche tempo, arrivarono altri due libri, rispettivamente dopo lo scontro sulla nave di Valentine e dopo la fine della guerra. L'ultimo risale a qualche giorno fa. Città di Cenere e Città di Vetro, entrambi con la stessa nota sull'ultima pagina, entrambi fedeli a ciò che avevamo appena vissuto. Non ve l'ho mai detto per non spaventarvi, ma adesso che lei è tornata ho sentito il dovere di informarvi che c'è qualcuno con un occhio costantemente puntato su di noi. Se Lei sa davvero tutto, non siamo al sicuro.
Alec si lasciò scivolare sui gradini dell'Ingresso e si massaggiò le palpebre, incapace di accettare una rivelazione di tale portata. Nell'aria aleggiavano il dubbio e la tensione di tutti.
- La donna è una seguace di Valentine?
- No.
La risposta giunse senza esitazione.
- Allora chi è Lei, chi è l'autrice di quei libri?

***

- Cassandra Clare, finalmente lieta di incontrarvi.
La voce era calda e gentile, il tono pacato. La donna dai capelli rossi li guardava con l'espressione dolce di una mamma paziente, quasi fossero tutti figli suoi. C'era qualcosa, però, nel modo in cui le sue labbra si arcuavano verso l'alto, che ricordava a Clary il sorriso perfido di Sebastian. Tutti loro rimasero immobili, senza azzardare il benché minimo movimento; solo Jace si permise di rilassarsi, ma prima che potesse proferire parola, la donna tagliò corto con un gesto della mano.
- Dai Jace, non cominciare a ridere, sei così prevedibile delle volte. Ti aspettavi che la misteriosa e sinistra scrittrice di cui ti ha parlato Magnus fosse un tipo più interessante?
- A dire il vero sì, - ghignò lui, facendo un passo avanti. Clary avrebbe voluto impedirgli di avvicinarsi a quella donna, ma sapeva che era impossibile convincere quella testa dura. Dopotutto, si disse, la fantomatica Cassandra Clare non aveva il fisico di una guerriera, ed era difficile che potesse coglierlo di sorpresa per metterlo fuori combattimento.
- Non siamo tutti attraenti come te, ma ringrazia che non ti abbia fatto sfigurare da uno stormo di anatre, ragazzo. -
Jace guardò Clary e alzò le spalle. Sa che ho una dannata fifa delle anatre, ma per il resto sta solo sproloquiando, dicevano i suoi occhi.
- Che cosa vuole?
Alec aggrottò le sopracciglia, infastidito. L'intera storia aveva iniziato a stancarlo e non vedeva l'ora che quella pedinatrice della malora smettesse di seguirli.
- Volevo solo scambiare due parole di persona, chiedervi se foste soddisfatti di com'era stata la vostra vita negli ultimi tempi. Vi avrei avvicinati alla festa, ma siete spariti tanto velocemente! Fortunatamente, però, Raphael mi ha dato un passaggio con una di quelle moto demoniache. Niente male come mezzo, eh?
Cassandra Clare fece un occhiolino a Clary, mordicchiandosi le labbra. Ammiccò a Jace, come se volesse farle capire qualcosa. Ma certo, la moto demoniaca! Quella donna sapeva del modo in cui Clary si era stretta a lui, volando sopra i grattaceli di New York.
- Ti pareva, quel traditore, - Simon fece roteare gli occhi.
- Non parlare di lui in questo modo, è un così caro ragazzo!
- Facciamo riferimento allo stesso Raphael Santiago? Senta, mettiamo le cose in chiaro. Se ne vada, ok? Non abbiamo la minima idea di chi cavolo sia lei e la cosa inizia a essere un pochino inquietante. Se non ci lascia in pace per sempre, - sottolineò, - saremo obbligati a costringerla, e lei non potrà opporsi e farmi del male, visto che ho questo bel Marchio sulla fronte. Vada via, per piacere.
La donna sembrò offesa da tanta frustrazione. Strinse forte la sua borsetta nera, alzando gli occhi su Simon come se si fosse accorta di una parte di lui finora sconosciuta.
- Eri il mio preferito, Simon. - sussurrò.
- Ed ero venuta solo per assicurarmi che steste bene, - il suo tono di voce si era alzato di un'ottava. Clary sospettò che le venisse da piangere, e per un momento si sentì in colpa. Jace, invece, cominciava ad apparire annoiato.
- Desideravo accertarmi che vi foste ripresi dopo tante difficoltà, perché mi importa di voi, e invece mi trattate in questo modo? E smettila con quella smorfia strafottente, JACE!
Cominciò ad avanzare, impettita. Magnus arretrò, terrorizzato, e solo Simon e Jace non seguirono il suo esempio. Le porte dell'istituto si aprirono, scoprendo Isabelle in una provocante camicia da notte.
- Che succede? - chiese, sbadigliando. Clary, Alec e lo stregone entrarono immediatamente.
- Jace, entra e lasciala perdere!
Il cacciatore le scoccò un bacio canzonatorio con una mano e sgattaiolò dentro, ma Simon rimase fermo. Era un vampiro, non poteva entrare in un luogo consacrato.
- Avete idea di quanto abbia penato per scrivere di voi? Quanto sia stato difficile non liquidare Jace con una semplice caduta dalle scale al capitolo tre di Città di Ossa? O alla fine di Città di vetro, dopo tutte le sue battute idiote?
Cassandra Clare era pericolosamente vicina.
- Fammi passare, Simon Lewis. Adesso. Voglio parlare con Isabelle in privato.
- No.
La ragazza era confusa.
- Perchè questa pazza vuole parlare con me?
- Izzy, vieni fuori. Loro non mi danno ascolto, ma noi dobbiamo discutere di tuo fratello l'altro. Mi dispiace per la sua morte, tesoro. Vieni fuori.
Le voci cominciarono a sovrapporsi e il caos esplose. Jace aveva cominciato a lanciare frecciatine velenose, Clary pregava Simon affinché si allontanasse e Magnus era fuori di testa perché la sua magia aveva smesso di funzionare. Alec tratteneva Isabelle, stringendole le braccia attorno al corpo.
- Simon Lewis, levati dai piedi o ti giuro che...
- Cosa, Cassandra Clare? Non per sembrarle sgarbato, ma le consiglio di non ricorrere alla violenza con me. Il Marchio che porto sulla fronte ha fermato un branco di vampiri, quindi è meglio che ci lasci in pace.
La donna si arrestò di colpo. Li squadrò da capo a piedi, indignata. Il broncio stonava su quel visto paffuto e dolce.
- I miei fan me lo hanno chiesto, di essere buona, e io ci ho provato, ma siete così maledettamente sicuri di voi! Credete che tutto possa andare bene solo perché Valentine è morto, vero?
Avevo deciso di chiudere con te, Clarissa Fray, e con i tuoi amici, ma questo è il risultato. Sapete che vi dico? Acheronta Movebo e vissero tutti infelici e scontenti.
-
E' il tuo motto, Cassie? - Jace la stava sfidando.
Cassandra lo fulminò con un'occhiataccia, ma si ricompose subito dopo, frugando nella sua borsetta. Ne estrasse un foglio di carta stropicciato e una penna nuova di zecca, poi tornò a sorridere in quella maniera mefistofelica che le ricordava Sebastian.
- Oh, non il mio, Jace. Non il mio.
Scarabocchiò velocemente in una calligrafia disordinata, lasciando cadere il biglietto ai piedi di Simon. Rivolse un'ultima occhiata a Clary, prima di girare i tacchi e allontanarsi per le strade buie di Brooklyn.
- Fossi in te, Simon, non farei troppo affidamento su quel Marchio. Potrebbe venirmi in mente di farlo sparire. E tu, Jace, ti voglio bene, ma dovresti davvero cambiare comportamento, lo sai? -
Fu l'ultima cosa che disse, poi sparì.
- Abbiamo appena assistito all'attacco schizofrenico di una mondana psicopatica, signore e signori. Uno spasso. -
Tutti risero, ad eccezione di Magnus e Clary. La ragazza strappò il foglietto accartocciato dalle mani di Simon e lo lesse in silenzio, mentre lo stregone studiava attentamente la sua reazione.
Clary gli tese il pezzo di carta.

"The Mortal Instruments, Città degli Angeli Caduti. La vostra storia non è finita."



Angolo autrice: volevo una storia demenziale, ed ecco fatto. Se siete in questo fandom conoscete sicuramente Cassie e il suo essere una sadica bastarda con il cuore grande. Non ci sono molte note, a parte queste:
- Il titolo della storia fa riferimento ad un'opera di pirandello che è "Personaggi in cerca d'autore".
- Acheronta Movebo è il motto di Sebastian, che Cassie farà tornare in vita in COFA.
- L'incontro di Alec e Magnus, quello di cui parla Cassandra, è quello del loro primo bacio e si trova in un extra. Quando invece chiede di Fratello Zaccaria, è perché ha rovinato la vita pure a lui e vuole chiedergli scusa.
- Quando Cassie dice a Jace di cambiare comportamento, allude al fatto che in COFA non sarà più lo stesso.

Mi sembra che sia tutto qui. Spero che la storia vi sia piaciuta, in caso fatemelo sapere! Vi mando un bacio.




   
 
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