Fanfic su attori > Cast High School Musical
Ricorda la storia  |      
Autore: profumidistelle_D    11/08/2013    1 recensioni
dannata tegola..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vanessa Hudgens, Zac Efron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TULIPANI ROSA, FELICE SAN VALENTINO.xx~
 
Una fottuta tegola,una dannatissima tegola, un pezzo di terracotta rosso, chi lo avrebbe mai detto che causasse così tanti problemi, oh insomma ma vaffanculo!
Mia sorella meritava di meglio, una vita migliore, uno skate migliore, un destino migliore, una mente migliore sicuramente, una mente sana probabilmente non avrebbe fatto quel che Vanessa ha fatto, una mente sana in quella dannata notte di ottobre invece di sguazzare tra le pozzanghere per le strade di New York con uno skateboard cretino e mal andato, sarebbe stata a casa sotto le coperte. Ma evidentemente mia sorella non condivideva le mie stesse idee, lei era ribelle, lei doveva distinguersi e dimostrarsi diversa, doveva trasgredire le regole e doveva fare l'alternativa, mia sorella ora non è qui, o meglio è qui ma non è più la stessa, la sua mente è stata completamente svuotata a causa di una tegola, ci pensate? A causa di quattro operai che non hanno incollato per bene quel mattone, la vita è ingiusta. Perché non hanno fatto bene quel lavoro?
Perchè mia madre quella sera l'ha lasciata uscire? 
Perché Vanessa non si era comprata uno skateboard nuovo? 
Perché quella sera stava piovendo a dirotto?
Perché quelle dannate ruote si sono rotte? 
Perché i medici dicono soltanto balle?
Perché mia sorella è in questo stato?
Perché non si ricorda più di niente? 
Perché ha perso la memoria? 
Perché esistono i tetti o le tegole?
Perché cazzo  noi umani siamo così stupidi e fragili?
Perché la vita è così fredda e crudele? 
 
▪FLASHBACK▪
《Carrie corri in ospedale, tua sorella è in coma.》 La voce strozzata di mia madre, la frase che aveva appena pronunciato mi fece salire il sangue al cervello, sentivo le vene pulsare e i neuroni del cervello impazzire, mi alzai velocemente dal letto e infilai le scarpe di fretta, non ci stavo capendo niente.
Stavo dormendo, ho sentito il telefono squillare, era mia madre appena aprii la chiamata sentii la voce coperta dai singhiozzi di mia madre che rimbombava nelle mie orecchie, mi urlava nei timpani, le uniche parole che riuscii a capire erano state:
Ospedale.
Sorella
Coma.
Presi la mia borsa e corso giù per le scale ero sola in casa e avevo paura, paura per quelle parole sussurrate al telefono da mia madre che mi facevano eco nella mente, mi prese un fortissimo mal di testa, saltai sul primo taxi e non appena frenò bruscamente davanti all'ospedale (l'unico in quella piccola cittadina vicino New York) mi catapultai fuori senza nemmeno pagare troppo sconvolta dalla situazione e da quella frase che continuava a perseguitarmi e a urlare nella mia testa, intanto sentivo le bestemmie del tassista solo in un piccolissimo sussurro. Corsi dentro e non appena entrai trovai i miei genitori nella sala d'aspetto piangere. Mia madre, vicino al muro accovacciata, nel suo sguardo riuscivo solo a leggere amarezza, terrore e frustrazione mentre mi guardava sconvolta; mio padre, seduto su una sedia triste dal colore azzurro spento, con la testa tra le mani e le vene del collo gonfie, le lacrime avevano cominciato a rigargli il viso, non era più mio padre, era solo un uomo spaventato ora.
Andai vicino a mia madre, la situazione mi appariva talmente tragica che anche io senza sapere ancora l'accaduto cominciai a piangere silenziosamente, abbracciai mia madre che non mosse un muscolo mentre le lacrime continuavano a rigarmi il viso plallido senza darmi un attimo tregua. 
Da un'enorme porta bianca spuntò un uomo avvolto in un camice bianco, sembrava un dottore, mi guardò attentamente,  alla fine ero io quelle nelle condizioni migliori per poter parlare, o almeno lui così credeva, mentre lo guardavo arrivare lanciai uno sguardo triste ai miei genitori. In quel momento mi sembravano disperatamente tristi e piccoli, in quel momento io mo sentivo l'adulta quando ero solo una ragazzina di quindici anni. 
《La ragazza ha subito un trauma cranico, potrebbe aver perso la memoria..》altre lacrime, guardavo quell'uomo, impassibile, io triste e  sconvolta, lui distaccato e abituato.  INCREDIBILE PENSAI. 
《È una cosa temporanea?》 Dissi con voce tremante, non sapendo nemmeno sapevo dove avevo trovato la forza per aprire bocca, mia madre intanto alzò per un attimo lo sguardo. 
 《Non potremmo mai saperlo per certo, ma non perdiamo le speranze. 》
Dopo che mia sorella si svegliò andammo tutti a vederla, non si ricordava di noi e per me fu un vero trauma, anche per i miei. Dopo un po' arrivò Zac, il suo ragazzo. Ci guardò confuso mentre una smosirfia di paura si faceva spazio sul suo viso perfetto, gli spiegai tutto e dopo il racconto triste e scarso lui scivolò lentamente a terra e si poggiò sul muro bianco e freddo, dopo alcuni secondi scoppió in un pianto silenzioso e impercettibile, il suo viso era completamente bagnato dalle lacrime e non riusciva a spiccicare una sola misera parola, lui stava malissimo, tra noi tre era il peggiore. Anche suo zio aveva subito lo stesso identico incidente da piccolo, e non si ricordò mai più della sua famiglia e dei suoi cari, per lui rivivere quella situazione con la persona che più amava al mondo era assolutamente triste, dannatamente ingiusto e amaramente malinconico. 
La diagnosi di mia sorella: mentre scorrazzava con il suo amato skate è scivolata in una pozzanghera, aveva dato uno scossone alla pila di mattoni della casa in costruzione, caddero diverse tegole una di queste sulla sua testa, provocandole una commozione celebrale, a soccorrerla furono una coppia di anziani signori. Si era svegliata due volte, non ricordava chi eravamo anzi non ricordava nulla, era spaventata, spaesata, terrorizzata.
La terza e ultima volta, le fecero un'iniezione per calmarla e fece uja seduta con  una psicologa che ci aveva conosciuti durante quella settimana. 
▪FINE FLASHBACK.▪
 
Alla fine Vanessa incontra ancora questa psicologa, è passato un anno, lei ha recuperato la memoria, si ricorda di tutto tranne che di Zac, il suo ragazzo.
Oggi è San Valentino. 
'DLIN DLON.'
FINE POV CARRIE.
 
pov narratore.
Bussarono alla porta di casa di casa Hudgens. Vanessa andò ad aprire infastidita, nessuno doveva disturbarla da gossip girl il sabato mattina nel giorno di san Valentino, il giorno degli innamorati era appena iniziato e lei detestava quel giorno, sapeva che sarebbe arrivato ma cavolo: odiava essere consapevole di non avere un ragazzo il giorno dell'amore. 
'Meglio soli che mal accompagnati. ' pensó mentre guardava nello spioncino della porta di casa sua, con suo grande fastidio vide il fioraio che ogni giorno si presentava a casa sua per 'prendere un caffè' quando Vanessa aveva capito benissimo che voleva solo provarci con lei, ma era così antipatico..pensó lei mentre arricciava il naso irritata dalla presenza di quel biondo dagli occhi azzurri che aspettava fuori alla porta. Aprì velocemente e gli mostrò un espressione scocciata, lo squadrò con una smorfia e notò che era bellissimo come sempre, il sole che filtrava dalle tendine risultava i suoi occhi color del mare, doveva comunque ammetterlo: era stupendo!
In mano aveva un mazzo enorme di tulipani rosa, a Vanessa brillarono gli occhi alla vista di quei splendidi fiori. 
《Ciao bellissima. 》 disse dandole un bacio sulla guancia mentre le porgeva quei bellissimi fiori.
《Tranquilla me me vado subito ero venuto solo per portarti i fiori e questa》 disse sorridente mentre le porgeva una bustina bianca con un bigliettino rosso incollato:'buon san Valentino bellissima. Tuo pervsempre, Zac xx' cosa cazzo significava tuo per sempre? Pensò vanessa sbalordita, quel tipo era fuori disse tra se e sè. 
 
Zac era convinto che prima o poi vanessa si sarebbe ricordato di lei ne era certo. 
Dopo aver consegnato il suo piccolo regalo a Vanessa, una collana a forma di cuore con una loro foto all'interno e una piccola iscrizione "ti amo, tuo Zac." Quel ciondolo significava molto per lui, voleva regalarglielo proprio il giorno dopo quell'incidente, ma il fato non era dalla sua parte a quanto pare! Sapeva che quel ciondolo forse lo faceva sembrare pazzo agli occhi di lei, ma ci voleva comunque provare. Si diresse verso Carrie che stava preparando delle frittelle per i genitori. 
《Pensi che si ricorderà mai di me?》 Disse passandosi una mano tra i capelli.
《Non perdere le speranze, lei non si dimenticherà tanto facilmente del vostro amore e di tutti gli anni passati insieme. 》 zac sorrise alle parole della 'piccola' carrie, ci credeva anche lui.
 
La sera.
Prima che Zac uscisse di casa chiese un appuntamento a vanessa.  
Lei accettò, non voleva rimanere da sola a San Valentino, così si diedero appuntamento alla caffetteria 'baci caldi.' Vanessa non voleva niente di impegnativo, loro non stavano insieme e non voleva che quel fioraio strambo  si facesse strane idee, so convinse ancora do più che quel ragazzo non aveva tutte le rotelle a posto, quando aveva visto il suo regalo, quella foto da dove usciva e quella frase stupida? Si auto convinse che quella foto era solo un lavoro riuscito bene con photoshop e quella frase era solo per non farla sentire sola diciamo.  
Andò in camera sua, con ancora quel ciondolo tra le mani. Si allungò per prendere il suo portagioie sullo scaffale, ma per prenderlo fece cadere a terra il suo diario di terza superiore, questo si aprì e fece ricadere a sua volta una foto che ritraeva lei e Zac:che cosa? Pensó incredula, stava sognando. 
《Visto?》 Disse la sorella carrie poggiata allo stipite della porta mentre si avvicinava a lei, si sedette a terra a gambe incrociate come la sorella maggiore e prese la foto tra le mani. 
《Qui era un anno fa, al luna park, al tuo sedicesimo compleanno. Eravate così belli insieme, non ti ricordi vanessa? Il tuo orsacchiotto biondo? Il tuo "occhi blu"?》 Disse carrie mentre guardava vanessa che osservava la foto con gli occhi lucidi. 
《 Carrie..oh mio Dio! Come ho fatto a dimenticarmi di lui, di noi? Io lo amo! Devo assolutamente dirglielo oh mio dio.》 Disse mentre interminabili flash le passavano davanti agli occhi, immagini di loro due, insieme. ZAC E VANESSA.
Vanessa lasciò tutto a terra, la foto, il diario, correva con le lacrime agli occhi e il ciondolo tra le mani, aprì la porta e si precipitò nel negozio di fiori di fronte, dove lavorava il suo zac.
Correva, correva veloce, e poi lo vide, anche lui la vide, lui:fermo, confuso. Lei:sorridente, correva. Lo tirò a se  grazie al colletto della maglietta e lo baciò:un bacio dolce e desiderato, un bacio unico e assolutamente puro. ERANO INSIEME, CIRCONDATI DA TULIPANI ROSA, CHE SI BACIAVANO, SOLO LORO DUE, NEL LORO MONDO, FINALMENTE.
《Io mi ricordo..》 disse lei con le lacrime agli occhi
《Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento amore mio. 》disse lui.
《Un anno, quattro mesi, quattordici giorni, cinque ore, 300 minut..》 prima che finisse Zac la bació ancora, gli erano  mancate lei, labbra, loro.
 
'Tua per sempre, vanessa.'
'Tuo per sempre zac.' 
 
-cupido aveva già scoccato la freccia, solo che non aveva calcolato l'entrata in scena di una tegola rossa. 
 
----
Ma loool, non mi dilungo perché voglio andare a dormire. Eh vabbe spero vi piaccia beibi, non le riletto e boh l'ho fatta di getto HAHAHA, notte notte beibies♥TULIPANI ROSA, FELICE SAN VALENTINO.xx~
 
Una fottuta tegola,una dannatissima tegola, un pezzo di terracotta rosso, chi lo avrebbe mai detto che causasse così tanti problemi, oh insomma ma vaffanculo!
Mia sorella meritava di meglio, una vita migliore, uno skate migliore, un destino migliore, una mente migliore sicuramente, una mente sana probabilmente non avrebbe fatto quel che Vanessa ha fatto, una mente sana in quella dannata notte di ottobre invece di sguazzare tra le pozzanghere per le strade di New York con uno skateboard cretino e mal andato, sarebbe stata a casa sotto le coperte. Ma evidentemente mia sorella non condivideva le mie stesse idee, lei era ribelle, lei doveva distinguersi e dimostrarsi diversa, doveva trasgredire le regole e doveva fare l'alternativa, mia sorella ora non è qui, o meglio è qui ma non è più la stessa, la sua mente è stata completamente svuotata a causa di una tegola, ci pensate? A causa di quattro operai che non hanno incollato per bene quel mattone, la vita è ingiusta. Perché non hanno fatto bene quel lavoro?
Perchè mia madre quella sera l'ha lasciata uscire? 
Perché Vanessa non si era comprata uno skateboard nuovo? 
Perché quella sera stava piovendo a dirotto?
Perché quelle dannate ruote si sono rotte? 
Perché i medici dicono soltanto balle?
Perché mia sorella è in questo stato?
Perché non si ricorda più di niente? 
Perché ha perso la memoria? 
Perché esistono i tetti o le tegole?
Perché cazzo  noi umani siamo così stupidi e fragili?
Perché la vita è così fredda e crudele? 
 
▪FLASHBACK▪
《Carrie corri in ospedale, tua sorella è in coma.》 La voce strozzata di mia madre, la frase che aveva appena pronunciato mi fece salire il sangue al cervello, sentivo le vene pulsare e i neuroni del cervello impazzire, mi alzai velocemente dal letto e infilai le scarpe di fretta, non ci stavo capendo niente.
Stavo dormendo, ho sentito il telefono squillare, era mia madre appena aprii la chiamata sentii la voce coperta dai singhiozzi di mia madre che rimbombava nelle mie orecchie, mi urlava nei timpani, le uniche parole che riuscii a capire erano state:
Ospedale.
Sorella
Coma.
Presi la mia borsa e corso giù per le scale ero sola in casa e avevo paura, paura per quelle parole sussurrate al telefono da mia madre che mi facevano eco nella mente, mi prese un fortissimo mal di testa, saltai sul primo taxi e non appena frenò bruscamente davanti all'ospedale (l'unico in quella piccola cittadina vicino New York) mi catapultai fuori senza nemmeno pagare troppo sconvolta dalla situazione e da quella frase che continuava a perseguitarmi e a urlare nella mia testa, intanto sentivo le bestemmie del tassista solo in un piccolissimo sussurro. Corsi dentro e non appena entrai trovai i miei genitori nella sala d'aspetto piangere. Mia madre, vicino al muro accovacciata, nel suo sguardo riuscivo solo a leggere amarezza, terrore e frustrazione mentre mi guardava sconvolta; mio padre, seduto su una sedia triste dal colore azzurro spento, con la testa tra le mani e le vene del collo gonfie, le lacrime avevano cominciato a rigargli il viso, non era più mio padre, era solo un uomo spaventato ora.
Andai vicino a mia madre, la situazione mi appariva talmente tragica che anche io senza sapere ancora l'accaduto cominciai a piangere silenziosamente, abbracciai mia madre che non mosse un muscolo mentre le lacrime continuavano a rigarmi il viso plallido senza darmi un attimo tregua. 
Da un'enorme porta bianca spuntò un uomo avvolto in un camice bianco, sembrava un dottore, mi guardò attentamente,  alla fine ero io quelle nelle condizioni migliori per poter parlare, o almeno lui così credeva, mentre lo guardavo arrivare lanciai uno sguardo triste ai miei genitori. In quel momento mi sembravano disperatamente tristi e piccoli, in quel momento io mo sentivo l'adulta quando ero solo una ragazzina di quindici anni. 
《La ragazza ha subito un trauma cranico, potrebbe aver perso la memoria..》altre lacrime, guardavo quell'uomo, impassibile, io triste e  sconvolta, lui distaccato e abituato.  INCREDIBILE PENSAI. 
《È una cosa temporanea?》 Dissi con voce tremante, non sapendo nemmeno sapevo dove avevo trovato la forza per aprire bocca, mia madre intanto alzò per un attimo lo sguardo. 
 《Non potremmo mai saperlo per certo, ma non perdiamo le speranze. 》
Dopo che mia sorella si svegliò andammo tutti a vederla, non si ricordava di noi e per me fu un vero trauma, anche per i miei. Dopo un po' arrivò Zac, il suo ragazzo. Ci guardò confuso mentre una smosirfia di paura si faceva spazio sul suo viso perfetto, gli spiegai tutto e dopo il racconto triste e scarso lui scivolò lentamente a terra e si poggiò sul muro bianco e freddo, dopo alcuni secondi scoppió in un pianto silenzioso e impercettibile, il suo viso era completamente bagnato dalle lacrime e non riusciva a spiccicare una sola misera parola, lui stava malissimo, tra noi tre era il peggiore. Anche suo zio aveva subito lo stesso identico incidente da piccolo, e non si ricordò mai più della sua famiglia e dei suoi cari, per lui rivivere quella situazione con la persona che più amava al mondo era assolutamente triste, dannatamente ingiusto e amaramente malinconico. 
La diagnosi di mia sorella: mentre scorrazzava con il suo amato skate è scivolata in una pozzanghera, aveva dato uno scossone alla pila di mattoni della casa in costruzione, caddero diverse tegole una di queste sulla sua testa, provocandole una commozione celebrale, a soccorrerla furono una coppia di anziani signori. Si era svegliata due volte, non ricordava chi eravamo anzi non ricordava nulla, era spaventata, spaesata, terrorizzata.
La terza e ultima volta, le fecero un'iniezione per calmarla e fece uja seduta con  una psicologa che ci aveva conosciuti durante quella settimana. 
▪FINE FLASHBACK.▪
 
Alla fine Vanessa incontra ancora questa psicologa, è passato un anno, lei ha recuperato la memoria, si ricorda di tutto tranne che di Zac, il suo ragazzo.
Oggi è San Valentino. 
'DLIN DLON.'
FINE POV CARRIE.
 
pov narratore.
Bussarono alla porta di casa di casa Hudgens. Vanessa andò ad aprire infastidita, nessuno doveva disturbarla da gossip girl il sabato mattina nel giorno di san Valentino, il giorno degli innamorati era appena iniziato e lei detestava quel giorno, sapeva che sarebbe arrivato ma cavolo: odiava essere consapevole di non avere un ragazzo il giorno dell'amore. 
'Meglio soli che mal accompagnati. ' pensó mentre guardava nello spioncino della porta di casa sua, con suo grande fastidio vide il fioraio che ogni giorno si presentava a casa sua per 'prendere un caffè' quando Vanessa aveva capito benissimo che voleva solo provarci con lei, ma era così antipatico..pensó lei mentre arricciava il naso irritata dalla presenza di quel biondo dagli occhi azzurri che aspettava fuori alla porta. Aprì velocemente e gli mostrò un espressione scocciata, lo squadrò con una smorfia e notò che era bellissimo come sempre, il sole che filtrava dalle tendine risultava i suoi occhi color del mare, doveva comunque ammetterlo: era stupendo!
In mano aveva un mazzo enorme di tulipani rosa, a Vanessa brillarono gli occhi alla vista di quei splendidi fiori. 
《Ciao bellissima. 》 disse dandole un bacio sulla guancia mentre le porgeva quei bellissimi fiori.
《Tranquilla me me vado subito ero venuto solo per portarti i fiori e questa》 disse sorridente mentre le porgeva una bustina bianca con un bigliettino rosso incollato:'buon san Valentino bellissima. Tuo pervsempre, Zac xx' cosa cazzo significava tuo per sempre? Pensò vanessa sbalordita, quel tipo era fuori disse tra se e sè. 
 
Zac era convinto che prima o poi vanessa si sarebbe ricordato di lei ne era certo. 
Dopo aver consegnato il suo piccolo regalo a Vanessa, una collana a forma di cuore con una loro foto all'interno e una piccola iscrizione "ti amo, tuo Zac." Quel ciondolo significava molto per lui, voleva regalarglielo proprio il giorno dopo quell'incidente, ma il fato non era dalla sua parte a quanto pare! Sapeva che quel ciondolo forse lo faceva sembrare pazzo agli occhi di lei, ma ci voleva comunque provare. Si diresse verso Carrie che stava preparando delle frittelle per i genitori. 
《Pensi che si ricorderà mai di me?》 Disse passandosi una mano tra i capelli.
《Non perdere le speranze, lei non si dimenticherà tanto facilmente del vostro amore e di tutti gli anni passati insieme. 》 zac sorrise alle parole della 'piccola' carrie, ci credeva anche lui.
 
La sera.
Prima che Zac uscisse di casa chiese un appuntamento a vanessa.  
Lei accettò, non voleva rimanere da sola a San Valentino, così si diedero appuntamento alla caffetteria 'baci caldi.' Vanessa non voleva niente di impegnativo, loro non stavano insieme e non voleva che quel fioraio strambo  si facesse strane idee, so convinse ancora do più che quel ragazzo non aveva tutte le rotelle a posto, quando aveva visto il suo regalo, quella foto da dove usciva e quella frase stupida? Si auto convinse che quella foto era solo un lavoro riuscito bene con photoshop e quella frase era solo per non farla sentire sola diciamo.  
Andò in camera sua, con ancora quel ciondolo tra le mani. Si allungò per prendere il suo portagioie sullo scaffale, ma per prenderlo fece cadere a terra il suo diario di terza superiore, questo si aprì e fece ricadere a sua volta una foto che ritraeva lei e Zac:che cosa? Pensó incredula, stava sognando. 
《Visto?》 Disse la sorella carrie poggiata allo stipite della porta mentre si avvicinava a lei, si sedette a terra a gambe incrociate come la sorella maggiore e prese la foto tra le mani. 
《Qui era un anno fa, al luna park, al tuo sedicesimo compleanno. Eravate così belli insieme, non ti ricordi vanessa? Il tuo orsacchiotto biondo? Il tuo "occhi blu"?》 Disse carrie mentre guardava vanessa che osservava la foto con gli occhi lucidi. 
《 Carrie..oh mio Dio! Come ho fatto a dimenticarmi di lui, di noi? Io lo amo! Devo assolutamente dirglielo oh mio dio.》 Disse mentre interminabili flash le passavano davanti agli occhi, immagini di loro due, insieme. ZAC E VANESSA.
Vanessa lasciò tutto a terra, la foto, il diario, correva con le lacrime agli occhi e il ciondolo tra le mani, aprì la porta e si precipitò nel negozio di fiori di fronte, dove lavorava il suo zac.
Correva, correva veloce, e poi lo vide, anche lui la vide, lui:fermo, confuso. Lei:sorridente, correva. Lo tirò a se  grazie al colletto della maglietta e lo baciò:un bacio dolce e desiderato, un bacio unico e assolutamente puro. ERANO INSIEME, CIRCONDATI DA TULIPANI ROSA, CHE SI BACIAVANO, SOLO LORO DUE, NEL LORO MONDO, FINALMENTE.
《Io mi ricordo..》 disse lei con le lacrime agli occhi
《Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento amore mio. 》disse lui.
《Un anno, quattro mesi, quattordici giorni, cinque ore, 300 minut..》 prima che finisse Zac la bació ancora, gli erano  mancate lei, labbra, loro.
 
'Tua per sempre, vanessa.'
'Tuo per sempre zac.' 
 
-cupido aveva già scoccato la freccia, solo che non aveva calcolato l'entrata in scena di una tegola rossa. 
 
----
Ma loool, non mi dilungo perché voglio andare a dormire. Eh vabbe spero vi piaccia beibi, non le riletto e boh l'ho fatta di getto HAHAHA, notte notte beibies♥TULIPANI ROSA, FELICE SAN VALENTINO.xx~
 
Una fottuta tegola,una dannatissima tegola, un pezzo di terracotta rosso, chi lo avrebbe mai detto che causasse così tanti problemi, oh insomma ma vaffanculo!
Mia sorella meritava di meglio, una vita migliore, uno skate migliore, un destino migliore, una mente migliore sicuramente, una mente sana probabilmente non avrebbe fatto quel che Vanessa ha fatto, una mente sana in quella dannata notte di ottobre invece di sguazzare tra le pozzanghere per le strade di New York con uno skateboard cretino e mal andato, sarebbe stata a casa sotto le coperte. Ma evidentemente mia sorella non condivideva le mie stesse idee, lei era ribelle, lei doveva distinguersi e dimostrarsi diversa, doveva trasgredire le regole e doveva fare l'alternativa, mia sorella ora non è qui, o meglio è qui ma non è più la stessa, la sua mente è stata completamente svuotata a causa di una tegola, ci pensate? A causa di quattro operai che non hanno incollato per bene quel mattone, la vita è ingiusta. Perché non hanno fatto bene quel lavoro?
Perchè mia madre quella sera l'ha lasciata uscire? 
Perché Vanessa non si era comprata uno skateboard nuovo? 
Perché quella sera stava piovendo a dirotto?
Perché quelle dannate ruote si sono rotte? 
Perché i medici dicono soltanto balle?
Perché mia sorella è in questo stato?
Perché non si ricorda più di niente? 
Perché ha perso la memoria? 
Perché esistono i tetti o le tegole?
Perché cazzo  noi umani siamo così stupidi e fragili?
Perché la vita è così fredda e crudele? 
 
▪FLASHBACK▪
《Carrie corri in ospedale, tua sorella è in coma.》 La voce strozzata di mia madre, la frase che aveva appena pronunciato mi fece salire il sangue al cervello, sentivo le vene pulsare e i neuroni del cervello impazzire, mi alzai velocemente dal letto e infilai le scarpe di fretta, non ci stavo capendo niente.
Stavo dormendo, ho sentito il telefono squillare, era mia madre appena aprii la chiamata sentii la voce coperta dai singhiozzi di mia madre che rimbombava nelle mie orecchie, mi urlava nei timpani, le uniche parole che riuscii a capire erano state:
Ospedale.
Sorella
Coma.
Presi la mia borsa e corso giù per le scale ero sola in casa e avevo paura, paura per quelle parole sussurrate al telefono da mia madre che mi facevano eco nella mente, mi prese un fortissimo mal di testa, saltai sul primo taxi e non appena frenò bruscamente davanti all'ospedale (l'unico in quella piccola cittadina vicino New York) mi catapultai fuori senza nemmeno pagare troppo sconvolta dalla situazione e da quella frase che continuava a perseguitarmi e a urlare nella mia testa, intanto sentivo le bestemmie del tassista solo in un piccolissimo sussurro. Corsi dentro e non appena entrai trovai i miei genitori nella sala d'aspetto piangere. Mia madre, vicino al muro accovacciata, nel suo sguardo riuscivo solo a leggere amarezza, terrore e frustrazione mentre mi guardava sconvolta; mio padre, seduto su una sedia triste dal colore azzurro spento, con la testa tra le mani e le vene del collo gonfie, le lacrime avevano cominciato a rigargli il viso, non era più mio padre, era solo un uomo spaventato ora.
Andai vicino a mia madre, la situazione mi appariva talmente tragica che anche io senza sapere ancora l'accaduto cominciai a piangere silenziosamente, abbracciai mia madre che non mosse un muscolo mentre le lacrime continuavano a rigarmi il viso plallido senza darmi un attimo tregua. 
Da un'enorme porta bianca spuntò un uomo avvolto in un camice bianco, sembrava un dottore, mi guardò attentamente,  alla fine ero io quelle nelle condizioni migliori per poter parlare, o almeno lui così credeva, mentre lo guardavo arrivare lanciai uno sguardo triste ai miei genitori. In quel momento mi sembravano disperatamente tristi e piccoli, in quel momento io mo sentivo l'adulta quando ero solo una ragazzina di quindici anni. 
《La ragazza ha subito un trauma cranico, potrebbe aver perso la memoria..》altre lacrime, guardavo quell'uomo, impassibile, io triste e  sconvolta, lui distaccato e abituato.  INCREDIBILE PENSAI. 
《È una cosa temporanea?》 Dissi con voce tremante, non sapendo nemmeno sapevo dove avevo trovato la forza per aprire bocca, mia madre intanto alzò per un attimo lo sguardo. 
 《Non potremmo mai saperlo per certo, ma non perdiamo le speranze. 》
Dopo che mia sorella si svegliò andammo tutti a vederla, non si ricordava di noi e per me fu un vero trauma, anche per i miei. Dopo un po' arrivò Zac, il suo ragazzo. Ci guardò confuso mentre una smosirfia di paura si faceva spazio sul suo viso perfetto, gli spiegai tutto e dopo il racconto triste e scarso lui scivolò lentamente a terra e si poggiò sul muro bianco e freddo, dopo alcuni secondi scoppió in un pianto silenzioso e impercettibile, il suo viso era completamente bagnato dalle lacrime e non riusciva a spiccicare una sola misera parola, lui stava malissimo, tra noi tre era il peggiore. Anche suo zio aveva subito lo stesso identico incidente da piccolo, e non si ricordò mai più della sua famiglia e dei suoi cari, per lui rivivere quella situazione con la persona che più amava al mondo era assolutamente triste, dannatamente ingiusto e amaramente malinconico. 
La diagnosi di mia sorella: mentre scorrazzava con il suo amato skate è scivolata in una pozzanghera, aveva dato uno scossone alla pila di mattoni della casa in costruzione, caddero diverse tegole una di queste sulla sua testa, provocandole una commozione celebrale, a soccorrerla furono una coppia di anziani signori. Si era svegliata due volte, non ricordava chi eravamo anzi non ricordava nulla, era spaventata, spaesata, terrorizzata.
La terza e ultima volta, le fecero un'iniezione per calmarla e fece uja seduta con  una psicologa che ci aveva conosciuti durante quella settimana. 
▪FINE FLASHBACK.▪
 
Alla fine Vanessa incontra ancora questa psicologa, è passato un anno, lei ha recuperato la memoria, si ricorda di tutto tranne che di Zac, il suo ragazzo.
Oggi è San Valentino. 
'DLIN DLON.'
FINE POV CARRIE.
 
pov narratore.
Bussarono alla porta di casa di casa Hudgens. Vanessa andò ad aprire infastidita, nessuno doveva disturbarla da gossip girl il sabato mattina nel giorno di san Valentino, il giorno degli innamorati era appena iniziato e lei detestava quel giorno, sapeva che sarebbe arrivato ma cavolo: odiava essere consapevole di non avere un ragazzo il giorno dell'amore. 
'Meglio soli che mal accompagnati. ' pensó mentre guardava nello spioncino della porta di casa sua, con suo grande fastidio vide il fioraio che ogni giorno si presentava a casa sua per 'prendere un caffè' quando Vanessa aveva capito benissimo che voleva solo provarci con lei, ma era così antipatico..pensó lei mentre arricciava il naso irritata dalla presenza di quel biondo dagli occhi azzurri che aspettava fuori alla porta. Aprì velocemente e gli mostrò un espressione scocciata, lo squadrò con una smorfia e notò che era bellissimo come sempre, il sole che filtrava dalle tendine risultava i suoi occhi color del mare, doveva comunque ammetterlo: era stupendo!
In mano aveva un mazzo enorme di tulipani rosa, a Vanessa brillarono gli occhi alla vista di quei splendidi fiori. 
《Ciao bellissima. 》 disse dandole un bacio sulla guancia mentre le porgeva quei bellissimi fiori.
《Tranquilla me me vado subito ero venuto solo per portarti i fiori e questa》 disse sorridente mentre le porgeva una bustina bianca con un bigliettino rosso incollato:'buon san Valentino bellissima. Tuo pervsempre, Zac xx' cosa cazzo significava tuo per sempre? Pensò vanessa sbalordita, quel tipo era fuori disse tra se e sè. 
 
Zac era convinto che prima o poi vanessa si sarebbe ricordato di lei ne era certo. 
Dopo aver consegnato il suo piccolo regalo a Vanessa, una collana a forma di cuore con una loro foto all'interno e una piccola iscrizione "ti amo, tuo Zac." Quel ciondolo significava molto per lui, voleva regalarglielo proprio il giorno dopo quell'incidente, ma il fato non era dalla sua parte a quanto pare! Sapeva che quel ciondolo forse lo faceva sembrare pazzo agli occhi di lei, ma ci voleva comunque provare. Si diresse verso Carrie che stava preparando delle frittelle per i genitori. 
《Pensi che si ricorderà mai di me?》 Disse passandosi una mano tra i capelli.
《Non perdere le speranze, lei non si dimenticherà tanto facilmente del vostro amore e di tutti gli anni passati insieme. 》 zac sorrise alle parole della 'piccola' carrie, ci credeva anche lui.
 
La sera.
Prima che Zac uscisse di casa chiese un appuntamento a vanessa.  
Lei accettò, non voleva rimanere da sola a San Valentino, così si diedero appuntamento alla caffetteria 'baci caldi.' Vanessa non voleva niente di impegnativo, loro non stavano insieme e non voleva che quel fioraio strambo  si facesse strane idee, so convinse ancora do più che quel ragazzo non aveva tutte le rotelle a posto, quando aveva visto il suo regalo, quella foto da dove usciva e quella frase stupida? Si auto convinse che quella foto era solo un lavoro riuscito bene con photoshop e quella frase era solo per non farla sentire sola diciamo.  
Andò in camera sua, con ancora quel ciondolo tra le mani. Si allungò per prendere il suo portagioie sullo scaffale, ma per prenderlo fece cadere a terra il suo diario di terza superiore, questo si aprì e fece ricadere a sua volta una foto che ritraeva lei e Zac:che cosa? Pensó incredula, stava sognando. 
《Visto?》 Disse la sorella carrie poggiata allo stipite della porta mentre si avvicinava a lei, si sedette a terra a gambe incrociate come la sorella maggiore e prese la foto tra le mani. 
《Qui era un anno fa, al luna park, al tuo sedicesimo compleanno. Eravate così belli insieme, non ti ricordi vanessa? Il tuo orsacchiotto biondo? Il tuo "occhi blu"?》 Disse carrie mentre guardava vanessa che osservava la foto con gli occhi lucidi. 
《 Carrie..oh mio Dio! Come ho fatto a dimenticarmi di lui, di noi? Io lo amo! Devo assolutamente dirglielo oh mio dio.》 Disse mentre interminabili flash le passavano davanti agli occhi, immagini di loro due, insieme. ZAC E VANESSA.
Vanessa lasciò tutto a terra, la foto, il diario, correva con le lacrime agli occhi e il ciondolo tra le mani, aprì la porta e si precipitò nel negozio di fiori di fronte, dove lavorava il suo zac.
Correva, correva veloce, e poi lo vide, anche lui la vide, lui:fermo, confuso. Lei:sorridente, correva. Lo tirò a se  grazie al colletto della maglietta e lo baciò:un bacio dolce e desiderato, un bacio unico e assolutamente puro. ERANO INSIEME, CIRCONDATI DA TULIPANI ROSA, CHE SI BACIAVANO, SOLO LORO DUE, NEL LORO MONDO, FINALMENTE.
《Io mi ricordo..》 disse lei con le lacrime agli occhi
《Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento amore mio. 》disse lui.
《Un anno, quattro mesi, quattordici giorni, cinque ore, 300 minut..》 prima che finisse Zac la bació ancora, gli erano  mancate lei, labbra, loro.
 
'Tua per sempre, vanessa.'
'Tuo per sempre zac.' 
 
-cupido aveva già scoccato la freccia, solo che non aveva calcolato l'entrata in scena di una tegola rossa. 
 
----
Ma loool, non mi dilungo perché voglio andare a dormire. Eh vabbe spero vi piaccia beibi, non le riletto e boh l'ho fatta di getto HAHAHA, notte notte beibies♥
#cass
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast High School Musical / Vai alla pagina dell'autore: profumidistelle_D