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Autore: DremerRock    12/08/2013    2 recensioni
-Mi Perdoni Padre, perché ho peccato!- Sussurrò lo spagnolo con lo sguardo basso.
Da dietro la rete dalla quale non si riusciva a scorgere nemmeno un occhio o un pezzetto di pelle del sacrestano arrivò una voce sorpresa:
-Q...quando sei tornato?- Sussurrò il prete.
Lo spagnolo sorrise debolmente appoggiandosi con la schiena contro il muro sospirando:
-Circa due minuti fa.- Rispose.
(Spamano)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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acto

Acto De Dolor


Le porte della piccola chiesa si spalancarono all' improvviso lasciando intravedere una figura in controluce, un uomo alto e mal conciato, con ferite di vario tipo ma non troppo gravi un po su ogni parte del corpo, i capelli lunghi e scompigliati stretti in un codino fasciato da un nastro Rosso, la camicia bianca con uno squarcio nel mezzo che lasciava vedere le ferite e i lividi su quel bel petto abbronzato, i pantaloni logori,gli stivali consumati e il cappotto rosso rifinito in oro insudiciato e squarciato in vari punti.
 Illuminato dalla luce colorata del rosone si fece avanti appoggiandosi alle panche in legno della chiesa per evitare di cadere al suolo per la debolezza.
Teneva lo sguardo basso, come se conoscesse alla perfezione quella piccola chiesetta.
Una volta abbastanza vicino all' altare, dove si ergeva un crocifisso di medie dimensioni, tutto in legno con un cristo sofferente inciso sopra, si inginocchiò, senza badare al dolore che gli provocò una ferita al ginocchio.
E finalmente alzò gli occhi per guardare quel cristo ferito che tanto gli somigliava in quel momento. Fu allora che si scorse bene il volto dello straniero, il prete dall' interno del confessionale tremò appena nel rivederlo nuovamente, dopo tanto tempo.
Forse si stava sbagliando, forse non era lui; Eppure quegli occhi verdi, come l'erba fresca imperlata da piccole goccioline di rugiada, il naso dritto, le labbra carnose, la pelle abbronzata. Era proprio lui.
Antonio era tornato.
Lo spagnolo sospirò e dopo essersi segnato di fronte al crocifisso si alzò a fatica per dirigersi verso il confessionale per farsi assolvere da ogni suo peccato commesso in guerra, cosa impossibile considerato ciò che aveva fatto, e ciò che molto probabilmente avrebbe fatto anche in futuro, ma tanto valeva tentare.
Entrò nella cabina segnandosi nuovamente seguito da un leggero gemito per il dolore che alcune ferite gli provocarono nel sedersi:
 -Mi Perdoni Padre, perché ho peccato!- Sussurrò lo spagnolo con lo sguardo basso.
Da dietro la rete dalla quale non si riusciva a scorgere nemmeno un occhio o un pezzetto di pelle del sacrestano arrivò una voce sorpresa:
 -Q...quando sei tornato?- Sussurrò il prete.
Lo spagnolo sorrise debolmente appoggiandosi con la schiena contro il muro sospirando:
-Circa due minuti fa.- Rispose.
Il prete si mordicchiò il labbro inferiore cercando di trattenere la rabbia:
-E perché sei qui?Non dovresti essere a casa tua? A riabbracciare le tue province? I tuoi sottoposti? A farti medicare le ferite? Erano tutti molto preoccupati per te!-
Lo spagnolo arricciò il naso a quelle parole annuendo fra se e se:
-Ha ragione padre, dovrei essere a casa in questo momento. Ma vede...io...io non voglio ri vedere i miei sottoposti...io non voglio rivedere Romano così pieno di peccati come sono ora! - Ridacchiò fra se e se: - Già...Romano, come sarà cresciuto quel piccolo marmocchio, probabilmente gli sarà anche cambiata la voce ormai, si sarà fatta più matura, non troppo naturalmente, è ancora un ragazzino, si sarà fatta meno stridula, meno infantile, un po come la sua padre! Non vedo l'ora di risentire la voce De mi pequeño!- Sussurrò il latino socchiudendo gli occhi.
Regnò il silenzio per un attimo e un sospiro arrivò alle orecchie dello spagnolo:
 - Ma sia chiaro figliolo. Dopo dovrai filare dritto a casa a farti medicare quelle ferite!- Sibilò il prete in maniera acida.
Antonio sorrise radioso a quelle parole annuendo vistosamente:
-Bene figliolo...da quanto non ti confessi?- Chiese il parroco mentre armeggiava col rosario fra le mani per via di un po di agitazione:
 -Da quando sono partito padre...-Sospirò afflitto:- Le carceri sono così fredde, i carcerieri sono così ostili, mi è stato impossibile confessarmi fra guerra e prigionia.-
-C...chi a vinto?- Sussurrò il prete evidentemente preoccupato.
Entrambi tacquero per alcuni istante, la tensione era così alta che la si poteva tastare con mano, quando finalmente Antonio aprì la bocca per rispondere il cuore del confessore fece un sussulto:
-He ganado yo*!- Disse lo Spagnolo incurvando le labbra in un dolcissimo sorriso.
Il prete si lasciò andare a un leggero sospiro di sollievo prima che lo spagnolo potesse continuare:
-Non è stato facile, ma...il regno delle due Sicilie continua ad essere una mia provincia.- Lo spagnolo continuò a sorridere:
 -Almeno Romano starà con me ancora per un pò, finché non subiremo altri attacchi, non so quanto il mio corpo e la mia gente potranno resistere a questi continui attacchi da parte degli altri imperi. Ma...fino a quando avrò fiato in corpo...io lo difenderò.-
 -Lui non ha bisogno di essere difeso da te!-
 Il moro sgranò appena gli occhi alle parole del prete per poi sorridere appena sussurrando:
-Probabile, Romano con il tempo diventa sempre più grande e sempre più forte! E questo mi rende davvero molto orgoglioso De my niño. Ma... vede padre...sono un essere umano, e in quanto essere umano sono egoista. Non riesco a immaginare ormai una vita senza io MIO Romano. Se non fossi partito alla volta di questa guerra con molta probabilità mel' avrebbero tolto, rapito, rubato. e io...-lo spagnolo strinse vistosamente i pugni mentre parlava -Non riesco nemmeno a pensare una cosa simile. non riesco nemmeno a immaginare una vita senza il MIO Romano.-
-"Mio"?-Sussurrò il prete in maniera acidissima:-Non so se ti sei reso conto che lui non è un oggetto!-
Lo spagnolo ridacchiò appena alle parole del sacrestano rispondendogli immediatamente:
 -Certo padre! Forse mi sono espresso male! Non ho mai considerato Roma come un oggetto. E solo che...quel bambino,-Rise appena a quella parola correggendosi immediatamente:- Quel ragazzino, ormai sarà cresciuto, mi riempie la vita, mi rende felice, si, alle volte mi fa anche incazzare, ma mi riempie sempre di gioia tornare a casa e trovare il suo faccino incazzato e rosso come un Tomato. Voglio continuare a vedere quel dolce musino mentre mi manda a fanculo e mi rivolge tutti gli insulti che conosce finché posso, e vorrei anche potermelo godere al meglio. E per questo, che continuo a tenermelo stretto finché posso.-
-Figliolo...- lo interruppe il prete:-Perché rischiare così tanto per uno staterello inutile e scontroso come lui? Nemmeno nei confronti di Olanda o di Belgio hai così tanti riguardi. Perché non lo lasci perdere e ti dedichi un poco a te?Ogni volta che parti per difenderlo, torni conciato sempre peggio!- Una fragorosa risata dello spagnolo si estese per tutta la chiesa lasciano il prete sbigottito per alcuni istanti:
 -Chiedo scusa Padre...e solo che...sembrava di sentir parlare il mio superiore! Lui lo dice sempre che dovrei lasciar perdere Romano. Ma...nessuno si rende conto di quanto sia speciale quel ragazzino...Lui non è Belgio! Lui non è Olanda! Lui è Romano! E per me, essere Romano è molto meglio che essere chiunque altro! A proposito, come sarà arrabbiato  el  my niño! -
-P...perché dovrebbe?- Chiese il prete titubante.
-Ho bhè..-Rispose il latino con un enorme sorriso sulle labbra:-Perché sono andato via, per tanto tempo, e scommetto che se sapesse che sono passato prima da lei mi ucciderebbe!-
 -Ti ucciderebbe comunque anche se fossi andato prima da lui!- Rise ancora l'uomo dai begli occhi verdi sospirando appena e poggiando la testa contro il muro:
 -Probabile!- Dopo alcuni minuti di silenzio lo spagnolo tornò a parlare : -In guerra ho ucciso padre, ho visto morire, ho torturato e sono stato torturato, prima di ripresentarmi al cospetto del mio piccolo angelo vorrei che mi togliesse di dosso tutto questo lerciume di cui è intrisa la mia anima.-
Alzò appena lo sguardo guardando in maniera profonda la rete fitta e invalicabile che lo separava dal suo confessore:
- La guerra è una cosa terribile padre! prego Dio che il mio pequenio romano non debba mai affrontare nulla di simile. Anche se è impossibile.- Si sfiorò appena una ferita gemendo appena.
-Recita la preghiera e torna a casa! Ti aspettano!-
Lo spagnolo si mordicchiò appena il labbro sospirando e iniziando a recitare l'atto di dolore nella sua lingua madre:

 -Señor mío Jesucristo, Dios y Hombre verdadero, Creador, Padre y Redentor mío; por ser Vos quien sois, Bondad infinita y porque os amo sobre todas las cosas, me pese de todo corazón de haberos ofendido ; también me pase porque podéis castigarme con las penas del infierno. Ayudado de nuestra divina gracia, propongo firmamente nunca más pecar, confesarme y cumplir la penitencia que me fuere impuesta. Amen**.-

 -E io ti assolvo figliolo, nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo. Amen.-

 Lo spagnolo sorrise dolcemente segnandosi e cercando di alzarsi senza farsi troppo male.
 -Corri a casa Bastardo di uno spagnolo!-
L'uomo si bloccò sul posto per alcuni istanti con gli occhi sgranati arrossendo appena sulle gote sorridendo poi divertito e girandosi con un espressione dolcissima sul volto:
 -Romano...-Sussurrò lo spagnolo:-Quante volte ti ho detto di non bestemmiare in chiesa?-
Come risposta ricevette solo un lungo silenzio seguito da uno schietto -Vaffanculo!-
 Il latino rise un poco e aprendo la porticina del confessionale sussurrò:
-Il Boss ti aspetta a casa Roma. Torna presto!-
Sussurrò per poi zoppicare fino all' uscita della chiesa.
La tendina si aprì rivelando il volto del parroco:
un ragazzino, tunica bianca e cappello coordinato, tutto rifinito in rosso, i capelli scuri tagliati in un leggero caschetto scalato e arruffato e un ricciolo ribelle che prendeva il volo sulla sua testa verso destra.
Gli occhi di un verde oliva intenso, sfumati di giallo, lo stesso colore delle olive che venivano coltivate nella sua terra, umidi quegli occhi, umidi di lacrime che stava trattenendo da quando Antonio era entrato in chiesa, umidi per le parole dello spagnolo.
Romano era li...per tutto il tempo, l'aveva ascoltato e l'aveva confessato.
E Antonio non aveva fatto altro...che parlare di lui, il suo piccolo angelo dal ciuffo ribelle:

 -Conoyaro!-


*"Ho vinto io"
**"Atto di dolore" in spagolo.

Angolo dell' autrice.

Salve a tuttiiii!!!!!! :3
Avevo questa f.f. in testa da un sacco di tempo (circa due o tre anni) e finalmente sono riuscita a scriverla!
 yeeeeeeeeee che belloooo! *W*
 
L'ispirazione mi venne facendo una foto con una mia amica in cosplay.

Qui vi metto il link della foto se volete vederla----> http://seme-yaoi-love.deviantart.com/art/Spain-and-south-Italy-A-P-H-285232015

Un grane grazie a Paola che mi ha aiutato con alcune traduzioni in spagolo e che sta credendo in me, e in questa storia, nonostante la spamano non le piaccia più di tanto! ;3

comunque...che altro dire...se la storia vi è piaciuta lasciatemi una recensione! anche piccola, piccola.
un bacio a tutti! a rileggerci! ;3

  
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