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Autore: Banana_Mecha    12/08/2013    6 recensioni
Amber si guarda un’ultima volta allo specchio e fa una giravolta. La gonna a palloncino del vestito bianco si gonfia per un attimo, per poi ricaderle dolcemente sulle gambe.
Si è sentita come quando da piccola giocava ai travestimenti con sua sorella; è solo per gioco, si è ripetuta lisciandosi la gonna e appuntandosi i capelli corti con un fermaglio color avorio.
Ma ora che è davanti allo specchio, non le sembra più di giocare.
Perché nascondendosi dietro ai suoi vestiti da skater per tutti quegli anni, ha perso qualcosa di veramente importante.
... «Henry, voglio che tu risponda alla mia domanda. Anzi, piuttosto, è un favore che voglio chiederti. Stasera vorrei che mi considerassi una ragazza».
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amber si guarda un’ultima volta allo specchio e fa una giravolta. La gonna a palloncino del vestito bianco si gonfia per un attimo, per poi ricaderle dolcemente sulle gambe.
Quel vestito l’ha comprato due anni fa, e non l’ha mai messo. Ogni mattina, aprendo le ante del suo armadio, lo guardava sbucare fra una felpa col cappuccio e l’altra. Indugiava per un po’ sulle pieghe della gonna, poi tirava fuori uno dei suoi soliti abiti larghi e scuri.
Ma oggi è da sola al dormitorio, e, chissà perché, ma appena aperto l’armadio stamattina si è detta: ora o mai più.
Ha rubato dei sandali bianchi con il tacco dalla scarpiera di Luna e poi si è messa un filo di trucco, giusto un po’.
Si è sentita come quando da piccola giocava ai travestimenti con sua sorella;  è solo per gioco, si è ripetuta lisciandosi la gonna e appuntandosi i capelli corti con un fermaglio color avorio.
Ma ora che è davanti allo specchio, non le sembra più di giocare.
Anzi, più che si guarda e più che si sente come se qualcuno la stesse prendendo a cazzotti nello stomaco.
Inclina la testa di lato, e indietreggia fino a buttarsi a sedere sul letto.
Sembro una sposa, pensa. Si sposta un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, delicatamente, senza smettere di guardarsi.
E’ così bella e si domanda che senso abbia avuto finora nascondere quel lato di sé.
Perché?
Perché stare per anni in bilico a metà, senza sapere fino in fondo di quale lato fare parte, perché seppellirsi sotto chili di vestiti sformati e scuri?
Il suo telefono vibra, risvegliandola di colpo dalla sua muta contemplazione. E’ un messaggio da Henry.
“Guarda un po’ che ti sei persa ieri sera. Asociale.”
Sotto c’è una selca dove il ragazzo si riempie la bocca di carne grigliata, nel ristorante in cui vanno di solito con la loro compagnia di amici.
Forse deve interpretarlo come un segno del destino. Sì. Perché la cosa più grande che ha perso, forse, andando in giro atteggiandosi come una skater made in LA, è stata proprio lui.
Le serate fra amici passate a sfondarsi di pizza, le nottate davanti ai videogames, tutte le volte in cui lui si è lasciato sfuggire qualche apprezzamento verso le ragazze che incrociavano… A volte quei pensieri la fanno stare così male che pur di non dover sopportare quelle situazioni ha finito con l’uscire sempre più di rado con lui.
Perché per una volta non posso essere io la ragazza a cui fa un complimento?
Amber lancia un ultimo sguardo allo specchio.
Cosa hai intenzione di fare, vecchia mia? Rimarrai qui nella tua stanza, da sola, come una di quelle spose scaricate che si vedono nei film?
Torna a guardare il messaggio di Henry.
“Stasera fanno i fuochi d’artificio sul fiume Han. Se hai così tanta voglia di vedermi ci incontriamo lì?” .
Invia.
Un attimo dopo vorrebbe sparire, ma ormai quel che è fatto è fatto e non può più tornare indietro.
 
«Hey, sei in anticipo».
Amber alza il viso; così presa a cercare di calmare i battiti del proprio cuore non si era neppure accorta dell’ombra che si era avvicinata alla sua panchina.
«Anche tu», è l’unica cosa che riesce a rispondergli. Si stringe più forte il cappotto nero addosso.
«Visto che siamo entrambi qui, perché non ci avviamo?», le domanda Henry.
Amber rimane in silenzio per qualche istante.
«Henry, voglio che tu risponda alla mia domanda. Anzi, piuttosto, è un favore che voglio chiederti», mormora lei con il cuore in gola. Il sole ha appena finito di tramontare e le luci della città iniziano ad accendersi una dopo l’altra.
Henry si guarda intorno disorientato, e Amber pensa che di sera sia ancora più bello… come se la sua pelle bianca catturasse tutte le luci della città.
«…O-okay», le risponde annuendo, «Di che si tratta?».
«Stasera vorrei che mi considerassi una ragazza», il cuore di Amber batte fortissimo.
Henry deglutisce e poi farfuglia: «Cosa stai dicendo, io ti considero sempre una ragazza…»
«Intendo una vera ragazza…», Amber si alza in piedi e si sfila il cappotto, ignorando del vento gelido che sta soffiando lungo il fiume.
Henry spalanca gli occhi e per un attimo apre la bocca e la richiude, come se gli mancassero le parole.
«Io…. Oh mio Dio… insomma, sei bellissima».
«Lo dici come se fossi sorpreso», mormora Amber. Henry si affretta a replicare un debole “non è vero” per poi arrossire e mordersi un labbro.

«Perché hai indossato quest’abito stasera? Insomma, credevo che ti piacesse quello stile…».
Henry ed Amber hanno passeggiato lungo il fiume per una mezz’ora buona, si sono comprati una lattina di caffè caldo e poi si sono messi a berlo appoggiati contro il parapetto del fiume.
«Mi piace quello stile, infatti», afferma Amber abbozzando un sorriso, «Ma ho sentito che non era più quello giusto… ho vissuto per anni senza sapere cosa volevo davvero, ma non appena mi sono messa questo l’ho capito immediatamente».
«E cos’è che vuoi davvero?», le domanda Henry, indugiando con lo sguardo sui riflessi dell’acqua.
Improvvisamente le onde del fiume Han si tingono di giallo, rosa e verde. L’aria si riempie dei botti dei fuochi d’artificio.
«Cosa voglio davvero? Mi basta che d’ora in poi, quando mi guardi, tu mi veda come una ragazza. Una ragazza molto bella con cui hai guardato i fuochi d’artificio in una sera di settembre», risponde Amber, senza girarsi a guardarlo negli occhi.
Rimangono in silenzio per un’eternità. L’abito di Amber si tinge dei colori dei fuochi, e le luci le illuminano il volto a intermittenza. Henry la guarda, sperando non se ne accorga.
«Amber, sei innamorata di me?», le domanda con titubanza.
Amber non risponde, continua a guardare i fuochi d’artificio con il naso per aria, la sua espressione però si è fatta seria. La brezza le scompiglia la gonna e i capelli e Henry si sente come se fosse la prima volta che la guarda, come se davanti non avesse davvero Amber ma un’estranea bellissima che ha deciso di condividere con lui un pezzo del suo cuore.
«Rispondimi».
«Non mi va», replica Amber, tornando a sorseggiare il suo caffè.
«Allora guardami almeno negli occhi», sbotta Henry spazientito.
Credi davvero che in questo momento io stia meglio di te?, vorrebbe urlarle. Pensi che sia meno imbarazzato? Sono arrivato pensando di farmi un giro tranquillamente e ti ho trovata con indosso un abito bellissimo, i tacchi e come se non bastasse te ne vai in giro dicendo queste cose insensate!
Però sta zitto, perché alla fine non riesce a capire neanche lui se improvvisamente sia così arrabbiato per come si sta comportando Amber o per il semplice fatto che è così disorientato.
Amber prende un lungo respiro e poi lo guarda negli occhi, per davvero.  Sull’acqua i fuochi d’artificio continuano a esplodere tingendo la sua carnagione bianca dei colori dell’arcobaleno.
Henry non può fare a meno di deglutire sentendo lo stomaco andare sottosopra. Non si era mai reso conto di quanto fosse bella, e il realizzarlo l’ha confuso così tanto che improvvisamente non sa più che dire.
«Per la verità, sì, sono innamorata di te», esordisce Amber. Abbassa lo sguardo e le guance le si tingono di un rosa quasi violento, visibile nonostante sia sera.
«Neanche so da quanto. Sono così patetica, pensa che questo vestito me lo comprai due anni fa sperando di potermelo mettere davanti a te, sperando che potessi guardarmi come guardavi quelle ragazze a cui facevi dei complimenti…», Amber si asciuga una lacrima con il dorso della mano. Una sola, perché le altre le ricaccia tutte indietro, come sempre.
«Amber, io…», farfuglia Henry con un nodo in gola senza più sapere cosa fare.
«Fa niente. Va bene così. Magari la prossima volta ci penserai un po’ prima di fare degli apprezzamenti a una ragazza in mia presenza o cose così… Mi basta questo».
Henry si porta una mano alla bocca, incapace ormai di dire qualsiasi cosa di senso compiuto. E’ successo tutto così alla svelta, non se lo aspettava, e non sa se essere preoccupato, triste o sollevato.
Si rende conto solo ora di quanto deve averla fatta soffrire senza accorgersene. Come ha potuto…
«Io… io…», gli sembra che gli manchi il respiro. Un attimo dopo scoppia in singhiozzi, stringendo l’esile corpicino della sua amica fra le braccia.
«Mi dispiace, Amber. Mi dispiace così tanto…», piange.
Lei suo malgrado gli accarezza affettuosamente i capelli.
Lo spettacolo pirotecnico è arrivato alla fine. L’ultimo grande razzo sibila nel cielo prima di esplodere in un’enorme cascata argentata.
Amber chiude gli occhi e respira il profumo della giacca di Henry. Ci sarà tempo per tutto il resto, ma stasera ha fatto il primo passo, il più difficile e il più doloroso. D’ora in poi non si nasconderà più, ha deciso. 




WARNING! E' un po' strano scriverlo alla fine di una storia, ma non mi veniva in mente un modo diverso per introdurre l'angolo della scrittrice. Questa è la mia seconda one shot. La prima in effetti era legata alla mia fanfiction vera e propria, ma poi ho sentito l'esigenza di migliorarmi un po' sulle one shot e ho deciso di scriverne una che non fosse necessariamente collegata a Seoul Chronicles. 
Per questa ho scelto uno dei miei pairing preferiti, la HenBer. Non sono esperta d'amore ma sono esperta di cose come sentirsi inadeguate con il ragazzo che ci piace, venire considerati al pari di un amico maschio e subire umiliazioni  quali il sentirsi chiedere conferma per frasi come "guarda che carina quella!". 
Diciamo che ogni sotira deve rispecchiare un po' l'autore; in questo caso mi sono fusa con Amber, solo che lei ha avuto il coraggio di cambiare, di mostrare un'altra sé stessa e di "ribellarsi". Spero che la one shot vi sia piaciuta, baci
Banana
  
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