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Autore: AnneC    12/08/2013    5 recensioni
Si può abbandonare il proprio Paese e una volta all’estero cercare qualsiasi cosa che ti tenga aggrappato ad esso?
Si può ripartire da zero, iniziare una nuova vita, creare una nuova versione di te senza sentirsi spaesati e soli in una metropoli che ti attende oltre le finestre?
Riuscirai a ristabilire l’ordine o andrà tutto a rotoli?
Resterai o tornerai indietro?
In ogni battaglia serve qualcuno che ti copra le spalle nei momenti di difficoltà e che esulti con te della vittoria. Ma puoi trovarlo in mezzo ad una folla sconosciuta?
C’e chi riesce nel suo intento e chi invece rimane sconfitto.
Cos’è successo a me? Stavo precipitando, ma qualcuno mi ha portata in salvo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

~

 When's the day you start again? 


Quando si decide di mollare tutto e trasferirsi in un'altra città, non sei pienamente consapevole di ciò che troverai nella tua nuova vita.

Abbandoni la tua casa e i ricordi legati ad essa, la tua famiglia, i tuoi amici e persino la persona che sei stata fino a quel momento.
Molti dicono che hai la possibilità di essere diversa, diventare chi vuoi essere davvero, puoi creare una versione migliore di te stessa, ma chissà se sarà vero...
Fin quando un'hostess non ti riconsegna cordialmente il tuo biglietto aereo ed il tuo documento, vivi in una sorta di limbo, tra la tua vita passata e quella futura. Ed è questa la situazione in cui mi trovo in questo momento.
Ho deciso di abbandonare l'Italia per andare alla ricerca di un futuro migliore, che non mi intrappoli in un lavoro sottopagato, che non mi soddisfi appieno, che mi permetta di essere autonoma economicamente e di non essere costretta a vivere con i miei fino ai trenta e passa anni.
Certo, fra due giorni inizierò a lavorare in una caffetteria, ma spero che tra un mesetto abbia trovato qualcosa di meglio, o altrimenti resterò finchè potrò permettermelo e ritornerò in Patria con la coda tra le gambe.
Ed eccomi qui, una ventiduenne in un aeroporto fuori Londra all'una di notte, ad aspettare che il nastro trasportatore mi restituisca il mio bagaglio sano e salvo. Nonostante sia già stata in questa che ora sarà la mia città, tutto ciò che mi circonda mi appare sotto un'altra luce, ma forse è dovuto solamente al fatto che siamo a gennaio e a quanto pare fuori sta per cominciare una bufera di neve. Ho scelto davvero un bel periodo per trasferirmi!
Anche se è notte fonda, l'aeroporto non è deserto: ci sono i viaggiatori del mio volo, giovani accampati in ogni dove che attendono i primi voli del mattino e un altro gruppo di viaggiatori provenienti da qualche città che non ho ben capito. Con al seguito il mio bagaglio integro mi dirigo verso la fermata dei taxi, ma mi fermo poco prima della porta per infilarmi sciarpa, cappello e guanti e prepararmi all'idea che presto diventerò un pupazzo di neve. Non so se ho impiegato un'eternità per conciarmi come una befana, ma appena esco mi rendo conto che sono rimasti solo due taxi liberi.
Cerco di correre, ma il trolley mi impedisce di accelerare quanto io vorrei, e non solo rischio di cadere ogni due passi, ma arrivo letteralmente addosso a qualcuno. Mi scuso velocemente con lapersona che ho urtato e  mentre noto che uno dei due taxi si allontana, una donna impellicciata mi guarda storto, dicendo qualcosa con un accento alquanto strano. La guardo dispiaciuta, qualunque cosa abbia detto e mi allontano, con la speranza di accaparrarmi l'ultimo mezzo a disposizione. Riparte così la mia corsa folle e quando sono ad un metro di distanza dallo sportello, qualcuno mi precede e sale a bordo.
A questo punto mi rassegno all'idea che passerò la mia prima notte londinese rannicchiata su una poltrona, aspettando che diventi giorno; faccio dietrofront con la testa china come se stessi andando al patibolo.

D'un tratto però lo sportello dell'auto si apre.
"Credo che debba prendere tu questo taxi" .
" Dici a me?!" dico voltandomi, ma d'altronde a chi potrebbe riferirsi se non c'è anima viva qui fuori.
" Si, non è prudente passare la notte da sola in aeroporto" mi dice il ragazzo avvicinandosi.
"Ma l'hai preso per primo, io sono arrivata tardi".
"Posso farmi venire a prendere da un amico, mi pare tu non abbia alternative".
Hai colto nel segno, mio caro.
"Se è cosi, ti ringrazio davvero" gli dico sincera mentre il freddo pungente mi sta quasi congelando, e lui fa cenno al tassista di mettere il mio bagaglio nell'auto.
"Grazie mille. Mi dispiace se rientrerai tardi a causa mia" gli dico mentre l'aria calda dell'abitacolo mi accarezza il viso.
" Non preoccuparti, ormai ci sono abituato" mi dice col sorriso sulle labbra.
Non so a cosa si riferisce, ma qualunque cosa sia mi ha fatto guadagnare un posto al calduccio. Mentre l'autista si allontana dal marciapiede, lui è ancora lì che mi guarda sorridente e mi saluta con la mano ed io d'istinto ricambio.

Allora è proprio vero che in Inghilterra sono tutti più gentili.


~          

Salve! Questa è la mia primissima fanfiction,
quindi siate clementi, anzi no, siate spietate più che mai!
Scherzo ovviamente, siate semplicemente voi stesse,
ogni opinione è ben accetta ;)

Buona lettura

~  AnneC 

   
 
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