Katerina e Elijah. Katherine e l'Originario
Fu con un intenso e inaspettato scambio di sguardi che
avvenne il primo incontro tra Katerina e Elijah.
Le cerimonie erano sempre uguali a quell’epoca, la
dama che offriva la mano al gentiluomo e questi gliela baciava in segno di
rispetto e galanteria. Anche in quel caso avvenne ma non era usuale come gli
altri; Katerina molte volte si era sentita lusingata nel ricevere
tali attenzioni ma quella volta era stato diverso.
Il destino a volte ti piazza di fronte uno sguardo e
non lo dimentichi più.
Si era dimostrata affascinata e scombussolata
nell’incrociare lo sguardo di Elijah, con mille scintille d’emozioni strane e
sconosciute che si espandevano nel petto e le facevano gonfiare il cuore.
Trattenere un brivido era stato impossibile. Lo stesso valse per quel vampiro
centenario, che si nascondeva dietro la facciata del perfetto e galante
cavaliere che però non offriva mai nulla di sé e esibiva sempre una perfetta e
calcolata padronanza delle sue emozioni, mostrate a volte col conta goccia.
Molto spesso mai. Ma in quel caso anche per lui era stato tutto diverso.
Non era riuscito a impedire che qualcosa avvenisse
dentro di sé dopo aver incrociato lo sguardo della doppelganger… così
simile a lei… alla donna che amava quando era ancora umano, quando
niente era stato ancora distrutto e sfracellato dal sangue e dalla morte.
Elijah aveva udito perfettamente una contrazione in un
punto preciso del petto che doveva contenere un nulla cosmico, e invece in quel
momento c’era davvero un cuore. Elijah sentì quegli occhi marroni, dolci e
innocenti, arrivargli al cuore, prenderlo e stringerlo in una morsa potentissima.
Dopo qualche secondo si stupì del mancato controllo delle sue emozioni e di
aver sentito davvero quella sensazione di stritolamento. Non gli era mai successo prima, lo
considerò sciocco e fuori luogo, e così riprese subito il freddo controllo. Non
dopo aver preso un bel respiro per permettere a quella morsa di allentarsi un
po’.
Eppure durante il baciamano quelle sensazioni intense
ritornarono da ambedue le parti, contro le loro stesse volontà e ogni
aspettativa. Gli occhi erano legati ad un filo invisibile ma spesso, come se si
stessero scrutando l’anima a vicenda e dopo averlo fatto l’avevano ritenuta
bellissima, piena di virtù e splendida.
“Il piacere è tutto mio, Katerina.” Aveva mormorato
Elijah in un tono così profondo da farle scorrere l’ennesimo brivido lungo la
schiena, come se lui la stesse rimirando come un’opera d’arte da nascondere e
proteggere.
Gli sguardi ravvicinati, quel tocco leggero come una
carezza d’aria, riempirono le loro menti e le intorpidirono come un dolce
veleno che avrebbe allietato le loro notti seguenti.
Per Elijah era stato difficile mantenere saldo il
controllo sulle sue emozioni ritenute spente, e di mantenere intatta la sua
corazza d’indifferenza e gelo plasmata lungo i secoli.
Perché con Katerina era tutto semplice, umanamente semplice. Contro le
sue certezze si accorse che gli mancavano quegli atti di quotidianità, quelle
sensazioni così simili alla gioia, il formarsi di un sincero sorriso di
gentilezza e non invece glaciale e minaccioso. Lui che aveva preso l'abitudine
di corazzarsi l’animo, armandolo di cemento e freddezza, si ritrovò a perderne
i pezzi ogni giorno che passava con quella fanciulla, la quale gli rinfrescava
il cuore gelido con le sue parole e i suoi sogni di una vita migliore.
La dolce Katerina, senza accorgersene, aveva risvegliato un barlume
di luce nell’animo buio di qualcuno che, la luce, non la vedeva più da numerosi
secoli. Inconsciamente gli aveva aperto gli occhi, fatto sentire quanto quel
senso di vuoto nella sua vita pesasse come un macigno, e lo aveva spiazzato con
la verità delle sue parole.
“La vita è troppo crudele. Se cessiamo di credere
nell’amore, perché dovremmo vivere?”
Un sorriso nostalgico e triste curvò le labbra di
Elijah nel soppesare quelle parole. Era vero ciò che aveva detto Katerina – poco ha senso la vita senza amore - ma come poteva lui tornare a credere nell’amore con
ciò che c’era in ballo? Come poteva se sarebbe stato il suo aguzzino, colpevole
di quella mostruosità quanto il fratello?
Dopo di che l’aveva lasciata nelle mani di Klaus e un
tormento interiore si era affacciato sul suo viso di marmo quando fu solo.
Elijah amava troppo il fratello per essergli sleale e per voltargli le spalle;
la famiglia era tutto ciò che di più caro aveva e doveva rinunciarci per
un’umana? Lui, che aveva sempre professato di non credere nell’amore e non ne
aveva sentito neanche la mancanza, doveva rischiare?
In quel secolo però Elijah si sentiva più umano di
quanto mai fosse stato. Forse era tutto dipeso da Katerina perché gli
stava facendo riaffiorare un’umanità a lungo compianta ma così in guerra con
ciò che doveva fare.
Però ormai entrambi, Katerina e Elijah,
erano stati stregati da quel sentimento, divenuti preda di esso anche se lui in
primis doveva cacciarlo.
E grazie, o per colpa delle parole di Katerina, si creò una
spiraglio dentro la corazza di Elijah, una breccia consistente che gli fece
rinascere la speranza. Speranza di una vita migliore di quella che viveva, di
ritornare a credere nell’amore.
Aveva quindi trovato un modo per salvare la doppelganger senza
però andare contro il fratello, che avrebbe ottenuto ciò che voleva senza la
sua morte. Elijah aveva creduto di aver fatto scacco matto perché non avrebbe permesso
di perdere l’amore del fratello, ma non avrebbe nemmeno tollerato l’idea che Katerina morisse in
un modo così orribile e ingiusto. Il senso di sollievo quando le streghe gli
avevano dato l’elisir era un qualcosa che non aveva mai provato, come un pugno
di ferro che si ammorbidiva e dell’aria pura tornava a infiltrarsi dentro di
lui, facendogli sentire la strana sensazione meravigliosa di essere vivo.
Perché la sua Katerina sarebbe vissuta.
Elijah era andato trepidante ma deciso dal fratello
nell’esporgli il suo piano, ma purtroppo niente era andato come previsto. Klaus
gli aveva negato la salvezza della doppelganger e aveva smascherato la verità che Elijah aveva
tentato di negare agli altri e al proprio specchio, invano.
“Sei così stupido da preoccuparti per lei?” L’orrore e
la ripugnanza nella voce del fratello.
“Certo che no.” La voce della mente era stata più
veloce di quella del suo cuore.
Elijah si era mantenuto eretto e fiero davanti al
fratello, come nulla fosse, mentre Klaus gli ripeteva la lezione di vita dei
vampiri. Quasi una legge che loro più di tutti dovevano intraprendere. Perché
erano degli Originari, i signori dei vampiri.
“Noi non sentiamo e non proviamo niente.”
Elijah aveva cercato di ribattere, di fargli capire
l’errore di quella situazione ma alla fine aveva ceduto al volere di Klaus perché
in fondo dall’inizio doveva andare così.
Il moro si sarebbe spento nel sapere che Katerina sarebbe
stata sacrificata su un altare di fuoco, bruciando con essa anche l’ultima sua
speranza e l’ultimo battito che il suo cuore morto avrebbe sfoggiato. Ma non
poteva essere sleale a Klaus.
La famiglia per lui era sempre venuta prima di tutto.
Tutto poi scivolò e si sgretolò come una città intera
ridotta a pezzi. Katerina era fuggita. Elijah non ne sapeva assolutamente
niente, non avrebbe mai tradito la fiducia del fratello ma quest’ultimo non era
riuscito a credere alla sua buona fede e gli aveva rinfacciato di saperne
qualcosa.
Elijah, messo al muro, aveva sibilato duramente al
fratello che l’avrebbe trovata. Gli aveva dato la sua parola. E non per fare un
favore a Klaus. Ma per se stesso.
Mai come in quel momento Elijah aveva sentito la morsa
del tradimento farsi così ferrea da privargli terribilmente del respiro e
rischiare di ridurlo in cenere.
Ecco uno dei motivi per cui non credeva nell’amore..
perché fa male, perché non ti puoi mai fidare ciecamente di qualcuno visto che
alla prima occasione ti volta le spalle, perché le ferite che derivano da quel
sentimento sono bruciature che marchieranno per sempre la tua pelle. Perché le
speranze che ti dà se le riprende sempre, con gli interessi.
La delusione infatti era cocente e lo raggelava allo
stesso tempo. Per lui era peggio di una malattia, odiava chi lo deludeva perchè così
intaccavano il suo solido onore. Chi lo beffeggiava e lo tradiva aveva sempre
avuto di cui pentirsene.
E Katerina non avrebbe fatto eccezione. Elijah non avrebbe
permesso di farsi calpestare l’onore in quel modo, anche se lei aveva riportato
tante cose significative nella sua vita, ma quelle cose proprio lei le aveva
buttate via e gettate al vento non appena aveva deciso di scappare.
Lo aveva ferito così profondamente che era stato lui
stesso a darle la caccia nella foresta, a urlare il suo nome e a dirle che non
sarebbe fuggita ancora per molto dall’ira degli Originali. La corazza sembrava
avesse di nuovo avvolto il suo animo, ghiacciandolo, e cacciando via di rimando
l’umanità tanto a lungo sospirata.
Ma dentro di sé, qualcosa era cambiato. Per sempre.
Non poteva tornare indietro dagli effetti che l’incontro con Katerina avevano riportato
sulla sua esistenza vuota e immortale.
Dopo la caccia infruttifera, Elijah era ritornato
nelle sue stanze del castello a rimuginare con tristezza a ciò che era
successo. Aveva irrimediabilmente distrutto il rapporto col fratello solo per
proteggere un'umana, che in cambio l'aveva abbandonato a scontare colpe non
sue, a fargli rimpiangere quell'errore comune.
Si mise a guardare al di fuori della finestra, a
pensare a Katerina che fuggiva spaventata da delle bestie che volevano
ucciderla. Sapeva che lei doveva morire, era logico. Ma perché una parte del
suo cuore voleva che lei sopravvivesse alla loro ira, andando contro alle sue
convinzioni? Forse perché se il mondo avesse perso il suono della sua risata
innocente, che riscaldava ogni genere di cuore, sarebbe stato un vero
sacrilegio. In fondo non poteva biasimarla… aveva pensato alla sua sopravvivenza.. ma la
delusione era così forte in lui che non avrebbe mai potuto perdonarla.
Quella delusione gli faceva male, scavava un cratere
di rancore, speranze mancate, rimpianti e sofferenza che non potevano essere
messi da parte e rinchiusi in un recesso nascosto del suo animo come aveva
sempre fatto. No, perché doveva ricordare per non permetterlo mai più. E mai è
un tempo molto lungo per un vampiro.
Elijah aveva sul serio sperato di poter inserire un
po’ di luce nel suo mondo buio. Ma andata Katerina, se ne andò anche quella luce pallida e fioca che
era riaffiorata dagli abissi del suo essere. Ed era quindi ritornato il buio,
la non credenza sull’amore.
Mentre scrutava l’oscurità della notte Elijah sospirò,
tornando a richiudere il cuore in una prigione inferriata e dando l’addio alla
sua Katerina.
Fu con un pericoloso e sbigottito scambio di sguardi
che avvenne l’incontro tra Katherine e l’Originario dopo molto tempo.
La vampira era venuta a conoscenza della cura e aveva
intenzione di prenderla per prima così da fare un accordo conveniente con
Klaus. Ma per questo aveva bisogno di Elijah. Consciamente sapeva che aveva
sempre avuto bisogno di lui ma lei aveva deciso di affidarsi solo a se stessa e
a nessun altro. Così nessuno l’avrebbe mai più ferita e ingannata. D’altronde
si è molto più sicuri se si pensa solo a se stessi.
Non perse quindi di dosso la sua maschera di furbizia
e cinismo davanti a quell’Originario dal gusto sempre impeccabile e dall’eleganza
che lo faceva apparire simile a un Dio. Non era cambiato molto, aveva solo un
taglio di capelli più moderno e che lo faceva apparire ancor più affascinante,
se mai fosse stato possibile.
La sua galanteria l’aveva subito intrigata, si era
sempre sentita speciale e importante davanti a lui. Peccato che le cose erano
andate in maniera diversa… e infatti l’espressione di Elijah era più glaciale
del solito, distaccata come se non gli importasse di nulla e non faceva
trasparire nemmeno l’ombra di emozione. Appariva come un vero e implacabile
Originario, non come il gentile Elijah di cui si era innamorata.
Lui infatti si era immobilizzato davanti a lei, con la
solita postura elegante e le mani nelle tasche, ma con la maschera di
indifferenza e calma gelida che copriva interamente la sua anima.
“Perché hai deciso di contattarmi? A
cosa devo tale coraggio, Katerina?” domandò l’Originario ad un tratto, guardandola
con finto disinteresse e non facendo trasparire nessuna emozione mentre diceva
il suo nome. Come in un semplice colloquio.
Katherine invece al nome Katerina sussultò.
Nessuno la chiamava più così da tanto tempo.. forse perché nessuno aveva mai
conosciuto Katerina Petrova, quindi nessuno poteva dire di capirla appieno.
Katherine era semplicemente la maschera subdola e cinica che si era attaccata
al viso di Katerina. Solo che si era talmente appiccicata e adattata al
suo corpo che aveva finito per smembrarle l’animo puro e aveva preso infine il
suo posto. Era Katherine, la stronza manipolatrice, che comandava da ormai 500
anni. E’ per questo che era sopravvissuta a Klaus.
Fece così un sorriso furbo e di noncuranza
all’Originario che aveva davanti. Cercò anche in tutti i modi di nascondere il
tremore che aveva invaso il suo animo quando lui l’aveva chiamata col suo
vecchio nome. Tremore per la paura che lui riuscisse, semplicemente con la sua
voce, a richiamare indietro lo spirito di Katerina e affossare quindi lei.
“Lo sai che il coraggio non mi é mai mancato. Ti ho
chiamato per stringere un accordo vantaggioso per entrambi. E perché non posso
chiedere a nessun’altro che te per aiutarmi.” Nell’ultima frase Katherine
scacciò la civetteria nella voce, mostrando un po’ della fragilità che l’aveva
contraddistinta quando lui la conosceva da umana.
Elijah però non si fece impressionare e mantenne alta
la guardia. Mai si sarebbe fidato di Katherine Pierce, quella vampira non aveva
nulla a che fare con lui e nemmeno con la Katerina che aveva amato e perso. La scorza gelida che
avvolgeva il suo essere era più spessa che mai, nonostante la situazione che li
univa dopo così tanto tempo.
“E perché dovrei offrirti il mio aiuto quando proprio
tu l’hai gettato via anni addietro? Non rifaccio lo stesso errore.”
Il tono glaciale dell’Originario fece mordere le
labbra a Katherine, che non sapeva come correre ai ripari per agevolare la sua
causa.
Tempo prima aveva sempre descritto Elijah come un
luogo sicuro in cui ripararsi, come un terreno verde che non avrebbe mai
scricchiolato sotto i suoi piedi creando un'orribile voragine. Ma erano tutte
fantasie. I vampiri creano voragini attorno alle loro prede e le fanno cadere
poi giù, nel buio più nero.
Lo aveva così compreso che aveva cominciato a farlo
anche lei. “Perché anche tu riceverai qualcosa in cambio. La cura è un oggetto
molto prezioso, Elijah. Non puoi negarlo e io so sfruttare bene i miei vantaggi
per essere sempre un passo avanti agli altri.”
Lui allora le rivolse un sorriso di scherno ma
glaciale. Un soffio di vento gelido soffiò su di loro, ma la capigliatura del
vampiro rimase perfettamente intatta così come la sua maschera. “Hai sfruttato
bene i tuoi vantaggi visto che sei riuscita a scappare così per tanto tempo da
mio fratello. Ma devi sapere che io la penso come lui sul punire chi ci
tradisce. Non credi di aver fatto un grosso sbaglio a rivolgerti a me? Potrei
lasciarti nelle mani di Klaus proprio come ho fatto prima che lui arrivasse a Mystic Falls.”
Quella minaccia ben riuscita la fece rabbrividire.
Sapeva che quell’Originario non scherzava mai e se prometteva una cosa la
mandava a termine. Se perdevi la sua fiducia, la perdevi per sempre.
Tuttavia aveva sperato…. In fondo al cuore aveva sperato che lui avesse
cambiato idea su di lei, che intendesse darle una seconda opportunità e non
giudicarla come facevano tutti gli altri…
Ma l’animo di Elijah si era talmente ristretto che non
sarebbe più stato ghermito dai sentimenti che un tempo nutriva per lei. Li
aveva rinchiusi, nascosti dietro la sua corazza cosicché non avrebbero più
potuto vivere e fargli del male.
Tuttavia nonostante quelle barriere, si resero conto
con tremenda amarezza che in quell’angolo di tempo non erano più la dolce Katerina e il gentile
lord Elijah. Erano Katherine e l’Originario senza emozioni.
Il loro amore era passato, scivolato via come una luna
che riesce in un’eclisse a coprire il sole. E tutto si faceva buio. Il loro
sentimento non avrebbe mai più rivisto la luce del sole, non sarebbe mai potuto
venire a galla a causa di ciò che erano diventati.
Ma malgrado tutto, fu la voce del cuore di Katherine a
parlare, in un’ultima occasione prima della fine:
“Ti ho chiamato perché ho bisogno di te, Elijah. Più
di chiunque altro."
L’Originario allora sentì la stessa morsa che l’aveva
avvolto secoli prima, la morsa familiare che l’aveva incatenato e imprigionato.
Ma comunque continuò a persistere a tenere alta la guardia, a non esporre
troppo ciò di cui sentiva perché lui non poteva fidarsi di Katherine. Sapeva
come lei raggirava gli uomini, come li ingannava per il suo tornaconto… non aveva
alcuna intenzione di finire nella lista o di smantellare di nuovo il rapporto
con la sua famiglia.
L’espressione quindi rimaneva fredda e controllata in
quel remoto paesino della Pennsylvania. Katherine persisteva a guardarlo,
mentre dei sogni infranti e illusioni frantumate fluttuavano giù come cenere e
polvere.
“Sono stanca di scappare, voglio ritornare a vivere e
a assaporare la mia libertà. Klaus si è preso troppo della mia vita e solo tu
puoi aiutarmi. Questa volta non fuggirò te lo giuro.” Mormorò lei sincera più
di quanto potesse essere e guardandolo negli occhi.
Elijah contraccambiò lo sguardo che si faceva sempre
più livido e severo. Non sapendo come rispondere senza abbattere la propria
armatura esibiva solo silenzio.
Katherine gli si avvicinò di più, il rumore dei tacchi
era sonoro sull’asfalto malridotto della strada ma nessuno dei due lo udì:
“Voglio che tu ti fidi di me e ti dimostrerò che puoi
farlo. Ti prego dammi una seconda occasione. Se hai un provato anche solo un
briciolo del sentimento che provavo io per te, allora ti prego… fallo. Tu sei
l'unico che si sia mai veramente preoccupato per me. Possiamo ricominciare da
capo e lasciarci tutto alle spalle.”
Elijah serrò allora lo sguardo, sentendo il torace
tormentato da punture di coltello. La mente gli diceva che non doveva ascoltare
le sue bugie né farsi manipolare, ma avvertiva più che realmente una
contrazione laddove un tempo c’era stato il suo cuore.
Non riusciva a frenare quella sensazione né ad
abbatterla, anche con tutte le forze che aveva.
Sapeva che ciò che li legava ancora dopo tutto quel
tempo non poteva durare e che era destinato a soccombere. Sapeva che loro erano
solo i pallidi fantasmi di ciò che erano stati una volta e niente sarebbe stato
più come prima… troppi inganni, troppi ostacoli, troppe ferite…
Lui che era così leale alla sua famiglia tanto da non
pensare mai alla propria felicità. Lei invece che era diventata così egoista e
pensava unicamente alla propria sopravvivenza, incurante di chi ci andava di
mezzo.
Ma poi tutto cambiò, i rumori della cittadina erano
fuori dal mondo intimo che si era creato tra loro due, bloccando così la
realtà.
Elijah le si avvicinò, l'espressione dura del viso si
sciolse e fu ciò che era rimasto del suo cuore a parlare:
“Katerina…”
Questa volta il sussurro era stato carezzevole,
proprio come nel passato. Pareva aver invocato la persona che aveva amato nel
1492 perché l’aveva intravista in quel momento sotto la maschera di Katherine e
nelle sue parole di bisogno. Nei suoi occhi che lui aveva imparato a capire
come se fossero un riflesso della sua anima.
Katerina aveva
dato speranza a un vampiro che l’aveva perso da 500 anni. E’ di questa donna
che lui si era innamorato. Vedendo anche solo un barlume di lei, qualcosa si
aprì in Elijah come una breccia che incrinava la sua armatura considerata
impenetrabile.
Le si avvicinò, accarezzandole piano la guancia e scostando un ciuffo riccio ribelle.
Katherine socchiuse le palpebre per quel tocco leggero che le portava alla
mente ricordi lontani ma ancora vivi. Quei giorni di cui entrambi avevano
nostalgia, anche se non l’avrebbero mai ammesso.
“Ti aiuterò a riavere la tua libertà, a farti riavere indietro la vita che
avresti meritato di vivere 500 anni fa, Katerina.” Promise Elijah fissandola fin nel profondo col suo
sguardo magnetico. E lei gli credette. Elijah manteneva sempre la parola data e Katherine
si sentì per la prima volta al sicuro.
Poi fu lui a prendere l’iniziativa e a chinarsi su di lei fino alla sua
labbra, ove vi posò le sue in un bacio delicato ma possessivo. Katherine si
lasciò semplicemente andare contro il suo petto, sentendo un’esplosione di
soddisfazione espandersi dentro di lei.
Sapeva che Elijah avrebbe accettato perché ancora legato alla Katerina di un tempo, e
sapeva che non poteva lasciarselo sfuggire visto che gli serviva per mandare a
termine l’accordo con Klaus. Questi erano pensieri alla Katherine, quella che
usava tutto e tutti per i suoi scopi senza alcun rammarico. Ma l’ombra di Katerina si stava
risvegliando dentro di lei, agognando a vivere di nuovo.
La vampira non aveva mai sentito la sua parte umana riaffacciarsi così
prepotentemente e prendere quasi le redini della sua mente, perché in quel
momento si sentiva felice di riavere Elijah accanto, di risentire le sue
braccia accoglienti intorno a sé e di sapere che ci sarebbe stato lui a
difenderla contro chi le voleva male.
Davvero strano come un semplice bacio cambi tutto, e da esso in quel
momento si affacciavano nella mente di Katherine e Elijah delle immagini tratte
da ricordi che prendevano forma. Ricordi di una vita passata che avevano
seppellito sotto strati di cinismo, per non riportare più ferite indelebili e
cedere a insulse debolezze. Ma era comunque una vita che a entrambi mancava… da morire.
Si staccarono con un leggero schiocco e si guardarono negli occhi, con i loro spiriti che si sentivano attraverso quello
sguardo.
Nessuno dei due era sicuro che fosse la mossa più
saggia e giusta; sicuramente se ne sarebbe pentiti prima o poi perché la loro
fine pareva già essere stata sottoscritta dal destino che li aveva già divisi
una volta. Senza contare che erano così cambiati dal lontano 1492.. Elijah
aveva racchiuso le sue emozioni dove non poteva vederle nessuno.. così
glaciale, minaccioso, austero e ostentava sempre il controllo su tutto. Mentre
Katherine era quella che era… le piaceva essere un vampiro, non poteva negarlo.
Amava i suoi benefici, anche se le avevano offerto una vita solitaria e senza
quell’amore di cui lei un tempo ci aveva fantastico sopra.
Ma anche se forse si stavano facendo del male, se
stavano tramutando quel rapporto in un qualcosa di sbagliato come una madezione, quell’errore non poteva arrecare alcun danno in
un simile momento.
Il peso che gravava sui loro petti, scavando sempre un
senso di vuoto immenso, sembrava essersi sciolto e ammorbidito notevolmente.
Come se fossero ritornati alla vita e smesso di indossare maschere che inquinavano
la loro esistenza.
Potevano aver finto che l’uno non contasse più nulla
per l’altra in quei 500 anni di lontananza, ma quando un amore così grande
tocca il tuo animo non puoi dimenticarlo senza dimenticare un po’ te stesso.
La vampira accarezzò il viso di Elijah con un sorriso
di gratitudine, come per farlo sentire di più in suo potere ma accadde il
contrario suo malgrado. Quell’Originario elegante avrebbe sempre avuto un forte
impatto su di lei. Riuscì comunque a resistere di dirgli che lo amava e lo
aveva sempre amato.
Di certo non era il momento giusto per esporsi così
tanto e lasciarsi andare alle debolezze. Ma quando era stato il momento giusto
per loro due? Era sempre il momento sbagliato.
Ma quel sentimento che li legava si era fatto strada,
senza permesso, oltre le barriere invisibili che entrambi avevano innalzato. E
fu tutto di nuovo umanamente semplice.
Erano solo loro due in quel momento. Elijah e Katerina. Insieme e
vicini. Con la sensazione reale di farsi battere il cuore a vicenda.
Tuttavia, prima della fine, Katherine avanzò
sull’ombra di Katerina e l’amarezza si inoltrò in lei, feroce come un pugno
in pieno stomaco. Perché consapevole che Elijah non la avrebbe mai amata, non
del tutto.
Sempre la famiglia al di sopra di ogni cosa, Katerina impressa nel
suo cuore come un marchio. Ma lei ora era Katherine, non poteva cambiare così
tanto se stessa.
L’animo della ragazza si rabbuiò, la luce si spense
pensando che stavano solo alimentando false speranze e sogni troppi deboli.
Sarebbero caduti giù, frantumandosi a terra prima o poi. Come la pioggia che in
quel momento stava mostrando i suoi primi segni.
Se cessiamo di credere nell’amore perché dovremmo
vivere?
Ma l’amore non basta.
Se non sei destinato a stare con una persona, gli
ostacoli ti divideranno sempre da lui come un abisso impossibile da saltare.
Potrai amarlo ma ci sarà sempre l’ombra dell’epilogo alle tua calcagna come una
maledizione che ti perseguita con perfidia, e ti avrebbe dimostrato che se
anche una persona sta tuo nel cuore, a volte non può stare nella tua vita. Perché
semplicemente è impossibile.
Così inconsciamente Elijah e Katherine stavano già
sentendo gli artigli della maledetta solitudine ghermirli fino a reciderli a
sangue, per poi dividerli. Facendo ritornare di nuovo il buio nelle loro vite.
But that kind
of love never dies.
FINE.
Grazie per aver letto la mia prima opera sul Kalijah. Spero che vi sia
piaciuta ^_^ Ho voluto fare una differenza tra Katerina-Elijah, Katherine-Elijah. Io sono convinta che Elijah ami la prima e non
potrebbe mai stare con la seconda. Ecco perché il finale presume che non ci
sarà futuro tra loro. Come infatti è accaduto nel telefilm. Ahimè :( Se la Plec non avesse imboccato una strada così disastrosa forse
avremmo potuto goderceli di più :( In fondo, nel bene e nel male, sono
meravigliosi!
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuta o meno. I consigli fanno
sempre piacere ^^
Grazie di nuovo.
- Elyforgotten