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Autore: wehaveahulk    12/08/2013    2 recensioni
Non poteva più negare di essere attratto da Steve.
«Benvenuti alla prima edizione del Gioco di Flirt con Steve» pensó. «E che possa la fortuna essere sempre a mio favore».
E' la mia prima ff fuori dall'ambito musicale. Siate spietati.
a Martina: per essermi rimasta sempre a fianco in ogni genere di situazione.
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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a Martina, colei che mi è sempre stata accanto, anche quando abbiamo attraversato il campo di ortiche, e che vomita arcobaleni insieme alla sottoscritta guardando immagini Stony/Thorki/Johnlock. Ti voglio taaanto bene Marti♡.


                                           


Quella notte qualcuno non riusciva a dormire.

Tony Stark, da quando il capo della S.H.I.E.L.D. Nick Fury era tornato per avvisarlo nuovamente del progetto "Avengers" non era più riuscito a prendere sonno. Passava le ore in laboratorio a progettare e a creare nuove armi, o semplicemente piccoli oggetti elettronici per passare il tempo. Le occhiaie scure e scavate indicavano che non dormiva da circa una settimana e anche l'aspetto non era dei migliori: quello che è sempre stato un taglio di barba perfetto, lasció spazio ad una landa incolta e selvatica di peluria bruna, gli zigomi erano incrostati di grasso che andavano ad accentuare ancora di più le occhiaie dovute alla mancanza di sonno. Il laboratorio non era da meno, per terra quasi non si poteva passare per paura di essere inghiottiti da un mare di carta, e qua e là erano lasciate alla loro povera sorte le nuove invenzioni del nostro uomo di latta, per non contare tutte le bottiglie di wiskey sparse per l'intera stanza e che quasi coprivano l'intero tavolo di lavoro.

Tony si mise la faccia tra le mani e, non appena le palpebre sentirono il calore che la sua pelle emanava, le parole di Fury rimbombarono nella mente: «Abbiamo bisogno di voi. Il progetto Avengers che è stato ripetutamente bocciato è l'unica ancora di salvezza per l'intera umanità. Il teschio rosso è tornato ed è più forte di prima, quindi signor Stark cerchi di fare arrabbiare il meno possibile il gruppo e sia serio una volta tanto. La aspetto tra una settimana alla base dello S.H.I.E.L.D. alle sei in punto, non faccia tardi».

Aveva salvato il mondo già molte altre volte, non era questo ció che lo turbava, ma avrebbe rivisto quell'odioso e irritante bambinetto di Brooklyn, tutto muscoli e senza tempo, dagli occhi color del mare e i capelli di grano di cui suo padre parlava sempre e di cui era follemente innamorato. Ma non voleva darlo a vedere.

Non era una questione d'orgoglio, ma di rispetto verso uno dei suoi più grandi amici, caduto durante il precedente scontro con Loki: Phil Coulson. Phil aveva sempre provato un debole per Capitan America, ed ora Stark riusciva finalmente a intendere ció che sentiva. Non riusciva a capire perchè avesse sviluppato questo strano interesse per l'eroe in calzamaglia. Che fosse uno strano modo di ricordare l'amico scomparso? Il punto è che questa divenne una vera e propria ossessione per il nostro miliardario, tanto che quando Pepper Potts non si trovava in casa, apriva un suo ologramma e gli confidava ogni suo segreto, baciando di tanto in tanto quell'immagine impercettibile al tatto.

«Ma chi me l'ha fatto fare?" continuava a ripetersi. E così, dopo aver buttato giù l'ennesimo bicchiere di Jack Daniel's, si addormentó.

 

***

*bip bip bip bip*

«Hmmmnnn»

*bip bip bip bip*

«Hmn»

*bip bip bip bip*

«Ebbasta! Che volete da me?» Disse nel sonno con fare scocciato.

Aprì gli occhi. Erano le dieci e mezza.

«Figli di... JARVIS! SPEGNI QUEL COSO E FAMMI UN CAFFÈ. Credo di essere leggermente in ritardo»

«Veramente la attendevano allo S.H.I.E.L.D. quattro ore e mezza fa, signore»

«Dettagli, Jarvis. E sai cosa non è un dettaglio? Il mio caffè. Continuo a non vederlo».

Rotoló giù dal letto a malavoglia, si trascinó sotto la doccia e aprì l'acqua nel tentativo di sciacquare via i pensieri che lo tormentavano. Come avrebbe reagito rivedendolo? Magari si sarebbe accorto una volte per tutte che erano solo paranoie e che non era realmente attratto da lui. Insomma, un genio miliardario playboy filantropo innamorato? E per giunta del fidanzatino d'America? Non era concepibile. E che avrebbe detto la stampa? Non si era mai fatto problemi del genere, eppure ora era davvero preoccupato da tutte queste cose irrilevanti. Era andato a letto con tante donne, ma non si era mai sentito così coinvolto, così impotente su tutto ció che gli stava accadendo. Aveva sempre avuto la situazione in mano, ma questa gli stava scivolando via dalle dita e gli si stava torcendo contro. Odiava questo genere di cose. Chiuse l'acqua, allungó il braccio fino a che non toccó il tessuto morbido della salvietta e dopo averla presa ci si avvolse dentro. Cercó di asciugarsi alla meno peggio i capelli con un altro asciugamano, e, dopo una settimana di incurie, decise finalmente di farsi la barba. Uscì dal bagno e, indossate una maglia a maniche corte e le scarpe, si mise un goccio di dopobarba: sapeva benissimo come fare impazzire le donne.

«Jarvis, continuo a non vedere il mio caffè» disse scocciato.

«Lo abbiamo finito, signore»

«Di male in peggio sta giornata...» mugoló tra se e se.

«Dì a Pepper di andarlo a comprare, non c'è tempo per la colazione. E prepara l'armatura. Sono atteso altrove»

«Signore, i suoi pan...»

«Jarvis, meno chiacchiere e più fatti»

«Si signore».

Tony la indossó e partì immediatamente verso il luogo dell'appuntamento. Il cielo quella mattina era particolarmente nuvoloso, probabilmente si sarebbe messo a piovere. Tirava una leggera brezza, piacevole per fare un salto all'aria aperta, e volare sopra tutti quei parchi variopinti di colori che tendevano al rosso e al giallo era uno spettacolo da lasciare senza fiato: in poche parole una classica giornata d'autunno.

Stark ammirava tutto il panorama, non aveva mai notato quanta bellezza ci fosse nella natura. E più guardava, più si convinceva di aver fatto bene ad aver costruito un edificio così imponente e nello stesso tempo ecologico come la Stark Tower. Chissà se Steve l'avesse pensata come lui. Probabilmente si sarebbe messo a raccontare faccende dei suoi tempi, di quanti campi erano presenti prima che le città si rimodernassero e altre cose noiose. Molte volte era davvero seccante, tutto "buone maniere e rispettoso della legge". Avrebbe voluto tirargli un pugno sui denti. Eppure era così carino.

Decise di darsi una calmata e intanto che cercava un'entrata degna di lui per presentarsi alla base, riuscì a scorgerla da lontano. Man mano che si avvicinava i dettagli si facevano sempre più nitidi: era un edificio imponente e allo stesso tempo misterioso. Era situato in mezzo a numerose montagne che quasi lo nascondevano ed esternamente, l'unico dettaglio che saltava subito all'occhio era una grande aquila oro che sovrastava la costruzione.

Entró e venne accompagnato nella sala principale. Era molto teso e lo si poteva intuire dal modo nervoso in cui si mordeva il labbro.

«Tra poco rivedo la vecchia squadra» pensó. «E Rogers» aggiunse.

La porta automatica si aprì non appena percepì la presenza dell'uomo. La stanza era molto spaziosa, con grandi finestre che davano sul deserto roccioso, una bacheca piena di fogli che ricopriva un'intera parete e diversi computer posti ordinatamente uno a fianco all'altro vicino alla parte di muro rimanente. Al centro era presente un tavolo enorme circondato da otto sedie, di cui sei occupate da Nick Fury, Natasha Romanoff, Clint Barton, Steve Rogers, Bruce Banner e Thor Odinson. Una probabilmente era riservata ad Iron man, ma l'altra?

La macchina del caffè fischió. Finalmente si decise ad entrare.

«Spero non vi spiaccia se bevo del caffè. E se tolgo ora l'armatura» disse con aria disinvolta.

«Stark! Ha idea di che ore siano? Le avevo detto alle sei ed ora sono le undici! La stiamo aspettando da... Dove sono i suoi pantaloni?».

Tony abbassó la testa e si accorse effettivamente che non li stava indossando.

«I miei pantaloni? Li ho su, proprio ora»

«No, non è vero»

«Si invece»

«No, è in mutande»

«No, si sbaglia»

«Stark, lei è in biancheria intima»

«No Fury, io indosso dei bellissimi pantaloni. Chi è lei per dirmi che non ne sto indossando un paio? Se ci pensate... Che cosa sono in realtà dei pantaloni? Pantaloni. Uhm. Pantaloni... In realtà noi non siamo, ció che esiste in realtà non esiste perchè il nulla non esiste e tutto esiste, e se il nulla fa parte del tutto vuol dire che il nulla esiste e che quindi il tutto non esiste. Capisce Polifemo?»

«Sempre il solito egocentrico con manie di protagonismo, Stark»

«Capitano, qual buon vento. È un piacere anche per me vederla. Signora Dawson, Godzilla, Legolas, Point Break, felice di rincontravi»

«Va bene Stark, ora si sieda e ascolti»

«Solo un secondo. Vedo due sedie vuote. A quanto pare non sono l'unico ad essersi svegliato tardi»

«Si sbaglia. Quella sedia era dell'agente Coulson. Pensavamo gli avrebbe fatto piacere essere qui con noi...».

Tony si lasció sfuggire un mugolio dopo aver visto il volto di Steve incupirsi. Non si conoscevano bene, perchè l'affermazione di Nick l'aveva così tanto rattristato? Che ci fosse stato del tenero tra loro? Scosse la testa. Cercava di convincersi che a lui non interessava affatto Capitan Ghiacciolo. Clint interruppe il silenzio.

«Fury, ci dica perchè siamo qui per favore»

«Bene. Come già vi ho anticipato il Teschio Rosso è tornato»

«Pensavo di averlo battuto anni fa. Se non sbaglio il Tesseract l'aveva inghiottito»

«No, semplicemente l'ha teletrasportato in un'altra galassia, ma è tornato e a quanto pare non è solo. Ha ripreso il controllo della Germania ed è pronto a rivendicare tutto ció che ha perso. È tornato per distruggere l'America e con questa anche lei, capitano»

«I-io?»

«Si, Rogers. Da quel che sappiamo sta lavorando per cercare di annientarla».

Il miliardario era stranamente silenzioso. Si alzó di scatto non appena il capo della S.H.I.E.L.D. ebbe finito di parlare e digrignando i denti si congedó.

Non riusciva ad immaginare di vivere senza il suo capitano. L'aveva finalmente rivisto e già un pericolo incombeva su di lui. Non avrebbe mai lasciato che lo uccidessero. Mai.

A quanto pare si era davvero preso una cotta per l'uomo in calzamaglia.

Steve aveva osservato tutta la scena. Che diamine gli aveva preso a quell'egocentrico? Lo ricordava come uno che prende le cose alla leggera. Era un altro dei suoi giochetti per stare al centro dell'attenzione? Non lo sapeva, ma qualsiasi cosa stesse facendo gli dava i nervi.




 

********
 

Ciao a tutti piccoli cervi!
Cercherò di essere più sintetica possibile, quindi preparatevi ad una lettura di mezz'ora perchè davvero non riesco ad arrivare al succo con poche parole. Alors, come già detto nell'introduzione, è una ff Stony (e giuro, sto ancora vomitando arcobaleni).
Li shippo? No. Di più. Purtroppo per me shippo anche la Frostiron, ma non è otp.
Bando alle ciance, questa è la mia primissima ff al di fuori dell'ambito musicale e per questo vi prego di essere spietati nel valutarla e nel recensirla perchè fino ad ora è l'unica che mi abbia dato unbriciolo di soddisfazione (sarà perchè ho già pronto il secondo capitolo? Mah). Aggiornerò nonappena avrò rivisitato il secondo e avrò scritto il terzo, quindi vi avviso che potrebbero passare mesi e mesi. Mi scuso già in partenza, ma la scuola mi prende davvero molto. Spero possiate perdonarmi, dato che ho molte sorprese in serbo per voi *muahahahahahah*.
Intanto vi prego di seguirmi su twitter/tumblr (ricambio tutti) e aggiungermi su facebook dato che sono una forever alone e non conosco praticamente nessuno a cui piacciano i supereroi Marvel (amo anche la DC, ma Marvel docet). Vi prego, non fatemi sentire sola :c

E vi prego anche di recensire, mi fate solo felice c: (si, sotto sotto sono una persona socievole).

Love u all, rocchettari molto arrendevoli. Alla prossima *lancia cioccolatini*.

  
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