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Autore: Book boy    12/08/2013    0 recensioni
“Dalle memorie del Dott. Brown”
Molti pensano che i test nucleari nell'atollo di Bikini furono fatti solo per scopi di “esperimento”. Ma in realtà non fu così. Inizialmente su quelle isole dovevano essere compiuti altri esperimenti, che non centravano niente con “l’atomica” anche perché ai tempi in cui furono fatti le armi nucleari nemmeno esistevano.
Genere: Azione, Horror, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Guerre mondiali, Dopoguerra
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Proseguimmo a piedi verso la cima della collinetta dove era iniziato l’esperimento e io scorsi in lontananza le taniche che si trovavano ancora là. Corsi in direzione di quest’ultime. Sentii il capitano urlare dietro di me di fermarmi e tornare indietro ma non potevo, dovevo controllare che le taniche fossero chiuse ermeticamente, così che non uscisse più altro gas. Mi trovavo ormai a un metro dalla tanica più vicina, le urla del capitano non si sentivano più, attutite da strati e strati di materiale isolante di cui erano fatte le maschere, quando qualcuno mi attaccò alle spalle. Immediatamente pensai si trattasse del caporale Stean che mi strattonava per riportarmi dietro ai marine, ma quando questo mi gettò a terra e lo vidi in faccia capii di chi si trattava: Diuk. Mi puntò contro la canna di una pistola ma vedendo che non lo attaccavo ed indossavo ancora la maschera capì che ero ancora “umano” Mi aiutò a rialzarmi e, appoggiandomi una mano sulla spalla mi condusse verso i piedi della collina. Io cercai di fermarmi, di dirgli che c’erano dei militari con me, ma lui continuò a strattonarmi, fino a quando non caddi a terra perdendo l’equilibrio. Alzai la testa e vidi che ci trovavamo davanti ad una capanna del villaggio in cui era stato emanato il gas. Mi portò quasi a peso dentro ad essa e chiuse la porta di canne alle sue spalle. Alzò il portello di una botola e dopo che entrai anche io lo chiuse, lasciando fuori il gas verdastro, scese alcuni scalini che lo condussero davanti ad una porta di metallo, la aprì con una spinta e dopo che anche io la oltrepassai la richiuse con una chiave ed una sbarra di ferro. Poi prese un piccolo oggetto, grande più o meno come un telefono. Controllò alcuni dati su un piccolo schermo con all’interno delle lancette e dopo aver controllato questi ultimi si tolse la maschera. Io rimasi interdetto. La tolsi anche io e sbottai con un misto di rabbia e di nervosismo –Ma che cazzo hai fatto?! C’erano dei militari lì fuori! Io…- Poi mi guardai intorno, dato che con la coda dell’occhio avevo visto qualcosa che mi fece capire tutto all’istante. Attaccata alla parete dietro di me vi era una grande bandiera di colore rosso con al centro, all’interno di un cerchio bianco vi era una grossa svastica nera, ai lati della quale vi erano della croci celtiche, entrambi simboli nazisti. Mi si gelò il sangue nelle vene –Hai capito finalmente- mi disse –Io sono dei vostri.- Lo guardai negli occhi senza capire -in che senso? –
-Come in che senso? Entrambi siamo adepti del Reich nazista!- Io lo guardai con un misto di odio e paura –Ma che cazzo dici?! Sei un nazista sei un fottuto nazista!- In quel momento estrassi la mia pistola dalla tasca dei pantaloni e gli puntai contro la canna –Ora dimmi che cazzo è questo posto e come diavolo si ferma quel gas!-
-Ok, stai tranquillo…- Mi rispose sogghignando –Ora ti racconto tutto- Si spostò di lato e prese in mano un piccolo fascicolo rilegato –Nel 1943, Hilter in persona incaricò me, dott. Diuk di creare un arma che superasse quelle convenzionali, subito mi venne in mente un gas asfissiante, come quelli usati durante la grande guerra dalla madre Prussia, ma no, Hitler voleva qualcosa di completamente innovativo. Quindi iniziai i miei studi, ma alla fine di quell’anno non avevo ancora trovato la formula esatta. Provai e riprovai le mie armi chimiche testandole sugli ebrei- Quando sentii quelle parole restai a bocca aperta, ma lo lasciai continuare –Così continuai a cercare. A febbraio 1944 riuscii a trovare la formula segreta! Ero euforico, la presentai al Capo del Reich e lui acconsentì a testarla. Il test fu preparato per l’8 giugno 1944. Come tu ben sai due giorni primi vi fo lo sbarco in Normandia, perciò l’esperimento fu rinviato! Maledizione! Fu rinviato di qualche mese, e poi di un altro e un altro ancora fin che non si arrivò al 1945, la Germania ormai era a pezzi e l’Armata Rossa era alle porte, perciò Hitler rifiutò di testare l’arma, ma in segreto mi diede un ordine, un ordine ben preciso. Quello di infiltrarmi fra voi fottuti americani e, dopo aver avuto la vostra fiducia ho chiamato lei, dott. Brown, sapendo che aveva origini tedesche credevo che fosse un nostro alleato… ma mi sbagliavo!- Poi si voltò di scatto, prese in mano uno stiletto e si gettò contro di me a capofitto. Io rimasi interdetto per pochi secondi, ma giusto il tempo in cui lui mi buttò a terra e mi fece cadere la pistola. Subito gli bloccai il braccio che teneva il coltello con cui voleva togliermi di mezzo. Poi gli mollai un sinistro che quando colpì produsse un sonoro “crack” perciò immaginai di avergli rotto un dente o qualcosa del genere, infatti lui si gettò di lato tenendosi con le mani il lato della bocca che gli avevo colpito. Presi l’iniziativa, mi misi in ginocchio e mi gettai verso la mia pistola, la presi in mano e gliela puntai contro. Lui mi osservò dolorante e mi istigò –Spara! Forza, dannatissimo traditore, spara! Premi quel cazzo di grilletto e finiscimi, tanto il nazismo ha perso no?! È inutile che io viva ancora! Fammi fuori se ne hai le palle, Cristo!- Io non seppi cosa fare, sparargli sarebbe stato fare il suo gioco, ucciderlo così che non dovesse scontare la sua pena. Ma invece doveva pagare per tutti i crimini che aveva commesso. E tanto. Mi alzai in piedi –Tu, Diuk, sei in arresto per aver commesso crimini verso l’umanità, da ora in avanti sei prigioniero di guerra degli alleati.- Lui mi guardò con occhi sgranati e con il terrore per ciò che gli sarebbe accaduto: sarebbe stato giudicato da un tribunale al termine della guerra –L’unico modo in cui puoi redimerti e pagare la tua pena è quello di rivelare come fermar il contagio da quel gas!- Ed indicai con il dito la porta di metallo. Lui Sogghignò nuovamente e rispose –Mai, non lo saprete mai, finché io vivrò non tradirò il Reich nazista!!!-.
  
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