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Autore: Volleydork    13/08/2013    4 recensioni
Avevo sempre cercato di avere tre certezze nella vita, tutte irrimediabilmente distrutte.
La prima era che le fette di pane imburrato cadono, sui vestiti, dalla parte del burro. Abigail mi aveva dimostrato il contrario. Forse aveva a che fare con l'essere figlia della dea dell'amore.
La seconda era che nessuno dormiva con tanto gusto con quanto lo facevano i gatti. Tristan si era dato da fare a disilludermi anche su questo, addormentandosi sotto i miei occhi durante una lezione di traduzione.
La terza era che non c'erano altri campi per semidei oltre al mio. Ma, stando alle parole di Elliott, mio padre e compagnia non erano gli unici a essersi impegnati sotto questo aspetto.
Perché, va bene tutto, va bene che arriva la fine del mondo e tutto il resto, ma preferirei che non dovessimo chiedere aiuto a quei fricchettoni degli dei greci...
Ah, scusate! Non mi sono presentata: io sono Selina Potter, figlia di Odino.
***
E io non ho ancora finito di ammorbarvi con le mie long su Percy Jackson.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché a questo punto un lieto fine era dovuto, no?
 
 
 
Misi a fuoco il soffitto. Era completamente fatto d'oro e anche abbastanza familiare. Sentivo qualcosa di pesante premermi le gambe, ma ero troppo debole per alzarmi. Mi guardai intorno, mentre pian piano mettevo a fuoco la stanza. Non ero morta, questo era certo. La visita fatta al Valhalla era impressa a fuoco nella mia testa. Fu la prima cosa che mi ricordai, la seconda il corpo di Fenrir steso al suolo. Sentii una scossa lungo la schiena.
La battaglia!”
Feci per tirarmi su di scatto, ma un dolore lancinante al ventre mi costrinse a ricadere all'indietro. Chi si era accomodato sulle mie gambe protestò debolmente nel sonno. Alzai la testa quel tanto che bastava per gettare un'occhiata e riconobbi una familiare testa di capelli neri. In quel momento entrò una dea bionda e robusta, vestita di bianco: Eri, la dea guaritrice. Vedendomi sveglia mi fece cenno di stare tranquilla.
“Sei rimasta incosciente per due giorni. Quando ti hanno trovata eri allo stremo delle forze e la ferita ti aveva fatto perdere molto sangue. Lui – disse indicando Tristan – non si è mai allontanato. Credo sia crollato un paio d'ore fa dopo due notti insonni. Lo metto più comodo.”
Detto questo, sollevò Tristan con un po' di fatica e lo mise su un divanetto, poi tornò da me.
“Sono venuta a cambiarti le bende,” spiegò e mi aiutò a mettermi seduta. Mentre scopriva la ferita, distolsi lo sguardo e attesi che finisse il bendaggio.
“Voi guerrieri – disse mentre mi stendevo – alle prese con le armi tutto il giorno, ma quando si tratta di gestire il sangue siete impressionabili.”
“Cosa è successo?” Non ci fu bisogno che specificassi.
“Abbiamo vinto. I giganti sono stati ricacciati su Muspelheim e il ponte d'arcobaleno è stato ricostruito, tagliando fuori sia i giganti di fuoco che quelli di ghiaccio. Vili si è pentito durante la battaglia e ha affrontato il fratello Ve, e si sono uccisi a vicenda. Zeus e gli altri dei hanno fatto un buon lavoro nell'impedire che i giganti raggiungessero la terra.”
“Abbiamo subito molte perdite?”
“Qualche caduto tra i ragazzi del campo. I greci sono tutti a posto, a parte qualche ferita. Odino li ha trattenuti per ringraziare anche loro in una cerimonia ufficiale, che si terrà appena ti sarai rimessa.” Mi sistemò il cuscino con un gesto materno e uscì dalla stanza silenziosamente. Rimasi sola, in compagnia di un Tristan esaurito. Mi dissi di lasciarlo dormire, visto tutto il sonno che aveva perso. Questo proposito durò una mezz'ora, poi, visto che non riuscivo a riaddormentarmi e mi annoiavo, presi un rotolo di bende dal comodino e lo tirai a Tristan, centrandolo in fronte. Lui si svegliò di soprassalto. Vedendomi, gli occhi gli si riempirono di una gioia e un sollievo che non avrei creduto fosse possibile per uno come lui. Si avvicinò in pochi passi al letto; solo in quel momento notai una fasciatura attorno al polso.
“Gli altri stanno bene?” chiesi subito.
Lui annuì. “L'unico che si è beccato la ferita peggiore è stato Adam, ma Eri si sta prendendo cura anche di lui.” Prese la sedia su cui si era addormentato e la avvicinò.
“Tu stai bene?” chiesi indicando il polso.
“Tutto bene, solo un taglio.”
A quel punto si sporse verso di me e mi tirò un colpetto sulla testa.
“E questo cosa significa?” sbottai sorpresa e offesa.
“Che sei una maledetta testona e una scema. Potevi almeno avvertirmi.”
“Era una cosa tra me e Fenrir,” dissi in mia difesa.
“Questo non ti giustifica. Credevi che avrei cercato di fermarti? Se mi avessi detto che volevi sistemare la cosa da sola, non ti avrei seguito contro la tua volontà. Però forse non ti avrei temuta morta per tutta la battaglia, ti avremmo trovata prima e ti saresti risparmiata la visita al Valhalla.”
Distolsi lo sguardo, imbarazzata. “Scusa,” borbottai.
“Cosa scusa? Di esserti quasi fatta ammazzare? Non importa. Quello che ti chiedo è di avere un po' di fiducia nei tuoi amici.”
“Va bene. Abbiamo finito con la ramanzina?”
In risposta lui mi abbracciò. “Sono contento che tu sia viva, adorabile testona.”
“Smettila di insultarmi,” esclamai a metà tra il riso e le lacrime.
“Me lo devi. Dopotutto mi hai detto molto di peggio, tu.”
Ricambiai la stretta.
“Ma come fai a sapere della mia visita al Valhalla?”
La sua risposta venne interrotta dall'ingresso di mio padre. Ci staccammo velocemente, ma Tristan non riuscì a risparmiarsi l'occhiata di disapprovazione e gelosia paterna.
“Eri mi ha detto che ti sei svegliata, così sono passato a vedere come stavi.”
Tristan si alzò per lasciare il posto a Odino, che da parte sua fece apparire una sedia dall'altra parte del letto e si accomodò.
“Se stasera ti senti abbastanza in forze da lasciare il letto, potremmo celebrare domani la cerimonia di ringraziamento verso voi ragazzi. Ma visto che non vogliamo svenimenti in mezzo alla sala, se non ti senti in grado, dillo e rimandiamo, va bene?”
Annuii.
“Bene,” ripeté lui.
Si alzò e fece per uscire dalla stanza. Si fermò un'ultima volta sull'uscio.
“Penso di potervi lasciare soli senza problemi. Vero?” disse rivolto a Tristan con particolare enfasi.
“Si, padre degli dei,” rispose lui rigido come un tronco di legno. Solo a quel punto Odino uscì.
“Come ha preso la morte di Vili e Ve?” chiesi.
“Era un po' abbattuto, ma non si poteva capire molto. È piuttosto imperscrutabile.”
“Non hai ancora risposto alla domanda di prima: come fai a sapere della mia visita al Valhalla?”
“Questo non te lo dico. Ti basti sapere che ho scambiato due chiacchiere con un uccellino.”
Detto questo si alzò, dicendo che andava a farsi una dormita, e mi lasciò a riflettere.
 
Il mattino dopo si svolse la celebrazione. Tutti gli dei, chi più acciaccato, chi meno, si erano sistemati nella sala dei troni, Vinglof. Erano presenti anche Hel e Loki. Venni a sapere che, anche se non l'avevo visto, aveva partecipato anche lui alla battaglia. Odino fece tutto un lungo discorso sul valore degli dei, e dei loro figli, e li ringraziò a uno a uno.
Venne il momento di ringraziare noi ragazzi. Per prima venne chiamata Talia, che ricevette da Freya un mantello di piume come quello della dea che le permetteva di tramutarsi temporaneamente in un'aquila.
“Spero che possa esserti utile,” disse.
Poi fu il turno di Clarisse. Tyr le donò una lancia forgiata dai nani su suo ordine.
“Non ha poteri particolari – spiegò – non è elettrificata o cose del genere, ma sappi che quando la userai, giustizia non sarà solo una parola. Sa cosa è bene che accada.”
Clarisse prese la lancia con riconoscenza, in quanto donata dal padre della sua amica. Per un attimo mi sembrò di vedere una figura in piedi di fianco al trono di Tyr, ma fu solo un momento.
A Nico venne concesso di muoversi a suo piacimento attraverso il regno di Hel dalla dea stessa e gli fu offerta la possibilità di evocare le sue creature infernali.
Poi fu il turno di Annabeth, alla quale mio padre donò una piuma di Huginn e una di Muninn, perché le permettessero, una di entrare in contatto telepatico con i suoi amici, l'altra di memorizzare più cose, come una sorta di memoria esterna.
Per ultimo dei ragazzi greci venne chiamato Percy, a cui il dio del mare Njord donò un tridente.
“Con questo – disse – puoi star certo che i mostri marini, quanto meno quelli della nostra mitologia, ti obbediranno ciecamente.”
Per primo tra noi di Campo Nord venne chiamato Adam. Thor si alzò dal suo trono per parlare. “A te, Adam, do la possibilità di venire con me a caccia di giganti, in qualunque occasione vorrai;” dichiarò in tono solenne.
Perfino io dovetti trattenere un sorriso. Percy e i suoi compagni sembravano perplessi e un po' divertiti. Sembrava sciocco, ma effettivamente per un figlio di Thor, andare a caccia di giganti con il padre, era il più grande onore esistente.
Il dio tornò a sedersi e si alzò Freya, tenendo in braccio due palle di pelo. Abigail fece qualche passo avanti. “Abigail, a te dono i figli dei due gatti che trainano il mio carro. Abbi cura di loro.”
Abigail prese in ciascuna mano un cucciolo, gli occhi pieni di tenerezza e gratitudine, e tornò in riga con i due che cercavano di farsi le unghie sulla sua maglietta.
A quel punto Tristan si portò al centro della sala, osservando di sottecchi Loki, ancora stravaccato sul suo trono. Il dio si alzò pigramente.
“Tristan, a te giuro di rispettare la richiesta che mi hai fatto: non ostacolerò più le imprese degli dei, non renderò più i miei figli dei reietti. Lo giuro su mia moglie Sigyn, la dea della fedeltà.”
Ero stupefatta. Automaticamente feci il gesto di pulirmi un orecchio, incredula. Loki mi guardò male e si rimise a sedere, mentre Tristan tornava al mio fianco.
“Selina,” mi chiamò mio padre. Feci qualche passo avanti, tenendomi il più ritta possibile, combattendo contro la mia abituale postura ingobbita.
“Io e gli altri dei abbiamo discusso a lungo, e abbiamo deciso quale sarà il nostro dono nei tuoi confronti, in quando guida dei tuoi compagni e colei che ha ucciso il lupo Fenrir. Chiedici una cosa qualsiasi, e noi la esaudiremo.”
Alle mie spalle, i miei compagni trattennero il respiro. Potevo avere qualsiasi cosa. Chiesi un momento per rifletterci. Specificai che non era quello il mio più grande desiderio.
Cosa potevo chiedere? Non di certo l'immortalità; i nostri dei erano sempre stati responsabili nei confronti dei loro figli quindi non avevo bisogno che si occupassero di più nei nostri confronti; non potevo chiedere che qualcuno venisse riportato in vita perché era una cosa impossibile per qualsiasi dio...
Riflettei bene. Poi decisi.
“Ho scelto ciò che voglio chiedervi.”
Gli occhi di tutti gli dei erano puntati su di me. Presi un profondo respiro, aspettandomi tutte le reazioni possibili.
“Voglio poter fare un corso di cucina.”
Calò il silenzio. Alcuni dei erano ancora immobili a guardarmi, alcuni si scambiavano occhiate perplesse. Il silenzio venne rotto da Loki, che cominciò a ridere come un matto.
“Vi ha spenti tutti quanti! Una ragazzina alta quanto un puffo che riesce a far tacere tutti gli dei in
un colpo solo! Ah, questa è memorabile,” concluse asciugandosi una lacrima.
Cercai di mantenere la mia dignità e fissai mio padre fisso negli occhi.
“Selina, sei sicura?” chiese lui confuso.
“Sicurissima. Ci ho riflettuto, e non c'è qualcosa che desidero di più. A parte che alcune persone vengano riportate in vita, ma questo non è possibile per alcun dio. Il nostro campo è a posto, non abbiamo bisogno che siate più attenti ai vostri figli. E il mio più grande sogno è aprire un ristorante, ma se non so cucinare la vedo un po' difficile. Sono sicura.”
“Non c'è nient'altro che vorresti?” insistette Thor.
“Adesso che ci penso, vorrei che qualcuno facesse qualcosa per le tubature della lavanderia, visto che nessun mortale sembra in grado di sistemarle,” aggiunsi.
Loki cadde dal trono dalle risate.
 
Durante la festa mi tenni in disparte. Gli dei avevano allestito un buffet di dimensioni esagerate, e ora si stavano servendo in abbondanza di ogni pietanza. Al centro della sala un gruppo di divinità minori suonava melodie allegre. Io, una volta preso un bicchiere di birra, mi ero rintanata in un angolo, temendo che la mia richiesta potesse aver offeso qualche dio più orgoglioso. Tristan venne ad appoggiarsi al muro al mio fianco.
“Sei incredibile,” disse. Non c'era traccia di ironia o rimprovero nella sua voce.
“Lo pensi davvero?”
“Sì. Non hai chiesto altro che di poter soddisfare il tuo sogno. Tuo padre ti dedica attenzione, hai dei buoni amici, non ti senti trascurata, ti sei ricreata la tua vita al campo nonostante tu abbia perso tua mamma così piccola. Sei felice e soddisfatta e forte, e questo è ciò che più ammiro di te. Nonostante la tua aria perennemente scontrosa, queste cose si notano.”
Arrossii. “Smettila di prendermi in giro,” borbottai.
“D'accordo, adesso mi incazzo. Non puoi reagire così dopo lo sforzo che ho fatto per aprirmi, va bene?”
Ridacchiai. “Va bene, signor Sincerità.”
“Adesso che mi viene in mente: ci sono un paio di persone che desiderano vederti.”
Lo osservai scomparire tra la folla e mi concentrai sul mio riflesso nella birra. I capelli avevano cominciato a ricrescere e mi davano fastidio sugli occhi. Decisi che li avrei lasciati diventare lunghi, per una volta.
“Selina!”
Alzai lo sguardo e vidi Tristan tornare... seguito da Luna. Per poco non lasciai cadere il bicchiere a terra.
“Lu-lu....”
Tristan mi batté una mano sulla spalla. “Vi lascio sole. Ricordati solo di non abbracciarla.”
Rimasi a bocca aperta a fissare lo spettro della mia amica, che ricambiò lo sguardo.
“Hai intenzione di stare così ancora per tanto?”
Scossi la testa. “Luna...”
“Ti sei ripresa dalla ferita?” chiese.
“Quasi,” risposi automaticamente.
“Non ho voluto che mi vedessi, temevo che ti avrei impedito il ritorno dagli altri. Già è stato difficile staccarti da Sarah e Alex. Sono contenta di vederti più o meno a posto.”
Uscii dal mio stato confusionale. “Tu come stai?”
“Bene, tutto sommato. Certo, mi mancate un po', ma sapevo che vi avrei rivisto in questa occasione, così mi sono messa il cuore in pace. Come vedi, una volta ogni tanto ci potremo incontrare.”
“Ma io invecchierò.”
Fece un gesto distratto con la mano. “Ah, non cominciare a lamentarti di questo. Invecchiare è meglio. Tu e Tristan state insieme?”
Annuii. “Da qualche giorno. Ci siamo dovuti ubriacare per dichiararci.”
“Molte volte va così, credimi.”
“Senti, ma è vero che nel Valhalla i guerrieri combattono tutto il giorno e la sera si riuniscono a banchettare insieme? A me non è sembrato.”
“Balle. Per la maggior parte del tempo sono tutti occupati a riposarsi. Sai chi ho incontrato lì?”
“Non ne ho idea.”
Luna indicò una persona tra la folla: era uno spirito di una donna vicina ai quarant'anni, piccola e nervosa, con i capelli tagliati a spazzola, e ai piedi un paio di anfibi.
“Mamma!” gridai.
La donna mi sentii, si girò verso di me e fece un enorme sorriso.
“La mia ranocchia!”
Mi si congelò il sorriso sulle labbra. Gli anni nel Valhalla non avevano cancellato il soprannome con cui mi chiamava quando avevo cinque anni. Mia madre si avvicinò velocemente e mi squadrò dalla testa ai piedi.
“Quanto sei cresciuta, mamma mia! Vorrei poterti abbracciare, ma sono un po' incorporea per farlo. Tuo padre mi ha detto che avevi la stoffa del leader, anche se sei troppo scontrosa o troppo pigra per farlo. Ogni tanto facciamo una chiacchierata insieme passeggiando nel Valhalla. Mi sono fatta raccontare un po' di cose anche dalla tua amica – continuò mettendo una mano sopra la spalla di Luna – ma sono anche venuta a sapere che adesso hai un ragazzo! Se quel bastardo prova a spezzarti il cuore, giuro che gli cavo gli occhi. Spero sia un bravo ragazzo, ma ho fiducia a priori nel tuo giudizio.” Tacque, interrompendo il fiume di parole.
“Non sapevo fossi andata nel Valhalla,” riuscii solo a mormorare.
“Ah, quindi ritieni che una madre che muore per la vita di un suo figlio non sia un'eroina? Oh, cielo...”
Continuammo ad andare avanti a chiacchierare fino alla fine della festa. A fine giornata venne il momento per noi di tornare sulla terra. Heimdall ci fece salire sul Bifrost e ci fece arrivare direttamente al campo, dove venimmo accolti da una folla festosa. Tristan cercò di defilarsi, ma i suoi fratelli e sorelle più piccoli lo trascinarono in giro per il campo pieni d'orgoglio. Tentai più volte di fermare l'entusiasmo generale, che in quel momento sovrastava il dolore per la perdita degli amici, ma riuscii nel mio intento solo quando crollai addormentata tra le braccia di Alyssa, cosa che non avrei mai fatto in qualsiasi altra occasione.
Mi svegliai il mattino dopo nel mio capanno. Uscendo venni a sapere che Percy e i suoi amici si erano fermati per la notte, visto che erano esausti quanto me. In quel momento si stavano preparando per la partenza. Un paio di ragazzi della casa di Frigg stavano facendo vedere a Percy, Annabeth e Talia come sellare i cavalli che li avrebbero riaccompagnati a casa. Clarisse stava chiacchierando con alcuni figli di Tyr. Nico era seduto sotto un albero, un po' in disparte, con una figlia di Hel dai capelli castani legati in una treccia e gli occhi azzurri. Alla loro partenza era presente tutto il campo. Li abbracciai a uno a uno, in particolare mi trattenni di più da Percy e Clarisse.
“Qualche volta ci rivedremo tutti quanti,” dissi.
“Ci conto,” ribatté Percy.
Quando se ne furono andati, vidi la stessa figlia di Hel seduta sotto lo stesso albero di prima. Aveva le gambe raccolte contro il petto e la testa appoggiata alle ginocchia. Mi avvicinai a lei senza essere sentita.
“Qualcuno – dissi in tono distratto. Lei alzò di scatto la testa – ha dimenticato qui un sacchetto di dracme greche. Sono interessanti, sai? Se ne getti una in un arcobaleno e reciti una formula particolare, puoi metterti in contatto con altre persone senza attirare i mostri come mosche. Ah, e Nico mi ha detto che ha intenzione di viaggiare un po' nell'ombra, in questo periodo. Sai cos'è? Spero che possa insegnartelo, sembra divertente.”
Me ne andai lasciando la ragazza perplessa. Sperai che capisse il messaggio che volevo mandarle.
Trovai Tristan sdraiato sul molo, in un certo senso il posto in cui era iniziata tutta la nostra avventura, dove avevo accettato di guidare i miei compagni verso il campo greco. Sembrava passata un'infinità di tempo.
“Ehi.” Mi sedetti di fianco a lui.
“Ciao,” rispose fissando l'acqua.
“Cosa facciamo?”
“Niente.”
“Niente?”
“Niente – ripeté mettendosi a sedere e stiracchiandosi. – Abbiamo fatto fin troppo in questi giorni. Oggi non ho voglia di fare niente. Ho chiesto ad Alice di occuparsi dei fratelli per oggi ancora. Così posso dedicarmi a te.”
“Oh, ma che dolce,” dissi in tono ironico. Gli stampai un bacio sulle labbra. “Hai visto dove sono finiti Adam e Abby?”
“Credo stessero cercando un posto dove sistemare i cuccioli di gatto. Tuo padre si è fatto sentire per il corso di cucina?”
“Non ancora. Ma ho sentito che nella notte le tubature della lavanderia si sono riparate misteriosamente.”
Tristan fece un sorriso storto. “Ma dai, che strano.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***
Angolo autrice:
 
Fine. Credevo che questo capitolo venisse più lungo. Ma va benissimo così. Ammetto che mi mancano un po' le parole. Mi fa una strana impressione pensare di avere iniziato questa storia un anno fa. Mi sembra ieri il giorno in cui ho cominciato a fare gli schizzi del campo, dei personaggi, elencare le attività, rompere le scatole a mio padre per farmi raccontare cose sulla mitologia norrena... Ho pensato, in un momento di scioccante sadismo,di far morire i miei due protagonisti (no, mettete giù i coltelli: non l'ho fatto). Ci sono stati momenti in cui dovevo riflettere ore su una sola frase e volte in cui la sensazione era quella che bastasse lasciare i personaggi andare per conto loro, cose se la storia si scrivesse da sé, e nonostante la mia incostanza, sono arrivata alla fine.
Passiamo ai ringraziamenti, che mi viene la malinconia.
Prima di tutto quelli che hanno messo la storia tra i preferiti: Annabeth28, call me ryuzaki, Caspersky_98, Cat_Demetra, dubhealex, Effie Malcontenta Weasley, eltanininfire, Ginevra Gwen White, Gotribute, Guy Fawkes V, Madama Pigna, Re Luigi, Reyna Weasley, roby_lia, Talia8 e xisthemoment.
I tre che hanno messo la storia tra le ricordate, Greedo, JustAGirl e _Simmiu_Zoe_Jackson_
Quelli che l'hanno seguita, Alaxeia, Alyssia98, Artemis97, Arya373, BlackKay97, Blue Sun, Blue_Flames, boscoiattolo, charblack, Crepa, Dafne Rheb Ariadne, DaughterOfAthena, Demon Heart, epoibho_woman, GiorgiSereFiction1001, ladyselena15, lallaverdesmeraldo_03, Mattyfm, mavim, Moony_1445, Sakura Zoe, Sissi SeaweedBrain, Tinkerbell92, Victorie_94, Xalea_89, _perchabeth2000_ e __RememberToSmile__. Alcuni che avevano la storia sia tra le seguite che le preferite li ho omessi in una delle due categorie. Se mi sono dimenticata di qualcuno, fatemelo notare.
E infine tutti quelli che si sono presi la briga di recensire, Mad Lucy, Effie Malcontenta Weasley, Tinkerbell92, Fantasia2000, Madama Pigna, eyesoffire (e spero che tu non cambi più nome), Ginevra Gwen White, Gotribute, BlackKay97, Xalea_89, Eris_Malfoy e xisthemoment.
 
Progetti Futuri (non penso sia spam, visto che quello di cui parlo non è neanche ancora stato pubblicato)
Questa è l'ultima storia che pubblico nella sezione di Percy Jackson, e vi dico subito che non ci saranno sequel, perché non avrei idea di cosa inventarmi. Penso sia giusto lasciare i personaggi dove devono rimanere, cioè nella storia in cui hanno preso vita. Ovviamente continuerò a seguire le storie che sto seguendo e a recensire, non scompaio del tutto.
Per quanto riguarda il futuro, penso ci sarà il silenzio per un po' di tempo, perché mi sto dedicando a sei o sette storie originali che vorrei portare avanti con calma e avere le idee chiare su come andranno a finire prima di pubblicarle, altrimenti rischio di iniziare l'ennesima cosa che non porto a termine.
Le storie sono quasi tutte romantiche, a parte un giallo che ho già iniziato e forse un altro giallo con la stessa protagonista. Non saranno lavori di grande qualità visto che sono le prime storie romantiche con cui mi cimento, ma se qualcuno ha voglia di darmi delle dritte, sono ben accette. So per certo che la prima che pubblicherò sarà ambientata a Londra e avrà come protagonisti un'aspirante attrice di musical e un attore di teatro.
 
Detto questo, vi saluto e vi ringrazio per l'entusiasmo che avete dimostrato. Non penso sarei riuscita a finire questa storia senza di voi :)
 
A presto!
  
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