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Autore: Nenelafolle    13/08/2013    7 recensioni
{ Soul X Maka. }
E con questa sono ben tre fanfiction che dedico a quella là. La mia Seme. ◕ ‿ ◕
cit./ “Non puoi più tirarti indietro” sussurrò.
Soul lasciò che il disco ripartisse, e riprese possesso del suo Nintendo. “Non avevo intenzione di farlo.”
#Dedicated to JaqThe Monster ( / / V / / )
ENJOY ! ☆
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Jack, no!” Rose si sporse verso il ragazzo, cercando disperatamente la sua mano, ma ormai il giovanissimo Di Caprio era andato via, e aveva lasciato la povera fanciulla sulla scialuppa.
Maka Albarn prese un’altra manciata di popcorn dalla ciotola e se la portò alle labbra. Li sgranocchiò, mentre le lacrime cominciavano a sgorgare. Rose stava saltando giù dalla scialuppa, appesa all’enorme fiancata del Titanic, riportata sulla nave della morte, la giovane prese a correre verso il suo grande amore.
Ah, pensò Maka, come vorrei poter vivere una storia del genere… senza morire, si intende! Fece una risatina nervosa fra le lacrime, e sgranocchiò un altro popcorn.
Il telefono squillò al suo fianco, e le strappò uno sguardo davvero contrariato. Chi osava disturbarla adesso? Proprio quando Jack nel film si stava girando e con occhi pieni di speranza vedeva tornare fra le sue braccia la sua amata? Proprio in quel momento?!
Ma il telefono non accennava a smettere. Sbuffò, pose la ciotola di popcorn accanto a sé sul divano e si allungò fino a prendere la cornetta.
“Sì, pronto?” mormorò, massaggiandosi la schiena: dopo essere stata sdraiata sul divano per tutto quel tempo, allungarsi di scatto a prendere il telefono non le aveva fatto bene.
“Maka? Sono il professor Stein.” D’un tratto la sua schiena non contava più nulla. Il professore? Cosa poteva volere da lei?
“Oh. Se è per il riassunto della lezione, come sa la consegna è venerdì, quindi ho giustamente pensato di portarglielo mercoledì, ma se lo desidera prima..”
“No, Maka no, ti prego di portarmelo venerdì come tutti gli altri.. non è per questo che ti disturbo alla tua abitazione privata. Volevo parlarti di un problema..”
“Problema? Beh la mia media è eccellente, e ho seguito corsi extracurricolari, e sono entrata nella Spartoi—io non vedo problemi, professore?”
“Non riguarda te. In realtà, riguarda Soul.”
Maka si bloccò. Tornò a fissare lo schermo, guardando i grandi occhi di Jack che incontravano quelli di Rose, ricordò quante volte aveva visto Titanic e aveva pensato di poter vivere un amore grande come il loro, e sapeva anche con chi.
“Soul..?” Le peggiori idee le passarono per la mente: era morto, fu la prima, a cui seguirono, in quest’ordine:  era scomparso, era ferito, non voleva più essere la sua Buki, aveva fatto qualcosa di terribilmente, gravemente, storicamente stupido.
“Il suo  rendimento scolastico. Non sta andando per niente bene. Sebbene non sia mai stato una cima- il professor Stein ridacchiò- recentemente si sono abbassati troppo, e un occhio possiamo sempre chiuderlo, ma non tutti e due.”
Maka non era troppo stupita, il sentimento prevalente in lei era il sollievo: Soul stava bene, era ancora al sicuro alla DWMA.  “E io cosa centro con questa storia?”
“Ecco, -abbozzò il professore- tu dovresti dargli ripetizioni.”
Silenzio. Maka non trovò le parole per dire quanto fosse contenta! Finalmente aveva una scusa per togliere il ragazzo da Black*Star e Death The Kid e tenerlo tutto per lei per delle ore! Poteva fargli smettere di suonare il piano, di cucinare, di ronfare, di fare qualsiasi cosa per fargli passare il tempo con lei!
“Io, beh, i-io…” si schiarì la voce. “Sì, penso che gli serva una buona dose di responsabilità.”
Stein  sospirò nella cornetta, un sospiro di sollievo. “Grazie, Maka, per fortuna che ci sei tu.”
Maka si rese conto che era sembrata troppo disponibile e ben disposta nei confronti di quel lavoro, e si preoccupò di nascondere le prove: “Eh, voglio dei crediti extra.”
“Sarà fatto. Conto su di te. Ci vediamo a lezione, Maka.”
Il tu-tu ritmico le disse che il professore aveva riattaccato prima che lei potesse ripensarci, ma era tutto lì il segreto: lei non voleva ripensarci.
Spense la televisione con un click, finì i popcorn in due enormi morsi e attraversò il salotto a passo di marcia. Si fermò di fronte alla grande porta in legno, dall’interno si poteva udire un disco jazz girare sul grammofono e un sassofono suonare le sue note nell’aria.
Maka bussò, ma non attese risposta e spalancò la porta. Soul era seduto sul letto, in mano un videogioco. Indossava una maglietta arancione con scritto “Don’t wait for the hero” e dei boxer a quadratoni grigi. Il contrasto arancio-grigio era epico, e Maka non poté fare a meno di ridacchiare.
Soul abbassò la console verso i boxer, e mantenendo un contegno invidiabile disse: “Potevi bussare”.
Il disco sul grammofono smise di girare e si fermò. Soul si alzò e fece per rimettere la puntina all’inizio.
Maka si sedette sul letto e prese in mano il Nintendo DS, Soul stava giocando a uno strano gioco che lei non conosceva, quindi lasciò perdere.
Si lasciò cadere sulle coperte disfatte e disse: “Mi ha chiamato il professor Stein. Mi ha parlato di una certa situazione scolastica di una certa persona. Qualche idea?”
“Sono stato io a proporre al professore l’idea che tu mi dessi ripetizioni, ma se cominci subito con quest’aria di superiorità mi tiro indietro.”
Il cuore di Maka perse un battito: era stato lui a chiedere di poter stare con lei? Non poteva crederci, i suoi sogni stavano diventando realtà? Non era mai stata una ragazza romantica, una sognatrice, ma Soul in questo momento stava davvero buttando benzina sul fuoco.
“Non puoi più tirarti indietro” sussurrò.
Soul lasciò che il disco ripartisse, e riprese possesso del suo Nintendo. “Non avevo intenzione di farlo.”
Maka si alzò e fece per richiudersi la porta alle sue spalle, poi aggiunse: “Cominciamo domani pomeriggio dopo scuola, fatti trovare pronto in soggiorno.”
Chiuse la porta senza aspettare risposta, poi ripeté: “Non puoi più tirarti indietro.” E sorrise.
   
 
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