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Autore: Laay    13/08/2013    4 recensioni
Lex, insieme all'infanzia, la felicità e l'ingenuità di Lane, si era preso brutalmente anche la cosa più importante che una ragazza possa conservare: la sua verginità.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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http://www.youtube.com/watch?v=pAyKJAtDNCw
 (Vi consiglio di metterla in play solo più avanti ;) )


-Kevin, il campanello!- Urlò Nick dalla terrazza.
-Dani, tesoro, puoi aprire per favore?- Chiese Kevin a sua moglie.
Nicholas era impegnato in un’importantissima partita di twister coi bambini. Avevano fatto una scommessa: se il ragazzo avesse perso, avrebbe dovuto portarli tutti a mangiare fuori a cena, ma non una cena usuale, una cena che comprendesse solo dessert.
Kevin era impegnato in cucina ad aiutare Joe, che con un ridicolo grembiule rosso e una bandana coordinata nei capelli tagliuzzava verdure, patate e pomodori, così toccò a Danielle andare ad aprire.
-Ciao Lane, vieni, entra!- La invitò gentilmente la donna.
-Grazie Dani, come stai?- Le chiese Lane, mentre poggiava la borsa sul divanetto all’entrata.
-Tutto bene, a te? Il piccolo Joe è fuori con Nick e gli altri, stanno giocando a twister!-
-Nessuno batte mio figlio a quel gioco, è assurdo!- Entrambe ridacchiarono.
Erano passate accanto alla cucina, e senza farsi notare, si misero ad osservare i due fratelli cucinare. Kevin sembrava davvero soddisfatto della sua decorazione sulla pizza, perché si comportava come se quella pasta di pane fosse figlia sua, ed era davvero bizzarro. Joe invece sembrava più concentrato che soddisfatto, Lane l’aveva visto poche volte così. Non riusciva ad accorgersi di nulla intorno, eppure stava solo tagliando delle zucchine.
-Hey, Lane!- Nick era appena rientrato, con la folla dei bambini che lo rincorrevano per chiedergli di giocare ancora. Joe alzò improvvisamente la testa accorgendosi che l’ospite era appena arrivata.
-Nicholas...-
-Ho vinto la partita e adesso vogliono la rivincita.-Disse ancora con un accenno di fiatone- Ma ora è tempo di mangiare bambini, quindi forza, a lavare le mani!- Li esortò il ragazzo.
-Joe, tesoro, lo dai un bacino alla mamma?- Il piccolo corse da Lane e la abbracciò forte.-Ti sei divertito oggi?- Gli chiese
-Si mamma, molto!- Esclamò il bambino entusiasta.
-Adesso va con gli altri a lavare le mani, che tra poco è pronto in tavola.-
Il bambino annuì e senza farselo ripetere due volte corse in bagno.
-Buonasera ragazzi!- Disse Lane ai due fratelli che si erano appena accorti della sua presenza. Kevin lasciò subito la sua pizza, ormai pronta per essere infornata, per salutarla da vicino.
-Kev, perché non vieni con me di là? Dobbiamo cambiare Ben.- Lo esortò Danielle, per tentare di lasciare soli i due ragazzi. Kevin capì subito le sue intenzioni, così la seguì nella stanza accanto.
Joe non si mosse da dov’era, mentre Lane gli si avvicinò piano, a piccoli passi, ma lui non mosse un dito, nè tentò di guardarla con la coda dell’occhio. La ragazza si sedette sullo sgabello davanti la penisola, dove, al lato opposto, Joe stava finendo di condire i pomodori. Lane si guardò un po’ intorno e poi cercò di prendere velocemente uno dei pomodorini che stava preparando il ragazzo, ma questo non glielo permise, dandole uno schiaffetto sulla mano.
-Ahio, Joe!-
-Dai che non ti ho fatto niente! Dovresti sapere che uno chef professionista non fa assaggiare le sue prelibatezze prima che siano messe a tavola.- Le spiegò, con totale nochalnce, con strani movimenti delle mani e assumendo uno strano accento che la ragazza non capì se fosse esattamente francese o inglese. Lane ridacchiò.
-Più che chef professionista, sembri un cretino, Joe!-
-Se non vuoi che i tuoi capelli diventino tutti bianchi ti suggerisco di allontarti da me perché ho la farina proprio qui, a portata di mano.-
-Cos’è, una minaccia?- Lo sfidò la ragazza.
-No, è una promessa.- Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.
Zittirono ancora per un po’, Joe stava mettendo i pomodorini a cuocere in una bella padella grande.
-Joe, mi dispiace per ieri sera.- Ammise la ragazza.
-No, scusa tu Lane, non dovevo essere così invadente.-
-Joe, è che tu hai ragione su tutto, hai sempre ragione su tutto.- Ammise la ragazza.
-Lo so.-
-Non saprei come fare senza di te, lo sai, no?- Gli confessò Lane. Il ragazzo sorrise.
-Mamma, mamma! Vuoi vedere che mi ha comprato Joe?- Il piccolo Joseph si era appena catapultato di corsa in cucina.
-Joe?- Disse la ragazza guardando il moro ancora alle prese coi pomodori.
-Si, Joe! Guarda!- Il piccolo corse in salone a prendere un pacco abbastanza grosso da essere pesante per lui, per poi tornare in cucina. Era ancora incartato, ma solo perché Joe aveva chiesto al piccolo di tenerlo ancora così fino all’arrivo di sua madre. Lane lo guardò prima, come se volesse cercare di indovinare cosa fosse. Poi lo scartò con cura, dando di tanto in tanto un’occhiata al ragazzo. Era una chitarra.
-Joe.. non dovevi, davvero.- Gli disse Lane, ancora meravigliata.
-Dai, è solo una chitarra. Non l’ho presa di misura normale, così appena potrà inizierà già a suonarla, noi possiamo insegnargli volentieri!- Le spiegò il moro, con un sorriso che non poteva essere più sincero di così.
-Io... non so che cosa dire...-
-In questi casi si dice ‘grazie’, ma fai tu!- Esclamò Joe, prendendola in giro.
Lane era davvero commossa. Nemmeno Lex aveva mai comprato nulla a suo figlio, ma ripensandoci non c’era da meravigliarsi. Pensò che in quel momento sarebbe stato più difficile il distacco. Il piccolo Joseph non avrebbe mai imparato a suonare una chitarra, suo padre non gliel’avrebbe permesso una volta in Europa.
-Grazie, Joe.- Disse, ricevendo un sorriso come risposta. Lo disse in un modo molto tenero, puro e pieno. Dietro quel grazie c’era molto di più, ma ci sono dei momenti in cui è meglio non lasciar leggere tra le righe.
*

Il tavolo, che era stato apparecchiato con un bel servizio di piatti, posate e bicchieri era a forma circolare e sostanzialmente non c’era quindi un capotavola. Visto che i ragazzi avevano cucinato, le ragazze si occupavano di portare in tavola le portate. Joe e Kevin avevano preparato davvero un sacco di cibo, ma ne avanzò poco. Joe aveva anche aiutato i bambini a fare una torta al cioccolato da mangiare come dessert. Ben, Emma e Joseph ne andavano davvero fieri. Lane non aveva mai passato serate così piacevoli, a meno che non ci fossero stati loro. Era come sentirsi a casa, per un po’.
Ma si sa che in questi casi il tempo vola, come successe proprio quella sera. A fine cena, tutti si diedero da fare per sparecchiare e lavare i piatti, tutti a darsi una mano, mentre i bambini si erano addormentati sul divano.
-Lane se vuoi possiamo portare Joseph a dormire a casa nostra, i bambini volevano guardare insieme un DVD appena svegli domattina.- Propose Kevin a Lane.
-Sei davvero tanto gentile, Kev! Grazie davvero!- Lane lo abbracciò.
-Per così poco? Per me è solo un piacere! – Kevin le sorrise, e in quel momento a Lane venne in mente una cosa. Forse per lui era anche un modo per prendersi cura di una parte della ragazza prendendosi cura di suo figlio, visto che anni prima non aveva potuto farlo con Lane stessa. Un brivido le percorse la schiena.
La ragazza diede a Kevin la borsa che portava sempre con sè con i cambi di Joseph e salutò i coniugi insieme ai bambini che tornarono tutti insieme a casa.
-Siamo rimasti in tre!- Esclamò Joe, scaraventandosi pesantemente sul divano.
-Joe, fai piano! O farai un buco a terra!- Ironizzò la ragazza. Per tutta risposta il ragazzo le regalò un pugno sulla spalla.
-Penso che prenderò un taxi e tornerò a casa. Grazie mille, è stata una bella serata!- Lane fece per alzarsi.
-Ti accompagno io, tranquilla!- Le disse Joe.
-Ragazzi, mi piacerebbe venire, ma domani ho un po’ da fare in studio quindi buonanotte a tutti e due! – Annunciò Nicholas.
-Buonanotte!- Risposero in coro gli altri due, guardandolo dirigersi verso la sua stanza.
I due ragazzi entrarono in macchina e Joe mise in moto. Era l’una di notte, ma in una città come quella c’era sempre qualcuno in giro, a qualsiasi ora. Una canzone un po’ malinconica alla radio faceva da sottofondo al silezio che giaceva in quella macchina. Lane guardava fuori dal finestrino, Joe dritto davanti a sè. Quando arrivarono fuori casa Joe si fermò d’improvviso.
-Ci vediamo domani?- Le chiese. La ragazza annuì, e lo lasciò con un bacio sulla guancia aprendo la portiera e attraversando il giardino di casa sua. Appena pochi passi però e Lane tornò indietro. Joe aprì il finestrino.
-Dimenticato qualcosa?- Le chiese.
-Ehm, ti andrebbe di entrare in casa?- Chiese a fatica Lane. Il ragazzo era leggermente stupito dalla proposta, ma si disse che probabilmente non sarebbe capitato un’altra volta.
-Posso lasciare la macchina qui fuori o dà fastidio?-
-Certo che puoi.-
Spense i fari e tolse le chiavi dall’auto e di scatto mise i piedi a terra, chiudendo la portiera. Raggiunse Lane e insieme camminarono verso la porta d’ingresso. L’erba del giardino era un po’ secca, andava innaffiata.
-Accomodati Joe.- Disse la ragazza, mostrandogli la cucina.
-E’ carino qui.- La ragazza fece una smorfia di disapprovazione.
-Ti posso offrire qualcosa?- Gli chiese Lane.
-Sono apposto, grazie.- Disse, mentre continuava a guardarsi intorno. Lane era appoggiata al lavello della cucina.
-Dov’è Lex?- Chiese Joe, prendendo a fissare la ragazza che si sedette accanto a lui.
-E’... in Europa.- La sua voce era triste. Abbassò la testa.
-E non sei contenta?- Chiese il ragazzo, alzandole il capo con il mento. Si accorse che Lane aveva preso a piangere mentre annuiva.
-Beh, a meno che queste non siano lacrime di gioia, non penso davvero che tu lo sia. Cosa c’è?- Le chiese, asciugandole le lacrime col pollice e cercando di guardarla negli occhi.
-Tu ci tieni a me, Joe?- Gli chiese singhiozzando.
-Lane, ma che domande sono?- Joe si stava iniziando seriamente a preocupare.
-Ci tieni a Joe?- Chiese stavolta.
-Certo che ci tengo, Lane! Come potrei non volergli bene?!- Il viso del ragazzo era visibilmente stravolto, gli stava salendo un’ansia assurda, non sapeva cosa aspettarsi. La ragazza scoppiò improvvisamente a piangere, lasciandosi stringere dalle braccia del giovane. Ci sarebbe morta in quelle braccia se avesse potuto. Se avesse potuto fermare il tempo, sarebbe rimasta lì. Se avesse potuto avere una vita diversa, sarebbe stata volentieri lì a sentire la vita che scorreva nei battiti del cuore di quel ragazzo.
Joe le accarezzava lentamente i capelli, cullandola dolcemente. Rimasero lì per un bel po’, fin quando Lane non si distaccò.
-Adesso vuoi dirmi che ti prende?- Le chiese Joe, prendedole la mano.
-Mi sto per sposare, Joe. In Europa, dove andrò a vivere.- Pronunciò quelle parole con una tale rabbia e con un tale disgusto che Joe non aveva mai sentito. La ragazza si lanciò di nuovo tra le braccia del giovane che non riusciva neanche a stringerla. Si era sentito per un attimo mancare le forze, come se ormai combattere fosse inutile. Poggiò le mani sulla schiena di Lane, cercando di accarezzarla, ma non riusciva per niente a rassicurarla. Non poteva proprio dirle che sarebbe andato tutto bene. Non sapeva davvero cosa dirle, non c’era niente che potesse dirle.
-Sono innamorato di te, Lane.- Confessò, finalmente. Non pensava fosse davvero il momento giusto, non aveva mai pensato ci fosse davvero. Ma in un modo o nell’altro lo disse. 
Il pianto della ragazza cessò di colpo, mentre un'inaspettata pioggia prese a battere sulle finestre. Lane aveva sempre visto la pioggia come una sorta di protezione dal mondo esterno, una barriera in cui fosse confinato il suo piccolo mondo che, fino ad allora, non aveva mai avuto occasione di esistere.
Joe lasciò la presa, già flebile, debole in precedenza, permettendo alla ragazza di guardarlo in faccia. Il cuore di Lane si era fermato per un istante, e la ragazza aveva avuto la strana sensazione che ci fosse stata una morte momentanea, la morte della sua vita fino ad allora, per poi sentire la nascita di qualcosa di nuovo, un'opportunità, forse già persa, inaugurata dal primo battito di un cuore che non era più solo.
-Cosa?- Chiese Lane, forse più a se stessa che al ragazzo che le sedeva davanti.
-Ti amo, Lane. Lo so che questo non è il momento giusto, non so nemmeno se ci sia mai stato un momento giusto. Non so nemmeno se ci voglia un momento giusto per dire queste cose, ma so che è l'ultimo momento che ho. Ti amo, non so da quando e non so come, non so se da ieri, da oggi, da tre anni fa, da cinque, dal primo giorno che ti ho vista o da sempre. Ti ho amata senza neanche conoscerti. Ti ho amata semplicemente perché eri su questa terra, sapendo che esistessi la mia vita era migliore. Ti amo e forse sono un pazzo idiota, perché tu hai bisogno di qualcosa di meglio, e so che non puoi amare uno come me, so che non potrai mai farlo. Perché sono un disastro. Non so quanto conti ora tutto questo, forse praticamente niente, ma volevo farti sapere che qualsiasi cosa succederà, io ci sarò. Ci sarò, anche da lontano, sempre. Quando sarai triste dovrai pensare che c'è qualcuno che ti ama, come mai nessuno è stato amato, e il suo amore ti proteggerà da ogni male. Tu non sarai mai sola, Lane.- Fu forse il discorso improvvisato migliore della sua vita. Sul finire, chinò il capo, lasciando percepire un singhiozzo indifeso.
La ragazza rimase senza parole, indecisa sul da  farsi. La pioggia continuava a battere e lei sapeva che forse, in quel momento, il suo mondo avrebbe avuto modo di uscire fuori, modo di essere abitato senza essere oltraggiato. Lane sapeva che tutto può essere rubato da persone malvagie, la vita, la verginità, la libertà. Ma una sola cosa, una sola, nessuno avrebbe mai potuto tenere in pugno: il cuore, simbolo del vero amore.
-Non dirlo a nessuno, Joe. Tu sei il mio disatro preferito. Ti amo e ti amerò come se il mondo finisse domani. Ti amo e vorrei che fossi tu il padre di Joe.- Disse tirando su il volto del giovane.-Puoi guardarmi Joe, il sole non splende senza di te.- Il ragazzo la guardò un istante, esitante, accarezzandole il volto, asciugandole le lacrime, sorridendole appena. Lane gli prese la mano e la portò sul suo cuore, per fargli sentire i battiti.
-Sta piovendo, Joe. Con la pioggia nascono i fiori, l'acqua lava lo sporco delle anime, è un momento di solitudine e protezione. L'acqua dona una nuova vita. Puoi farmi vivere, Joe?- Gli chiese, quasi supplichevole, tra le lacrime che le rigavano fortemente il viso, in cerca di un luogo in cui sostare.
Joe le sorrise, Lane non aveva davvero visto un sorriso così pieno d'amore in vita sua. Senza più paura, in un'atmosfera in cui nessuno poteva accedere, il giovane le prese delicatamente il viso, poggiò le labbra su quelle della ragazza, come per sentirne la morbidezza, poi esitò di nuovo per paura di essere invadente, ma Lane gli si avvicinò, lo strinse e lo baciò. Fu il bacio più bello della loro vita, perché significava mille cose e portava con sé così tanti sentimenti che nessuno potrebbe provarli tutti insieme. In quell'istante Lane si sentì protetta, capace di amare e di essere amata, per la prima volta era con chi doveva essere, in un luogo che sembrava non avere tempo. Perché in fondo la pioggia fa anche questo. Annulla le cose, le vite, la luce, il buio. Quando piove non è c'è nè luce nè buio. Annulla il tempo. 




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Buonasera! sono in un terribile ritardo, lo so! All'inizio questo capitolo mi faceva pena, poi ho trovato una canzone (quella che ho inserito) e mi sono lasciata guidare. Non so se sia venuto fuori qualcosa di decente, ma in questo capitolo c'è veramente tanto di me, partendo dalla canzone. Mi ricorda tante cose tristi e non so neanche perché l'ho inserita. Ma in fondo è questo quello che fanno gli scrittori e gli attori. Devono vivere le esperienze dei propri personaggi attraverso se stessi. E' davvero un lavoraccio a volte, ma ho scelto di fare teatro e di scrivere questa Fan Fiction, e come si dice? Hai voluto la biciletta? E ora pedala! 
Spero vi piaccia, almeno un pochino! 
Vi mando un forte bacio da Londra e vi consiglio di ascoltare questa canzone: 
http://www.youtube.com/watch?v=UWSCx64BrRA è di un gruppo che ho scoperto a Trafalgar Square ieri, mi piace molto il loro sound! 
Con questo vi saluto, fatemi sapere!
Un bacione a tutti,
Laay <3


  
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