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Autore: Kami sama    13/08/2013    1 recensioni
Aberforth Silente è un personaggio misterioso e poco conosciuto. Cosa fa durante il giorno? Quali sono in realtà i sentimenti che prova verso la sua famiglia? Ho cercato di fare una risposta a queste domande, seppur vaga, in questo breve racconto, sperando di stimolare la vostra curiosità.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aberforth Silente
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Aberforth Silente stava pulendo dei bicchieri con una pezza unta. Certo, avrebbe potuto usare la magia, o quantomeno un panno pulito, ma a lui piaceva fare le cose esattamente così.
Hogsmeade era disseminata di bar, pub, localini belli, puliti e alla moda, ma la sua era l’unica bettola sporca e fumosa del paese… e anche dei dintorni probabilmente. Per non parlare del nome: “Testa di Porco”, pura poesia! Non c’era proprio niente di magico in quel nome, come nell’intero locale… a parte le etichette degli alcolici certo, ma erano così impolverate e consumate che nemmeno si leggevano più. E a lui piaceva tutto esattamente così.
Lui, Aberforth Silente, fratello del più grande mago dell’era moderna, gestiva uno squallido e sporco locale famoso per essere il ritrovo della più squallida e sporca malavita della zona. E a lui piaceva che fosse esattamente così.
Era un mago intelligente Aberforth, decisamente molto dotato in certe branche della magia, ma questo non se lo ricordava quasi nessuno, perché di certo non poteva sostenere un confronto con il suo famosissimo fratello.
Questo si che all’inizio non gli piaceva. Lui si prendeva cura della famiglia e aveva buoni voti a scuola, era un cuoco provetto ed il migliore del suo anno in cura delle creature magiche, ma mai una volta veniva adulato. Suo padre, lui sì che aveva avuto sempre un elogio per lui, ma era stato rinchiuso ad Azkaban, e non ne era più uscito.
Lui però era forte, riusciva sempre a far girare tutto a suo favore. Si costruì una corazza con questo suo essere sempre in secondo piano, fece in modo di venire sempre sottovalutato da tutti, di passare inosservato.
Presto non ci fu più nessuno in grado di collegarlo al fratello, divenne solo il burbero proprietario della “Testa di Porco”. E questo si che gli piaceva!
Trovava la sua posizione assolutamente perfetta. Chi si cura dei baristi? Nessuno! Quando qualcuno al bar deve dire qualcosa di segreto, controlla che gli altri clienti non lo ascoltino, ma per il barista che sta al bancone ad osservare la sala non c’è nemmeno un minimo sguardo.
Il suo locale era il principale luogo di ritrovo della piccola malavita locale. Lì maghi e goblin si incontravano, si accordavano e pianificavano, e lui non si perdeva una parola. Li conosceva tutti, sapeva cosa facevano e quanti danni prevedevano di fare. Poi era semplice: bastava un gufo anonimo alla persona giusta. Aveva evitato numerosissimi omicidi in questo modo, rimanendo nell’anonimato.
Anonimato: gli piaceva tremendamente questa parola. L’anonimato gli permetteva di vivere libero e lontano dai guai. Di avere una vita tranquilla e soddisfacente… e di salvare delle vite.
Questo non voleva certo dire che aveva abbandonato la famiglia, o meglio, quel poco che gli rimaneva. Scriveva a suo fratello regolarmente, e qualche rara volta se lo trovava addirittura nel  locale, ma non avevano troppi argomenti di conversazione, troppi rancori non del tutto sopiti gravavano tra loro.
Però era due anni che non lo vedeva né sentiva. Perché il suo potente e famoso fratello era morto. Anche lui. Andato per sempre, mentre lui era ancora vivo, vegeto e in salute quanto lo può essere un vecchio ultracentenario.
Aveva partecipato alla Battaglia per Hogwarts, com’era stata chiamata e, mentre attorno a lui auror super diplomati morivano, era sopravvissuto. E ne aveva ammazzata anche un bel po’ di quella feccia Mangiamorte, all’economico prezzo di qualche cicatrice in più.
Ed era tornato alla sua vita di prima senza cambiamenti. Era sempre lì a gestire il bar, sempre lì a tenere d’occhio la piccola criminalità.
CRIIIK
Beh, un piccolo cambiamento in realtà c’era stato… nella sua clientela.
“Ehilà Ab! Smettila di insozzare quei poveri bicchieri e vieni a salutarci!”
“Ragazzacci, quando lo capirete che questo locale non fa per voi? Vi porto il solito immagino!”
Dall’anno precedente molti studenti gli si erano affezionati. Seamus, Neville, Ginny e il resto della combriccola passavano a trovarlo ogni volta che erano di passaggio a Hogsmeade, e a volte gli portavano anche un regalino.
Lui brontolava sempre, ovviamente, ma quelle visite, quei volti giovani e sorridenti… beh gli faceva un enorme piacere averli intorno, a spezzare la monotonia della sua vita.
Quello era stato il miglior successo di suo fratello: aver educato i suoi studenti così bene da poterli ancora veder ridere dopo la carneficina a cui avevano partecipato.

  
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