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Autore: marthiachan    13/08/2013    6 recensioni
"La mia vecchia vita non esiste più, devo costruirmene una nuova.
Dovrò ricostruirla da capo.
Le mie abitudini e i miei legami precedenti sono stati distrutti.
Detesto doverlo fare. Vorrei solo tornare ad avere quello che avevo tre anni fa. Perché, anche se non l’ho mai ammesso, in un modo assurdo e inspiegabile per tutti ma assolutamente logico per me, ero felice.
Voglio riavere quello che ho perso.
Voglio essere di nuovo felice."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson , Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sherlock's Diary'
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Eccoci all'ultimo capitolo, forse il più sentimentale di tutti.
Sherlock deve ammettere con se stesso, e anche con tutti gli altri, quanto sia cambiato negli ultimi tre anni. E questo comporterà delle confessioni e una certa vulnerabilità da parte di Sherlock, soprattutto quando si confronterà con John.
Grazie a tutti quelli che sono arrivati sino a qui.
E, se non vi ho annoiato abbastanza, sappiate che sto lavorando ancora su questa ff, ma questa volta dal punto di vista di Molly.
Buona lettura!



Epilogo


Ieri John è tornato dal suo viaggio di nozze.
Avevo detto a Molly che non sentivo la sua mancanza solo perché era in viaggio di nozze, ma non era vero. Mi dispiace aver mentito a Molly, ma ci sono cose che non mi piace ammettere, neanche con lei. E poi, comunque, lei lo sa. Posso negare quanto voglio, ma lei riesce sempre a leggermi dentro.
Ero così felice di rivedere John che ho organizzato una specie di cena di bentornato per la coppia. In realtà, Mary mi interessava molto poco, ma non potevo proprio far finta che lei non esistesse.
Ormai era sua moglie, dovevo accettarlo, anche se non mi piaceva.
In breve, ieri sera ho invitato John e Mary, naturalmente Molly e Mrs. Hudson e anche Lestrade, per una cena nel mio appartamento.
Molly si è offerta di cucinare, con l'aiuto di Mrs. Hudson, io in quanto incapace di preparare qualsiasi cosa di diverso dal tè, ho semplicemente partecipato economicamente alla cena, pagando gli ingredienti necessari. E, nel pomeriggio, mi sono impegnato a riassettare la sala su consiglio di Mrs. Hudson.
Non permetto a nessuno di toccare le mie cose, quindi sono costretto a metterle in ordine per conto mio.
L'altra faccia della medaglia.
Dopo aver letteralmente portato in braccio Mrs. Hudson dal piano terra, lei ha cominciato a riordinare la cucina e a lamentarsi del disordine. Molly ci avrebbe raggiunto di lì a poco una volta finito il suo turno in ospedale, quindi eravamo soli.
“Mio caro ragazzo, non puoi tenere la cucina in questo stato. Perché non mi permetti di mandarti Miss Barry? Potrebbe venire una volta alla settimana e darti una mano.”
“Non desidero estranei per casa.”
“Lo so, ma sarebbe solo per qualche ora...”
“No, Mrs. Hudson.”
“Va bene, va bene. Sai che me ne occuperei io se potessi, ma purtroppo fare le scale per me è off limits. A proposito, sei stato un tesoro a portarmi in braccio.”
“Si figuri, Mrs. Hudson, lei è leggera come un fuscello.”
Lei ha riso ed è tornata a occuparsi della cucina. Era di buon umore e non sapevo se avremo avuto altri momenti per parlare prima della cena.
“Mrs. Hudson, forse in futuro la cucina sarà più in ordine.”
“E come, caro? Pensi di occupartene personalmente?”
“No, ecco, intendevo che forse potrebbe occuparsene Molly.”
“Oh.” ha detto lei bloccandosi per un secondo lievemente sorpresa. “E perché dovrebbe farlo?”
“Le ho proposto di prendere la camera di John. Per lei sarebbe un risparmio e sarebbe più vicina al Barth's. Inoltre, il suo attuale appartamento non può certo definirsi sicuro, né vale l'affitto che paga.”
“Ma certo, sarebbe una bella idea.”
“Per il momento ci sta pensando, ma potrebbe capitare da un momento all'altro.”
“Certo, certo.” ha commentato lei sorridendo in maniera maliziosa.
Ovviamente non avevo parlato con abbastanza nonchalance, perché Mrs. Hudson aveva capito.
“Mrs. Hudson, so cosa sta pensando.”
“Io? Io non penso a niente. Mi fa piacere se quella cara ragazza viene a vivere qui, sai che l'adoro. E sono contenta che abbiate appianato i vostri dissapori e che ora siate così vicini.”
“Beh, ecco noi... Siamo buoni amici.”
“Certo, caro. È quello che intendevo.”
Mi sono ritrovato a guardare Mrs. Hudson perplesso. Lei sapeva. E non mi riferivo solo agli ultimi avvenimenti. Lei sapeva tutto. Sapeva che, anche quando non me ne rendevo conto, anche quando ero crudele e freddo con Molly, in realtà c'era dell'altro. Me l'aveva anche detto appena tornato a Londra. Mi aveva detto che ero come un bambino alla prima cotta. Non aveva tutti i torti. E forse era arrivato il momento di dire le cose come stavano.
“Mrs. Hudson, in realtà, io e Molly siamo più che amici. Da qualche settimana la nostra relazione si è... evoluta. Ho chiesto a Molly di vivere con me, ma non come semplice coinquilina.”
Lei si è avvicinata a me e mi ha abbracciato, stringendomi così forte da togliermi il fiato. Quando si è staccata aveva gli occhi lucidi.
“Mio caro Sherlock, sono così felice per te. Per entrambi. Siete una coppia deliziosa.”
“Ma... Come...” ho balbettato come una persona con dei deficit nel linguaggio.
“Non pensavi di potermi nascondere certe cose, vero? Avrò anche una certa età, ma sono stata giovane anche io, e grazie al cielo non sono ancora né cieca né sorda!” ha concluso ammiccando e confermando il mio sospetto che ci avesse visto o sentito insieme.
Avrei voluto ribattere qualcosa ma, prima che potessi farlo, mi ha dato un buffetto su una guancia ed è tornata a pulire la cucina canticchiando felice, come se niente fosse accaduto.
Io ho ricominciato a riordinare tutti i miei documenti e quando, mezz'ora dopo, è arrivata Molly, era tutto in perfetto ordine.
Si è avvicinata per salutarmi e darmi un rapido e discreto bacio sulla guancia, ma io ho intercettato le sue labbra e l'ho stretta a me in un bacio molto più intenso.
“Ma...” ha obbiettato lei indicando Mrs. Hudson.
“Lo sa già, e ci da la sua benedizione.”
“Oh, bene. Avevamo bisogno della sua benedizione?”
“No, ma pensavo ti facesse piacere sapere che lei è felice per noi.”
“Certo. Quindi ora lo dirai anche a John?”
“Sì, appena mi sarà possibile.”
“Bene, perché penso che sia della sua benedizione che mi devo preoccupare, giusto?”
“Non devi. John ti adora.”
Lei ha sorriso e ha raggiunto Mrs. Hudson in cucina e hanno iniziato a preparare la cena.
Non potendo essere di ulteriore aiuto in cucina, ho iniziato a suonare il violino, sia per fornire un sottofondo musicale alle mie due donne preferite, sia per riflettere.
Dovevo parlare con John, possibilmente in privato. Dovevo dirgli di Molly, ma non solo. Dovevo scusarmi per come mi ero comportato con lui in passato assorbendo tutta la sua attenzione, e anche nel presente sentivo di aver tralasciato qualcosa. Non ho mai veramente accettato Mary, non l'ho mai considerata veramente importante. E questo non è il comportamento di un amico. Non il comportamento che John si aspettava dal suo migliore amico.
Mentre stavo concludendo una melodia, John e Mary sono entrati nell'appartamento.
“Wow, non credo di aver mai visto questo posto così in ordine. A cosa dobbiamo tale onore?” ha esordito John con tono sarcastico.
“Ovviamente al vostro ritorno.” ha detto Mrs. Hudson lanciandosi verso di loro per abbracciarli.
Così ha fatto anche Molly, mentre io sono rimasto per un attimo in disparte. Solo quando la girandola di baci e abbracci e terminata, mi sono avvicinato a John.
“Bentornato.” ho detto semplicemente tendendogli una mano che lui ha stretto.
Poi ha sorriso e mi ha dato una pacca sulla spalla. In quel momento si è avvicinata anche la sua neo moglie.
“Grazie per questo invito, Sherlock. Ti abbiamo portato un souvenir dalla Grecia.”
“Grazie, Mary. E bentornata anche a te.” ho replicato avvicinandomi a lei e dandole un affettuoso, se pur breve, bacio sulla guancia.
Sia lei che John erano stupiti e mi hanno guardato con gli occhi spalancati.
“Sherlock, cosa...” ha iniziato a dire il mio migliore amico, ma l'ho interrotto subito.
“John, hai lasciato delle cose nella tua vecchia camera. Vieni, te le mostro.” ho detto dirigendomi al piano di sopra.
Lui mi ha seguito, fortunatamente da solo. Non potevo fingere affetto per Mary troppo a lungo.
“Qui c'è il borsone che hai lasciato la sera prima del tuo matrimonio, e qui ci sono alcuni libri e oggetti che non hai mai portato via.” ho spiegato indicando gli oggetti con un gesto della mano.
“Sì, beh, non ho mai avuto fretta di tornare qui, lo sai.”
“Lo so. Ora, però, è necessario che tu liberi la stanza. Potrebbe essere occupata a breve.”
Occupata?” ha chiesto aggrottando le sopracciglia, confuso e potrei giurare che fosse persino irritato.
“Sì. Ho proposto a Molly di venire a vivere qui. Non ha ancora accettato, ma credo che presto lo farà. La sua attuale casa le costa troppo, non è sicura ed è distante dal Barth's. Inoltre, per me sarebbe un grande aiuto averla sempre qui, a mia disposizione.
Lui ha ha annuito e poi è scoppiato a ridere.
Non era una risatina ma una risata incontrollabile.
Scomposta.
Rideva talmente tanto che ha dovuto sedersi.
“Non capisco tutta questa ilarità.” ho detto confuso osservandolo.
“Tu... Che convivi con Molly. Direi che c'è molto, molto, da ridere.”
“Perché?”
“Perché lei è innamorata di te. E, nonostante quello che cerchi di far credere al mondo, tu provi qualcosa per lei. E ora che lei non è più fidanzata, forse pensando di avere l'occasione di farti avanti, la inviti a vivere con te.”
“Io non ho bisogno di simili sotterfugi.”
“Ah no? Allora sei perfettamente in grado di andare al piano di sotto da quella donna che ti venera e dirle che sei innamorato di lei?” ha domandato alzandosi in piedi e facendo un passo verso di me.
Mi sono avvicinato a lui per poterlo guardare negli occhi e ho sorriso divertito.
“Sono perfettamente in grado. Non ho bisogno di sotterfugi perché la relazione tra me e Molly in questo momento è perfettamente equilibrata e sincera.”
Equilibrata e sincera? Cosa significa?”
“Significa che non nascondo nulla a Molly. Né sul mio lavoro, né su di me.”
“Intendi dire che voi due...”
“Abbiamo una relazione sentimentale, o una storia come si usa dire banalmente oggi. Tra l'altro trovo che sia un modo davvero orribile di definire una relazione. Da l'impressione di qualcosa di finito, concluso, passato. Non credi?”
John si è seduto nuovamente. Era sorpreso. Teneva la bocca spalancata, le dita a coprire le labbra come a voler impedire a un suono di uscirne. Gli occhi assenti, persi nel vuoto.
“John, ti senti bene?”
“Sì, sì, certo...” ha replicato ridestandosi. “È solo che... Non credevo che avrei mai assistito al giorno in cui Sherlock Holmes avrebbe detto di avere una relazione sentimentale.”
“Sì, beh, lo sai.”
“Sì, lo so. Mi avevi detto che le ragazze non erano esattamente il tuo settore. E che ti consideravi sposato con il tuo lavoro. Hai persino rifiutato Irene Adler che ti mangiava con gli occhi e che, lasciamelo dire, era una donna bellissima anche se alquanto calcolatrice. E a te piaceva. Ti piaceva davvero. Eppure non l'hai voluta. E ora eccoti qui, a dirmi che hai una relazione con la piccola dolce Molly. Devi ammettere che è davvero difficile da credere. Soprattutto per me, perché ti conosco, e so quanto tu sia arrogante e orgoglioso.”
“Negli ultimi tre anni sono successe molte cose. E io sono cambiato. Forse non in maniera così evidente, ma sono cambiato.
“In meglio, mi pare.”
“Lo spero.”
John si è rialzato e si è avvicinato. Non sono riuscito a evitare che mi abbracciasse. Le sue esternazioni d'affetto sono davvero una seccatura, ma non mi sono scansato, ho lasciato che fosse lui a staccarsi quando lo ha ritenuto opportuno. E per fortuna lo ha fatto dopo pochi secondi.
“Sono molto felice per te, amico mio. Molly è una donna adorabile e tu sei davvero fortunato. Non farla impazzire troppo, ok?”
“Io non... Perché pensi che la farei impazzire?” ho chiesto non capendo a cosa si riferisse.
“Oh, beh, è solo una mia impressione.” ha risposto con una risatina.
“Ovviamente farò del mio meglio.” ho detto camminando avanti e indietro per la piccola stanza. “C'è ancora qualcosa che dovrei dirti.”
“Oh, buon Dio, non avrete già deciso di sposarvi? O magari lei è già incinta?”
No!” ho smentito disgustato. “Non ritengo che il matrimonio sia l'evoluzione naturale di ogni relazione, anche se per te è così. E in merito a una gravidanza, ti assicuro che il ciclo mestruale di Molly è perfettamente regolare e che utilizziamo le dovute precauzioni.”
Oh, Gesù... Sai, non è necessario che tu mi fornisca tutti questi particolari.”
“Allora perché hai chiesto?”
Erano domande retoriche. Comunque, cosa vuoi dirmi ancora?”
Ho preso fiato e mi sono seduto. Potevo farcela. Scusarmi non è una cosa che mi riesce bene né è una cosa che amo fare, ma in alcuni casi è davvero necessario.
“Quando noi vivevamo insieme, tu non hai mai avuto una relazione che sia durata più di qualche settimana. Molly ritiene sia colpa mia. Perché assorbivo tutta la tua energia e attenzione, impedendoti di farti una tua vita. Ovviamente, da parte mia non era intenzionale, quindi me ne scuso. E mi scuso anche se non ho dato la giusta importanza a Mary quando me l'hai presentata. Non mi sono comportato da buon amico. Perdonami.”
Anche John si è seduto e mi ha guardato pensieroso. Sembrava sinceramente interessato a quello che stavo dicendo, come quando gli rivelavo la conclusione di un caso.
“Qualcos'altro?”
“Sì, mi scuso anche di averti lasciato credere che fossi morto per tre anni. So di averlo già fatto, ma so anche che tu non vuoi e non puoi dimenticare ciò che ho fatto. Spero che un giorno ci riuscirai.”
“Sherlock, ti ho già perdonato. Sono stati tre anni difficili, ma sapere che tu sei vivo e, soprattutto, sapere che quello che hai fatto era un atto altruistico, mi ripaga del dolore che ho provato. Davvero, amico. Va tutto bene.”
“Allora perché non vuoi tornare a lavorare con me?” ho domandato con forse un'eccessiva nota di tristezza,
“Perché ora ho delle responsabilità. Ho preso degli impegni. E, comunque, ti ho detto che lavorerò ancora con te, solo non tutte le volte.”
Ho annuito sufficientemente soddisfatto e mi sono alzato per uscire dalla stanza.
“Bene, torniamo di sotto. Sono contento di aver chiarito ogni dettaglio.”
“Anche io. E sono davvero felice per te. Io e Mrs. Hudson facevamo il tifo per te e Molly da sempre.”
“Davvero?” mi sono incuriosito.
“Sì, era così ovvio che tu provassi qualcosa per lei, solo che non sapevamo se te ne saresti reso conto e, soprattutto, se saresti riuscito a dimostrarlo.”
“Quindi anche tu ritieni che i miei atteggiamenti nei suoi confronti fossero rivelatori?”
“Ma certo. Ci mancava solo che le tirassi le trecce.
“Molly non porta le trecce. A volte si fa una treccia. Singolare.”
Era un modo di dire. Intendo dire che sembravi un bambino alla prima cotta che cercava di attirare la sua attenzione facendole i dispetti.”
Ancora questo paragone! Io non sono uno stupido bambino e so benissimo come comportarmi con le donne!”
John ha alzato un sopracciglio con un sorriso malizioso come a voler dire che non ne era affatto convinto.
Al diavolo. Torniamo di sotto o ci daranno per dispersi.” ho concluso avviandomi per le scale.
Nel frattempo, con una bottiglia sotto il braccio, era arrivato Lestrade. Stava salutando con trasporto Molly e Mary. La sua cura nel vestirsi e il suo dopobarba mi dicevano che stava frequentando una donna. E questo non poteva che farmi piacere, così magari avrebbe smesso di gironzolare troppo attorno alla mia donna.
“Oh, Greg, è fantastico, quando ce la fai conoscere?” ha chiesto Molly confermando la mia deduzione.
“Non so, è ancora presto. Sai, non voglio affrettare le cose.”
“Fai bene, potrebbe scappare scoprendo che frequenti gente come noi.” ha scherzato John passandogli accanto.
Tutti hanno riso di cuore. Poi Lestrade mi ha visto e si è avvicinato a me.
“Ho parlato con Donovan. Davvero le consenti di prendersi il merito dei casi a cui collabori?”
“Non ho bisogno di visibilità, non più. E non per casi così banali.”
“Non era un caso banale.”
“Lo era. E, comunque, sai che non lo faccio per avere dei riconoscimenti.”
“Lo so. Donovan era davvero colpita. Pensava la odiassi e invece così la aiuterai con la sua carriera.”
“Greg, tu ora sei commissario capo, non sei più un agente attivo, quindi avevo bisogno di qualcun'altro a cui affidarmi per le indagini sul campo. E, nonostante Sally Donovan non sia mai stata una delle persone che preferisco, ho deciso di fare un accordo con lei che sarebbe andato a vantaggio di entrambi.”
“Capisco. Beh, Donovan non è particolarmente simpatica, questo te lo concedo, ma tra gli agenti con cui ho lavorato è la più sveglia. Non potevi scegliere di meglio.”
“Lo so.”
Finalmente la cena era servita e ci siamo seduti tutti a tavola. Sono stati fatti dei brindisi, principalmente in onore del fatto che eravamo nuovamente tutti insieme. Ovviamente il riferimento era alla mia morte, ma ufficialmente era per il ritorno di John e Mary dal viaggio di nozze.
Quando tutti hanno smesso di brindare e pensavano solo a gustare i deliziosi piatti preparati da Mrs. Hudson e Molly, mi sono alzato in piedi, con il bicchiere in mano.
“Vorrei dire qualcosa.” ho esordito e tutti mi hanno osservato con aria interrogativa.
“Non sono bravo in queste cose, ma c'è qualcosa di cui vorrei rendervi partecipi.”
Ho tossito per schiarirmi la voce, che improvvisamente sembrava voler sparire.
“Tre anni fa, ho dovuto abbandonarvi, e ho dovuto farlo nel peggiore dei modi. So di avervi dato un grande dispiacere, e vi assicuro che anche per me è stato davvero doloroso. Mi siete mancati tutti. Mi mancava la mia vita. Mi mancavano i miei amici. Mi mancava essere felice.” ho fatto una pausa per deglutire e li ho osservati mentre tutti loro sembravano quasi commuoversi. “So che il mio criterio di felicità non è uguale a quello degli altri, ma io ero felice. Quando sono tornato, però, mi sono reso conto che avevo perso tutto. La mia vecchia vita era stata spazzata via. Temevo che non sarei stato mai più felice. Invece, ora eccoci qua. Tutti insieme. Come una famiglia. Ho di nuovo tutti voi, i miei migliori amici, e anche molto di più. Per esempio, ora ho anche una nuova amica.” ho detto facendo un cenno verso Mary e suscitando un sorriso in John. “Ho dei nuovi collaboratori per il mio lavoro, come dicevo poco fa a Greg.” ho aggiunto indicando Lestrade che ha alzato il bicchiere verso di me come risposta. “E, soprattutto, ho finalmente quello che mi è mancato in tutta la mia vita. L'amore di una donna speciale.” ho concluso sorridendo verso Molly che è arrossita.
Mentre Mrs. Hudson e John ridevano complici, Mary applaudiva e Lestrade sussultava sorpreso, ho poggiato il mio bicchiere e mi sono avvicinato a Molly per darle un bacio.
Un lungo, inequivocabile bacio di passione.
Nessuno poteva più mettere in dubbio quello che c'era fra noi dopo quel bacio. Nessuno poteva più dire che io non fossi in grado di comportarmi con le donne.
E nessuno avrebbe potuto dire che la mia vita fosse infelice. Perché io ero felice.
Completamente.
Come non lo ero mai stato.

FINE
   
 
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