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Autore: obsessedbymemories    13/08/2013    2 recensioni
Subito dopo la morte di Danny, Rafe trova delle lettere sparse per i cassetti dell’alloggio dell’amico. Tre sono i destinatari di tali lettere: lo stesso Rafe, Evelyn ed il padre di Danny. Per Rafe ed Evelyn, leggere quelle lettere servirà a mantenere viva la voce di Danny.
- - La storia è una sorta di continuazione del film stesso, che amo con tutta me stessa. Perciò, ci saranno riferimenti a scene o dialoghi del film, sebbene alcuni avvenimenti potrebbero risultare in qualche modo "alterati". - -
Enjoy!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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You keep on living through these Letters


Chapter I
 

Nessuno era riuscito ad entrare nell’alloggio di Danny dopo il suo funerale, nemmeno Evelyn. Sembrava un’azione eccessivamente difficile da compiere. E, in effetti, lo era. Ogni volta che tentava di avvicinarvisi, un senso di vuoto prendeva il sopravvento su di lei, i ricordi la opprimevano e, come se non bastasse, per qualche strana sensazione di telepatia, il bambino, o la bambina, che portava in grembo, iniziava ad agitarsi. Le tornavano alla mente tutti i momenti felici che lei e Danny avevano passato insieme, dal loro primo “appuntamento”, all’episodio più entusiasmante della sua vita dopo la presunta morte di Rafe. Non poteva certo dimenticare quella sera in cui Danny le fece sperimentare la famosa “vite orizzontale” da lei tanto temuta, né le parole che si scambiarono prima di quel volo che cambiò il suo destino, per sempre.
 
«Evelyn! Hai mai visto Pearl Harbor al tramonto?», le aveva chiesto Danny con un sorriso imbarazzato.
«Certo!», gli rispose, non curante di ciò che stava per succedere.
«Anche dal cielo?»

 
E, da quel momento in poi, nulla fu più come prima. Dopo quella magnifica notte, un senso di paura e colpevolezza si impossessò di lei, sebbene probabilmente non si era ancora resa conto che ciò che prevaleva era l’opinione del suo cuore. Non si era mai sentita così piena di gioia in vita sua, nemmeno quando guardava il tramonto leggendo le lettere che Rafe le scriveva dall’Europa. Non potrà mai dimenticare la passione con cui Danny, il giorno seguente, tentava di dichiararle il suo amore.
 
«Senti, Evelyn, sono andato sulla spiaggia stamattina... A veder sorgere il sole! E ho capito che è cominciato qualcosa di diverso, che era cominciato qualcosa di nuovo. In questo posto, in questo momento.» Quelle parole la colpirono dritta al cuore e, tuttavia, senza farle alcun male. Tutt’altro. «Non mi importa di quello che dicono gli altri, capito? Perché non dovrei provare quello che provo? Sento che mi piaci.» E quello sguardo, accompagnato da quell’incantevole sorriso, bloccarono completamente anche il cervello di Evelyn, tanto che le uniche parole che uscirono dalla sua bocca sembravano non avere alcun senso.
«Hai la cravatta tutta storta!»

 
Non riusciva proprio a dimenticare, non poteva. E non doveva.
 
Neppure Rafe aveva avuto il coraggio di aprire la porta dell’alloggio del suo migliore amico dal loro ritorno a Pearl Harbor. Ogni qualvolta si trovasse anche solo nei paraggi di esso, le ultime parole che Danny pronunciò prima di morire lo colpivano come pugnalate. E facevano anche più male.
 
«Tu non morirai, hai capito? Guardami! Tu non morirai, Danny. Hai capito? Danny, Danny… Tu non puoi morire. Tu non puoi morire. E lo sai perché? Perché diventerai padre, Danny. Diventerai padre, anche se non dovevo dirtelo. Diventerai padre. Ti prego…», disse, con la voce tremante, strozzata dalle lacrime.
«Sarai tu il padre.»
Ed un momento dopo, Danny già se ne era andato, lasciando un vuoto incolmabile.

 
Il suo amico d’infanzia, colui che più di tutti aveva cercato di aiutarlo quando dovevano entrare nell’aviazione. Rafe aveva sempre tentato di proteggerlo, in qualsiasi modo ed a qualsiasi costo. Lo considerava il fratello minore che non aveva mai avuto. E la guerra, in un attimo, lo portò via con sé, senza chiedere il permesso. In quegli attimi che precedettero la sua morte, Danny aveva salvato la vita di Rafe per ben due volte. Quanto avrebbe voluto che tutto questo non fosse successo, che quello ad andarsene non fosse stato Danny, ma lui stesso. Avrebbe certamente preferito che Evelyn fosse rimasta con l’uomo che le stava per dare un figlio, anziché con colui che ormai aveva quasi perso il suo amore.
 
Un giorno, però, Rafe trovò il coraggio di aprire quella porta e di entrare in quella stanza dove Danny aveva vissuto i suoi ultimi attimi di tranquillità. L’ordine che regnava lì dentro gli fece ricordare quanto Danny fosse preciso nelle sue cose ed irremovibile nelle sue decisioni. A quanto ci tenesse a rifare il letto la mattina, perché chiunque, secondo lui, avrebbe potuto fare irruzione nella sua stanza e non desiderava certamente farsi reputare un disordinato. Forse temeva, in qualche modo, che il giudizio degli altri riguardo questo aspetto della sua personalità, fosse determinante anche sulla sua vita da pilota. Infatti, Danny in volo era elegante e raffinato come pochi, sebbene spesso rischiasse qualche manovra azzardata, senza perdere, tuttavia, la sua grazia. Volare al suo fianco, per Rafe, era un piacere ed un onore che nulla al mondo avrebbe potuto eguagliare. Pensare al fatto che tutto ciò non sarà più possibile, fece inevitabilmente annebbiare la vista di Rafe. Dopo un solo istante, infatti, le lacrime cominciarono a rigargli il volto e decise di sedersi sul letto, con una mano sul cuscino, come per toccare per l’ultima volta il volto assonnato di Danny.
Rafe pianse, pianse molto. Ad un certo punto, si distese egli stesso sul letto ed immaginò che Danny fosse al suo fianco. Chiuse gli occhi e lo abbracciò come non aveva mai fatto prima di allora.
 
«Rafe, non dimenticarti di prenderti cura di Evelyn. E, mi raccomando, fai in modo che nostro figlio impari a leggere e a scrivere.»
Non ci poteva credere. Danny sembrava realmente al suo fianco e, addirittura, riusciva a sentire ciò che diceva.
«… Danny?», disse Rafe, incredulo.
«Sì, Rafe. Smetti di piangere, ti prego. O soffrirei ancora di più. Ti voglio bene, Rafe. Sei stato come un fratello per me. Ora, però, devo andare. Il cielo mi chiama.», disse Danny, alzandosi dal letto ed incamminandosi verso la porta.
«No, Danny. Non andartene di nuovo! Ti prego.»
Ma Danny scomparve, come una nuvola di fumo.
«Anch’io ti voglio bene, Danny.», sussurrò Rafe.
 
Prese forza, si asciugò le lacrime e scese dal letto.
Dopotutto era lì per liberare l’alloggio di Danny. E gli scatoloni davanti all’armadio ne erano testimoni.
Rafe si sedette e cominciò a riempire uno scatolone con le fotografie incorniciate che giacevano sul piano della scrivania. Queste ritraevano Evelyn, un aereo, lui e Rafe da bambini nel campo di grano vicino alle loro case, lui e Rafe con le divise dell’aviazione americana, ancora Rafe che teneva in braccio un gattino arruffato, Evelyn ed il suo perfetto sorriso, con la divisa da infermiera ed i capelli raccolti nella cuffietta. Ma la fotografia che più di tutte colpì Rafe, era quella di Danny e suo padre, scattata probabilmente pochi giorni prima che quest’ultimo morisse. Il suo sorriso affaticato, i suoi occhi lucidi e gonfi, il suo viso stanco e distrutto dalla vita erano in pieno contrasto con il volto fanciullesco di Danny, ancora innocuo ed impaziente di vivere, i suoi occhi svegli e sorridenti, il suo sorriso spontaneo e spensierato. Rafe fece uno sforzo immane nel cercare di trattenere le lacrime. Vi riuscì solamente ricordando le parole che Danny gli aveva detto pochi minuti prima, in quella sua inaspettata apparizione.
 
Dopo aver liberato la scrivania da tutti gli oggetti che erano su di essa adagiati e disposti con cura, Rafe aprì istintivamente il primo cassetto. Ciò che vi trovò, lo colse di sorpresa.
In quel cassetto, regnava il disordine più totale, cosa assolutamente insolita in Danny, tanto che Rafe dubitò per un secondo che ciò che esso conteneva appartenesse realmente al suo migliore amico.
Fogli accartocciati, buste vuote, penne e carboncini sparsi per tutto il cassetto. Eppure ci doveva essere una spiegazione a tutto ciò.

E Rafe la trovò solamente aprendo il secondo cassetto.





Spazio Autrice

Beh, direi che incentrare la mia prima storia (pubblicata su EFP) su Pearl Harbor, non poteva che essere un buon inizio!
Sarei molto felice, se mi faceste sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo :)
Bye (and keep on lovin' Danny)! 
  
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