Solo una serie di sfortunati eventi


"A questo punto, direi che è il caso di fare il punto della situazione, se non altro, almeno per capire come diamine capiti tutto sempre a me, ecco.

E' Natale, cioè, è il 23 di Dicembre, quindi no, non è proprio Natale ma ci siamo quasi, più o meno, insomma, non ha una grande rilevanza quindi ritengo che si possa sorvolare su questi dati logistici.
Dicevamo, è Natale ed io da bravo figlio ho deciso di fare una sorpresa alla mia famiglia e tornare a casa con un giorno di anticipo senza dire niente a nessuno, una sorpresa insomma. Ora, da New York a Newark la distanza è piuttosto breve, uno studente quanta roba dovrà mai ricordarsi di portarsi dietro? Ecco, ricordarsi è la parola chiave, prestate attenzione eh. Perché insomma, io sarò anche in grado di organizzare quest, guidare un manipolo di uomini contro un'orda troll nei meandri della terra di mezzo ed uscirne vincitore, posso perfino sconfiggere il più oscuro degli stregoni ma a quanto pare la mia decennale esperienza non mi è servita a molto in questo frangente! Visto che non sono stato in grado neanche di ricordarmi che portare con sé il proprio portafoglio con annessi soldi ed eventuali carte di credito quando si parte per un viaggio sarebbe quantomeno utile.

Detto questo, io, ora, come diavolo ci arrivo a casa mia?! E non ditemi di telefonare a casa! Una sorpresa è una sorpresa!

Le due signorine del centro informazioni dell'aeroporto di Newark, che fino ad allora si erano limitate a cercare di mantenere l'espressione cordiale che a quanto pare erano obbligate a mantenere per contratto, ora fissavano il nostro protagonista con l'aria di chi non è molto sicuro se quello che gli sta succedendo sia uno scherzo di cattivo gusto o solo l'inizio di un pessimo week-end lavorativo. Fu la biondina a parlare per prima, dopo un profondo respirò aprì la bocca, le sopracciglia arruffate in un'espressione sincera di dubbio.
"Scusa ragazzino, ma ci stai per caso chiedendo un prestito?"

Gerard, che fino a quel momento sembrava più assorto nei suoi pensieri che non attivamente partecipe di una qualche conversazione, sbatté le ciglia un paio di volte, si voltò a fissare la biondina - che si chiamava Janet come apprese dalla targhetta ben attaccata sulla camicia di lei - e rispose con un eloquente "uh?"

A quel punto, Janet, si voltò a fissare Andy, la sua collega, per un lungo secondo prima di tornare a fissare il nostro protagonista con stampato in faccia un sorriso fin troppo professionale "I taxi sono da quella parte, ora, se vuole scusarmi, dovrebbe spostarsi e far avanzare la fila, sa, come ha detto lei, è Natale" accompagnò il monologo con un ampio gesto del braccio a indicare le persone dietro di lui e a finire sulla zona dell'aeroporto dedicata ai trasporti via terra.

A quel punto, un diciassettenne Gerard Way si ritrovò in mezzo alla neve, su un marciapiede che a un marciapiede neanche più tanto assomigliava a fissare la strada con sguardo vacuo.
"Magari potrei prendere un taxi e alla sorpresa ci aggiungo pure la tariffa dall'aeroporto fino a casa… Magari mamma non ci si incazza neanche poi troppo… Magari…" Gerard sospirò e appoggiata la valigia a terra si sporse verso la strada alla ricerca di un taxi libero. Cosa che si rivelò più ardua del previsto, ma beh, era Natale, dopotutto. E a Natale non sono tutti un po' più buoni, in genere sono tutti solo un po' più stronzi.