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Autore: namelessjuls    14/08/2013    4 recensioni
Entro con calma nella mensa, dove la maggior parte degli studenti è già seduta in uno dei tavoli prestabiliti alla sua categoria, ognuno in questa scuola ne ha una.
Io di solito mangio in cortile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Wesley Stromberg
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 
Nuova giornata, solita routine.
Mi alzo, faccio colazione, scuola, pranzo, torno a casa, compiti, ceno, dormo.
La stessa cosa tutti i singoli giorni, con qualche piccola variazione durante i giorni particolarmente importanti.
Come la mia vita, anche il mio stile era particolarmente monotono: soliti jeans, solite felpe e solite converse.
Non mi considero bella come le altre diciassettenni, anzi, non sono magrissima e i miei capelli sono un cespuglio nero.
L’unica cosa degna di nota sono i miei occhi, di un bel colore dorato, con qualche sfumatura argentata, non ne ho mai visti simili ai miei.
In ogni caso, non sono molti a vederli, dato che li nascondo sotto ai miei spessi occhiali.
Comunque, non sono una che guarda la gente negli occhi, di solito preferisco starmene da sola, e quando sono costretta a stare delle persone, sto sempre a testa bassa.
Però, questo è il mio primo giorno di scuola, e non posso rimanere a casa, per sfortuna.
- Hey Tris – mi richiama mio padre, schioccandomi le dita davanti al volto.
Sbatto più volte gli occhi, riuscendo ad uscire dal mio mondo dei sogni.
Il cancello del Huntington Beach High School mi si presenta in tutta la sua grandezza.
- Io vado – dico, dando un bacio sulla guancia a mio padre e scendendo dalla macchina – Ci vediamo sta sera.
Percorro velocemente il cortile della scuola, non distogliendo lo sguardo dalle mie scarpe, forse riuscirò a passare inosservata anche quest’anno, ma per mia sfortuna non è così.
Non guardando mai avanti, non avevo visto il ragazzo che stava chiacchierando tranquillamente davanti al portone, e così gli sono finita contro, cadendo a terra.
- Ma guarda dove vai! – mi dice lui, scocciato.
- Scusa scusa – dico io, diventando rosso fuoco.
Lui mi prende per una mano e mi tira su, per poi puntarmi un dito contro – Sta attenta la prossima volta.
Io annuisco velocemente, tenendo la testa bassa, non ho nemmeno visto la sua faccia.
- Devo andare – e senza aspettare risposta, lo supero e corro in classe.
 
 
***
 
Due ore di chimica sono pressoché orribili, se poi sono le prime ore dell’anno scolastico, sono micidiali.
Mi trascino fino all’aula di matematica, facendomi strada tra i vari gruppi di amici e fidanzati.
Io non ho nessuno dei due, ma non è un problema.
Mi siedo in fondo, nel banco vicino alla finestra, dato che soffro di claustrofobia.
Fuori, in cortile, una classe sta facendo educazione fisica, e io mi incanto a guardarli fare streching.
- Guarda chi si rivede – dice qualcuno, sedendosi nel banco al mio fianco, nessuno lo aveva mai fatto.
Io mi volto, stortandomi il collo tanto lo scatto era veloce,  per vedere la fonte di quelle parole.
Era un ragazzo, più grande di me, dai capelli castani e gli occhi di un colore indefinito, un mischio tra l’azzurro e il castano.
Nel complesso era carino, anche di più forse, però non sono una che si intende di ragazzi.
-Non penso che ci conosciamo...– dico io, riabbassando lo sguardo sui libri.
Lui scoppia a ridere – Non mi hai proprio guardato in faccia prima.
Ah, quindi era il ragazzo di prima.
- Ero di fretta prima – invento io.
- Però nemmeno ora lo stai facendo, e non sei di fretta.
Mi ha intrappolata, non posso ribattere, posso solo rimanere ferma immobile, facendo finta di non aver sentito.
Sento le sue dita passarmi sotto il mento, e costringermi a guardarlo.
Lui mi guarda attentamente ogni singolo particolare del mio viso, e io divento rosso fuoco.
- Sei carina quando arrossisci lo sai?
Io mi libero dalla presa e fingo di seguire la lezione appena cominciata.
Però mi sento il suo sguardo addosso, è piuttosto irritante, ma preferisco stare zitta che parlare con quello li.
Sento dei colpetti appuntiti appena sotto al seno, ma non do retta ai suoi tentativi di dargli retta.
I colpi però proseguono e io incomincio a irritarmi sul serio.
Gli tiro uno schiaffo sulla mano e mi costringo a guardarlo in faccia, con un’espressione furiosa – La smetti?!
Lui mi sorride malizioso – Mi diverte farti arrabbiare.
- Lo avevo notato – sbotto io.
- Comunque, sono Wesley Stromberg, ma puoi chiamarmi Wes.
- Beatrice Green – dico scocciata.
- Bel nome Beatrice – dice lui – Un po’ lungo però, gli amici come ti chiamano?
- Io non ho amici.

Lui mi guarda, sembra dispiaciuto.
- Scusami..
- Fa niente, ci sono abituata…comunque, se vuoi proprio darmi un soprannome, mi piace Tris.
Il sorriso gli spunta di nuovo sul viso – Mi piaci, Tris. Anche se hai paura di guardarmi in faccia.
Io soffoco un sorriso, ma lui lo nota e sembra compiaciuto di se stesso.
- Sono anche riuscito a farti sorridere.
- Si, ma non prenderci l’abitudine ok?

Lui scuote le spalle – Mi piacciono le missioni impossibili.
La campanella suona e io raduno velocemente le mie cose.
- Hey, cos’è tutta questa fretta? – mi dice Wesley, sfilandomi il libro di mano.
- Avanti, ridammi il libro, non voglio fare tardi!
- Che hai ora?

- Letteratura. – dico, recuperando il libro.
- Accidenti, io ho chimica…beh senti ci vediamo a pranzo ok? E non inventarti scuse per non venire! – mi fa l’occhiolino e poi scompare, lasciandomi li impalata.
E ora che faccio?
 
***

E anche l’ultima campanella è suonata, e il pranzo è arrivato.
Non ho fatto altro che pensare a Wesley e al suo invito per tutto il resto della mattinata.
Nessun ragazzo aveva mai osato rivolgermi la parola, figurati invitarmi a mangiare insieme.
Entro con calma nella mensa, dove la maggior parte degli studenti è già seduta in uno dei tavoli prestabiliti alla sua categoria, ognuno in questa scuola ne ha una.
Io di solito mangio in cortile.
Afferro un vassoio e carico le prime cose che mi passano sotto mano, poi prendo a guardare tra i vari tavoli.
Alla fine qualcosa riesce ad attirare la mia attenzione, è Wesley che si sta sbracciando per chiamarmi.
Io mi avvicino, un po’ scettica, quello è il tavolo dei ragazzi popolari, io non dovrei nemmeno pensare lontanamente di avvicinarmi.
-Eccoti finalmente! – dice il ragazzo appena lo raggiungo – Ragazzi, questa è Tris.
 Sento gli sguardi dei presenti fissarmi dalla testa ai piedi, in silenzio.
Attualmente, al tavolo sono sedute tre persone, oltre me e Wesley, un ragazzo dagli occhi azzurri stupendi e due ragazze bionde.
Una delle ragazze e il ragazzo mi guardano sorridenti, hanno il viso simpatico, forse potrei anche farci amicizia.
L’altra ragazza invece, mi guarda piuttosto male, e alla fine è lei che rompe il silenzio che si è creato.
- Wes, è uno scherzo?
Lui la guarda incredulo – Perché dovrebbe essere uno scherzo?
- Ma l’hai vista?

Ok, ora basta.
Mi alzo di scatto – Mi spiace veramente tanto, ma penso che sia ora di andare. Tanto lo sapevo che sarebbe andata a finire così
Do un ultimo, coraggioso, sguardo a tutti i presenti prima di andarmene.
Butto il mio pranzo nel cestino ed esco di corsa dalla mensa, sento gli occhi pizzicarmi e non voglio farmi vedere in lacrime.
Mi chiudo in bagno, ignorando la mia claustrofobia, e mi asciugo gli occhi.
Come ho fatto ad essere stata così stupida?
Davvero ho creduto che mi avrebbero accettato tra di loro?
Loro sono i popolari, e io cosa sono? Niente, assolutamente niente.
Wesley lo doveva sapere, e voleva far divertire un po’ i suoi amici con una sfigatella come me.
Sono solo un fenomeno da baraccone per loro.
Ripenso alle parole della ragazza bionda, “E’ uno scherzo?”.
Si, sono uno scherzo, un brutto tiro che la natura ha voluto tirare alla mia famiglia pressoché perfetta.
Me ne andrei se potessi, ma non ne ho il coraggio.
E questa volta non faccio eccezione.
Mi do un’ultima asciugata agli occhi e sospiro lentamente, così da potermi calmare a dovere.
Ok, sono pronta.
Esco dal bagno, e mi ritrovo Wesley davanti alla porta.
- Che vuoi?! – gli ruggisco contro. – Mi vuoi prendere ancora un po’ per il culo?! Spero si siano divertiti i tuoi amici.
- Si può sapere che stai dicendo?
- Chiedilo alla tipa bionda. –
faccio per andarmene, ma lui mi afferra per un polso.
- Senti, non volevo farti star male, sul serio. Carly è una stronza, non devi darle retta. A me stai simpatica, e non sto scherzando.
Mi libero dalla sua stretta, che fortunatamente non è troppo forte.
- Addio Stromberg.
E lo lascio li, immobile, mentre io me ne vado.
Non credo a nessuna di quelle parole, le avrà dette per non avere pesi sulla coscienza.
Un tipo come lui, di sicuro ci sa fare con le persone, sa come manipolarle a suo favore.
No, non mi sarei fatta prendere in giro.
Ne sono certa.
 
 
Angolo autrice.
 
Ebbene si, sono già qui a rompervi ancora le balle c:
Come vedete, il personaggio non è più Keaton, ma Wesley c:
Spero che questa ff vi piaccia, fatemi sapere qualcosa se vi va :)
 
Giulia :)
 
 
P.s. Lo so che Wesley non dovrebbe andare più a scuola, ma non vi preoccupate, si spiegherà tutto nel corso della storia c:
 
  
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