IL LEONE NON SA RUGGIRE SOLTANTO, AMA.
MA IL LUPO NON DIMENTICA, PROPRIO COME IL NORD.
Quando Tyrion venne a sapere
della morte di Robb Stark e
di sua madre non aveva nemmeno per un momento pensato che stavano vincendo la
guerra e che si erano finalmente liberati di un nemico pericoloso, quale il re
del Nord. La sua mente invece era corsa a sua moglie.. A quella giovane donna
che pregava in continuazione affinché suo fratello vincesse e lei potesse
ritornare a casa dalla sua famiglia.
Ma non sarebbe mai potuto accadere. La sua famiglia era
stata sterminata da loro, dalla medesima di suo marito il Folletto.
Il vivo stupore apparso nella faccia di Tyrion,
molto spesso ironica, venne surclassato da un'espressione serrata e incisiva.
Fu costretto a serrare i pugni per contenere la lingua lunga tagliente che lo
aveva sempre contraddistinto, altrimenti avrebbe espresso il suo totale
disprezzo per ciò che la sua famiglia aveva fatto a sua insaputa. Strinse di
più nella mano la lettera che informava della dipartita degli Stark, la strinse così tanto come se volesse impedire che
quella notizia fosse vera e arrivasse alle orecchie di Sansa. Che avrebbe pensato
quella povera ragazza? Come avrebbe reagito?
Che domande.. La sua famiglia era stata tutta sterminata ed
era costretta a vivere accanto a coloro che avevano permesso tutto questo..
Rinchiusa in una gabbia come un uccellino spaventato. Come voleva che stesse?
Alla premessa del suo dolore lampante e angosciante, ne
provò anche Tyrion. Come se la sofferenza della
moglie lo colpisse, anche se lui – senza volerlo - era una delle lame che
infieriva sul suo dolore rendendolo sempre più profondo e impossibile da
sopportare.
Non avrebbe voluto che andasse così ma la realtà era
chiara. Lui era un Lannister, lei una Stark. Lui, colpevole di appartenere a quella famigerata
famiglia senza scrupoli, e lei condannata a patire ogni genere di sofferenza
per mano loro.
Tuttavia mentre suo padre, sua sorella e suo nipote
sghignazzavano soddisfatti, come se avessero nelle mani la spada che aveva
ucciso gli Stark in segno di onnipotenza, lui sentiva
invece quella lama assassina tagliarlo e infierire su di lui, colpo su colpo. Tyrion era un nano ma non si era mai sentito così piccolo
come in quel momento in cui la lama gli divideva in due il cuore, sparpagliando
a terra i pezzi e rendendolo così più minuscolo di quel che già era.
Perché sapeva che tutti gli altri - soprattutto lei - lo avrebbero visto uguale a loro.
Un mostro.
Di solito Tyrion si
disinteressava del parere altrui ma questa volta era diverso. Non avrebbe mai
portato quella sottospecie di vittoria come un segno di gloria.. Era il puro
segno del disonore per lui.
"Mandate un messaggio a Walder
Frey e ditegli che voglio la testa di Robb Stark! La farò baciare a
Sansa al mio banchetto di nozze!"
Questo per Tyrion fu troppo. Era
tentato di mollare l'ennesimo schiaffo a quel moccioso viziato e sadico, se non
di peggio.
"No" la voce di Tyrion
risuonò bassa e roca perché stava sul serio cercando di controllarsi. Avevano
mai sentito urlare un nano? Beh faceva paura. Un corpo piccolo contiene sempre
qualcosa di grande e temerario. La sua voce se alzata in preda alla rabbia
poteva far tremare il soffitto ancor di più di quella di un gigante. Tyrion pensò sul serio come avrebbero reagito i suoi cari
parenti se il tetto fosse caduto loro in testa.
Continuò col suo ordine, gli occhi asimmetrici che
ardevano, sia il marrone che il verde: "Non lo farai, non hai più il
diritto di tormentarla"
"Io ho il diritto di torturare chiunque" ribatté Joffrey con la sua voce da bamboccio che pretendeva di
essere un re. "Vedi bene di ricordartelo piccolo mostro"
"Oh sarei un mostro.. forse dovresti rivolgerti a me
con più cautela. I mostri sono pericolosi e i re stanno morendo come
mosche." la voce tagliente di Tyrion era
velenosa, vibrava nell’ aria come se davvero volesse azzannare il nipote.
La miccia ormai era esplosa, le liti erano all'ordine del
giorno in quella famiglia. Ma Tyrion non voleva più
ascoltare, era sul serio schifato per quella situazione. Amava la sua famiglia
nonostante tutto, non poteva pensare di dare loro le spalle anche se lo avevano
fatto sanguinare nel fango numerose volte. Ma ora lo avevano trafitto nella
maniera più grave e meschina: riempirgli le mani di sangue e di colpe non sue,
ma che lo macchiavano in egual modo. Non avrebbe potuto lavarsi via il marchio orribile
della colpa e non poteva mascherarlo con degli abiti eleganti color rosso
porpora e oro, il simbolo dei Lannister. Anzi lo stemma della sua famiglia lo avrebbe
fatto sentire ancora più in colpa, colpevole di avere il loro stesso sangue e
quindi le loro vergogne cadevano anche su di lui.
Il gravare del suo fardello crebbe sempre di più, così
pesante che pensò potesse afflosciarsi a terra. Ma Tyrion
era sempre stato un uomo forte, le continue offese e dispregi avevano solo
contribuito a rafforzare la sua armatura di ferro e a andare avanti a testa
alta. Aveva sopportato l'odio di un padre che lo voleva morto e avrebbe quindi
potuto sopportare ogni cosa.
“Credi che allargherà le gambe più volentieri quando le
racconterò di come abbiamo ucciso sua madre e suo fratello?” aveva domandato Tyrion in tono impertinente al padre, che gli aveva di
nuovo recriminato il fatto di non aver consumato ancora il matrimonio con Sansa
Stark.
“In un modo o nell’altro la metterai incinta.”
Tyrion non sapeva se dare un
pugno ben desiderato al padre o restare calmo. Scelse la soluzione più
ragionevole, ma il tono in cui rispose era stizzito e autorevole.
“Non ho alcuna intenzione di stuprarla.”
Alla fine aveva avuto luogo l’ennesima discussione tra
padre e figlio che non portava da nessuna parte, se non a un allontanamento
ancor maggiore tra i due. La distanza era troppo grande, così come i vecchi
rancori e il non capirsi affatto a vicenda. Ma Tyrion
non aveva saputo dir niente contro la realtà dei fatti….
Lui era un Lannister e come tale doveva comportarsi
di conseguenza. Agire per il bene della propria famiglia, incurante dei proprio
bisogni personali.
Twyn gli aveva fatto sentire
di nuovo il suo ruggito da leone. E Tyrion aveva
stretto i denti, incassando quell’amara e dura verità. Anche lui era un leone.
Non aveva altra scelta. Sansa doveva sapere prima o poi… e il compito spettava a lui. Le doveva almeno questo,
lei meritava di sentire la verità dalla bocca che aveva contribuito a creare
questa tragedia.
Perché, Tyrion, si ostinava a
prendersi la colpa di fatti non suoi? Lui non sapeva cosa sarebbe successo a Robb e a sua madre… se lo avesse
saputo avrebbe sicuramente fatto tutto ciò che era in suo potere per impedirlo.
Uccidere durante un matrimonio… che razza di disonore
era? Sapeva benissimo che durante una guerra gli inganni e i tranelli erano
necessari.. non era stato lui a incendiare la flotta di Stannis
Baratheon con l’altofuoco?
Ma un massacro di tal genere…. Sarebbe stati puniti
dagli dèi, tutti loro. Tutti i debiti devono essere pagati e non si può
perdonare un simile crimine.
E lui veniva punito solo perché non era riuscito a fare
nulla, perché era dalla parte sbagliata, perché anche se lo avesse saputo non
sarebbe andato contro alla sua famiglia…
Tu sei un Lannister.
Faceva parte del branco dei leoni. Quando un povero
cerbiatto veniva assalito che gli importava quale leone lo azzannasse? Tutto il
branco era colpevole di quell’uccisione.
Tyrion fece un sorriso mesto
mentre si trasportava con le sue gambette nelle camere della moglie, prendendo
coraggio. Una volta aveva paragonato Sansa a una timida e indifesa cerbiatta,
una povera creatura che non poteva difendersi dagli attacchi feroci delle
bestie.
E lui l’aveva rassicurata dicendo: “Io sono solo un leone
molto piccolo e ti prometto che non ti sbranerò. Te lo giuro mia signora, non
ti farò mai del male.”
Tyrion aveva sul serio creduto
a quel giuramento, le aveva dato la sua parola anche se lui non era
propriamente un uomo d’onore. In fondo era un ubriacone, gli piaceva la bella
vita, era stato soprannominato la scimmia deforme, aveva desideri lussuriosi,
era incredibilmente petulante e furbo in maniera sottile. Gli piaceva svelare
gli intrighi di corte e far sembrare gli altri inferiori di fronte alla sua
enorme sapienza.
Ma aveva comunque una coscienza…
non gli piacevano le disonestà e gli atti ingiusti. Aveva un cuore nobile che
pochi avevano avuto l’onore di vedere, perché troppo concentrati a vedere come
fosse fisicamente o a quale casata appartenesse.
Ma ora cosa importava? Poteva vantarsi della sua lealtà
quando avrebbe detto a Sansa ciò che era successo alle Nozze Rosse? Non aveva
mantenuto la parola data… le avrebbe fatto del male,
il male più atroce, attraverso il suono di quella mostruosa verità che avevano
messo in piedi i suoi familiari. L’avrebbe sbranata dal dolore. Il leone che fa
sentire il suo ruggito al lupo.
Il lupo sarebbe stato sconfitto. E il leone avrebbe avuto
in bocca i resti sanguinolenti della sua carne disfatta.
Suo padre finalmente sarebbe stato orgoglioso del figlio?
Tyrion sentiva i passi farsi
sempre più pesanti, come se trasportasse dei macigni incatenati ai suoi piedi.
Non sapeva se era sicuro di voler ascoltare ciò che Sansa avrebbe detto…. Ma conosceva abbastanza la moglie dal sapere che
nascondeva sempre ciò che pensava dietro una facciata di gentilezza e cortesia.
Altrimenti come avrebbe potuto sopportarlo per tutto quel tempo? Sapeva che lei
non lo amava per niente, che se dipeso da lei non avrebbe mai voluto sposarlo e
sarebbe scappata a gambe levate via da lui. Ma non si era mai comportata in maniera scomposta e
incivile, proprio per l’educazione che le avevano impartito. Era solo dovere e
finzione. Nient’altro.
Anche se Tyrion in fondo al cuore
avrebbe voluto che fosse diverso… voleva che quella
dolce e bellissima fanciulla gli aprisse il suo cuore, che gli confidasse i
suoi pensieri e che gli portasse le sue gioie e anche i suoi dolori. Voleva che
gli permettesse di far parte della sua vita..
Incredibile come il leone si fosse affezionato al lupo,
come se ne provasse compassione e un ambiguo affetto.
Ma erano solo deboli fantasie ricolme di sabbia e cenere al
vento, perché era il momento di mettere in tavola le carte. E dopo si sarebbe
visto come il lupo avrebbe accettato la pietà del leone.
Tyrion era infatti arrivato
davanti alla porta chiusa delle stanze di Sansa. Solo una cosa non le avrebbe detto…. Ciò che avevano fatto a suo fratello….
La testa mozzata del lupo Vento Grigio deposta in maniera indegna e vergognosa
su quel che ne restava della testa staccata del giovane re.
Avrebbe risparmiato alla moglie quel dettaglio macabro pur
di affollare maggiormente i suoi incubi. E se qualche chiacchierone le avrebbe
riferito tutto, gliel’avrebbe fatto pagare con le sue stesse mani.
Dopo un grosso respiro, Tyrion si
decise ad aprire la porta e entrare nella tana del lupo. Ma erano i leoni ad aver
la corona. Seppur a lui pesasse come doveva pesare a Robb
Stark la testa del suo lupo.
Fece alcuni passi per vedere dove fosse la ragazza, in
fondo quelle stanze erano grandissime oltre ogni dire. Mai come in quel momento
Tyrion si accorse di come la stanza fosse addobbata
in ogni angolo dal simbolo dei Lannister. Ennesimo
schiaffo d’acido per Sansa, un incubo nella realtà da cui non avrebbe mai
potuto trovare risveglio.
Il nano non dovette fare molta strada perché la trovò
davanti alla finestra e stava scrutando l’orizzonte.
Tyrion deglutì. Con tristezza
sofferta pensò che Sansa avrebbe pregato gli dèi, non più per la vittoria della
sua famiglia, ma per augurare la morte a tutti i Lannister,
persino a lui. Pensò davvero che lo avrebbe fatto e ciò gli causò una morsa in
quel piccolo cuore che ora stava annaspando.
I pochi passi avanti fatti con lei, durante la loro breve conoscenza,
si sarebbero dissolti all'istante.
“Sansa…?”
La chiamò, ancora indeciso su come dirglielo…
Il suo era stato solo un debole sussurro ma Sansa lo udì perfettamente. Infatti
lei si girò subito e Tyrion rimase completamente
stupefatto nel vedere il suo bel viso rigonfio di lacrime, che parvero ricolme
d’acido per come avessero scavato la sua pelle.
Tyrion allora capì: lei sapeva
tutto, ogni cosa. E attraverso il dolore dei suoi occhi azzurri, avvertì il suo
odio. Un tenue barlume perché il suo corpo era maggiormente concentrato sulla
sofferenza totale e distruttiva, ma quel barlume c’era e sarebbe sempre
esistito.
Mostri. Assassini.
Uomini senza onore e senza dignità.
Mostri mostri mostri mostri.
Ecco cosa dicevano quegli occhi che lui aveva bramato in
segreto nelle buie notti e che aveva sperato che un giorno potessero brillare
per lui.
Tyrion allora serrò lo
sguardo, rendendolo scavatissimo. Non riuscì a dir
nulla, che poteva dire per alleviare il suo dolore? Sarebbe stata come una
presa in giro per lei, l’ennesimo atto di beffa nei suoi confronti anche se lui
non si sarebbe mai permesso.
Ma lei lo vedeva come un Lannister
e i Lannister le avevano distrutto la vita e portato
via coloro che aveva di più caro.
Quelle lacrime che continuavano a scendere si tramutarono
in una lama affilata che squarciò il viso già deturpato di Tyrion.
Un taglio più profondo e visibile della cicatrice che già aveva. Sembrava
bruciarlo e ci voleva più di qualche infuso del maestro Pycelle
per guarire.
Un altro a lui caro che lo voleva morto.. Forse qualcosa di
sbagliato c'era davvero in lui.
Poi Sansa si voltò verso la finestra e non lo guardò più.
Si voleva tenere per sé persino le sue lacrime, come se lui non le meritasse.
Tyrion sviò altrove lo
sguardo, consapevole che ogni suo sforzo non sarebbe bastato e che non era
desiderato nel rifugio di dolore di uno Stark.
Quindi si allontanò molto lentamente, di nuovo sentì quei
macigni ai piedi ma doveva andarsene via di lì. Sansa non si voltò nemmeno una
volta perché non si sarebbe mai scordata chi era lui, così come non poteva
dimenticare chi era lei.
Stark e Lannister.
Come potevano convivere nello stesso mondo? Era impossibile e commettere un
simile sbaglio equivaleva a una condanna a morte.
L’inverno era arrivato e gli dèi erano stati crudeli visto
che era arrivato proprio per gli Stark, i signori
dell’inverno. Mentre per i Lannister quella stagione
era il cuore caldo dell’estate perché erano sul punto di vincere tutti coloro
che gli si opponevano e il loro ruggito era più forte che mai. Ma allora perché
Tyrion sentiva un così tale freddo gelido dentro le
ossa? Perché non riusciva a ruggire come il padre avrebbe voluto?
Quando lui chiuse la porta dietro di sé, solo allora Sansa
liberò le lacrime nella maniera più disperata che esistesse, incurante dell'
etichetta: sembrava che le sue lacrime stessero scavando il pavimento,
squarciando la terra e smembrando lei stessa. Nei suoi occhi feriti non
albergava solo il suo dolore ma di tutta la sua famiglia fatta a pezzi, tutto
il Nord, per mano dei Lannister.
Una simile sofferenza era inumana, la più grande
implorazione d’aiuto, ma Tyrion non poteva esserne
partecipe per alleviarne almeno un po’. Quella porta li stava dividendo come un
fiume di lava fatto di fuoco, resti di ossa e lacrime.
E se lui avesse anche solo osato ritornare indietro,
sarebbe stato schiaffeggiato dallo sguardo della moglie e dalla sua rigidità,
come se preferisse morire piuttosto che ricevere conforto da un lurido Lannister.
Tyrion cominciò ad andarsene,
col pensiero di dimenticare tutto con l’aiuto del compagno Bronn
e il fidato Pod. Una bella bevuta colossale ci voleva
proprio e non si sarebbe sentito così… a pezzi.
Ma in realtà stava fuggendo per sfuggire al rumore di
quelle lacrime, implacabili e eterne come il Nord stesso.
Non potendo far niente, la scelta meno dolorosa era
andarsene. Non importava cosa sarebbe successo dopo, magari si sarebbe
ubriacato da solo o sarebbe andato a prendere a calci Joffrey.
Ma simili ferite non possono essere dimenticate…
e nemmeno tali tragedie che segnano l’animo… erano
così forti e assillanti da non lasciare scampo. Anche se si era delle bestie
potenti come lupi o leoni.
Nessuno avrebbe mai dimenticato, perché il Nord non
dimentica mai.
FINE
Buongiorno. Premetto che ho sempre qualche reticenza nel
pubblicare fanfic su Game of
Thrones, visto che lo reputo d'alto livello e mi
dispiacerebbe macchiarlo. Ma avevo il desiderio di pubblicare qualcosa su Tyrion e Sansa e soprattutto sul doloroso momento che ho
scritto. Quanti di voi hanno pianto nella 3x09? Nemmeno un Lannister
é immune al dolore e Tyrion é il migliore di tutti
loro. Lui secondo me avrebbe fatto qualunque cosa per proteggere Sansa, ma
ricordiamoci che é un leone e anche se i Lannister
non sono quel che si dice una famiglia amorevole, sono pur sempre la sua
famiglia.
Mi piace davvero questa coppia perché si vede che Tyrion ci tiene a lei e se Sansa non lo vedesse solo come
un nemico chissà.. Si accorgerebbe delle sue alte qualità.
Ma dopo ciò che é successo, dubito che faranno dei passi in
avanti. E sapendo cosa accadrà.. Martin é crudele su ogni fronte. Non c'é mai
speranza.
Ma ricordatevi almeno questo. Il mio motto: the North
remembers.
Grazie per aver letto e spero mi farete sapere cosa ne
pensate J
Ho scritto un altro piccolo omaggio su Game of Thrones qualche tempo fa, sulla morte di Robb. Spero vi piacerà anche questo J http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1886903&i=1
-elyforgotten