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Autore: Edward    21/02/2008    7 recensioni
[Alla famiglia Elric] Ed e Al sono ancora bambini e sono felici. Non hanno più litigato da quella volta in cui Hohemheim ha fatto capire a Edward che Trisha non lo odia affatto. Però ogni tanto, come ogni normale coppia di fratelli, i due litigano.
Il resto è storia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Hohemheim Elric, Trishia Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Apologize

Titolo: Apologize

Serie: FullMetal Alchemist

Personaggi: Famiglia Elric

Rating: Verde

Note: One-shot

 

 

 

 Apologize

 

 

 

 

 

Era quasi notte e faceva freddo. Il terriccio già umido di suo lo era diventato ancora di più ed era fastidioso, perché ad ogni minimo movimento quello si sgretolava in piccole parti e gli finiva addosso, infilandosi dietro il colletto e giù per la schiena. In quei momenti rabbrividiva per il fastidio e cercava di mettersi un po’ più al centro della buca, evitando così anche gli insetti. Poi si stringeva le ginocchia al petto e fissava speranzoso il cielo, forse perché credeva che se avesse sperato abbastanza a lungo e con abbastanza forza qualcuno sarebbe apparso come per magia.

Magari il papà, tornando da una qualche commissione della mamma, lo sarebbe andato a salvare. Forse lo avrebbe trovato la mamma stessa. Forse Winry con zia Pinako.

Chiunque tranne Alphonse, sperò.

Non voleva che fosse proprio il fratello a trovarlo, visto che era stata colpa sua se ora si trovava in quella situazione. Be’, non ce lo aveva mica spinto lui, però era colpa sua. Se Al non lo avesse fatto arrabbiare lui non sarebbe uscito di casa correndo e non si sarebbe infilato nel boschetto affianco alla collina, finendo in una buca profonda il doppio di lui.

Non ricordava perché avessero litigato. Non sapeva di preciso quanto tempo fosse passato, ma il cielo da azzurro pallido era diventato arancione scuro, quindi probabilmente un bel po’. Il freddo, la paura e un piccolo accenno di fame gli avevano fatto dimenticare il punto della questione, ma il rancore c’era ancora.

«Onii-saaan!»

Il piccolo Edward sobbalzò, alzando la testa di scatto. Aprì persino la bocca per rispondere, perché probabilmente Alphonse stava battendo il margine del boschetto sotto ordine della mamma (o forse solo per rimorso, ma Edward preferiva pensarla all’altro modo), ma la richiuse prima di tradirsi, limitandosi a fissare sopra la propria testa con aria tormentata.

«Onii-saaan!»

La voce di Al era forte e un po’ acuta, tipica di un bambino piccolo, ma limpida e decisa. Forse lui aveva dimenticato il bisticcio ed era veramente preoccupato.

Nonostante tutto, Edward rimase in silenzio, artigliando i pantaloni con le unghie per resistere all’impulso di rispondere, finchè la voce del fratello che lo chiamava ad intervalli regolari non cominciarono ad allontanarsi.

L’arancione era diventato ancora più scuro.

«Al!»

Quando la voce si affievolì ancora di più il panico divenne l’unica cosa, facendolo balzare in piedi, provocando una piccola valanga di terriccio, che Ed ignorò con decisione.

«Al! Alphonse»

Il bambino rimase in ascolto, ma solo un lieve frusciare di foglie secche rispose al suo sguardo supplichevole. Allora si lasciò cadere a peso morto, realizzando per la prima volta che forse non era stata una buona idea fare l’offeso a quel modo, visto che comunque non aveva portato da nessuna parte.

L’accenno di fame si ampliò mostruosamente, facendogli brontolare lo stomaco in un modo che avrebbe trovato imbarazzante in un altro momento, ma che in quello gli sembrò solo preoccupante. Si accorse anche che il freddo era diventato più pungente, e che con la sua maglietta a maniche corte e i pantaloncini presto lo avrebbe sentito ancora di più. Il terriccio cedevole era diventato insignificante, così come gli insetti e i sassolini appuntiti.

«Onii-saaan!!»

Fu un attimo. Edward non fece in tempo a rispondere alla voce del fratellino – che era troppo vicina, molto più di prima – che uno strillo acuto e sorpreso rischiò di rompergli i timpani, e Alphonse gli cadde praticamente sullo stomaco, mozzandogli il fiato.

«Waaaaah!»

«Waah!»

Si lasciò sfuggire a sua volta un urlo di sorpresa, ma poi, realizzando che non era solo, che qualcuno lo aveva trovato, si lasciò sfuggire un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

«Al!»

L’altro si stava tenendo la testa con le mani, e un accenno di dolore gli attraversava il volto. Allora Ed realizzò.

«Al!!!»

Questa volta lo disse con maggiore forza e soprattutto con rabbia mista a paura mista a sconforto. Alphonse lo aveva trovato, ma la situazione non era migliorata neanche un po’.

«Nii-san!»

Improvvisamente le mani del piccolo Alphonse lasciarono perdere la testa di quest’ultimo e circondarono la schiena di Ed, stringendo con forza. Edward trasalì al contato di quelle mani fredde almeno quanto le sue. Da quando tempo lo stava cercando?

«Al…» ripetè ancora, questa volta con una nota di rassegnazione e rammarico. Cercò di liberarsi gentilmente dalla stretta del fratello, e ci riuscì, ma quello lo guardò con sguardo così implorante e pentito – di cosa, poi, Ed proprio non riusciva a ricordare – che gli si strinse il cuore.

Per un po’ non dissero nulla, lasciandosi circondare da quel silenzio quasi irreale che solo i posti bui e spaventosi sapevano creare.

L’arancione del cielo era tornato ad essere azzurro e blu scuro. Le prime stelle cominciavano a brillare di pallida luce sopra le loro teste.

Ad un certo punto il più piccolo si mosse, forse per sistemarsi meglio, e nuovamente piccole paline di terra e sassi franarono silenziosamente, facendolo sobbalzare.

Ma poi il silenzio continuò.

Non avevano molto da dirsi.

“Scusa”? “Mi spiace”?

“Non dovevi venire, dovevi dirlo alla mamma”?

Ma Edward era troppo piccolo per ragionamenti così eroici, e non era tanto bravo nemmeno a parole. Quindi si limitò ad allungare un braccio per circondare le spalle del fratello, che sembrava sul punto di piangere.

Alphonse alzò gli occhi lucidi, che fino a quel momento aveva tenuto fissi per terra.

«Scusa»

«…scusa anche tu»

Quello di Ed fu più un borbottio che una vera e propria parola, ma l’altro annuì come se avesse detto chissà cosa.

Meglio così. Avevano fatto pace.

Ancora una volta, tornò il silenzio.

Tap, tap, tap.

Edward si alzò di scatto, provocando l’ormai provvidenziale frana di sassolini e – per quello Alphonse urlò un po’ più del dovuto – insetti e lombrichi.

«Ehi!» gli era sembrato di sentire dei passi.«C’è nessuno?»

Il lieve rumore di foglie calpestate riprese.

«Mamma?»

Anche Al si alzò in piedi, questa volta senza fiatare.

Un attimo dopo, qualcuno si protese per sbirciare dentro la buca. E i due quasi urlarono di gioia.

«Papà!»

«Papà, papà!»

Hohemheim Elric fissò sorpreso i due bambini, mentre teneva tra le mani un sacchetto di carta, dal qualche sbucava un ciuffo di una qualche verdura. Ed, nonostante volesse piangere per lo spavento preso e tutto il resto, sorrise. La mamma lo aveva davvero mandato a fare la spesa.

«Bambini! Ma cosa…?» all’uomo bastò allungare un braccio per sfiorare le dita dei figli, e si inginocchiò ancora di più per poterli tirare fuori. Prima Al, poi Ed.

Eppure a loro era sembrata così grande…

Alphonse si gettò subito in braccio al padre, scoppiando a piangere rumorosamente, mentre Ed si fissava le punte dei piedi come se si aspettasse di trovarvi qualcosa che prima non avrebbe mai potuto vedere.

Dopotutto era colpa sua, che era scappato a quel modo da casa.

Ma Hohemheim si limitò ad appoggiare il figlio per terra, carezzandogli i capelli per rassicurarlo, sorridendo gentilmente.

I due non si accorsero che era un po’ forzato, ed andò tutto bene.

Il cielo era ancora di un blu chiaro mentre tornavano a casa, attraversando la collina e passando davanti all’albero con l’altalena rotta. Trisha li sgridò tutti e tre, sorpresa e un po’ spaventata, ma poi gli si gettò al collo dei bambini, sospirando.

Gli fece un bagno e servì la cena.

Ed e Al si tennero per mano per tutto il tempo.

Hohemheim qualche tempo dopo chiuse la buca e aggiustò l’altalena.

Qualche tempo dopo, partì.

Trisha si ammalò e morì pochi anni dopo.

Ed e Al, rimasero insieme tutto il tempo.

Il resto è storia.

 

 

The End

 

 

 

   
 
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