14/08/2013
3 recensioniStrong.
Ci aveva provato ad essere forte, davvero.
Ci aveva provato con suo fratello alla mietitura, lo aveva salutato e gli aveva promesso di ritornare
anche se nessuno dei due credeva ci sarebbe riuscito.
Non aveva pianto abbracciando sua madre per l'ultima volta
non per il motivo che avrebbe pensato, quello più ovvio.
La sua ragazza lo aveva solo baciato, Haymitch aveva stretto nei palmi i suoi morbidi capelli biondi
avrebbe voluto fare l'amore con lei prima di morire.
Aveva stretto i denti nei frivoli giorni precedenti all'incubo
quanto aveva odiato la ceretta, come si era sentito umiliato in quel ridicolo costume da minatore.
Non era impazzito quando era inciampato in due suoi compagni stesi a terra, soffocati dal loro stesso vomito appena la prima sera degli Hunger Games
le meraviglie rendevano quel luogo ancora più bastardo, ogni istante lottava contro il desiderio di accecarsi.
Era rimasto impassibile, a Maysilee che tratteneva a stento le lacrime si era limitato a dare una pacca sulla schiena, una volta uccisa la loro prima vittima
il sangue di quel poveraccio era uscito a fontana dal suo collo, sporcandogli il naso.
Aveva provato ad essere forte mentre il respiro di Maysilee diventava più flebile e il suo corpo più rigido
l'aveva stretta fra le braccia come per nasconderla dalla morte.
Tirato verso l'alto dall'hovercraft aveva guardato un'ultima volta l'inferno cercando di ignorare il dolore lancinante al ventre
la cantilena che annunciava la vittoria di un tributo non era mai stata così dannatamente fastidiosa.
Haymitch Abernathy aveva provato ad essere forte, mordendosi a sangue le labbra mentre vedeva la propria casa bruciare, picchiando i pugni per terra mentre quella sensazione che avrebbe imparato a conoscere bene, l'impotenza, lo avvolgeva nelle sue spire, il giorno del suo ritorno al distretto
le urla di suo fratello e della sua ragazza lo avevano torturato per mesi suonando incessanti nel suo orecchio, non un attimo di tregua.
Ci aveva provato così tanto da accennare un sorriso, ai primi due ragazzi cui aveva fatto da mentore
erano così spaventati sul treno che aveva dovuto costringerli a mangiare.
Era rimasto davanti al televisore mentre il maschio veniva accoltellato da tre Favoriti alla Cornucopia
colpa sua, aveva pensato che per la sua stazza fosse in grado di prendere almeno un coltellino.
Ci aveva provato ad essere forte, davvero.
Ma quando il terzultimo giorno dei giochi Capitol City aveva ucciso la femmina
una tredicenne così solare, congelata da quel abbassamento anormale della temperatura
essere forte non era bastato davvero più.
Era tornato a casa con due bare, le urla di suo fratello avevano cominciato a trapanargli il cervello, di nuovo.
Nella sua prigione
mai avrebbe potuto chiamarla casa, del vincitore poi, quando lui aveva perso tutto
ad accoglierlo aveva trovato una bottiglia di rum.
Haymitch 21 anni
Citava l'etichetta, scritta dalla mano imprecisa di sua madre morta.
Non seppe mai chi gliel'aveva portata, ma ci si avventò colto da un osceno istinto animale, la stappò mentre le urla aumentavano di intensità, svuotandola in cinque minuti.
Haymitch di anni ne aveva diciassette, ma era stato costretto a diventare un uomo da un pezzo.
Annegò nell'alcool lasciando che le urla si fondessero con l'inebriante odore del rum,
odore che copriva quello di rose, aleggiante da quella mattina in tutta la stanza.
PP space
Personale opinione di come il ragazzo del campo di forza sia stato messo a tacere da Capitol City.
Penso infatti che tutti leggendo Catching Fire ci siamo chiesti come quel ragazzo deciso ed intraprendente possa essere diventato lo scorbutico ed ubriacone Haymitch che conosciamo e - soprattutto nel mio caso uwu - amiamo alla follia.
Spero in qualche modo di aver reso in modo soddisfacente una delle possibili risposte, se vi è piaciuta (ma soprattutto se non vi è piaciuta) non esitate a recensire :)
Ne approfitto per fare pubblicità ad altre due mie storie a cui tengo molto:
Effie's hand. sempre su Hunger Games ed Haymitch, una "What if?" per la quale in Catching Fire finisce alla terza edizione della Memoria con Katniss;
Show must go on una commedia romantica dove la protagonista, Clara Parigi è una scrittrice di successo, ma sebbene abbia realizzato il suo sogno le cose non sono esattamente come aveva sempre desiderato, anzi passa le sue giornate da sola in una villa fuori Milano, persa nei suoi mondi ed ingozzandosi di pizza -in barba alla celiachia- davanti alle puntate di Doctor Who e Scrubs, come quando era adolescente.
Spero possiate in qualche modo seguirmi ed aiutarmi a migliorare in questa grande passione che è per me la scrittura, a presto e grazie di avere letto :)