Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    15/08/2013    5 recensioni
Lupin è stato arrestato e si trova in un carcere di massima sicurezza, ma Jigen e Fujiko sono convinti che presto potrà evadere e lo aspettano non lontano da lì, su una spiaggia al tramonto, parlando del rapporto tra loro quattro, dell'amicizia e dell'amore. Con un esito inaspettato. Brano da ascoltare durante la lettura: "Nightswimming" dei REM
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Jigen Daisuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ti odio, ma ti voglio'
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Lo avevano catturato, per l’ennesima volta, ma sarebbe evaso presto: Lupin III non lo fregava nessuno o, semplicemente, non era fatto per stare dietro le sbarre. Eppure era lì, in carcere, mentre l’ispettore Zenigata gongolava soddisfatto per la missione compiuta, pur rimanendo scettico. Conosceva bene la sua preda preferita, quel simpatico delinquente a cui, negli anni, si era affezionato. Lupin, quindi, era momentaneamente fuori gioco: collezionisti, galleristi e parvenu potevano dormire sonni tranquilli, almeno per un po’.
La libertà di Lupin era, perciò, a riposo, mentre i suoi compagni erano, invece, in attesa della tanto auspicata evasione. Goemon era partito per uno dei suoi soliti viaggi meditativi, uno dei tanti in cui cercava di non pensare a cose che girano spesso nella mente di ogni comune mortale, soprattutto single. Jigen e Fujiko, invece, erano poco lontani dal carcere di massima sicurezza in cui era stato rinchiuso il loro amico, in un’isola vicina alle Canarie (1). Erano riusciti a sfuggire alla cattura e si erano rifugiati in un luogo dove nessuno li avrebbe trovati, una specie di capanna nascosta tra il verde e vicina alla spiaggia.

-Pensi che ci scoveranno, qui? - domandò Fujiko a Jigen, sedendosi sulla sabbia ad ammirare l’orizzonte e il tramonto.

- Uhm, non smetteranno di cercarci, ma Zenigata ha già avuto il suo contentino, catturando Arsene. Del resto, è lui che voleva, no? - rispose Jigen, spegnendo la sua immancabile sigaretta e avvicinandosi a Fujiko.

Non esitò a sedersi accanto a lei, anche se si mostrò infastidito per essersi riempito di sabbia. Una certa tensione percettibile nell’aria era intervallata dal rumore delle onde del mare e Fujiko pareva essere fortemente pensierosa.

-          Che hai? – le domandò Jigen – Sei preoccupata per Arsene? -

-          Un po’ sì… temo che non possa farcela, questa volta sarà dura per lui evadere -

-          Non credo, non c’è carcere che possa trattenerlo, lo sai benissimo -

-          Dici? Spero tu abbia ragione…Mi manca, sono ormai tre giorni che è lì dentro -  

-          Lo respingi sempre e poi ti manca in maniera tale da farti perdere tutta la tua vitalità: chi vi capisce, voi donne? Fate tanto le preziose, ma quando i vostri uomini sono assenti per un po’… -

-          Arsene non è il mio uomo, quante volte te lo devo dire? Io non sto con nessuno né vorrei starci, sappilo! Sono una donna indipendente e libera -

-          Ehi, calmati! Non ti ho detto niente di strano, però non nascondere il fatto che tu tenga a lui -

-          Io tengo a tutti voi, Daisuke, allo stesso modo, siete tutto per me -

-          Anche quando ci fai le scarpe? -

Jigen accennò un sorriso e si accese un’altra sigaretta. Non sapeva contarle o, meglio, non voleva farlo.

-          Anche quando vi inganno, sì- gli rispose Fujiko – ma a volte devo farlo, per il nostro bene, non solo per il mio. Voi credete che la nostra amicizia non sia importante, per me, e faccio bene a ritenervi dei beceri maschilisti, specie te e Goemon, che mi critica spesso e poi mi viene appresso come un cagnolino. Anche Arsene talvolta non si fida di me, siete convinti che io non abbia sentimenti, solo perché sono una donna e soprattutto perché voi tre avete solo delusioni, da noi donne! -

-          D’accordo, non nego di aver spesso provato astio verso il tuo modo di comportarti, però non credi di essere tu un po’ troppo femminista? A volte mi viene da pensare che tu ci consideri degli stupidi da manovrare a tuo piacimento. Funziona così, per te, l’amicizia? -

-          Che cosa è per te, l’amicizia, allora? Conta fino a dieci e poi rispondi, caro mio -

Jigen si sdraiò e, buttando fuori l’aria della sigaretta, prima di spegnerla, rimase per un attimo in silenzio a contemplare il cielo che si stava scurendo.

-          L’amicizia- rispose lui –per me ha un grande valore, che ti porta a condividere e ad accettare tutto della persona verso cui si ha questo sentimento-

-          Accettare tutto e quindi anche gli errori che un amico commette? -

-          Certo! Ma dipende comunque dagli errori -

-          Gli inganni, intendo -

-          Gli inganni…uhm…Anche per gli inganni: dipende -

-          Perciò io non posso ritenermi tua amica, secondo il tuo ragionamento-

-          Io non so ancora fino a che punto una persona sia amica, in questi tempi individualisti. Però non ho mai detto che tu non lo sia, Fujiko -

-          Bene, allora tutto torna: tu mi stai accettando come amica. Varrà lo stesso ragionamento per Arsene e Goemon? Sono un’amica anche per loro? -

-          Direi di sì -

Trascorse circa una mezz’ora, silenziosa, i due non si stavano parlando, poiché Jigen si era assopito e Fujiko era in riva, a braccia conserte per l’aria fresca che la pervadeva. C’era un po’ di vento che le scompigliava i capelli e la luce della luna si mischiava a quelle artificiali provenienti dai lampioni che davano sulla strada asfaltata, poco lontano dalla spiaggia. Dei gabbiani facevano sentire la loro presenza con il loro “canto”, che si confondeva col suono delle onde.

-          Ma non stai iniziando a sentire freddo?- domandò Fujiko tornando da Jigen, che, svegliatosi, si sollevò per stiracchiarsi.

-          In effetti…brrrrr…manca poco all’estate, ma non siamo in estate. Fa freschetto, sì-

-          Freschetto? Inizio a congelare. Ma perché siamo qui? Credi che in questo modo Arsene ci possa trovare?-

-          Non saprei, però proviamo ad aspettarlo. Questo è il punto più vicino a quello stramaledetto carcere. Avvicinati, amica, almeno ci riscaldiamo un po’ se stiamo più vicini. Se non ti faccio ribrezzo, ovviamente-

-          Quanto sei stupido, ma quando mai mi hai fatto ribrezzo? Ti ricordi che quando ci eravamo conosciuti avevo pure cercato di sedurti? - (2)

-          Sì, ma per rubarmi la pistola…e ancora una volta c’entra la tua abitudine a ingannare-

-          Ok, ma ora basta con questa storia, amico!-

-          Ma se sei stronza che posso farci, amica?-

I due scoppiarono a ridere e si abbracciarono per riscaldarsi un po’. Per scherzo Fujiko fece volare il cappello al suo amico, che le diede uno schiaffo leggero.

-          Ogni tanto potresti stare senza o devi pensare sempre a prendere la mira?-

-          Sciocca, io non porto il cappello solo per sparare, lo faccio anche per nascondermi, come chi porta spesso gli occhiali da sole. Considerala una forma di difesa, insomma-

-          Difesa da chi? Da me? O dalla tua timidezza?-

-          Uffa, non sono timido, solo diffidente-

-          Ma smettila: non vedi che sei arrossito? Senza il tuo dannato cappello te la fai sotto, eh?-

-          Ha parlato l’amazzone coraggiosa. E tu senza cosa ti senti più debole?-

-          Io? Senza una persona che mi faccia sorridere e in questo momento mi sento forte, grazie alla tua vicinanza. Questa per me è amicizia-

-          Mi arrendo…io sono tuo amico, così come lo sono Arsene e Goemon. Perfetto: tutti amici. Quindi tu credi nell’amicizia tra uomo e donna?-

-          Beh? Facciamo sempre gli stessi discorsi? Certo che ci credo. Tu no, invece, per via della tua diffidenza, vero?-

-          Non è per questo…ma penso che tra un uomo e una donna che sono amici a volte potrebbe esserci attrazione e forse tra noi tre e te -

-          Guarda che so che voi tre siete attratti da me, non è mica un mistero? Scusa la mia mancanza di modestia…però devi sapere che anche io sono attratta da voi, forse perché siete, prima di tutto, i miei migliori amici-

-          Che strana concezione hai dell’amicizia, lasciatelo dire! Bah…Senti, io ho fame, andiamocene e cerchiamo un posto dove si possa mangiare. Se poi ci riconoscono ce ne scappiamo-

Fujiko, che era d’accordo, fece per alzarsi, ma cadde addosso a Jigen, che, ritrovandosi con lei sopra e con la sabbia che si infilava ovunque, si mise a imprecare, ma poi, quando guardò la donna dolorante, scoppiò a ridere e la prese in giro. Lei reagì tirandogli la barba. Si guardarono negli occhi per un attimo e, senza pensare se fossero amici o meno, si diedero un bacio sulle labbra. Ne seguirono altri e altri ancora, dopo aver esitato un po’; l’uno stava per cedere all’altro, sulla sabbia sempre più fredda, ma poi si fermarono.

-          E dell’amore che ne pensi? O ti interessa solo l’amicizia?- domandò Fujiko.

-          Beh…vedi, sto davvero per crollare dalla fame- disse Jigen –andiamo-

-          Ok, inizio ad essere senza forze anche io e non ho altro da dire; nemmeno io, sì, va bene così- commentò la donna.

 La spiaggia a poco a poco vide allontanarsi i due, che se andarono sotto braccio e con un leggero sorriso sulle labbra, nella speranza di poter mangiare e anche di ritrovare Lupin. Sentivano che sarebbe successo presto.
 
 
Note:
(1)    Luogo inesistente
(2)    Accade nel secondo episodio della quarta serie anime, La donna chiamata Fujiko Mine (2012)

Fujikofran © 2013

 photo JigenampFujikoxUninsolitodialogo.jpg disegno originale by Monicasuke
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Un insolito dialogo di Fujikofran è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
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