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Autore: BowieHalloweenJack    15/08/2013    2 recensioni
Ma il colore non ricordava l'acqua: era scuro e molto più denso. Era sangue. E,incredibile ma vero, sotto gli occhi esterrefatti dei due coniugi, il liquido si animò formando un nome:
Antonio.
Contemporaneamente, la finestra si spalancò di nuovo e il lampadario prese a oscillare ancora più velocemente.
In men che non si dica, Anna e Roberto prepararono le valigie e si precipitarono, con il bambino, in macchina. Destinazione ancora ignota, sicuramente la prima tappa, la più vicina da raggiungere, era la casa della madre di Anna.
E intanto, nel salone della loro grande casa coloniale, qualcuno nascosto nella tenebra, sghignazzò.
-E' inutile scappare- sussurrò la voce melliflua, quasi impercettibile, cantilenando le parole - tanto sono tornato.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trrr...trrrr...trrr...
Sbuffando contrariata, Anna aprì gli occhi e attese che questi si abituassero al buio della stanza. Stranamente era tutto ancora immerso nell'oscurità più totale. Eppure era sicura di aver sentito vibrare la sveglia, per cui si apettava di vedere almeno un leggero fascio di luce entrare dalla finestra.
Muovendosi molto lentamente per non svegliare Roberto, suo marito, si girò versò la sveglia digitale sul comodino. Il display rosso segnava le 3:03 a.m. Ancora tre ore e mezza al fatidico -Bip!- insomma.
Ormai però il suo sonno era stato interrotto, perciò decise di alzarsi avventurandosi nel freddo del corridoio. Mentre si stringeva nello scialle,maledisse suo marito che alle 23:00, ogni sera, puntualmente, chiudeva i riscaldamenti.
Mai aveva camminato in un corridoio più buio. Magari era ancora sotto l'effetto di Morfeo, eppure quelle tenebre sembravano avvolgerla come un drappo di velluto. In più,l'atmosfera ghiacciata contribuiva a rendere la situazione ancora più sinistra.

Si fermò davanti la porta della stanzetta di Luigi, il loro figlioletto di quattro anni.
Entrò, seguendo la luce della piccola abat-jour a forma di Winnie the Pooh. Dovette stare attenta a non inciampare nel trenino elettrico, il giocattolo preferito di Luigi, che ormai era rotto e senza  batterie. Nonostante ciò, il piccoletto si ostinava a giocare con quell'aggieggio ogni santo giorno. Ogni tanto, Anna sorrise nel ricordarlo, aveva visto il figlio osservare quel giocattolo quasi fosse il sacro Graal. Chissà, forse nella suo immaginario il trenino poteva parlare. Il cuore le si gonfiò, pieno di amore e orgoglio per quel suo bambino, così bello e pieno di vita. Quel piccolo angelo aveva riempito le sue giornate e la sua vita.

Si avvicinò alla culla e carezzò teneramente i capelli biondi del piccolino, che dormiva profondamente con il pollice destro tra le labbra.
Rimase per qualche minuto incantata ad osservarlo, quasi si aspettasse di vederlo girarsi improvvisamente verso di lei, sveglio, sull'attenti, pronto a giocare e fare baccano.
 Luigi aveva riportato la luce nella sua vita e in quella del marito, che dieci anni prima avevano conosciuto il buio e il dolore per la perdita di un figlio,Antonio, in un'incidente stradale.
 Era Roberto a guidare la macchina.

Respinse una lacrima, ché non era ora di mettersi a piangere, e fece per avviarsi fuori la cameretta. Camminava a testa bassa, quando improvvisamente si bloccò.

Dov'era il trenino?

Si guardò intorno nella stanza. Era sicurissima di averlo visto solo qualche minuto prima. O forse lo aveva sognato?
La stanza divenne più fredda. Rabbrividì a quell'inaspettata folata di vento.

Come accade a tutti in queste situazioni, le tornarono in mente tutte quelle storie sui fantasmi,gli spiriti, presenze demoniache e quant'altro.
Non era certo il tipo che credeva a quelle sciocchezze, nè si lasciava suggestionare. Tant'è, che non le piaceva quella sensazione sgradevole di essere osservata.

Dimenticando il trenino, si affrettò verso la camera da letto. La casa era immersa nel buio.
Ma non nel silenzio.

Mentre attraversava il corridoio, sentì nuovamente quel rumore, quella strana vibrazione che lei aveva erroneamente attribuito alla sveglia.

Trrr...trrr...trrr....

Si sentì le braccia pesanti,mentre il resto del corpo si congelava. Il rumore proveniva da qualcosa ai suoi piedi.

In preda al panico, reagì come i gatti quando li si butta nell'acqua: fece un salto di un metro e si fiondò sull'interruttore della luce. Il corridoio si illuminò dopo due secondi, nei quali ad anna parve di scorgere un movimento davanti a lei.

Col respiro affannato, si guardò intorno. I capelli biondi le cadevano sugli occhi sbarrati.
Sicché non succedeva più nulla, si convinse che forse era tutto frutto della sua immaginazione. Aveva solo bisogno di riprendere il sonno.

Si avviò nuovamente verso la camera da letto, e per precauzione lasciò la luce accesa in corridoio.

Trr...trrr...trrr....

Stavolta non poté fare a meno di urlare terrorizzata. Non voleva neanche sapere da dove proveniva il rumore, chiuse gli occhi e chiamò il marito:

-Roberto!

Trrr...trrr...trrr...

-Roberto!!

L'uomo venne risvegliato bruscamente, mentre sentiva la moglie chiamarlo a gran voce. Dopo due secondi, udì il pianto del figlio unirsi al frastuono.
Ancora mezzo intontito, imprecando, gettò le coperte a terra e corse a piedi nudi nel corridoio. Anna teneva in braccio il piccolo Luigi, che piangeva disperato.

-Cristo, Anna! Cosa è successo? Luigi si è fatto male?

La moglie non rispose,continuando a cullare il pargoletto nella speranza di calmarlo. Guardandola negli occhi, si accorse che si guardava intorno terrorizzata.

-Maledizione, si può sapere cosa Cristo è successo?- esasperato, si avvicinò ulteriormente alla donna. Anna lo guardò con gli occhi azzurri allucinati:

-Roberto...c'è qualcosa di sotto, in sala..- sussurrò -... no,no, piccolo, non piangere... sshh...

-C'è qualcosa? In che senso? - poi abbassò anch'egli il tono di voce - è entrato qualcuno?

Anna scosse la testa:

-No, non credo... ho sentito un rumore, poi ho visto un'ombra...non lo so, Roberto, io credo che sia tornato...- e una lacrima le scese sulla guancia. Intanto il piccolo continuava a strillare.

-Chi è tornato? Intendi dire... - Roberto realizzò cosa intendesse la moglie, e si lasciò sfuggire una bestemmia.

-Anna, ascoltami - l'afferrò saldamente per le spalle - mi ascolti, amore? Eh? Allora, ne abbiamo già parlato altre volte: i morti non tornano in vita. Nè fisicamente, nè sottoforma di spiriti. Sono morti, e stanno sottoterra. Punto. Mi avevi detto che non credevi a queste stronzate, e ora...

-Roberto, porcadiquellaputtana, è diverso. Lo sento. C'è qualcosa che ci perseguita. Da quando è nato Luigi. E lo sai.- Anna parlava in fretta, sibilando quasi, ché nel frattempo era riuscita a convincere Luigi ad appisolarsi sulla sua spalla.

Roberto avrebbe voluto strapparsi i capelli dall'esasperazione, ma accettò il consiglio della moglie e scese di sotto a dare un'occhiata in salone. Essendo uno psicologo, si basava solo sui dati razionali. Non aveva mai creduto alle storie sui fantasmi, e nulla gli avrebbe fatto cambiare parere.

Il grande salotto era immerso nel buio.Come il resto della casa, d'altronde.
Ma lui non aveva bisogno di accendere le luci, perché dalle finestre entrava il tenue bagliore della luna nella sua ultima fase.
I mobili erano a posto, il lampadario di cristalloo, la libreria, il tavolo e il televisore idem.
Evidentemente anna aveva avuto un incubo. Si voltò per uscire dalla stanza.

Trrr...trrr...trrr....

Ai suoi piedi, una piccola locomotiva, girava in tondo e ogni tanto emetteva anche il tipico -ciuff,ciuff-. 
Divertito, sicuro al 100% che fosse stato quel rumore la fonte delle paure della moglie, si accovacciò e prese in mano il giocattolo. Mentre cercava il tasto di spegnimento, notò che mancavano le batterie.

Per cui la locomotiva elettrica come poteva funzionare?

Trrrr.....
si agitò nella mano di Roberto, che per lo stupore la lasciò cadere a terra. La botta con il pavimento provocò due conseguenze:
la prima fu che la locomotiva si ruppe in mille pezzi;

la seconda invece, molto più interessante, era la finestra che si spalancò nell'esatto momento in cui il giocattolo urtò il suolo.

Dalla finestra spalancata entrò un soffio di aria gelida, e il razionale Roberto sentì chiaramente la voce del vento, che non fischiava, ma ripeteva il suo nome.

Si sentì gelare: aprì la bocca per chiamare la moglie, ma non uscì alcuno suono. Corse a chiudere la finestra. Guardando il vetro, si accorse che dietro di lui all'altezza della spalla destra, c'era un altro volto che lo fissava e non era la moglie.

Un viso estremamente pallido di un bambino sui dieci anni, l'espressione furente, quasi come se stesse digrignando i denti; gli occhi sembravano due fari, talmente abbagliavano.
Terrorizzato si voltò di scatto, ma tutto quello che vide fu il lampadario che oscillava pericolosamente.
Il vaso di fiori sul tavolo cadde a terra, rompendosi in mille pezzi, in un frastuono di porcellana.

Anna, sentendo tutto questo baccano, sebbene in preda alla paura più profonda corse con il piccolo ancora in braccio alla volta del salotto.

Trovò la stanza immersa nel caos: il trenino giocattolo, irrimediabilmente rotto, continuava a camminare; il lampadario oscillava e un vaso era stato rovesciato a terra.

Il marito era in piedi in mezzo alla stanza, e indicava tremante l'acqua del vaso che, come il suo ex contenitore, era per terra.

Ma il colore non ricordava l'acqua: era scuro e molto più denso. Era sangue. E,incredibile ma vero, sotto gli occhi esterrefatti dei due coniugi, il liquido si animò formando un nome:

Antonio.

Contemporaneamente, la finestra si spalancò di nuovo e il lampadario prese a oscillare ancora più velocemente.

In men che non si dica, Anna e Roberto prepararono le valigie e si precipitarono, con il bambino, in macchina. Destinazione ancora ignota, sicuramente la prima tappa, la più vicina da raggiungere, era la casa della madre di Anna.

E intanto, nel salone della loro grande casa coloniale, qualcuno nascosto nella tenebra, sghignazzò.

-E' inutile scappare- sussurrò la voce melliflua, quasi impercettibile, cantilenando le parole - tanto sono tornato.




N.d.a: ehm, siccome ho scritto questa storia in fretta e furia ( è ferragosto,e mia zia preme perché vuole una mano in cucina) non sono sicura di essere riuscita a trasmettere suspense al 100% come avrei voluto.E' stata ispirata dal racconto di un sogno di una mia amica.
Comunque,era un mio piccolo esperimento! Spero vi sia piaciuto. Ah, logico, per favore recensite.
Altrimenti Antonio verrà a trovarvi :D

  
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