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Autore: Porrima Noctuam Tacet433    15/08/2013    1 recensioni
Tra le mura di Dunchester, Beau Foxworth sarebbe costretto a sopportare terribili lezioni di latino che non ha la minima intenzione di seguire. Ma Geoffrey Martewall sa bene come convincerlo, perché ha un metodo infallibile…
Genere: Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beau Foxworth, Brianna Foxworth, Geoffrey Martewall, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu | Coppie: Geoffrey/Brianna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il metodo infallibile

 

Beau Foxworth correva per i corridoi, sperando di non trovare nessuno. Il suo comportamento sarebbe risultato ben poco decoroso agli occhi di chiunque. Arrivò davanti al portone principale e rallentò il passo, guardandosi intorno con circospezione e cercando di non farsi troppo notare dai servi.

Quando fu davanti all’entrata il suo cuore sembrò fare le capriole dalla gioia. Sapeva di star facendo qualcosa che non sarebbe piaciuto al conte, ma non voleva pensarci. In effetti, si sentiva abbastanza soddisfatto di sé stesso.

Anche questa volta…

« Ce la stiamo dando a gambe, eh?»

I pensieri baldanzosi di Beau furono interrotti bruscamente da una voce fredda ma sarcastica. Il ragazzo non fece fatica a riconoscerla. Si voltò, rabbrividendo.

Geoffrey Martewall stava comodamente appoggiato alla faccia esterna del portone, una mela morsicata  in mano. Lo scudiero ebbe l’assurda sensazione di essere stato aspettato.

Martewall si aprì in un impercettibile sorrisetto divertito.

Beau si sentì ferito nell’orgoglio.

« Non me la sto dando a gambe.» brontolò in risposta. Solo dopo si ricordò che avrebbe dovuto salutare con deferenza il suo maestro, con una fitta d’angoscia. Non voleva che sir Martewall lo vedesse ancora come uno scapestrato. Voleva dimostrargli di essere un degno allievo.

Martewall non parve turbato dall’atteggiamento dello scudiero.

« Certo che no. » disse, sarcastico.

Il ragazzo si sentì sprofondare. Martewall alzò lo sguardo sul cielo, pensoso.

« Umh… fammi indovinare… lezione di latino, vero?»

Beau non avrebbe saputo come mentirgli.  Abbassò la testa, ma poi la rialzò subito. Doveva dimostrare di possedere la giusta tempra, o non lo avrebbe mai reso orgoglioso.

« Ehm… può darsi… »

Martewall rimase in silenzio. Beau però si sentiva preso in giro dai suoi sguardi divertiti e non lo sopportava. Improvvisamente capì che la sua soddisfazione per essere sfuggito all’istruttore di latino era svanita da un pezzo.

« Come pensavo… stai scappando. » disse Martewall con l’indifferenza di chi non trova niente di meglio da fare, e quasi si annoia di più a parlare con un ragazzino che a mangiare in silenzio la sua mela inacidita.

Beau avvertì un moto di rabbia.

« No. » affermò deciso e orgoglioso « Non sto affatto scappando. »

Martewall alzò un sopracciglio, scettico.

« Ah, no? »

« No. »

« Bene. Buon per te. »

A quel punto Martewall sembrò perdere ogni tipo di interesse nei suoi confronti.  Si girò e addentò la sua mela cominciando a camminare diretto verso i giardini. Aveva tutta l’aria di chi si sarebbe fatto una passeggiata al sole dimenticando presto la breve chiacchierata con il suo allievo insignificante che non ha nemmeno il fegato di sopportare una semplice lezione.

Beau arrossì violentemente dalla vergogna e capì di non essere intenzionato a chiudere così la conversazione.

Lo seguì velocemente e gli si pose al fianco. Martewal gli rivolse uno sguardo distratto.

«È solo una lezione di latino, sir Martewall! » affermò, il tono più supplichevole di quanto desiderasse.

Martewall annuì.

« Lo so. »

Beau per un attimo pensò che forse anche a Martewall sarebbe potuto non piacere il latino. Lui era un uomo d’azione, anche Beau lo sarebbe diventato. Non aveva passato gli anni sui libri, ma tra spade e tornei.

Sì, lui poteva sicuramente capire come funzionava la mente di Beau, anche se il ragazzo era sprovvisto del suo gelido contegno.

«È solo una lezioncina di latino che non hai voglia di affrontare quella da cui stai… » l’uomo guardò Beau e calcò volutamente sull’ultima parola « Scappando. »

Lo scudiero abbassò la testa e si passò una mano nella zazzera rosso vivo, palesemente a disagio.

« Posso capirti, sai. » Beau, che era arrossito, suo malgrado, fino alla radice dei capelli, lo guardò frustrato.

« Deve essere terribile. »

« Terribilmente noiosa, signor barone. » mormorò il ragazzo, sconsolato.

Il barone annuì consapevole.

« Terribilmente. »

« Già. »

« Insopportabile, immagino. »

« Esatto, signor barone. »

« Davvero troppo per un ragazzino. »

Beau alzò lentamente la testa. L’ultima frase non gli era piaciuta per niente. Martewall non sembrava più sarcastico.

Ma lo era. Eccome se lo era.

All’apparenza sembrava che fosse davvero convinto che Beau fosse troppo giovane per poter gestire una “lezioncina”, come l’aveva chiamata prima.

Ed era questo che infastidiva Beau. Le parole di Martewall gli risuonavano ancora nella testa.

Ragazzino. Lezioncina. Scappando.

« Se fossi in te passerei per il chiostro interno, la prossima volta. » suggerì il barone distrattamente. « Immagino che da lì sia più facile… »

Ma Beau non lo ascoltava più.

Ragazzino… Lezioncina… Scappando…

Girò sui tacchi e corse verso l’entrata, una determinazione nuova e solida che gli cresceva dentro.

« Dove vai? » gli chiese Martewall, per niente sorpreso.

Beau a malapena si fermò.

« Scusate sir Martewall! » gridò, prima di sparire all’interno del castello.

*

« D’accordo. Adesso spiegami come hai fatto. » disse Ian, ancora piacevolmente stupito.

Geoffrey lo guardò falsamente interrogativo. Il Falco era arrivato solo il giorno prima, ma evidentemente aveva già ben chiare le abitudini di Beau fin dal periodo che il ragazzo aveva passato in Francia.

« Che cosa, Hawk? »

Ian rise, e nel farlo si girò abbastanza da vedere Brianna con due bicchieri su un vassoio a pochi metri da loro.

« Ah, sì. » disse, quando poco dopo la dama li raggiunse « Mi sono preso la libertà di chiedere qualcosa da bere anche per te, Geoffrey. »

Il barone annuì e salutò Brianna, che gli fece una rispettosa riverenza.

Ian lo osservò attentamente provando ad afferrare ogni sua minima espressione, cercando la conferma a ciò che già sapeva.

« Madonna Brianna… » cominciò, con una certa soffusa malizia nella voce « Stavo giusto chiedendo a sir Martewall come avesse fatto a convincere vostro figlio a rientrare nel castello per la lezione di latino. »

Brianna annuì con una certa rassegnazione che entrambi gli uomini sapevano essere solo momentanea.

« Sì, mi chiedevo anche io perché mai mio figlio avesse all’improvviso cambiato idea. »

I cavalieri presero i bicchieri e la donna poté rilassarsi.

Martewall trapassò Ian con sguardo impassibile ma gelido.

« lo seguivi, per caso? »

Ian parve non averlo sentito e si rivolse di nuovo alla donna.

« Sapete, sir Martewall non gli ha ordinato di tornare da dove era venuto, non gliel’ha imposto… credo che abbia usato egregiamente l’arte della persuasione… »

Martewall si schernì.

« Veramente ho parlato ben poco. »

Brianna lo guardava raggiante, curiosa… e forse anche grata. Geoffrey si sentì mozzare il fiato e distogliere lo sguardo da lei fu più difficile del previsto.

« Bene… » esclamò Ian, battendo le mani. « Potresti raccontare anche a sua madre come lo hai convinto. Io ho sentito quasi tutto… »

« Ovviamente. » brontolò Martewall. Poi tornò a guardare Brianna « sinceramente non saprei… »

Ian allora riprese la parola e spiegò brevemente e con chiarezza alla donna ciò che aveva sentito.

Alla fine del racconto Brianna osservava Martewall regalandogli il sorriso più bello che lui avesse mai visto.

« Qual è il tuo segreto?» chiese Ian.

Geoffrey sorrise enigmatico.

« È molto semplice. » rispose, alzando le spalle con noncuranza. « Ho fatto esattamente la stessa cosa che mio padre faceva con me quando ero un ragazzino. »

Ian proruppe in una risata breve ma sincera. Così fece anche Brianna, dopo un attimo di meraviglia.

« Dovevate essere un ragazzino ribelle. »

« Mi avete tolto le parole di bocca, madonna. » sorrise Ian.

Geoffrey ripensò in un attimo a tutte le vergate, alle uscite segrete, alle incursioni nelle cucine, alle punizioni. Ripensò ai bagni invernali nel mare dall’acqua freddissima, ai nascondigli, ai rimproveri, alle uova di rana nelle scarpe di qualche odiato parente, alle fughe e al fango fresco sui pavimenti e sulle pareti di Dunchester.

Tornò al presente e guardò Brianna, il volto disteso.

« Qualcosa del genere. »

« Hai sfruttato il suo orgoglio, Geoffrey. » disse Ian, scrutando il Leone con una scintilla divertita nello sguardo. « Per quelli come voi… è un metodo infallibile!»

*

Beau uscì dalla sala con la testa pesante.  Con un lampo di sorpresa negli occhi verdi distinse la figura di Martewall che lo aspettava fuori dalla porta dove si era tenuta la lezione di latino.

« Buonasera, sir. » salutò sorridendo. « Scusate se prima me ne sono andato di fretta. »

Martewall alzò le spalle, indifferente.

« Sei troppo stanco per fare un po’ di esercizio?» chiese, e Beau lo vide alzare due spade sottili per l’elsa.

Il ragazzo si illuminò.

« Sì! » esclamò, improvvisamente la stanchezza gli era scivolata di dosso.

Martewall alzò un sopracciglio.

« Volevo dire… no! certo che no! » si corresse Beau, lo sguardo acceso di gioia.

« Io non sono mai stanco. » affermò orgoglioso.

Martewall ghignò.  Beau aveva grinta e determinazione, ma non ci sarebbe stato niente di male nel dargli una spinta in più, con una piccola provocazione che lo avrebbe convinto a raddoppiare il suo impegno.

Geoffrey pensò anche che, in fin dei conti, dopo una noiosissima lezione di latino lo scudiero meritasse un po’ di sfogo. Questo non avrebbe impedito al cavaliere di essere impietoso.

« Vedremo come ti sentirai quando avrò finito con te, ragazzino. »

 Geoffrey si ammutolì, con l’assurdo presentimento che le mura di Dunchester avessero già assistito a simili episodi.

 

 

Note di Tacet433

Questa fic è nata quasi dal nulla, quindi in realtà non c’è molto da dire, solo che è ambientata dopo il terzo libro.

Ringrazio tantissimo chi è arrivato fino a questo punto e chi avrà voglia di recensire.

Ciao! ; )

  
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