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Autore: betacchi    15/08/2013    2 recensioni
[seawy] - [verde] - [prompt? ›› first time] - [au?]
‹‹ Hai paura. ›› la voce di lei, sinfonia di strumenti ed orchestra perfetta. La voce di lei, così veritiera. Erano le sue mani a tradirlo? Tremanti di terrore, tremanti perché sapevano cosa lasciavano, ma non quello che avrebbero trovato. Avevi paura. Una costante paura che blocca i muscoli, una perenne paura che ti impedisce di essere uomo; paura, quale tremendo ostacolo per una gioventù buttata! ‹‹ Anche io. ››
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Principato di Sealand/Peter Kirkland, Principato di Wy
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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› some nights.



Peter tossicchiò appena, cercando invano di trattenere una risata piena di sincero divertimento. Dal canto suo, Victoria -in piedi di fronte al biondo, gli occhi a terra, fuggiaschi, terrorizzati da quelli blu puntati su di lei, sui suoi seni scoperti e sulla sua pelle chiara- cercava di risultare a suo agio, cercava di dimostrare la solita spavalderia, la solita sicurezza nata dalla sincera convinzione d'esser migliore (eppure, in quel momento, l'impressione d'essere una semplice preda non gliela toglieva nessuno).
Il Principato di Wy, quell'isola nell'emisfero sud, lontana da ogni forma di civilizzazione che non fosse l'immensa Australia o l'allegra Nuova Zelanda, risultava abbastanza caldo d'estate- o forse era Peter, la sua presenza, il suo sorriso, i suoi occhi fissi su di lei. "La prima volta sarà speciale", dicevano, cercavano di rassicurarla con scarsi e quasi nulli risultati- perché potrei non piacergli, perché potrei non essere capace, perché non sono pronta. Victoria sapeva essere una giovane donna dal facile imbarazzo ed era una delle sette meraviglie del mondo quando accadeva. Le gote s'imporporavano d'un rosso sincero, le labbra emettevano versi che orecchie umane mai avevano avuto la fortuna di poter ascoltare, gli occhi -d'un color cioccolato per il quale Peter andava sinceramente pazzo- s'abbassavano a terra alla ricerca di qualcosa, d'un qualcosa che poteva variare nome ma era sempre lo stesso: il coraggio di mostrare felicità per quell'imbarazzo, per quell'amore che provava per Peter (che sì, era amore, null'altro, né più né meno d'esso). Amore, delizioso come un cioccolatino, amaro e dolce al contempo, un misto tra il fondente ed il bianco, uno scontro di gusti che non poteva che eccitare il palato. Peter ne godeva, nella comodità dell'ampio letto della sua camera d'albergo, illuminato fiocamente da luci basse a causa dell'ora, circondato strettamente da bottiglie vuote di superalcolici vari, russi, inglesi, americani che fossero, stretto d'assedio da pacchetti di sigarette e mozziconi finiti; decadenza dell'adolescenza finita, decadenza di diciannove anni buttati in chissà quale cesso di una stazione sull'autostrada che portava proprio in quel motel, proprio a quell'ora, proprio in quella stanza. Buio fuori, luce fioca, vestiti che scivolano via, uno ad uno, come carta da regalo che nasconde il più ambito dei regali. E Victoria, l'imbarazzo del cioccolato fuso, meravigliosa con la sua pelle candida colorata da una morbida abbronzatura, segno dell'entrante estate, i capelli delicati sulle spalle ora prive di quegli inutili filetti che erano il reggiseno di lei— una visione onirica, doveva star sognando? No, era lì, reale al tocco, soffice: la sua pelle candida era morbida come null'altro, creazione perfetta del più abile tra i maestri. Ed era solo sua, ogni cosa di lei: il sorriso, gli occhi, i profumati capelli, i candidi seni, la figura dalle curve perfette, ogni cosa; sua per diritto, sua per quel sentimento dolce ed amaro al contempo, sua per diritto di cioccolato.
Peter sorrise, le sfiorò i fianchi ora incerto; lui seduto, lei in piedi di fronte a lui, piena d'imbarazzo: un cioccolatino ripieno di fragole, rosse e dolci e deliziose. Era bellissima, era pura ed era sempre e solo sua, in eterno, come il cioccolato. Le dita toccarono i seni, dimentiche del pudore, e Peter arrossì un po'; ero un uomo che stava imparando a giocare come tale. Victoria era sua, Venere deliziosa, e non sapeva come averla, non sapeva cosa fare, non sapeva— non era pronto a diventare uomo, non era pronto a giocare come tale, non era pronto ad abbandonare il suo mondo fatto di blu marino e gabbiani canterini, di rincorse e nascondigli. Non era pronto a quel motel, a quella sera dalle luci soffuse, a quell'autostrada, a quei seni candidi ed a quelle curve perfette. Non era pronto, temeva più d'ogni altra cosa ciò che prima lo aveva fatto ridere.
‹‹ Hai paura. ›› la voce di lei, sinfonia di strumenti ed orchestra perfetta. La voce di lei, così veritiera. Erano le sue mani a tradirlo? Tremanti di terrore, tremanti perché sapevano cosa lasciavano, ma non quello che avrebbero trovato. Avevi paura. Una costante paura che blocca i muscoli, una perenne paura che ti impedisce di essere uomo; paura, quale tremendo ostacolo per una gioventù buttata! ‹‹ Anche io. ›› incontro di sensi, blu del mare e marrone del cioccolato che s'incontrano, fanciulle piene di pudore ed imbarazzo, si scambiano consigli e messaggi d'amore; i loro occhi, pieni di paura, illuminavano dei sorrisi che infondevano coraggio. Diventare uomo, perdere ogni legame con i giochi infantili, con i gabbiani, con i nascondigli; diventare uomo ed avere una donna, la donna, quella degli occhi come cioccolato, dei capelli profumati, delle membra perfette.
Sorrise. Si disse di non avere più paura, perché il suo sorriso era perfetto.
Sorrise e si disse che non aveva nulla da temere, perché quello che lasciava non era nulla in confronto a quello che avrebbe trovato. Sorrise e la baciò, pieno dell'amore che mai avrebbe perso- perché era destino, era scritto che lei sarebbe stata solo sua, che lei non avrebbe amato nessun altro e che lui avrebbe fatto di tutto per averla sempre sua.
Sorrise e divenne uomo, in quel modo scontato con il quale tutti abbandonano la gioventù fatta di giochi, di nascondigli, di gabbiani e colori accessi, variopinti, splendidi su di una confusa tavolozza. Divenne uomo come la notte divenne giorno, divenne uomo e l'amò più d'ogni altra cosa.






Note:
Salve a tutti! Allora, è un sacco che non scrivo una seawy, vero? Dunque, ecco che mi ripresento con una fic che avevo in mente da un po', una sottospecie di au dove sealand e wy hanno la loro prima volta, aww. Non sono immensamente carini? Ed adesso ci sono i fuochi d'artificio, dovrei essere in giro a far baldoria invece no, sono qui a fare l'asociale. Insomma yea, trop cool. Vabbe'. Vi lascio, non ho molto da aggiungere; spero la storia vi sia piaciuta!
A presto,

betacchi.

   
 
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