Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: hellopayne    16/08/2013    3 recensioni
(( tratto dalla storia ))
Noi donne siamo viste come esseri inferiori, come quelle meno forti, per questo ci picchiano o ci violentano. Io vivo questo ogni fottuto giorno. Sono sotto la guardia di un uomo che non può essere definito tale. Mi chiamo Charlotte e ho diciassette anni, diciassette sulla carta, ma per quello che ho passato, potrei anche averne cento.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Il reato di prostituzione minorile è un delitto previsto dal codice penale,
tale tipologia di reato rientra tra i delitti contro la persona"

 

Ormai era diventata una routine, la maggior parte delle ragazze di Tupton, un piccolo villaggio a sud di Chesterfield, Inghilterra, si riunivano la sera in una taverna mal ridotta, situato sopra un promontorio poco visibile. La maggior parte dei frequentatori erano uomini di tutte le età, che sfruttavano queste piccole donne violentandole e picchiandole.
Io facevo parte di quest'ultime.
Ero entrata a far parte di quel giro a causa di Grace, la mia tossico-dipendente madre, conosciuta da tutti perché faceva l'escort come professione. Conobbe il proprietario della taverna, e subito andarono d'accordo visto che lei sapeva usare bene le mani, e lui sapeva sganciare soldi facilmente. Così trascinò anche me in quello schifo. Almeno porterà a casa soldi, pensò Grace.
Tutte le ragazze che venivano sfruttate, venivano rinchiuse in una specie di salottino, con qualche poltroncina consumata dal tempo e sedie mezze rotte, mentre gli uomini stavano al bancone o ai tavoli, giocavano a carte, si ubriacavano e poi venivano a scegliere la ragazza considerata da loro "più interessante" e se la portavano a letto. Se essa si rifiutava, al posto di giocare con il suo corpo la picchiavano. Ogni sera dovevano rimanere a dormire in quella taverna, il proprietario le chiudeva a chiave per paura che scappassero, e se anche solo ci provavano venivano riempite di pugni e calci fino allo svenimento. Le cose andavano così in questo villaggio, tutti sapevano ma nessuno parlava.


Piacere, mi chiamo Charlotte e sto vivendo un incubo.



"Charl, mi passi una sigaretta
Per la sesta volta Kim, non fumo
Non servi ad un cazzo
E cadde di nuovo il silenzio tra noi, stavamo aspettando che gli uomini arrivassero, che la tortura di quella sera finisse, ancora per una volta.
L'odore di tabacco si sentiva persino in quella stanza, le imprecazioni di quelle bestie umane rimbombavano ogni sera nella mia testa.
Nel mentre aspettavamo mi assopii, ma giusto per poco visto che dopo una manciata di minuti la porta fu aperta in modo violento.

Che la tortura avesse inizio.
Ogni uomo entrava da quella porta e se ne usciva con una di noi da portare a letto. Di solito non tutte venivano 'scelte', quelle che rimanevano fuori potevano andare a letto a dormire, se andava bene, sennò dovevano rimettere apposto tutto il disastro combinato da quelle bestie nel piccolo bar che precedeva il salottino e le camere da letto.
Dopo pochi minuti la stanza si era svuotata, ero rimasta solo io con le più piccole del gruppo, loro di solito non venivano quasi mai scelte per loro fortuna.

Ehi tu puttanella, vieni con me. Stasera ci divertiamo disse un uomo sulla quarantina diretto a me. Come ogni volta la paura prese il sopravvento, per mia fortuna avevo un carattere abbastanza rigido anche se ero molto timida. Di solito quando sceglievano me non riuscivano mai a portare a termine la loro scopata, visto che mi dimenavo talmente tanto da infastidirli e farli rassegnare. Ecco però che tutte le volte che mi ribellavo loro mi picchiavano, quasi tutte le sere avevo lividi e ferite ovunque, era un inferno.
Lo portai sopra in camera mia, appena chiuse la porta mi dedicò uno di quei ghigni che mi fecero accapponare la pelle. Puzzava di alcool e fumo, quella sera si doveva esser divertito.
Mi prese il viso tra le mani e gettò la sua lingua dentro la mia bocca. Con una smorfia di disgusto mi staccai da lui.
Fai schifo gli dissi a denti stretti.
Che ci vuoi fare, sono fatto così quindi non mi tentare o potrei fare peggiomi accennò, facendomi l'occhiolino. Mi sentivo come un oggetto di poco valore, con cui qualunque persona poteva giocarci. Mi sentivo usata, mi sentivo ferita. Tutto questo non faceva per me, non doveva fare per me.
Mi buttò sul letto, cercando di sganciarmi i pantaloni ma io mi dimenai.
Sei difficile puttanella commentò. No è diverso, non voglio farmi toccare da bestie come te risposi acida.
Mi tirò i capelli così da portarmi la testa al suo pari, “Non mi parli così, hai capito cogliona?

Vaffanculo”
Mi buttò giù dal letto e prese a tirarmi calci, schiaffi e pugni. Non so per quanto tempo continuò, so solo che la mattina mi ritrovai sdraiata sul pavimento piena di dolori.

Ci è andato giù pesante quel figlio di troia dissi, osservandomi allo specchio e notando i lividi sulla schiena e sul volto. Dopo pochi minuti la porta si aprì e vidi Dan, il padrone della taverna sull'uscio che mi fissava. Che c'è? chiesi, volevo solo che se ne andasse.
Oggi hai la giornata libera, vedi di non spostarti di troppo dal villaggio perché sennò sono cazzi tuoi, lo sai che mi ci vuole poco a far fuori ragazze come te, non c'è bisogno che aggiunga altro commentò con aria di sufficenza. Ah, vedi di darla un po', e smettila di fare la santarellina. I clienti si stanno lamentando. Buona giornata e chiuse la porta.
Che vita di merda alzai gli occhi al cielo e mi mossi tutta dolorante verso bagno. Mi feci una breve doccia e presi una maglia ed un paio di pantaloni lunghi dal mio armadio, nonostante facesse abbastanza caldo fuori dovevo coprire i lividi. Mi truccai pesantemente, così da coprire il pandemonio che avevo in viso ed a passo lento mi avviai fuori, trovando alcune ragazze che come me stavano uscendo fuori visto che anche loro avevano la giornata libera.
Quando ti deciderai a scopare Charlotte? Ti stai rovinando a forza di prendere pugni in faccia, credi che non si notino i lividi sotto il trucco?
Non rompere le palle Kim, non sono troia come te che la da a cani e porci. Preferisco prendere qualche pugno piuttosto che farmi usare come se fossi un oggetto risposi fermamente.
Sei ancora vergine vero? mi chiese con un sorriso strafottente.
Non sono affari tuoi, ora levati. Visto che ho la giornata libera voglio pensare ad altro, non allo schifo che c'è in questo posto detto questo mi dileguai verso l'uscita.
Il bar era vuoto, si sentiva ancora l'odore di fumo della sera prima. Decisi di incamminarmi per il centro del villaggio, con i soldi che ero riuscita a rubare dalla cassa del bar volevo proprio comprarmi qualche nuovo capo di abbigliamento. Arrivata in centro notai molta confusione, era da tanto che non ci andavo, ed il villaggio si era popolato di ragazzi e ragazze della mia età all'incirca. Era bello vedere coppiette che passeggiavano mano nella mano tranquillamente. Mi sarebbe piaciuto avere un ragazzo. D'altronde avevo diciassette anni, era capibile che volessi vivere una storiella d'amore a quell'età. Feci il giro di qualche negozio e comprai due magliette. Erano molto carine, colorate adatte all'estate.
Passeggiando tra i pochi negozi che c'erano mi soffermai ad una vetrina, notando all'interno una bambina in braccio al padre. Mi vennero a mente sfumati ricordi riguardanti me e mio padre. Era un brav'uomo, molto alto e con tanti capelli. Mi divertivo a scompigliarglieli, e lui si divertiva a farmi il solletico, sapeva che lo amavo.
Mia madre e mio padre per quello che ricordo andavano molto d'accordo, erano una bella coppia e si occupavano costantemente di me. Dopo poco compiuti 10 anni mio padre si ammalò, e nei mesi successivi morì. Da lì mia madre entrò in crisi, incominciò a fumare, a bere e diventò quella che è tutt'ora.
Mi “risvegliai” da questi pensieri, la tristezza stava incominciando a prendendo il sopravvento.

Accidenti a me e quando sono venuta a fare questo cazzo di giro in centro Mi girai per andarmene quando andai a sbattere contro qualcosa o qualcuno.
E stai più attento!dissi infastidita.
Agitata la ragazzina eh, piuttosto guarda dove vai tu rispose tranquillo. Chi ti ha fatto questi? aggiunse poi toccandomi con le mani il viso.
Niente, non sono affari tuoi mi staccai facendo per andarmene quando mi prese il polso e mi fece girare di scatto.
Non mi devi parlare così viziata del cazzo perché ti faccio saltare la faccia in meno di tre secondi
Lasciami, mi stai facendo male dissi quasi implorando, visto che stava stritolando il mio polso.
Non ti far più vedere in giroaggiunse sorpassandomi.

Ora pure i bulli ci sono in giro pensai massaggiandomi il punto dolente.
Che gente di merda.

spazio autrice ♡ 
ssalve :) prima di tutto vorrei ringraziare @jawaadsmuffin, mi ha aiutato in molte parti della storia so thank you!
era da parecchio tempo che avevo in mente di scrivere una ff del genere, così eccomi qua c:
spero vi piaccia :)
ps se volete contattarmi per parlare della fan fiction o di altro su twitter sono @hellopayne ♡

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: hellopayne