Stelle cadenti

Noi siamo stelle, stelle cadenti…

E abbiamo abbandonato il nostro posto affianco nel cielo…

Io mi sono gettata dietro di te, ma tu eri più veloce

E ora sei caduto…

E io sono qui…

E sto cadendo

E forse l’unica cosa che mi può salvare dallo schiantarmi nel buio…

È la luce che hai lasciato dietro di te.





 

A Cory

Lea uscì dal locale, avvolgendosi la sciarpa nera intorno al collo e alzando lo sguardo verso il cielo.

Era la notte di San Lorenzo e fuori dal locale sulla spiaggia dov’era andata con alcuni amici tirava un’aria fresca, ma piacevole.

Il cielo era costellato di stelle.

Lea si sentiva schiacciata dall’infinità di ciò che la circondava.

Era come trovarsi sopra tutta la grandezza dell’universo, era come se il mondo volesse farle sentire quanto era piccola e impotente di fronte a tutto ciò che la circondava.

Pensò a come noi uomini ci affanniamo per cose così piccole e non ci rendiamo mai conto di quanto futili siano le nostre vite di fronte a cose come l’universo, le galassie.. le stelle.

Si chiese quale di quelle stelle fosse Finn, la stella nominata così dallo stesso Finn per Rachel.

E si chiese se anche quella stella fosse caduta come era caduto Cory.

Se si era trasformata in una stella cadente e aveva esaudito il desiderio di qualcuno.

Perché forse la caduta di una stella non è lo spegnimento di una luce, ma è il suo trasformarsi in stella cadente e esaudire un desiderio, riempiendo il mondo di una piccola luce per un istante.

Lea sorrise.

Forse il primo vero sorriso dopo il 14 Luglio.

Forse il primo sorriso, in cui non esprimeva la rassegnazione di accettare qualcosa di inreversibile, ma la speranza.

La speranza che la caduta di quella stella non fosse stata invana…

Che avesse lasciato dietro di se, una scia di polvere lunare, che non si sarebbe mai dissolta, e avrebbe illuminato il suo, il nostro cielo… per sempre