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Autore: vampirella    16/08/2013    2 recensioni
Nathan e AJ sono ormai una coppia ma devono scontrarsi con le loro diversità e i loro difetti. Riusciranno, nonostante tutto, a portare avanti la loro storia?
[Nagron AU, con un po' di Crixus - Naevia] (per i nomi vedi la spiegazione all'interno)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Agron, Crixus, Naevia, Nasir
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Life is a beautiful war. [Spartacus AU]'
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Prologhino.

Questa fic è nata da un commento al mio precedente racconto riguardante la coppia Agron x Nasir, Enemies. La coppia mi piace molto e l'ambientazione AU anche, quindi ho deciso di sviluppare più racconti autoconclusivi che riguardassero la loro storia d'amore. La cosa è però peggiorata poichè già in questo racconto ho aggiunto altri personaggi del telefilm, altre coppie che adoro, a cui dedicherò pian piano nel tempo dei racconti. Raccoglierò poi tutte queste storie in una serie per permettere a coloro che sono interessati di leggere le avventure dei gladiatori più famosi del tubo catodico.

Come ho accennato nel sommario devo dare una spiegazione ai nuovi nomi dei personaggi. Siccome i nomi romani si addicono piuttosto male al contesto (in questo caso parliamo della Washington D.C dei giorni nostri) ho deciso di prendere le prime due lettere di ogni nome e trovare un corrispettivo inglese/americano che iniziasse con tale sillaba. Non sempre è stato semplice, tant'è che Agron è diventato Agostinus James, abbreviato AJ. Nasir è stato più semplice e si è trasformato in Nathan. In questa storia troverete poi Naevia - Naomi  e Crixus - Chris (l'acca è d'obbligo, credo che esista solo così nei paesi anglosassoni/americani). Credo introdurrò poi Barca - Bart e Pietro - Pietro (era troppo comodo non cambiarlo!), Mira - Michelle e Spartacus - Spencer, Gannicus - Gary e Sybil - Sybil o Melitta - Mel (non so ancora se e con chi lo appaierò perchè, abbiate pazienza, sono ancora alla prima stagione - sebbene abbia già visto tutti gli spezzoni riguardanti Agron e Nasir).

Detto questo buona lettura!




- Smettila di mugugnare. -

- Dico solo che quando passo la notte qui da te vorrei trovare qualcosa di commestibile da mangiare. Non dico della carne o del prosciutto, ma almeno qualche uova… -

- Non ti piace quello che cucino? -

Nathan era in piedi davanti a lui, in cucina, appoggiato al lavandino e con le braccia conserte.

AJ conosceva talmente bene quegli occhi che ne sapeva leggere il contenuto in pochi attimi. Il suo ragazzo era arrabbiato e per l’ennesima volta per la stessa questione. Ma nonostante questo, constatò quasi controvoglia, era estremamente sexy vestito con una delle sue camicie.

Il biondo buttò giù l’ultimo sorso di caffè e si alzò dal tavolino da pranzo per mettere la tazzina nel lavello colmo d’acqua. Nel frattempo mise il braccio intorno alle spalle dell' uomo e lo attirò a sè, come gesto di riconciliazione.

- Non ho detto questo. Vorrei solo che assecondassi i miei gusti, come io accetto le tue scelte senza oppormi nè criticarle… - gli sussurrò all’orecchio. Sentì Nathan rilassarsi sotto il suo abbraccio e sorrise: stava per cedere.

- … con la differenza che le mie scelte non influiscono sulla sopravvivenza degli altri esseri viventi. - terminò laconico il ragazzo. AJ alzò lo sguardo al cielo. Niente da fare.

- Va bene, lascia stare. - il poliziotto alzò le braccia in segno di resa e si diresse verso la camera da letto.

Nathan si girò verso il lavello e terminò di lavare le stoviglie, sentendosi un po’ in colpa per la sua testardaggine. AJ non capiva quanto gli ideali e la sua coerenza fossero essenziali per sè stesso, non capiva per quale motivo si ostinasse tanto a cercare dei compromessi su questioni per lui così importanti.

Lui non era tipo di compromessi. Non lo era mai stato.

- Ho gli straordinari stasera, Nat. Ti va se ci vediamo dopodomani? -

Il moro alzò lo sguardo sul ragazzo. AJ indossava la divisa d’ordinanza e gli sorrideva dolcemente. Andava sempre così tra loro: qualunque discussione la vinceva sempre Nathan. Non perchè avesse argomentazioni migliori o più incisive, ma per il semplice motivo che AJ gli voleva troppo bene per dargli un dispiacere a litigare su questioni di futile importanza. Odiava non compiacerlo e questo Nathan lo sapeva e lo sfruttava suo piacimento, ma si sentiva un po’ in colpa a farlo anche se non faceva niente per impedirlo.

Nathan abbozzò un sorriso tirato. Si vergognava per il capriccio di prima ed era un po’ a disagio nel non riuscire ad ammetterlo. - Va bene. Buon lavoro, tesoro. E mi raccomando, stai attento. -

- Lo farò. - il biondo si avvicinò e gli diede un lungo bacio, prima di dirigersi verso la porta.

- Ehi Naomi. - il poliziotto salutò la coinquilina di Nathan. La ragazza gli sorrise raggiante cercando di tenere in equilibrio le borse della spesa fra le braccia. - Vuoi una mano? -

- Ce la faccio, non ti preoccupare. - Naomi entrò in cucina mentre il poliziotto si chiudeva dietro di sè la porta dell’appartamento. - Vi siete svegliati presto, oggi. - salutò il coinquilino.

- Sì, beh, AJ aveva il primo turno. - rispose meccanicamente Nathan, mettendo a posto lo straccio per asciugare I piatti. - E tu? Da quando fai la spesa di prima mattina? -

- Chris viene qui a pranzo, quindi… -

Nathan sorrise. - Tranquilla, sparisco anch’io tra un paio d’ore. Ho lezione tutto il giorno. -

- Per fortuna. Sai, è da un po’ che dobbiamo parlare, noi due, e sarebbe meglio essere da soli. -

- Me lo hai detto. Spero solo che le cose si possano sistemare, fra voi. -

- Lo spero anch’io. - sospirò la donna, aprendo il frigorifero e cominciando a stipare la roba. - Lo trovo talmente idiota. - cominciò lei. - Questa storia di ‘non essere all’altezza’… ma chi è lui per dire di essere o non essere alla mia altezza? -

- Chris è un bravo ragazzo. - iniziò Nathan, cercando di confortare l’amica. - Ma pecca di autostima. Non lo fa con cattiveria o con secondi fini, questo lo sai vero? -

- Come fai a esserne sicuro? Magari è un modo squallido per mollarmi... sai com'è 'Non sei tu il problema, sono io...' -
- Credimi, non ti vuole mollare. -
- Come fai a esserne così sicuro? -

- Lo vedo da come ti guarda. -
- Come? -
- Io credo....anzi, sono sicuro. Lui è completamente cotto di te! Ha una sorta di venerazione nei tuoi confronti...non so come descriverlo.. -

La ragazza parve soddisfatta della risposta perchè tornò a sorridere. - E tu, invece? Tutto bene con il difensore dell’ordine? -

- Credo di sì. -

- Ancora non ci credo che tu sia con un poliziotto. Quando me lo hai detto, te lo giuro, pensavo mi stessi prendendo in giro… -

- …Naomi… -

- …ma poi ho visto come ti guarda. - lo interruppe lei, usando la stessa frase da lui pronunciata poco prima. - E la cosa non mi è sembrata più uno scherzo. -
 

- Quindi Naomi e Chris si sono mollati... -

- ... e si sono rimessi assieme, sì. - Nathan sputò il dentifricio nel lavandino. Vicino a lui AJ si strigliava ancora i denti e lo guardava curioso dallo specchio. - Per un periodo di prova. Vogliono vedere come va. -

- Fammi capire bene: Chris ha mollato Naomi, che è una ragazza fantastica - si bloccò per un attimo. - voglio dire… qualsiasi etero la giudicherebbe tale, io mi limito a riportare fatti oggettivi. -

Nathan rise.

- Ok, Chris molla Naomi perchè afferma che il loro rapporto non potrebbe funzionare, per il semplice motivo che lui è un meccanico e lei lavora come impiegata al governo britannico? -

- Non è una questione di professione, AJ. - lo rimbeccò Nathan, mentre si spostava in camera da letto per cambiarsi. - Chris ha paura di non riuscire a essere un buon patner per una donna indipendente e intelligente come lei. Ha paura di… limitarla, di crearle disagio, di non sapere soddisfare i suoi bisogni più profondi. Quell’uomo è veramente innamorato di lei e si preoccupa di non esserne all’altezza. -

- Quante stronzate. - AJ si lanciò nel letto direttamente dalla porta del bagno, facendo sobbalzare le lenzuola. Nathan lo guardò di sottecchi, un leggero sorriso ironico dipinto sul volto, mentre metteva a posto i vestiti.

- Io trovo che sia una cosa molto carina da parte di Chris. - ribattè il moro, mentre il poliziotto cominciò a buttare i vestiti per terra e infilarsi sotto le lenzuola. Nathan cominciò a raccoglierli. - E’ estremamente altruistico da parte sua. Mette davanti alla sua felicità quella della donna che ama. -

- Ma è assurdo! Tutto questo perchè fa un lavoro umile? Quando cazzo un lavoro vale meno dell’altro? -

- Mi ascolti quando parlo? Non è solo il lavoro… - rispose il moro, stizzito.

- Qualsiasi cosa sia, cristo santo, siamo nel XXI secolo! Le classi sociali sono state abolite da un pezzo! Guarda noi due! - AJ si era messo seduto, appoggiando la schiena sui cuscini, e lo guardava trionfante.

Nathan sbuffò, scettico.

- Cosa c’è? Non ho ragione? -

- Certo che hai ragione, ma… -

- Siamo ancora alla stessa storia, Nat? - il tono di AJ era cambiato. Qualcosa si era incrinato.

Nathan si sedette vicino a lui e gli appoggiò una mano sul braccio. - Non è facile per me digerire questa cosa, vorrei che tu capissi questo. -

- Vaffanculo. - AJ si scostò di scatto dal tocco del ragazzo, uscì dal letto e lo guardò fiero, in piedi. - Mi avevi detto che non te ne importava un cazzo del fatto che fossi un agente di polizia. -

- E sarà così, ok? Ho solo bisogno di tempo… -

- Per cosa? Non sono un fottutto assassino da perdonare, il mio è un lavoro di tutto rispetto, uno dei più importanti e non mi sentirò in colpa per questo! -

- Non ho mai detto che devi sentirti in colpa! -

- Ma vorresti, non è vero? - AJ cominciò a rivestirsi. - Non ti piace il mio lavoro, critichi il mio modo di mangiare, ti vergogni a presentarmi ai tuoi amici, non sopporti che sia repubblicano… mi puoi dire perchè ci vediamo, allora? -
- E questo cosa c'entra col tuo lavoro? -
- C'entra con tutto ciò che sono! -

- La pianti di fare il bambino? - Nathan lo prese per la t-shirt per fermare il suo tentativo di vestirsi. Lo guardò negli occhi, cercando di farlo ragionare. - Ognuno è fatto a modo suo, ha i suoi pregi e i suoi difetti ma questo non preclude il fatto che non si possano accettare equalmente in una relazione! -

- Peccato che in questa relazione l’unico carente sia io, vero? - terminò AJ, lasciando la camera e l’appartamento.
 

Tre giorni. AJ non aveva chiamato.

Nathan lasciò l’aula di Filosofia e si diresse verso la metro. Non riusciva molto a concentrarsi in quei giorni. Era arrabbiato con AJ ma nello stesso tempo gli mancava enormemente. Quanto voleva che venisse da lui, gli sorridesse e lo stringesse fra le braccia!

Nathan aprì la porta dell’appartamento e venne accolto da delle risate provenienti dal soggiorno.

- Ciao ragazzi. - Naomi e Chris lo salutarono alzando i loro bicchieri di vino, seduti sul tappeto e appoggiati al sofà.

- Ehi Nat. - gli rispose Chris. - stiamo cenando con dell’ottimo sushi, ti vuoi unire a noi? - il ragazzo si accorse troppo tardi dello sguardo che la fidanzata gli stava lanciando. - Voglio dire… magari ti andrebbe qualche alga... -

Nathan non aveva proprio voglia di ridere del tentativo del ragazzo di sistemare le cose. - Non vi preoccupate, me ne vado a dormire. - Senza aspettare risposta si diresse verso la camera da letto.

Sì buttò vestito sul suo letto e guardò distrattamente lo schermo del cellulare. Nessuna chiamata.

- E’ passato AJ oggi. - Naomi era sullo stipite della porta e lo osservava curioso.

- Perchè? -

- Aveva dimenticato la giacca. - Naomi chiuse la porta dietro di sè e si avvicinò all’amico. - Che sta succedendo? -

- Non so cosa tu voglia dire. -

- Andiamo! Sapeva benissimo che oggi avevi lezione. Perchè è venuto nel pomeriggio? -

Nathan abbassò gli occhi, incapace di rispodere.

- Nat… -

- Abbiamo litigato. - rispose triste. - Mi ha accusato di essere uno sputasentenze e di non accettarlo per quello che è. -

Naomi non parlò.

- Voglio dire, a volte forse utilizzo un tono un po’ accusatorio. - continuò lui, arrampicandosi sugli specchi. - ma non credo… -

- Nat, ti voglio bene e lo sai, ma credo di essere d’accordo con lui, stavolta. -

- Che? -

- Sei un maledetto rompicoglioni con questa storia dell’ambientalismo e della libertà di pensiero. -

- Non dirmi che ti va bene che venga violato costantemente il primo emendamento… -

- oh, PIANTALA! - sbottò. - Qui non c’entra nulla il primo emendamento! Si tratta di accettare AJ per quello che è, cioè per l’uomo che ami. - la ragazza gli accarezzò i capelli. - Perchè tu lo ami vero? -

- Da morire. - sospirò. - E’ solo… che vorrei che fosse perfetto. Per questo vorrei che mi ascoltasse e cambiasse per il mio piacere. -

- Ma lo ha già fatto. Non ti rendi conto di quanti compromessi ha già accettato? -

Nathan annuì. - Mentre io… -

- …non hai fatto altro che criticarlo. Non è stato molto carino. -

- E tu come…? -

- Ci vivo anche io in questa casa. - annunciò con enfasi la donna. - Per questo sto dalla sua parte. -

Nathan annuì di nuovo. - Cosa devo fare? -

- Due cose: una difficile e una facile. - la ragazza si alzò e aprì la porta, indicandogliela con la testa. - Quella difficile è scusarsi, quella facile è uscire di qui e non tornare fino a domani. Io e Chris vorremmo rimanere da soli in casa, questa notte. -
 

AJ aprì il frigorifero e si prese una birra ghiacciata. Dopo una giornata rovente come quella ci voleva proprio. Grazie a dio non era mai stato assegnato all’ufficio, ma a volte pensava che qualche giorno di aria condizionata gli avrebbe giovato. Sempre meglio delle strade polverose che doveva pattugliare.

Si sedette sul divano e accese la tv ma, sebbene gli occhi guardassero le immagini, la sua mente era persa altrove. Nathan non l’aveva chiamato e nemmeno se l’aspettava, per via della sua testa dura, eppure una parte di lui sperava che il suo gesto estremo avesse sortito qualche effetto sull'attivista. Sperava che finalmente si rendesse conto di cosa potesse perdere se si ostinava a proseguire il suo fastidioso comportamento. Certo, AJ avrebbe potuto portare alla luce il problema in maniera più graduale, discutendone, ma non era da lui. Era impulsivo e passionale e aveva sempre cercato di evitare gli scontri con le persone importanti della sua vita. Poi però le cose finivano sempre in quel modo.
AJ sbuffò pensando a che testa di cazzo era.

Il campanello della porta suonò. Pensando al diavolo si era trovato davanti un ragazzino con i capelli scuri e arruffati.

AJ non disse una parola ma si limitò a guardarlo, altero.

- Posso entrare? - disse timidamente Nathan, tenendo il viso leggermente basso ma senza interrompere il contatto visivo con lui.

AJ si limitò a lasciargli il passo.

- Senti, mi dispiace molto. - cominciò Nathan, a voce alta. - Da quando abbiamo cominciato a uscire assieme ti ho sempre criticato perchè non eri esattamente come volevo che fossi. Ho cercato di cambiarti imponendoti i miei desideri e tu li hai sempre accettati e per questo ne sono veramente riconoscente. Ma non è giusto, vero? -

- No, non lo è. -

- Il fatto è che odio che le cose non vadano come voglio io. - sorrise il ragazzo, nervoso . - Combatto per ogni battaglia in cui credo, capisci cosa intendo. -

- Ti conosco bene. - sorrise a suo malgrado AJ. Nathan interpretò il suo sorriso come un'apertura verso di lui. Si avvicinò al poliziotto.

- Mi dispiace, mi dispiace così tanto.. - gli confidò, con la voce rotta dall'emozione. AJ lo seppellì con un abbraccio e gli sussurrò di stare zitto con inconsueta delicatezza.
- Dispiace anche a me. - gli sussurrò il biondo. - Non dovevo esplodere così, avrei dovuto affrontarti molto tempo fa... -
- Si, beh, siamo stati due idioti. Credo che potremo chiudere la cosa qui. -

- Questo significa che potrò mangiare quello che voglio a casa tua? -

- AJ... -

- Cosa? -

Nathan ricomparve dal suo abbraccio. - Tutto quello che desideri. - sorrise.

Anche AJ sorrise. - In questo caso dovrò insegnarti alcune ricette... -

   
 
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