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Autore: itscupcake    17/08/2013    13 recensioni
«Sei così ingenuo, Jolie.» Louis pronunciò queste parole stringendo le braccia intorno al busto di Harry, che sobbalzò leggermente.
«Tu mi rendi debole, Lou. Ogni tuo singolo gesto influenza il mio umore, e tu non fai altro che essere sempre così dolce, premuroso..» soffiò il riccio sulla bocca del francesino, sentendo il suo respiro addosso.
«E questo cosa significa, allora?» domandò innocuo Louis, cercando di capire il significato di quelle parole.
«Significa che dovrei aver superato la fase delle farfalle nello stomaco, ma tu, tu mi fai provare sensazione così surreali che sembra impossibile esprimerle a parole. Finalmente ti ho trovato, LouLou.» biascicò il più piccolo, posando un bacio delicato sulla bocca dell'altro.
«Ed io, perso ed insicuro, ho trovato te, che sei la mia unica certezza.»
Finì il più grande, prima che Harry iniziasse a baciarlo appassionatamente.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ready or not?

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La neve candida è posata come un manto su tutta la periferia londinese, ed Harry è rannicchiato sul davanzale della finestra della sua piccola villa.
Osserva la neve cadere leggera, soffice. Ed immagina come sarebbe essere un fiocco di essa.
Cadere da milioni di metri e non farsi male, essere sempre in gruppo, sempre in compagnia.
A dirla tutta, il riccio era da un bel po’ che soffriva di solitudine.
Lì in periferia di inverno non vi era molta gente, e le uniche persone con cui Harry aveva conversazione erano la sua vicina di casa, la signora Allen che da quando era rimasta vedova amava raccontare le sue vicende al riccio, e poi  Zayn, il suo migliore amico che viveva a qualche isolato da lui.
Il mese di Dicembre incuteva ad Harry tenerezza, dolcezza e paura allo stesso tempo.
Amava il Natale, il freddo e tutto ciò che era racchiuso in quei 31 giorni, ma odiava il fatto che gli ricordasse terribilmente il giorno in cui sua madre, Anne, nonché conosciuta nel paesino come ‘’ la donna della pasticceria ‘’, scelse di lasciarlo vivere solo, lasciandogli semplicemente un bigliettino con scritto
-‘’ Non vale la pena passere ancora tempo insieme, litighiamo spesso e sei abbastanza maturo per esser lasciato andare. Ti voglio bene, Anne ‘’ -
Il ragazzo non aveva mai capito interamente il senso di quel biglietto, ma non volle cercare altre spiegazioni, se una persona lo aveva lasciato c’era un motivo, ed era convinto di saperlo: era lui ad essere sbagliato.
Fin da piccolo i bambini si allontanavano da lui, gli era sempre piaciuto stare in solitudine e non amava il calcio. Era definito strano da chiunque lo conoscesse almeno un po’.
Quasi dai tempi delle elementari una delle sue paure più grandi era allontanare le persone che amava, e nonostante lui provasse fortemente a non farlo alla fine succedeva sempre così.
L’unico amico vero che aveva era Zayn, che non lo aveva mai abbandonato nonostante tutto.
Ed ecco che il fiume di pensieri di Harry fu interrotto dal suono acuto del campanello della villa.
Il riccio era abbastanza sorpreso perché fuori nevica molto forte e non sapeva davvero chi sarebbe stato in grado di uscire con quel tempo.
Quando si recò alla porta e aprì, si trovò davanti la figura di Zayn Malik, con un sorriso larghissimo composto di denti bianchissimi e labbra carnose.
«Ho portato la colazione, Haz»
Disse il moro, entrando senza fare troppi complimenti.
Harry strabuzzò gli occhi, non si era reso conto che non aveva dormito tutta la notte ed erano già le nove di mattina.
« Oh, grazie Zay» rispose allora il riccio di rimando, soffocando uno sbadiglio.
Zayn allora sorrise, e mentre Harry era di spalle impegnato a versare del latte nelle tazze, il moro si avvicinò con passo felpato e gli cinse i fianchi, sbucando con la testa sulla sua spalla destra, cogliendo il riccio di sorpresa.
Lasciò una scia di baci languidi sul collo e sulla guancia di Harry, che sorridendo fece sbucare due fossette tenerissime, che Zayn per altro adorava e che di conseguenza baciò nuovamente.
Il rapporto fra Harry e Zayn era sempre stato così, fin da bambini.
Si volevano un bene dell’anima, quasi inverosimile, ma mai nessuno dei due aveva pensato di essere una coppia o cose simili, sapendo benissimo che era un attrazione di tipo diverso.
«E così sta sera parti per Sidney.» decretò Zayn, abbassando lo sguardo.
«Si Zaynie, voglio provare a vedere se lì starò meglio. Insomma, qui non mi è rimasto più nulla, a parte te ovviamente, e sono stanco di stare qui. Stanco dei continui ricordi che mi salgono alla mente, stanco di vedere sempre gli stessi volti. Voglio cambiare, ricominciare.»
E Zayn non può far altro che annuire, come dargli torto?  Anche lui vorrebbe  ricrearsi un intera vita, magari ammettendo da subito le sue tendenze bisessuali, senza combattere contro se stesso.
Ma sa bene che non può abbandonare sua sorella Waliyha di appena quindici anni, e soprattutto ora che i suoi stavano divorziando.
Quindi, rassegnato, si riavvicina ad Harry e lo abbraccia. Cerca di sembrare il più sincero possibile, cerca di abbracciarlo più forte che può con la speranza di trasmettergli più emozioni possibili.
Ed Harry è sicuro che a Zayn quasi dispiaccia che lui se ne vada, per la prima volta sente di avere una ragione per restare, ma anche per la prima volta sente di avere finalmente un opportunità per ricominciare, per essere una nuova persona.
«Promettimi che verrai a trovarmi presto» affermò Harry, con un velo di tristezza sugli occhi.
«Dammi il tempo di sistemare Waliyha moralmente, quando sarà stabile verremo a trovarti di certo, sai che lei ti adora» rispose Zayn, sorridendo dolcemente, ma il riccio si limitò a sforzare un sorriso.

Dopo aver fatto colazione, il moro lasciò il più velocemente possibile casa di Harry, nonostante non lo mostrasse infatti era una persona molto emotiva ed era sicuro che in quelle condizioni sarebbe scoppiato a piangere.

Il resto della mattina passò velocemente, ed Harry cercò di fare ordine nella sua mente cercando di non dimenticare nulla in casa.
Dopo aver preparato una valigia ed un borsone,  prese il taxi e si recò in aeroporto, arrivando in perfetto orario.

«Ultima chiamata per il volo 653 diretto verso Sidney, tutti i passeggeri sono pregati di recarsi immediatamente all’uscita numero 3, grazie»
una voce di una donna abbastanza robotica risuonò nella sala d’attesa, così Harry prese le sue valige e si alzò; si voltò per un secondo indietro, puntando gli occhi sul grande finestrone che dava la vista su Londra.
In un attimo gli passarono per la mente gli occhi verdi della mamma, gli abbracci di Gemma, ricordi, speranze, scuola, vecchie conoscenze e tutte le cose meravigliose di quella città definita perfetta dall’intero mondo.
Un velo di nostalgia si posò sul cuore del riccio, e gli occhi iniziarono a pizzicare un po’, ma Harry più deciso che mai si incamminò verso la sua uscita, pronto a ripartire da zero.
Nuova vita. Nuove amicizie, e chissà, magari anche nuovi amori.

Era pronto o no?

Dopo circa dodici ore di viaggio aereo, finalmente Harry riuscì a scorgere le luci notturne di Sidney.
Un sorriso comparve sul suo volto, quasi involontariamente.
«E’ possibile slacciare le cinture di sicurezza, il volo è atterrato definitivamente. Ringraziamo tutti per aver scelto la nostra compagnia aerea, arrivederci.»
Si concluse così il discorso del pilota, che aprì gli sportelli posizionati alle due estremità del mezzo.
Harry scese rapidamente dall’aereo, e si posizionò all’esterno dell’aeroporto, aspettando che un taxi lo portasse a Rosewood street, dove si trovava l’appartamento che aveva affittato tramite web pochi giorni prima.


Rosewood street 4,Sydney.

Era circa mezza notte ed il riccio aveva appena messo piede nel suo nuovo appartamento, e ne era abbastanza contento.
Vi era una cucina, un bagno ed una camera da letto, tutto ciò legato da un unico piccolo corridoio. Era un inizio, pensò.
Avrebbe voluto andare a vedere i dettagli della casa e mettere in ordine ma era davvero esausto, così si gettò bruscamente sul letto ed il sonno non tardò ad arrivare.

Uno spiraglio di luce illuminò fastidiosamente il viso di Harry, che stiracchiandosi lentamente, si alzò dal letto e si diresse verso il bagno.
Dopo aver lavato la faccia in modo abbastanza rapido, si concentrò sulla sua immagine riflessa allo specchio.
Gli occhi verdi ancora assonati spiccavano sulla sua carnagione molto chiara, le labbra sottili era estese in un piccolo sorriso ed i capelli folti e ricci cadevano scompigliati sulla sua fronte.
‘’- Dovrei cercare lavoro-” pensò Harry, iniziando a mettere in moto i pensieri.

«Sono Harry Styles, ho diciannove anni, so parlare l’italiano, lo spagnolo e l’inglese. Mi sono trasferito a Sidney ieri ma ero stato qui già da bambino quindi conosco buona parte della città e delle abitudini cittadine. Vorrei che mi assumesse qui come cassiere perché ho davvero bisogno di una lavoro dal momento che ho lasciato tutto per venire qui e poter ricominciare. Gliene sarei davvero grato» terminò la frase Harry, rivolgendosi al direttore di uno dei vari starbucks di Sydney.
Se c’era una cosa in cui Styles era bravo, era il ‘’sapersi vendere’’, ossia sapeva essere educato ma intraprendente allo stesso tempo.
«Inizierà con una settimana di prova, a partire da domani, d’accordo?» rispose con un sorriso John Gough, questo era il suo nome.
«Perfetto. Grazie mille e arrivederci.» si dileguò il riccio.

Non appena uscì dalla sede dei colloqui, Harry non poté tenere a freno la voglia di andare a fare surf, cosa che aveva sempre amato fin da bambino.
Così si recò verso una delle spiagge più famose di tutta l’Australia: Gold Coast.
Al solo pronunciare il nome della zona, un sorriso si fece spazio sulle sue labbra. Sembrava quasi di essere in un film per lui.
Senza farsi troppi problemi, Harry  andò sul primo punto di spiaggia che trovò, e procurandosi una tavola rapidamente, si gettò quasi a capofitto nelle onde altissime e perfette, come le definiva lui.
Era da un bel po’ di tempo che non saliva su una tavola, e questo era uno dei motivi in più per cui la sua adrenalina era a mille.
Adorava il fatto che lì in Australia fosse Estate, e che comunque anche d’inverno non avrebbe mai fatto quel freddo che era costretto a sopportare in Inghilterra.
Mentre i capelli del riccio sguazzavano tra le onde, si girò verso la spiaggia rendendosi conto che non era neanche lì da un giorno, e già amava tutto.
La spiaggia era dorata e priva di fastidiosi sassi, il mare era cristallino e si estendeva ovunque. E l’unica parola che veniva in mente ad Harry era paradiso terrestre.

«Una granita al limone» ordinò Harry al bar, dopo essersi levato la tuta da surf ed essersi rivestito.
«Ecco a lei.» rispose la ragazza da dietro il bancone.
Il riccio si accomodò in un tavolino che affacciava sul mare, e con suo grande spettacolo poté ammirare che un gruppo di surfisti stava per iniziare una esibizione.
Fecero molte acrobazie, ma uno di loro colpì in particolare Harry, che si avvicinò per osservarlo meglio.
Capelli biondo scuro che si alzavano in un ciuffo, occhi celesti, esattamente come l’oceano ed un sorriso da levare il fiato.
Il vecchio Harry Styles avrebbe seguito i suoi movimenti da lontano, senza fare mosse avventate, ma era la sua nuova vita, giusto?
Ma la domanda che rimbombava come un eco nella mente di Harry, nonostante il suo coraggio, era una sola: Era pronto oppure no?

«Umh, ciao, sono un surfista da molto tempo e volevo dirti che sei bravissimo. Complimenti davvero.» Harry, come il suo solito, era in grado di far apparire una frase un po’ azzardata come la cosa più naturale del mondo, nonostante dentro non fosse per niente calmo.
«Umh, merci» rispose il biondino.
Harry rimase sorpreso per un attimo. –francese- pensò.
«Sei della Francia?» chiese un’altra volta, forse con troppa sfacciataggine.
«Oui. Sono qui da poco» rispose nuovamente, accennando un sorriso.
Ad Harry venne un impellente bisogno di ridere causato dall’accento buffo del ragazzo.
«Perché ridi?» chiese, stranamente non irritato.
«Scusami, davvero. Ma il tuo accento è buffo.» sentenziò Harry, sorridendogli.
«Louis, mi chiamo Louis Tomlinson.» sorrise il biondo, tendendo una mano verso il riccio.
Louis. Quel nome suonava così bene.
«Harry, Harry Styles. Comunque nemmeno io sono di Sidney. Vengo dalla Gran Bretagna.» rispose di riamando.
«Bene, è stato un piacere Harry. Ora devo scappare, ho gli allenamenti. Ci vediamo in giro.» disse Louis, allontanandosi.
Ad Harry parve quasi che gli occhi di quel ragazzo fossero entrati nei suoi e lo avessero folgorato.
Non aveva mai sentito nulla di simile, tranne con Zayn.
Il riccio si avviò verso casa, e l’unica cosa a cui riusciva a pensare era Louis.
Il suono del suo nome, i suoi occhi, le sue labbra.

Ma era pronto? Era pronto a ricominciare tutto da capo?


Spazio Autrice.
Allora, salve a tutti per prima cosa aw sfjks.
In questi giorni mi è venuta la strana idea di cimentarmi in una long larry.
Ho buttato giù la prima trama che mi è venuta in mente perché avevo davvero bisogno di scrivere, e a parar mio non è tanto male.°
Ma analizziamo tutto per beeeene.
Allour.
In questa fan-fiction abbiamo un Louis francesino ahahahaha, che nonostante sembri innocente, nasconde un lato di sé abbastanza forte che scoprirete.
Harry abbandona un po' tutto (?) per cercare di ricominciare, e soprattutto di cambiare.
La piccola scena Zarry è dolce gngngn <3
Comunque mi spiace se non c'è molto da aggiungere su questo primo capitolo ma era più che altro un introduzione perché dovete capire il ruolo che hanno i personaggi:)
Mi farebbe piacere ricevere vostri pareri, opinioni o consigli. Quindi lasciatemi una recensione (:
su twitter sono @rawrszain  quindi se volete potete scrivermi anche lì, o anche mettendo l'hastag #isboatb che è l'abbreviazine del titolo della storia.
Grazie mille ed alla prossima babeeez:)
  
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