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Autore: J_Ari    17/08/2013    1 recensioni
«Cos'hai in mente?»
«Io? Nulla.»
Junsu alzò gli occhi al cielo.
«Non me la bevo Jae. Cosa stai architettando? Quando hai quell'espressione prego sempre Dio di non essere l'obiettivo finale. Se è così toglitelo subito dalla testa.»
Il rosso scoppiò a ridere.
«Faccio così paura?»
«Più di quanto pensi!»
«Se lo dici tu...»
[JaeSu]
Genere: Comico, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jaejoong, Junsu, Yoochun
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia parte in realtà con un rating verde e come one-shot. Ma come al solito non ho mai un'idea precisa di dove vada a parare una storia che inizio, e così il rating è diventato arancione e i capitoli son diventati due. (Sì, sono pessima, lo so.)

Posso dedicarla? Ovvio che sì! Anche se scritta per mio puro divertimento, essendo la mia prima ff sui JYJ la dedico giustamente a quella pazza di Anita che mi li ha fatti conoscere ed amare essendo la sua band preferita, che mi ha passato ottimi siti che lei ben sa, e che mi ha spinto di conseguenza fino ad un punto di non ritorno. (Non ne uscirò più, lo so...)

Buona lettura e spero vi piaccia!!!(*w*) una piccola recensione, anche striminzita, mi renderebbe felicissima!!




«Hey Jae...»

«Mh?» esclamò il rosso alzando lo sguardo dal giornale che aveva in mano.

Click.

«Fatta!» disse Junsu con un sorriso guardando il risultato sullo schermo del cellulare. Gli aveva scattato una foto e il risultato era più che ottimo; come sempre del resto, Jaejoong era estremamente fotogenico.

«Fa' vedere.» disse l'altro avvicinandosi dopo aver abbandonato il giornale sul divano.

«Tanto lo sai che sei uscito bene.» replicò il biondo con una linguaccia nascondendo il cellulare dietro la schiena.

Lo sguardo di Jaejoong s'assottigliò, ma solo per un momento.

«D'accordo.» concluse con uno strano sorrisino stampato sul viso. Tornò al suo posto senza aggiungere altro.

Junsu rifletté per un attimo sullo strano comportamento dell'amico, quell'espressione non aveva mai preannunciato nulla di buono.

«Vuoi vederla?» chiese pentendosi di non avergliela mostrata.

«Oh no, no. Non importa.» replicò riprendendo a leggere. Ancora quel sorrisino.

«Cos'hai in mente?»

«Io? Nulla.»

Junsu alzò gli occhi al cielo.

«Non me la bevo Jae. Cosa stai architettando? Quando hai quell'espressione prego sempre Dio di non essere l'obiettivo finale. Se è così toglitelo subito dalla testa.»

Il rosso scoppiò a ridere.

«Faccio così paura?»

«Più di quanto pensi!»

«Se lo dici tu...»

 

Qualche sera dopo...
 

«Yoochun non viene stasera?»

«No, ha da fare. Credo abbia combinato con qualche ragazza.»

Junsu si lasciò scappare una risatina.

«Come al suo solito.»

«Piuttosto, tu che mi dici?» chiese Jaejoong portandosi alla bocca un'altro pezzo di torta. Panna e fragole. La sua preferita.

«Io? Nah, nulla di nuovo.»

«Sì certo, e quella sventola che...»

Le sue parole furono interrotte dal suono del campanello.

«Aspetti qualcuno?» chiese Junsu guardando verso l'entrata.

«Veramente no. Ti spiace andare a vedere?»

Il biondo si alzò dal divano, appoggiando il piattino ormai vuoto sul tavolino. Si passò una mano tra i capelli stiracchiandosi, i suoi passi risuonarono attutiti dal pavimento in legno.

Arrivò alla porta e guardò attraverso lo spioncino.

«Yoochun!» esclamò sorpreso di vedere l'amico.

Un giro di chiave e aprì senza pensarci due volte.

«Ma non dovevi essere...»

Qualcosa di freddo e appiccicoso lo colpì in pieno viso. Non vide più nulla.

«'Sera Junsu.»

«Che cazz...» si toccò il viso, capendo solo in quel momento di essere ricoperto di panna su tutto il viso e non solo.

«Junsu! Prego da questa parte! Cheeeeeeese

La voce di Jaejoong arrivava da dietro di lui. Si voltò lentamente, capendo solo in quel momento che si trattava dell'idea malsana dell'amico, il quale stava scattando foto su foto.

«Scommetto che ben più di una ragazza farebbe la fila per ripulirti come si deve.» disse il moro maliziosamente.

«Yoochun, taci...» replicò dopo essersi passato una mano sul viso. Lanciò la panna a terra con un gesto di stizza, pulendosi la mano sulla canotta nera che indossava. Per quanto poco, almeno adesso ci vedeva qualcosa. Yoochun era a pochi passi da lui. «E così vi siete messi d'accordo...»

«Prenditela con lui.» Yoochun alzò il braccio indicando il più vecchio.

Junsu afferrò veloce il braccio dell'amico e lo bloccò contro il muro, strofinandosi col viso contro la sua guancia nel tentativo di sporcarlo il più possibile.

«No no no!!! I miei capelli!!!»

«Me ne frego dei tuoi capelli.»

«Uh uh, qua la storia si fa sempre più interessante.» disse il rosso continuando a far foto.

«Tranquillo che ce n'è anche per te.» disse Junsu fermandosi. Bisbigliò qualcosa all'orecchio di Yoochun.

«Hey hey! Cosa state complottando!» esclamò Jaejoong arretrando di qualche passo.

Il biondo si staccò dall'amico e si avventò contro il più grande, il quale solo per un pelo e grazie ai suoi grandi riflessi riuscì a schivarlo. Si buttò sulla sinistra scavalcando con un salto il divano (alla fine era pur sempre un idol), mentre Junsu quasi finì contro il muro. Prontamente lo usò per darsi una spinta in direzione dell'amico, e l'intuizione fu giusta. Riuscì ad afferrarlo per la maglietta, mentre quest'ultimo tentava di scappare verso il bagno.

«Yoochun! Dove sei?!»

«Un attimo, un attimo.» replicò lui tornando in salotto con due bombolette di panna spray in mano.

«Non provarci neanche...» iniziò Jaejoong cercando di liberarsi dalla presa di Junsu, il quale seppure qualche centimetro più basso, era riuscito ad afferrarlo per le spalle. Il rosso diede qualche strattone, ma l'altro aveva la presa ben salda.

«Da dove devo partire?»

«Dai pantaloni.»

«Brut... per un po' di panna!»

«Ssh, genio del male, te la sei voluta.»

Yoochun s'avvicinò per afferrargli il bordo dei pantaloni della tuta, ma Jaejoong tirò un calcio in avanti schivandolo di pochissimo.

«Oh oh!» esclamò il moro indietreggiando di un passo.

«Provaci ancora e ti castro.»

«Junsu mi spiace, o lo tieni fermo come si deve o lo tieni fermo come si deve.»

«Servirebbe una corda...»

«Non dirai sul serio!» sibilò Jaejoong.

«Prova di là, dove tiene tutti gli attrezzi ginnici.»

Il moro scomparve di nuovo.

«E sentiamo, cosa otterresti da tutto questo?»

«Le mie foto per le tue. Legato e ricoperto di panna ovviamente.»

«Ti avevo sottovalutato.»

«A quanto pare...»

«E pure tu.» replicò l'altro dando un pestone a Junsu, il quale mollò la presa imprecando dal dolore.

Afferrò immediatamente le due bombolette abbandonate sul tavolo.

«Bene bene. YOOCHUN!»

E Yoochun sbucò in salotto con una corda in mano.

«Oh ma cosa avete stasera, manco fossi Cenerentola! “Yoochun vai a prendere la panna”, “Yoochun vai a prendere la corda”, “Yoochun muoviti”...»

«Se mi aiuti a legarlo ti regalo un viaggio alle Hawaii.»

«E io una Lamborghini.» replicò il biondo di rimando massaggiandosi il piede in bilico su una gamba.

«Altre offerte?» chiese Yoochun guardando prima uno e poi l'altro.

«Ingordo.»

Il moro scoppiò a ridere. «Vediamo piuttosto chi è in una situazione di vantaggio. Jae a quanto pare...»

Junsu imprecò e non più per il dolore al piede che era ormai passato. In mezzo secondo valutò cosa fare. Le soluzioni erano tre. O buttarsi a destra sperando di riuscire in qualche modo ad arrivare al bagno chiudendosi dentro, o buttarsi sulla sinistra contro Yoochun, che sì aveva la corda, ma era pur sempre il più gracilino dei tre, o arrendersi.

«Una Ferrari?» azzardò infine.

«Ne ho fin troppe, mi spiace.»

Junsu optò quindi per la seconda opzione. Si buttò su Yoochun. Corda o non corda riuscì a sbilanciarlo, tanto da riuscire a passare oltre di lui, ma Jaejoong, assai più veloce, riuscì con una manata a spingerlo in avanti, tanto che il biondo finì contro l'enorme orso che il rosso teneva in salotto. Il peluche, o statua che fosse, volò in aria.

«Il mio orso!!!» urlò Jaejoong.

«Tu e i tuoi gusti orridi.» bisbigliò il più piccolo che era finito lungo disteso sull'enorme orso. Rotolò velocemente da un lato, sgattaiolando attraverso la porta che dava sulla cucina, ma in tutto questo si era dimenticato di Yoochun.

Gli apparve davanti sorridente con la corda ben tesa tra le mani.

Dietro di Junsu Jaejoong, ripresosi fin troppo velocemente dal momento di shock dato dalla caduta del suo amato orso.

Era in trappola.

Jaejoong l'afferrò per le braccia senza troppi complimenti, portandogliele dietro la schiena, mentre Yoochun lo aggirò (ben ricordando che anche Junsu era assai agile di gambe, e il rischio di dire addio ai gioielli di famiglia per la seconda volta in una serata non era tra le sue priorità) ed iniziò a legargli i polsi.

«Lo sapete che mi vendicherò vero?»

«Sì sì sì...» disse Jaejoong con noncuranza facendosi passare il resto della fune. Fece ben due nodi e poi scese con la corda legandogli anche le caviglie, mentre Yoochun teneva fermo il biondo.

«Certo che non vi passa proprio nulla.» disse infastidito Junsu piegando la testa di lato nella loro direzione.

«Ti fossi preso la torta di panna in faccia e basta non sarebbe successo altro, e invece mi hai dato un ottimo spunto.»

«Sì certo.»

«Io lo prendo per le spalle, tu per le gambe.» disse il rosso anche quando l'ultimo nodo alle caviglie fu completato. Fece cenno a Yoochun di andare dall'altra parte.

«E adesso genio del male? Cosa pensi di fare?» disse Junsu con tono di scherno.

Jaejoong non gli badò minimamente. «Portiamolo in camera.»

«Oh se mi vendicherò!!!»

«Risparmia il fiato.»

I due ragazzi trasportarono Junsu sopra al letto ad una piazza e mezza di Jaejoong senza troppi problemi, nonostante avesse continuato a divincolarsi.

Il rosso sparì per pochi secondi dalla camera per poi tornare con una bomboletta in mano.

«Ti spiace lasciarci soli?»

Yoochun guardò Jaejoong assottigliando lo sguardo, non capendo il motivo di tale domanda.

«Perché?»

«Poi ti spiego.» rispose il più grande mostrando uno dei suoi più bei sorrisi, ma che a Yoochun procurò un brivido lungo la schiena.

«Se proprio insisti.»

Si strinse nelle spalle ed uscì chiudendo la porta alle proprie spalle, mentre Junsu continuava a lamentarsi e a dire che si sarebbe vendicato.

Aveva già in mente una mezza idea di che cosa il rosso avrebbe combinato...

   
 
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