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Autore: Vanoystein    18/08/2013    6 recensioni
Jill tornò a guardare la strada qualche secondo dopo, non ebbè nemmeno il tempo di gridare che si trovò subito ferma, immobile, con la cintura che le stringeva sul petto. La macchina si era letteralmente capottata, i vetri si erano rotti in mille pezzi, vedeva sangue ovunque, lei sanguinava, sua madre aveva perso i sensi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jill continuò a fissare il suo orologio che ormai segnava la mezzanotte. Il ticchettio delle lancette risuonava nell’auto, dominata da un profondo silenzio.
La mora girò lo sguardo verso la madre, che restò ancora in silenzio, concentrata a guardare la strada davanti a sé. Rigirò lo sguardo verso il finestrino, poggiandoci la testa.
– Domani sera vado a dormire a casa di Dakota. – Esordì la ragazza con voce calma rompendo il silenzio. Non si aspettava nessuna risposta dalla madre, sapeva benissimo che era arrabbiata e che quindi non avrebbe neanche avuto voglia di ribattere o di opporsi.
La litigata che le due avevano avuto poco prima era la medesima di tutte le altre volte e anche quella per cui spesso, quasi tutti gli adolescenti si trovano in conflitto con i genitori.
Non avere il permesso per un’uscita a cui partecipano tutti gli amici per Jill era una vera e propria catastrofe. Lo era sempre stato.

-  No che non ci andrai. – Jill girò di scatto lo sguardo verso di lei, quasi sorpresa di aver avuto una risposta da parte sua.
-  Cosa?!-
-  Non ci andrai. Punto- La madre di Jill posò lo sguardo su di lei, quasi fulminandola.
-  Uno sguardo carico di nervosismo e rabbia che fermò qualsiasi altro tipo di protesta da parte della figlia.
Jill tornò a guardare la strada qualche secondo  dopo, non ebbè nemmeno il tempo di gridare che si trovò subito ferma, immobile, con la cintura che le stringeva sul petto.
La macchina si era letteralmente capottata, i vetri si erano rotti in mille pezzi, vedeva sangue ovunque, lei sanguinava, sua madre aveva perso i sensi.
– Mamma. – Sussurrò piano, con un fil di voce cercando di muoversi, o almeno si riuscire a slacciare quella maledetta cintura che la teneva inchiodata al sedile.
Jill si guardò attorno, non sapeva minimamente cosa fare o cosa pensare in quel momento.
Era successo tutto troppo velocemente per lei. Era solamente riuscita a vedere un uomo apparire dal nulla e piantarsi in mezzo alla strada, poi il rumore di un freno ed infine il nulla.

Prese un grande respiro prima di tirar fuori tutta la voce che aveva in corpo. – Aiuto! Qualcuno ci aiuti! – Urlò.
Si fermò quasi subito quando sentì  chiaramente dei passi avvicinarsi all’auto. Restò zitta vedendo un paio di scarpe maschili arrivare al finestrino vicino a lei.
Incominciò a sentire dei respiri piuttosto affannati, mentre vide le gambe dell'uomo cominciare a piegarsi.
Qualche secondo dopo quest'ultimo si mise in ginocchio, Jill piegò leggermente la testa di lato ed improvvisamente vide un volto apparire davanti al finestrino.
A farla sussultare furono quegli enormi occhi rossi che si presentarono davanti a lei.
Non erano umani.
Niente sembrava essere più importante di ciò che la spaventava in quell'istante, non esisteva nient'altro.
Istintivamente Jill urlò, urlò a squarciagola terrorizzata.
Aspettava solo che tutto quell'incubo finisse, non capiva come era potuta accadere a lei una cosa del genere, come aveva fatto a mettersi in una situazione del genere.
Sul viso dell'uomo dagli occhi rossi davanti a lei si aprì un ghigno terrificante, che le provoco un brivido lungo tutta la schiena.
Improvvisamente però, Jill iniziò a socchiudere gli occhi, anche lei stava iniziando a perdere i sensi.  Prima di svenire riuscì solamente a vedere che la figura scomparve, nel buio.

3 MESI DOPO…
-  Ehi Jill, passami una sigaretta. – Julian buttò lo sguardo sul pacchetto di Marbolo che la mora teneva stretto in mano.
Il biondo si tolse gli occhiali da sole mettendoseli in tasca, mostrando finalmente i suoi enormi e bellissimi occhi grigi. 
Julian si poteva definire il ragazzo perfetto. Ricercato dalle ragazze, magro, alto, biondo e con degli occhi incantatori.
Occhi che avevano stregato anche la diciannovenne Jill che in poco tempo era riuscito a far diventare sua.
Non si poteva certo dire che lui avesse avuto una buona influenza su di lui, infatti l’aveva portata sulla cattiva strada. Fumo, Alcol, Droga.
Suo fratello maggiore Vincent le ripeteva ogni giorno di lasciarlo stare e di allontanarsi da lui, cosa che Jill non tollerava più.
L’unica cosa di cui il fratello aveva paura era di perdere anche lei, dopo la madre che morì nell’incidente d’auto di tre mesi prima.

– E’ la sesta in venti minuti. – Ridacchiò divertenta buttandogliene una. Il biondo osservò Jill accendendosi la sigaretta per poi buttare l’accendino ormai scarico per terra.
– Allora, domani sera si va al Cyber. – Disse avvicinandosi a lei.
– Dio, quanto mi fa pena quel locale. – Sbuffò lei.
– Fino a tre settimane fa lo adoravi. – Julian si impuntò davanti a lei soffiandogli tutto il fumo della sigaretta sul viso.
– Uhm, prima che a Cory mettessero tutta quella droga nel suo cocktail. Ancora un po’ e ci lasciava la pelle. – Ribattè Jill togliendogli la sigaretta dalla bocca buttandola sull’asfalto.
– Ti chiamo dopo. – Bisbigliò sulle labbra di lui lasciandogli in mano il pacchetto di sigarette per poi fare un passo indietro ed avviarsi verso casa.
 

Ciao a tutti;D Mi chiamo Giulia, spero di avervi almeno incuriosito un pò con questo ''prologo''. Spero anche che qualcuno recensisca, visto che ho sempre visualizzazioni ma non recensioni çç Al prossimo capitolo.
  
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