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Autore: rukiachan15    18/08/2013    3 recensioni
“Ho bisogno d’aria. Potrebbe accostare?” chiese con un filo di voce, mentre si aggrappava saldamente ai sedili per non cadere. L’autista lo guardò dallo specchietto retrovisore e accennò un “si” con la testa.
Il viso di Louis era pallido. L’autobus si fermò e scese.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Albero dopo albero, foglia dopo foglia.

Stava lì immobile con lo sguardo fisso sul paesaggio di campagna che gli sfrecciava accanto.
Il finestrino dell’autobus dove si trovava era così limpido che sembrava quasi non ci fosse.
 Poggiò una mano sul vetro e fu come se l’incantesimo che lo intrappolava si fosse sciolto.
 Deglutì, socchiudendo gli occhi mentre faceva scivolare la mano sudata sul vetro. Sentì le risate che provenivano dalle sue spalle.
 Si divertivano.
 Ebbe l’istinto di voltarsi e capirne il motivo, ma non lo fece.
 Sapeva che se lo avesse fatto avrebbe visto colui che cercava di ignorare, Harry. E tra quelle risate così spontanee non gli era stato difficile distinguere la sua.
 Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne. Come poteva ridere dopo quello che era successo?
 Sembrava proprio che non gli importasse nulla di lui e probabilmente era così.
 Non avevano mai litigato con quella veemenza, con quelle urla.  
 Persino i ragazzi erano intervenuti allarmati che si potessero fare del male a vicenda. E in quel momento era l’unica cosa che voleva fare.
 Ricordava il fomicolìo nelle sue mani, la voglia di sferrargli un colpo sulla faccia.
Aveva detto cose talmente gravi, insensate, inutili, stupide, infantili che non lo aveva riconosciuto.
Se Niall non lo avesse preso di peso probabilmente adesso Harry si ritroverebbe con un occhio nero e una guancia rossa e gonfia.
Il pensiero di quel ricordo non troppo lontano lo aveva fatto agitare.
Il cuore aveva aumentato i suoi battiti. Non aveva alcuna intenzione di arrivare a quel punto e, a mente lucida, si era reso conto di avere una buona parte di colpa per l’accaduto.
 Aspettava un chiarimento. Magari a breve si sarebbe seduto al suo fianco e avrebbero chiarito.
Ma le sue risate, le sue parole, non sembravano affatto preoccupate di risanare il loro rapporto. Forse gli stava bene così, era quello che voleva, liberarsi di lui una volta per tutte e con quella litigata ci era riuscito. Non riusciva a credere che volesse davvero quello.
E credeva che Louis avrebbe mollato così facilmente, dopo tutto il tempo passato insieme?
Prese un respiro profondo, estraendo il cellulare dalla tasca.
Sul display comparve la loro foto. La sfiorò con un dito.
 
 
“Non permetterò che mandi tutto a puttane!”  esclamò nella sua mente.
 
 
Era arrivato il momento di mettere da parte l’orgoglio. Aveva bisogno di sapere davvero cosa gli passasse per la testa e se davvero fosse finita. Toccava a lui fare il primo passo.
Prese l’ultima conversazione avuto con lui e iniziò a digitare.
Cancellò più volte.
Non era sicuro che fosse la cosa giusta da fare, ma non aveva altra scelta. E alla fine lo inviò.
 
“ Scusa per ieri, ho esagerato. Vorrei parlarti.”
 
Era semplice, diretto e conciso.
 Lo rilesse più e più volte anche dopo averlo inviato. Si sentiva uno stupido.
Gli stava a pochi metri di distanza e non aveva il coraggio di andare da lui e dirglielo in faccia.
 Scosse la testa e si rivolse nuovamente al finestrino mentre la sua concentrazione era volta verso Harry.
Il riflesso del riccio si espandeva flebile sul vetro del finestrino.
 
 All’improvviso una suoneria.
Il messaggio era arrivato. Deglutì a fatica. Vide Harry prendere il cellulare e guardare lo schermo.
Dal suo viso non traspariva alcuna emozione, nulla.
 Alzò lo sguardo nella sua direzione e Louis subito distolse lo sguardo dal finestrino.
 Il cuore stava per scoppiare. Puntò gli occhi sul cellulare, aspettando la sua risposta.
Con la coda dell’occhio si accorse che aveva riposto il telefono lontano da sé.
Passarono minuti, secondi, niente.
 Sentì una fitta al cuore.
 Lo aveva ignorato. Il suo respiro divenne affannato. Aveva bisogno d’aria.
 
Si alzò ansimante, abbandonando il cellulare sul sedile e dirigendosi verso l’autista.
“Ho bisogno d’aria. Potrebbe accostare?” chiese con un filo di voce, mentre si aggrappava saldamente ai sedili per non cadere. L’autista lo guardò dallo specchietto retrovisore e accennò un “si” con la testa.
Il viso di Louis era pallido. L’autobus si fermò e scese.
Iniziò a camminare nel campo.
Sentiva qualcuno che gli gridava qualcosa, forse il tempo a sua disposizione.
 Sentì la voce dei suoi compagni chiedere cosa fosse successo,tranne la sua.
Sapeva benissimo cosa aveva. Il riccio lo vide e iniziò ad inseguirlo.
“Louis!” lo chiamava. “ Louis,fermati!” lo pregava.
 Quelle parole gli scivolarono addosso.
Doveva ricorrere a questi mezzi per ottenere la sua attenzione?
 
 I suoi occhi si riempirono di lacrime,ma non aveva alcuna intenzione di piangere.
 Prese un respiro profondo mentre accelerava il passo cercando di seminare Harry che lo inseguiva imperterrito. Non si sarebbe fermato finchè il suo corpo non avesse implorato pietà.
 Harry continuava a stargli dietro mentre il vento faceva ricadere sul suo viso i riccioli color nocciola.
 Aveva sbagliato, ne era consapevole. Si era comportato come uno stupido.
 Aveva detto delle cose pesanti, difficili da dimenticare. Era passato troppo poco tempo per riappacificarsi. Aveva bisogno di pensare, di chiarirsi un po’ le idee. Per questo non aveva risposto al messaggio; perché ancora non i sentiva di affrontare la situazione senza aver prima chiarito con se stesso.
E invece lui aveva frainteso!
Non sopportava l’idea di vederlo in quello stato.
Sapeva che lo amava come mai nessun altro aveva fatto, ma delle volte era troppo impulsivo.
 
Continuava a farsi strada tra l’erba alta e a guardare la sua schiena allontanarsi sempre più. Accelerava il passo ma per quanto potesse correre e urlare a squarciagola il suo nome non si sarebbe fermato.
 Si bloccò d’un tratto con lo sguardo fisso su di lui.
“Fermati, amore..” sussurrò.
Una folata di vento lo scosse, portando via quelle parole.
 
 Louis andava a passo spedito. Aveva intenzione di scappare.
Sentiva le sue urla dietro di sé. Non erano affatto d’aiuto.
Strinse i pugni e digrignò i denti. Il vento lo investì in pieno viso, facendolo rallentare fino a fermarsi.
Si protesse gli occhi con le mani.
“Fermati, amore..”.
Spalancò gli occhi incredulo.
 Una lacrima gli rigò la guancia, mentre il suo sguardo puntava  il vuoto.
Sentì il viso prendere fuoco, come ferito migliaia di volte dalle lacrime taglienti e velenose del vento che continuava a sferzare sul suo viso. La  sua respirazione si era fatta regolare.
Si voltò , cercando la sua figura, i suoi capelli ricci scompigliati e il suo volto.
Lo vide e lo fissò senza fare alcuna mossa. Non ne era capace.
Era come paralizzato da quelle parole così improvvise e inaspettate.
I contorni di Harry si facevano più dettagliati e  nitidi  man mano che il riccio si avvicinava correndo.
Non riusciva ancora a credere che si fosse fermato. L’istinto di abbracciarlo, di baciarlo, di stringerlo forte a sé era troppo forte da reprimere.
Le sue braccia avvolsero il collo del più grande mentre la sua testa riccioluta si fiondava nell’incavo del collo. Lo stringeva a sé con tutta la forza e l’amore che aveva. Louis rimase inerme, mentre il calore dell’amato pervadeva ogni centimetro della sua pelle.
 Il suo profumo lo inebriava.
 
“Harry…” pronunciò in un sussurro stroncato da singhiozzi. Non ce l’aveva fatta, era in lacrime. 
Cercava di liberarsi dalla sua stretta. Si dimenava finchè con una spinta lo scagliò al suo opposto.
Non poteva permettergli di comportarsi così, di essere al suo comodo.
IL suo sguardo andò dritto al suo viso preoccupato e deluso. Vederlo in quello stato gli provocò una fitta al cuore. Strizzò gli occhi, cercando di farsi coraggio.
 
“Prima mi ignori e poi mi insegui e mi abbracci?” sputò fuori con rabbia mentre dai suoi occhi continuavano a sgorgare lacrime dolorose. L’espressione del riccio si fece mortificata. L’aveva ferito.
 
“Dannazione! Non ho bisogno che tu mi insegua e mi consoli perché vuoi chiudere con me e  ti faccio pena!”
 
Quelle parole uscirono spontanee ma furiose, dolorose, veritiere. Sentiva un peso in meno sul cuore. Ansimava mentre lo fissava aspettava una sua reazione.
 I suoi occhi si erano spalancati, scioccati alla frase che aveva appena sentito.
“Cosa..?!” sussurrò, aggrottando le sopracciglia.
“Chi è che ti ha detto una cosa del genere? Sono forse stato io? “ si avvicinò a lui, prendendolo dalle spalle. “Sono stato io, eh? Rispondi Lou, perché non mi pare di aver mai detto una cosa del genere!” urlò, scuotendogli le spalle. Louis lo osservava.
 
Sentiva la sua forza su di sé. Non riusciva a rispondere. Non sapeva cosa rispondere.
 Quelle parole gli erano venute spontanee; erano frutto di teorie, congetture, pensieri maturati a causa del litigio precedente.
Voleva trovare a tutti i costi una spiegazione plausibile al suo comportamento. Abbassò la testa.
“Non me lo sarei mai aspettato da te..” sussurrò il riccio, lasciando la presa e voltandosi.
Come aveva potuto dubitare dei suoi sentimenti?
Lacrime affioravano dai suoi occhi.
 
Louis era in lacrime. I suoi singulti risuonavano nell’aperta campagna. Lo stava perdendo, doveva fare qualcosa. L’istinto prese il sopravvento.
“Harry, io ti amo. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Smetterei di cantare se ci impedisse di stare insieme”
Il suo tono di voce aumentava. Il suo sguardo era rivolto alla schiena del ragazzo. Era come se tutto si fosse capovolto inspiegabilmente. Fece un passo avanti.
“Capisci quanto sei importante per me? Ed io ho paura.” Deglutì, incerto. “Ho paura di perderti, che qualcosa migliore di me, ti porti via e che io non possa fare nulla. Ecco perché ho pensato quelle cose…”
Si fermò, voltando la testa e abbassando lo sguardo.
“Mi dispiace per ieri sera. Avrei potuto risparmiarmi molti di quelle parole e invece non l’ho fatto.”
Sentì tirare su con il naso. Harry stava piangendo e lui e le sue stupide parole ne erano la causa.
“Se mi odi non te ne farò una colpa me…”
 
Venne interrotto.
 Sentì il suo profumo nuovamente su di sé e le sue labbra sfiorare le sue passionatamente.
Ricambiò il bacio, sconvolto. Il cuore sembrava uscirgli dal petto.
Sentiva il suo viso bagnato  da lacrime di sofferenza. Non sarebbe stata un litigio o una stupida insicurezza a far finire tutto. Il loro abbraccio sembrò essere eterno.
Quando si sciolsero finalmente si guardarono negli occhi e non ci vollero parole, frasi, nient’ altro che non fossero i loro occhi.
 
“Harry, Louis!”.
 
Qualcuno li stava cecando, probabilmente l’autista.
“Forse è meglio tornare prima che chiamino i servizi segreti.”
 Esclamò Harry, rompendo il silenzio. Louis soffocò una risata e il riccio sorrise di rimando.
 Era questo che più gli piaceva di lui; farlo ridere quando proprio non ne aveva voglia.
“Andiamo..” lo incitò, mettendogli un braccio sulle spalle e dandogli un bacio sulla fronte. Louis sussultò, arrossendo leggermente. Gli rivolse uno sguardo dolce ed eloquente, mentre gli cingeva il fianco.
 
 
Le risate di Zayn, Niall,Liam e anche di Harry fluttuavano nell’atmosfera tranquilla dell’autobus. Louis guardava fuori dal finestrino, intento a seguire con lo sguardo le danze armoniose delle foglie.
Sorrideva. Il blu dei suoi occhi mostrava calma e serenità.
Tutto era passato.
Harry gli volgeva qualche occhiata furtiva di tanto in tanto. Ripensava alle sue parole e non riusciva a smettere di ridere. Alzò la testa e vide il suo cellulare abbandonato in un compartimento del bus.
Un sorriso lo illuminò. Lo prese e iniziò a digitare qualcosa.
 
Un ‘bip’ risuonò e la tasca di Louis prese a vibrare.
 Prese il telefono e lo osservò. Aveva ricevuto un messaggio.
 
“TI AMO, BOO”.
 
Era scritto a caratteri cubitali. Louis si voltò di scatto verso di lui, sorridendogli mentre il riccio non aspettava altro che credere il suo volto felice, i suoi occhi sorridenti e le sue labbra che mimavano un dolce ‘’anche io’’. Lo vide alzarsi e venire verso di lui. Gli si sedette accanto.
“Allora ragazzi, cos’è che vi fa ridere tanto? Fate ridere anche me!” esclamò mentre i ragazzi sorpresi si affrettarono a mostrargli il motivo di tante risate.
Harry e Louis si scambiarono un’occhiata d’intesa.
 
Erano loro; erano sempre stati loro contro tutto.
 Ce l’avrebbero fatta a stare insieme indipendentemente dagli altri.
Louis intrecciò le dita della sua mano in quelle di Harry. Nulla lo spaventava ormai.
Aveva il suo piccolo grande cavaliere a proteggerlo.
 Rivolse un ultimo sguardo al paesaggio e tornò alla realtà, quella che adesso poteva affrontare  insieme al suo amore.
  
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