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Autore: avrilmiki    24/02/2008    5 recensioni
Un arte sottile, forse la più fine...

è la mia prima poesia, siate buoni XD
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’arte del soffrire.

Già, perché soffrire è un arte, forse la più fine.

Un arte che lascia libero sfogo alla creatività.

La creatività nell’esprimere dolore che hai dentro.

Il dolore è unico, soggettivo a sé stante, e ci sono mille modi per tirarlo fuori dal cuore.

C’è chi usa la rabbia, da sempre fedele alleata del dolore.

Un alleata che ti annebbia, che ti da sollievo, un meschino sollievo che ti allieva un bruciore altrimenti insopportabile.

Ma la rabbia è anche pericolosa, una tremenda arma a doppio taglio.

Funge da amplificatore.

Quando se ne va, il dolore si scatena ancor più furioso e terribile di prima, implacabile, insaziabile.

Ti svuota dentro, fa piazza pulita nel tuo cuore, lasciando solo un devastante silenzio.

Il silenzio, ecco il secondo modo per tirare fuori il dolore.

Il silenzio è come una catena silenziosa, che si avvolge spietata intorno al cuore, stritolandolo in una morsa che toglie il fiato.

Il silenzio comprime il dolore, lo costringe a rifugiarsi nell’angolo più buio del nostro io.

Se non altro, permette una facciata.

Una fragile, inutile, patetica facciata.

Ma anche il silenzio ha i suoi pericoli.

Basta poco: un tocco.

Un minimo tocco assestato dalla persona giusta, e la barriera del tuo cuore si sgretola in tanti pezzi.

Piccoli, minuscoli frammenti taglienti, che feriscono il tuo cuore.

La catena scivola via, lasciando dei segni indelebili.

Ecco cosa provoca il dolore represso dal silenzio: un trauma incancellabile.

Ma allora? Cosa si può fare? Qual è la vera arte del soffrire?

È molto semplice: lasciar andare il dolore.

Liberarlo completamente, permettergli di impadronirsi di ogni singola parte di te stesso.

Farlo scatenare con tutta la sua forza, non tentare di resistergli.

Questi continuerà a regnare sovrano per un po’ di tempo. Ma poi?

Quando avrà consumato anche la più piccola parte del tuo io, che cosa gli rimarrà?

Niente. Il vuoto.

E allora, pian piano, senza fretta, inizierà a ritirarsi, a diradarsi, a lasciare posto a nuovi sentimenti, che iniziano ad aver più bisogno di lui di nutrirsi.

E così, lento ed inesorabile l’odio si consumerà, fino a sparire del tutto.

Certo, lascerà qualche segno del suo passaggio.

Ci saranno delle piccole parti nascoste del tuo cuore che non potranno essere mai più pervase da nient’altro.

Ma sarai libera.

Libera di amare, libera di odiare, libera di vivere e, perché No…di soffrire ancora..
  
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