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Autore: Kaimy_11    19/08/2013    3 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo:

Epilogo:

 

52. Il drago, lo scorpione e la galassia

 

19 anni dopo

 

 

-Qualcuno mi spiega perché siamo venuti qui con una macchina volante?- chiese in tono lagnoso il giovane. –Avremmo potuto smaterializzarci, oppure usare le scope!-

La stazione di Londra era talmente tanto affollata, che quasi bisognava urlare per parlarsi. In quella mite giornata di settembre il cielo era limpido ma del sole nessuna traccia, un venticello leggero di tanto in tanto muoveva le foglie degli alberi.

-A tua madre non piace smaterializzarsi e ha paura delle scope. A tua nonna si scombinerebbero troppo i capelli volando e tua sorella è troppo piccola per farla smaterializzare. Le motivazioni sono state di tuo gradimento, Scorpius? Per oggi va bene così?-

Il ragazzino guardò il padre con disappunto, ma questo, appoggiato com’era al carrello con i bagagli, non lo vide, e fu un bene.

-Invece di dare tutte le colpe a me, perché non pensate ai bagagli? L’auto è l’unico mezzo con un bagagliaio!-

Draco Malfoy si voltò verso la moglie, intenta a giocare con la più piccola della famiglia che teneva fra le braccia.

-La cervellona della famiglia sei tu, d'altronde!-

Areal lo guardò e si sorrisero in modo strano, uno di quei sorrisi fra innamorati che giocano a provocarsi, dopo anni di complicità.

Scorpius fece una smorfia senza essere visto.

-Mai e poi mai avrei pensato che io, io, potessi finire a perdere il mio tempo in cerca di parcheggio qui a Londra.- brontolò qualcuno mentre si avvicinava.

La bambina fra le braccia di Areal si sporse quando vide arrivare i tanto amati nonni. Lucius, su cui i venti anni trascorsi si facevano sentire, camminava sorreggendosi al suo fedele ed elegante bastone da passeggio. Era ben vestito e, nonostante l’età, camminava con disinvoltura, come un grand’uomo, proprio come ai vecchi tempi. La moglie Narcissa si teneva stretta al suo braccio e passeggiava osservando tutto col mento all’insù. Su di lei gli anni trascorsi avevano lasciato meno segni e la sua elegante bellezza non era ancora appassita.

-Piccola Galacia, vuoi venire in braccio a me?- chiese premurosamente Narcissa, quando fu vicina ad Areal.

Galacia aveva cinque anni, capelli di un biondo pallido lunghi e lisci come seta e piccoli occhi blu. Era un bambina speciale, Areal lo ripeteva sempre e se ne convinceva giorno dopo giorno. Riusciva a sciogliere la compostezza di nonno Lucius e nonna Narcissa con un solo sorriso, come neanche Scorpius era stato capace di fare.

I suoi due figli erano molto diversi.

Scorpius era la miniatura di Draco così come Draco lo era stato di Lucius. Era schivo, orgoglioso e sempre attento al giudizio del padre e, spesso, anche a quello del nonno. Tuttavia, Areal sapeva che le diverse esperienza vissute, facevano la differenza fra padre e figlio. Scorpius non era diffidente come Draco, sapeva anche essere gentile e, nonostante lo nascondesse, il cuore altruista della madre era presente in lui. Anche se in piccola parte. Sarebbe di sicuro stato un Serpeverde, non c’erano dubbi, eppure spesso leggeva i libri della madre e i suoi sguardi facevano credere che nascondesse molto più intelletto di quello che mostrava realmente.

Ma il piccolo prodigio rimaneva Galacia. La piccola di casa Malfoy aveva imparato a leggere da sola, capiva tutti i discorsi che ascoltava e adorava la musica del pianoforte che suonava la madre. La sua caratteristica era quella di non parlare molto, anzi, non parlava mai. Il padre ci aveva provato diverse volte ma, dopo aver dimostrato di saper parlare, Galacia rimaneva in silenzio e si faceva capire a gesti. Areal diceva che la sua piccola era troppo furba per sprecare il suo tempo in discorsi, e forse aveva ragione.

-Possiamo andare? Non vorrei fare tardi.-

Alla parole del figlio, Draco fece un respiro profondo e, preso il carrello, si incamminò verso il binario nove e tre quarti. Scorpius sorrise soddisfatto ed iniziò a seguire il padre, chiaramente soddisfatto di essere stato accontentato.

Areal sorrise nel vedere quella scena.

Amava suo figlio e il figlio amava la madre, avevano molto in comune e sapeva che Scorpius avrebbe fatto di tutto per lei, che la rispettava e tutto il resto. Peccato che il legame che c’era tra padre e figlio non si potesse cambiare, né eguagliare. Scorpius pendeva dalle labbra del padre e Draco era sempre orgoglioso di ogni suo successo, anche il più piccolo. Passava ore ad insegnargli tutto ciò che sapeva e lo portava spesso con lui in giro per la città, dicendo che avevano faccende da uomini da sbrigare.

In loro Narcissa rivedeva Draco e Lucius e aveva dannatamente ragione. Forse, e solo forse però, Draco era un pizzico più dolce di quando lo era stato il padre con lui, ma solo un po’.

Galacia amava tutti. Era pazza del fratellone, affettuosa con il padre e tutta sorrisi per i nonni. Areal pensava che a volte, quando rimanevano da sole a casa, in silenzio, riuscisse a comunicare con la figlia come con un’adulta.

-Vai pure Areal, rimaniamo noi con Galacia.- Disse Narcissa.

Areal acconsentì e si incamminò verso il marito e il figlio, ed insieme raggiunsero il binario incantato.

-Sarò Serpeverde, vero?- chiese Scorpius, camminando avanti ai genitori.

-Non ci sono dubbi!- sospirò Areal.

-Non sarai gelosa?- le chiese Draco, offrendole il braccio.

Areal si mise a camminare a braccetto col marito, appoggiò la testa sulla sua spalla e sospirò un no.

Da quando la battaglia contro Voldemort era finita tutto era cambiato, chi veniva assegnato alla casa dei Serpeverde non era più considerato cattivo a vita. Tutto era diverso, il lato oscuro della magia e le sue minacce rimanevano solo un ricordo lontano.

Si sentì improvvisamente un sonoro PLOF e dal nulla accanto ad Areal comparve un simpatico elfo domestico. Era chiaramente una femmina, dato il curato vestitino panna che indossava.

-Scusi il ritardo, padrona Areal!-

-Non c’è problema Wexly!-

-Permettetemi di aiutarvi…- disse l’elfa, togliendo il carrello di mano a Draco ed iniziando a trascinarlo da dietro di loro, anche se era più alto di lei.

Quando il matrimonio fra Areal e Draco era stato annunciato, fra i regali di nozze, c’erano state molte cose strambe, ma una le batteva tutte.

I due si erano sposati una calda mattina di luglio, con Draco che aveva compiuto ventuno anni a giugno ed Areal che li avrebbe festeggiati a dicembre. Avevano passato quegli anni di fidanzamento ufficiale nel migliore dei modi, con appena qualche lite ad animare le loro giornate. Era stato magnifico, una favola. Uscivano insieme, facevano lunghe passeggiate e poi c’erano le cene a casa dei rispettivi suoceri e le volte in cui sgattaiolavano di nascosto nelle proprie camere o in altri posti strategici per qualche attimo di intimità.

Narcissa, nonostante la sua freddezza apparente, era un’ottima madre e aveva subito iniziato a voler bene ad Areal, ed Areal ne voleva a lei e, senza togliere nulla a zia Matilde, vedeva in Cissy una seconda madre.

Matilde con Draco era stata molto più esigente, facendo la difficile a lungo, ma in fine aveva accettato quel ragazzo educato e capito che avrebbe protetto la sua piccola per sempre.

I Malfoy si erano ripresi gradualmente, avevano perso Malfoy Manor, dovendosi trasferire nella vecchia dimora dei Black, ma Lucius aveva trovato un nuovo lavoro fuori dal ministero e lentamente il passato si era distaccato dal presente e tutto era potuto ricominciare da capo, con i Malfoy nuovamente benestanti anche se non più temuti.

E questo era un bene.

Avevano fatto molto per sdebitarsi, l’impresa più grande di tutte era stata usare i loro fondi alla Gringot per aiutare nella ricostruzione di Hogwarts. Adesso a scuola c’era una targa in ringraziamento ai Malfoy e alle altre famiglie, e Scorpius sarebbe potuto essere fiero del padre senza vecchie ombre ad oscurarlo.

Il matrimonio fra Draco e Areal non era stato né sfarzoso né eccessivo sotto esplicita richiesta della futura sposa. Alla cerimonia in chiesa avevano partecipato solo pochi parenti e amici, e il rinfresco si era tenuto su un ampio prato allestito per l’occasione. Lì tutti i conoscenti delle due famiglie si erano presentati per portare i loro auguri e saluti agli sposi.

Il giorno dopo erano arrivate le sorprese, e la gara a chi aveva fatto il dono di nozze più strano era iniziata.

Il signor Daniel Foreberth era ricomparso dopo un anno dal suo addio, con la chiara intenzione di riallacciare i rapporti con la figlia. Matilde non avrebbe mai saputo di lui, ed Areal accettava di vederlo e di trascorrere del tempo con lui, ma Draco aveva imposto di essere presente. Il ragazzo non si fidava di quell’uomo ma, stranamente, Daniel si fidava di lui.

Una settimana prima che i due si sposassero, Daniel aveva portato il suo regalo di nozze: un paio di chiavi.

Areal le aveva prese in mano senza capire ma, nel riconoscerle, Draco aveva spalancato gli occhi e, per poco, non gli era venuto un attacco di cuore.

Daniel aveva sfruttato tutte le sue conoscenze e tutti i suoi fondi per ricomprare Malfoy Manor, e quello era stato il suo dono di nozze. In questo modo si era guadagnato la fiducia di Draco, entusiasta di poter crescere i suoi futuri figli nella casa in cui era cresciuto lui, ed ogni attrito passato era stato sepolto.

Il secondo giorno da sposati, a Malfoy Manor, qualcuno aveva bussato alla porta. Areal era andata ad aprire trovandosi davanti uno strano elfo domestico con in mano una lettera che le pose.

La fondazione C.R.E.P.A, fondata da Hermione Granger in difesa degli elfi domestici maltrattati, vede nella gentile signora Areal Foreberth Malfoy, la giusta padrona per questa giovane elfa. La fondatrice dell’associazione tiene ad informare la gentile signora Malfoy, che l’elfa che le viene donata è laboriosa, umile e bisognosa di una nuova famiglia da servire. In oltre, sempre la fondatrice, confida nella gentilezza della signora Malfoy, ed è certa di aver fatto la scelta giusta.

Da considerarsi come un regalo di nozze in ritardo.

Da Hermione, Ron ed Harry.

Areal avrebbe tanto voluto invitare il trio al matrimonio, ma non c’erano stati più contatti dalla fine della scuola e i Potter i Waesly e i Malfoy non erano certo persone che potevano sedersi allo stesso tavolo a scambiarsi i convenevoli. E la cosa era abbastanza evidente.

La signora Malfoy, come era stata chiamata nella lettera, sorrise all’elfa.

-Come ti chiami?-

-Wexly, signora-

-Benvenuta in famiglia Wexly!-

Da quel giorno Aral aveva trattato l’elfa più come una dama da compagnia che come un elfo domestico addetto ai lavori di casa. L’aveva vestita elegantemente, si occupava di lei e se la portava dietro quando andava a fare la spesa, permettendole anche di spingere la carrozzina quando i suoi figli erano piccoli. Le persone la guardavano incuriositi, ma il suo modo di trattare l’elfa aveva fatto grande pubblicità al C.R.E.P.A ed Hermione le aveva spedito una lettera di ringraziamento.

-Allora? Sto aspettando.- Disse Scorpius, quando la famiglia si fermò davanti al treno.

Draco ed Areal si guardarono senza capire.

-Niente raccomandazioni?- chiese il ragazzino. –Niente comportati bene, non fare questo, ricordati di studiare, sii giudizioso, attento a quello che fai, eccetara eccetera?-

-Però…- esclamò Draco, rivolto alla moglie al suo fianco. –L’ha imparata bene la solfa!-

Areal sorrise.

-Non c’è bisogno di dirti di studiare, tua madre dice che sei tale e quale a me ed io non sono mai andato bene a scuola, quindi lascia perdere. So che non hai il cervello di tua madre.-

Areal diede uno pugno affettuoso al marito per averle offese il figlio che, anche se non lo dimostrava, era rimasto ferito dalle parole del padre.

-Tua madre si fida di te e sa che ce la metterai tutta e che sei in gamba- scherzò Areal, dopo si finse seria. –E poi… se i tuoi voti dovessero essere così bassi… potremo sempre ridurre il numero dei regali di Natale!-

Scorpius fece un faccia allibita, Draco scoppiò a ridere.

A quel punto il treno fischiò e la famiglia capì di doversi salutare, Areal vide con la coda dell’occhio Draco che faceva un cenno rigido con il capo a mo dì saluto e, sul marciapiede opposto, vide la famiglia Weasley formata da Ron ed Hermione e soprattutto Harry Potter. Finse di non farci caso, poiché conosceva bene l’orgoglio del marito.

Scorpius abbracciò la madre baciandola sulla guancia, che gli disse:

-Ricordati di scriverci e, se non hai di meglio da fare, studia!-

-Prometto che mi impegnerò e che passerò le mie ore incollato alla scrivania a scrivere lettere!-

Areal sospirò, ovviamente si sarebbe potuta ritenere soddisfatta qualora avesse ricevuto una lettere al mese, massimo.

-Ah, mamma?-

-Sì?-

-Non ci rimarrai male se mi assegnano a Serpeverde, vero?-

Areal sospirò. –No Scorpius, ho già detto di no. Sei perfetto per quella casa.-

Areal vide il sorrisino complice fra padre e figlio e capì che dovevano essersi messi d’accordo, per far dire al ragazzo quelle parole. Draco era convinto che Areal odiasse i Serpeverde, ma come avrebbe potuto, dato che ne aveva sposato uno?

Scorpius salutò sbrigativamente il padre e per loro non ci fu bisogno né di abbracci né di parole, l’intesa che li univa si poteva leggere nei loro occhi.

Areal sorrise mentre il figlio li salutava con la mano e si affrettava a salire sul treno.

Scorpius incontrò alcuni amici e con loro trovò un vagone vuoto. Lo videro anche salutare due ragazzini, erano Rhalf e Georgia, i gemelli figli di Canni ed Eric. I ragazzi si conoscevano molto bene, dato che i loro genitori cenavano insieme ogni venerdì.

-Vuoi convincerti o no che non avrò alcun problema ad accettare che mio figlio sarà un Serpeverde?-

Draco finse di non sentire nemmeno la moglie, continuò a seguire con lo sguardo il figlio dal finestrino del treno.

-Draco?-

-Sì?-

-Mi stai ascoltando?-

Draco la guardò, le mise un braccio intorno alle spalle e le sorrise. –Volevo solo che il distacco fra te e lui non fosse troppo doloroso.-

-Io rimarrò a casa con Galacia, ci sarai tu, e so che Scorpius starà bene. E tu, riuscirai a stare senza il tuo adorato primogenito?-

-Certo!-

Areal nascose una risata, Draco non avrebbe mai ammesso che Scorpius gli sarebbe mancato.

-Sai, sono preoccupato…-

Areal guardò Draco ad occhi sbarrati, finse di misurargli la febbre con la mano. –Draco preoccupato? Che succede?-

Draco guardò il treno partire e il suo sguardo si oscurò leggermente.

-Forse non sarà orgoglioso di me a scuola, di suo nonno e del cognome che porta…-

La moglie capì, gli si mise di fronte e lo costrinse a guardarla negli occhi.

-I tempi oscuri sono finiti, c’è la tua vecchia bacchetta esposta ad Hogwarts ed anche una targa per l’aiuto economico che i tuoi genitori hanno dato tempo fa. Scorpius sa di avere un padre perfetto, che gli vuole bene e che non gli farà mai mancare nulla. Hogwarts gli regalerà tante belle esperienza, lo farà crescere, e so che sarà al sicuro. So che sarà felice.-

Draco la guardò intensamente e i suoi occhi grigi parvero schiarirsi, le mise una mano dietro la nuca e la baciò sulla fronte.

-Sono sempre stato invidioso della tua forza, sai?-

Areal rise. –Non fare il falso modesto, Draco Malfoy ama solo Draco Malfoy!-

-A quale Draco sei ferma? Le cose sono cambiate, adesso ci sei tu, Scorpius e Galacia. Amo voi più di me stesso. Ti basta?-

Areal lo guardò in silenzio, comunicarono in quel modo, il loro legame era ancora più spesso di quanto lo era stato un tempo, quando ancora indossavano la divisa di Hogwarts.

-Sì, mi basta.-

Draco guardò un’ultima volta la scia lasciata dal treno, poi mise un braccio intorno alla vita della moglie e si avviò per uscire dalla stazione.

-Torniamo a casa.-

 

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

Non ci credo, alle fine siamo arrivati alla conclusione. Spero che  vi abbia trasmesso e lasciato qualcosa, un’ emozione, un’ esperienza. Grazie a tutti per averla seguita e per la pazienza che avete avuto.

Davvero non ci credo che è finita, avevo anche in mente la trama per un eventuale seguito ma al momento non avrei mai tempo per scriverla e per pubblicarla ,quindi rimane un progetto impossibile. Mi dispiace lasciarvi, mi mancheranno i capitoli e vostri gentili commenti.

Lasciatemi, se volete, un saluto e un messaggio .

Grazie ancora per aver condiviso con me questa mia piccola creazione, per me ha significato tanto.

 

Un bacio, alla prossima, con affetto

Kaymi_11

   
 
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