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Autore: brendy    19/08/2013    5 recensioni
“Aspetti qualcuno?”
“Cosa?”
“Ti ho chiesto se stai aspettando qualcuno” ripete, cercando di cogliere qualcosa nel suo sguardo.
“Diciamo di si”
Harry allora annuisce, infila le mani nella tasca della giacca e inizia a dondolarsi sulle sue scarpe, sentendosi decisamente fuori posto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jet Lag
Prologo

 
 

 Le persone si incontrano un po’ ovunque.
Si incontrano per strada, mentre cammini con le cuffie nelle orecchie e la testa completamente su un altro pianeta; nei corridoi della scuola che sei obbligato a frequentare dato che non sei ancora al quinto anno e non hai la laurea; in un bar, al cinema, dal giornalaio e anche dal panettiere dove vai un giorno si e l’altro anche; le incontri tra gli scaffali di una libreria, su internet e nel parco.
Le persone le incontri sempre e anche se non le conosci, per un piccolo istante, hanno fatto parte della tua vita.
Entrano a far parte delle tue giornate grazie ad uno sguardo, un commento fuori luogo, un piccolo incidente capitato per sbaglio perché non si sa chi sia il più sbadato; per un posto fregato sul pullman, per una stretta di mano, per un saluto timido o per qualcosa in comune.
Le persone che noi definiamo completi sconosciuti e che potremmo non incontrare mai più, in realtà potrebbero rivelarsi una di quelle occasioni da non sottovalutare, quel famoso ‘carpe diem’ che la gente tende a tatuarsi sul corpo senza saperne il significato; sono occasioni che vanno colte, vanno vissute, vanno afferrate e rese proprie, un’occasione per costruire la propria storia.
Ecco, le persone sono questo; occasioni, attimi fuggenti, avventure, storie che devono ancora essere scoperte e vissute.
Forse è per queste ragioni se Harry Styles, cammina sempre con lo sguardo inchiodato alle punte dei suoi stivaletti marroni rovinati, le mani grandi nelle tasche degli skinny jeans neri che gli fasciano quelle gambe decisamente invidiabili, la maglietta bianca di due taglie più grandi della sua che lascia intravedere i troppi tatuaggi che gli marchiano il corpo e il cappello blu, a coprirgli i ricci marroni e ribelli.
Sarà per questi motivi se Harry, con le cuffie nelle orecchie, la musica alta in modo da non sentire niente che appartenga al mondo esterno, scende alla fermata di Soho e con passo calmo, continua a camminare senza mai alzare gli occhi dal pavimento; perché ad Harry le persone non piacciono.
Proprio non ci riesce a farsi piacere gli sconosciuti, quelle persone che rischiano di invadere le sue giornate solamente per alcuni secondi per poi sparire e lasciargli uno strano desiderio di rincontrarle, di rivederle per poi essere colto dalla delusione che ciò non accadrà mai.
Ecco, Harry non riesce a sopportarle; come non sopporta le leggende metropolitane, i rapporti basati solamente su storie immaginarie e sul grande amore; ad Harry non piacciono i lieto fini, anche perché la sua vita è così semplice che non gli è mai passato per la testa il pensiero che qualcosa possa andare ancora meglio di quanto non gli vada adesso.
Per questi motivi Harry gira per le vie di Londra, fingendo di non appartenere a questo universo, di non essere paragonato ad una di quelle persone che tanto non sopporta.
Harry è confusionario ma allo stesso tempo sembra avere tutto sotto controllo e la cosa non fa che renderlo più complicato.
Harry ha diciotto anni e non sa praticamente niente di se stesso perché non si è mai voluto conoscere e perché non ha mai lasciato che qualcuno lo conoscesse così bene.
Borbotta scuse soffocate tra le labbra quando qualcuno gli va addosso per sbaglio, quando fa cadere qualcosa e magari, inciampa su qualche sconosciuto; sorride raramente e solamente a Liam e Louis, quelle poche volte che riescono a farlo ridere.
Harry, fossette nelle guance, occhi verdi e decisamente impenetrabili si esprime poco, immagina attraverso il fumo che esce dalle sue labbra rosse e si infrange nell’aria; pensa poco e quelle poche volte in cui lo fa preferirebbe decisamente di non averlo mai fatto; gli piace la monotonia  e non sopporta i cambiamenti perché le persone, sono anche cambiamenti.
Cambiamenti che ti scombussolano il presente e ti fanno venire voglia di riprogettarti il futuro; sono inconvenienti che a volte ti portano a scelte giuste o ad altre fin troppo sbagliate; sono vie d’uscita o vicoli bui da cui non sai da che parte andare dato che sei circondato da mura.
Le persone, nella mente di Harry, sono ombre che si aggirano per le strade e cercano in tutti i modi di trovare qualcuno per sentirsi un po’ meno soli.
“Cosa prendi?”
La voce è normalissima; niente tonalità bassa, alta, acuta o stridula, niente suoni gutturali o rochi; è pulita, candida.
È una di quelle voci che Liam definisce argentine.
“Lucky Strike blu”
“Sono 7.40 £”
Harry paga velocemente e non aspetta nemmeno il resto, perché gli da fastidio quella ragazza buffa che gli ha appena venduto un pacchetto nuovo di sigarette.
Ed è di questo che parla Harry.
Le persone entrano nella tua vita senza chiedere il permesso, senza preoccuparsi se magari ti piace la solitudine o se hai già la tua vita programmata e non hai tempo per i cambiamenti; entrano e si credono rivoluzione, si credono potenti perché possono mandare all’aria anni pianificati in meno di mezzo secondo; non hanno rispetto.
Sono momenti che vanno vissuti fino in fondo, senza alcun tipo di ripensamenti; sono ricordi che quando raggiungono la fine devono essere lasciati andare ed è questo il più grande problema di Harry; è incapace di dire addio.
Per questo odia le persone, perché sa già che non portano mai qualcosa di definitivo, non a tutti; certo, c’è sempre quella piccola eccezione, ma lui è una delle tante regole e le conseguenze di essere una regola le sa già, le ha scritte sulla pelle.
Per questo aumenta il passo, ignora la voce della ragazza che gli urla di essersi dimenticato il resto e scende le scale della metropolitana.
Dopotutto ha diciotto anni, una vita normale e una verifica di algebra che lo aspetta.







 



SKDJJKDFEFIEWJFK bonjoooour!
Si, questa è una nuova fanfiction e sono tornata a rompere le palle a questo fandom.
Ma non posso davvero farci niente, Harry Styles e questa storia si sono praticamente scritti da soli durante la mia vacanza in Sicilia e quidni ho deciso di pubblicarla.
Ringrazio Peep per il fantastico banner :))))
Questo è solamente il prologo e la storia sarà di nove capitoli (epilogo compreso)
sarò -sicuramente, credo- puntuale con la pubblicazione dei capitoli, dato che sono a buon punto e quindi niente da aggiungere, se non che vi ringrazio per essere arrivati fin qui nella lettura e di lasciarmi un piccolo commento -magari con più di dieci parole c; 
in modo da farmi sapere che cosa ne pensate.
Vi mando un bacio enorme,
alla prossima.
<3
<3

  
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