Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: BellaLuna    19/08/2013    7 recensioni
Tratto dal testo: "Lo sguardo di Klaus era di nuovo immerso in una dimensione che per lei era decisamente troppo oscura e insidiosa da poter raggiungere, specialmente senza prima possedere la solida certezza di riuscire a trovare un appiglio sicuro a cui aggrapparsi per non sprofondare del tutto nell'azzurro torbido e sinistro dei suoi occhi.
Fosse solo l’ombra di un sorriso sincero che riuscisse a incurvargli le labbra e a scavare le guance in due fossette.
Ma il sorriso non arrivò e Caroline rimase immobile e pietrificata a mirare quel nero che divorava tutto e lasciava fuori niente."

Missing Moments 4x19, Klaroline.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

All Inside the Nothing


[…] Pieces of memory fall to the ground […]*

 

Quando passi tutta una vita a fuggire da un destino avverso e crudele, ogni cosa comincia ad assumere una precisa quanto rara tonalità di colore che, volente o nolente, non si può proprio ignorare e diventa dunque il principio stesso di metafora di una vita costretta a consumarsi nell’ombra di una notte eterna.

Una vita vuota, dannata... una vita che non vale nulla, perché figlia della morte.

Ogni particolare, ogni sfumatura, ogni piccola traccia fuori posto, quindi, porta dolorosamente con sé un nome, un ricordo, un qualcosa che ostinatamente continua a celarsi all’interno di un’anima che persiste nell’autoconsumarsi, abbeverandosi con quel veleno afrodisiaco a cui è stata condannata per sempre.

 Il sangue non è vita, è solo il nutrimento vitale dell’anima immortale di un mostro.


Perciò i ricordi restano  - sono l’unica cosa, in realtà, che il tempo non riesce a scalfire - e con essi i loro colori: quelle macchie disconnesse di luce accecante che scorrazzano dentro un cuore che ha smesso di battere da tanto, forse troppo tempo, per potersi permettere il lusso di ritornare a farlo di nuovo, un giorno.

Un cuore che in verità non serve più a niente, sta lì e basta, è solo un organo morto.

Quando sei un ibrido millenario che ha passato quasi tutta la vita a rincorrere una destinazione che non era altro che un miraggio di onnipotenza mentre tutto quello che volevi, nel frattempo, era poter tornare indietro per cambiare le cose e riuscire – magari – a renderle migliori, le sfumature e i ricordi – quelli più dolorosi, specialmente quelli più dolorosi – cominciano ad assumere significati simbolici a cui nessuno – figuriamoci un’artista dall’occhio attento – non può far finta di non notare.
Perché rimangono impressi a fuoco ed è inutile tentare di cacciarli fuori quando basta un niente a riportarli indietro: piccole gocce di sangue cremisi sulle mani, l’odore dolciastro del profumo alle rose di Rebekah, un vecchio vestito logoro nell’armadio dei trofei, indossato per un’occasione speciale.

 

 
***

 
 
C’era una tela di colori sparsa sul pavimento quando Caroline fu costretta a ritornare, con riluttanza e frustrazione insieme, alla tanto temuta dimora Mikaelson.
C’era una tela di colori sparsa sul pavimento, un pungente tanfo di vernice e olio ad accompagnarla nel salotto e un ibrido originale seduto a terra con un pennello fra le dita, le gambe incrociate e l’espressione di chi sta cercando di afferrare qualcosa di intangibile come l’aria a mani nude e senza potenti alleati al seguito.
Associare quei tre particolari direttamente a Klaus, fu per Caroline un’impresa decisamente più ardua che non quella di piantargli una pinza nella schiena per cercare di togliergli di dosso schegge di quercia invisibile.
<< Ben ritrovata, Caroline. Ti sei persa qualcosa per strada? >>
Il suo tono era atono, lontano, come se stesse parlando con lei da un’altra dimensione, una dimensione fatta di pennellate larghe, chiazze rosse su uno sfondo di bianco immacolato, con qualche striscia clandestina di blu e giallo.
Come blu e gialle erano le punta dell’indice e del pollice della mano destra di Klaus.
<< La mia giacca a essere più precisi e... cosa diavolo stai facendo? >>
Klaus sbuffò nell’esatto istante in cui la giovane vampira si permise di avanzare un altro passo verso la sua direzione, per sbirciare alla sua nuova e ancora abbozzata opera d’arte.
Era solo una tela bianca sul pavimento cosparsa di colori forti, colori che gli facevano male perché erano collegati direttamente a dei ricordi che bruciavano ancora sulla sua pelle peggio di un balsamo alla verbena su una ferita aperta.
Chiazze rosse, come i rivoli di sangue sulla camicia squarciata di Henrik.
Sottili linee gialle, come i capelli di Rebekah smossi dal vento quando correvano insieme a cavallo da bambini
Larghe distese di blu, come il colore del cielo in quella notte di Dicembre quando Tatia lo aveva baciato per la prima volta.
Completamente sprofondato nei meandri più oscuri della sua testa, Klaus ignorò la domanda della ragazza e, senza staccare gli occhi dalla tela neppure per un istante, immerse il pennello in una piazza di colore nero poggiata al suo fianco.
Caroline fissò in silenzio prima lui, poi il lento muoversi di quelle pennellate sulla tela larga, seguendo un movimento circolare che riuscì solo a confonderla maggiormente.
Era una specie di spirale che univa i tre colori sgargianti insieme, sfilacciandoli e arricchendoli di mille tonalità diverse di sfumature.
Il rosso divenne arancio, poi viola, poi cremisi.
Il giallo divenne verde, poi il colore di una luna invasa dalle tenebre.
Il blu divenne infinito, scuro e triste, una notte senza stelle.
<< Cos’è? >>
Senza che nemmeno se ne fosse resa conto, Caroline si ritrovò seduta al suo fianco, le mani che stringevano le caviglie, la curiosità che traspariva facilmente dai suoi occhi scintillanti.
Klaus, di nuovo, non la degnò di uno sguardo . Rimase semplicemente impalato a fissare il dipinto con il pennello sospeso a mezz’aria e lo sguardo perso nel vuoto.
<< ...Klaus? >> lo richiamò, indecisa se dargli una spinta o meno, domandandosi fino a che puntofossero, sul serio, diventati amici.
Poteva toccarlo senza poi ritrovarsi con una mano mozzata e un morso sul collo?
Poteva toccarlo senza avvertire nessun tuffo al cuore, nessuno strano brivido lungo la schiena?
Il ragazzo le concesse un fugace sguardo da sopra la spalla, per poi indicarle tutto con il suo pennello in tono scherzoso e saccente al tempo stesso. Le labbra lievemente increspate in un sorriso a tratti nostalgico.
<< Sono colori, amore.>>
È la morte, Caroline. Il nero prende tutto e lascia niente, proprio come la morte.
La bionda vampira sbuffò, riservandogli un’occhiata altezzosa da far saltare i nervi a chiunque.
<< Davvero? Ma non mi dire.>>
<< I colori servono a formare il disegno.>> continuò la sua spiegazione nel ruolo di insegnante pignolo come se non l’avesse nemmeno sentita fiatare, il pennello che vibrava fra le sue dita frementi.
Caroline aggrottò le sopracciglia facendo saettare gli occhi prima sul dipinto, poi su di lui e infine di nuovo sul dipinto, studiandolo come se fosse appena diventato il suo peggior nemico.
Rimase confusa ad ammirare, senza capirci un granché, un groviglio distorto di linee, macchie e chiazze che si contendevano la scena sulla tela distesa sul pavimento.
<< Ma di quale disegno stai parlando, Klaus? Io qui vedo solo i colori! E’ così che dipingi di solito? Butti tutto lì a casaccio, e poi dipende quello che esce fuori ci fai il disegnino sopra? >>
<< C’è già il disegno, tesoro: è nei colori, dentro i colori, nelle sfumature.>>
Caroline lo guardò, boccheggiando a corto di parole, per poi tornare a riammirare il quadro stringendo gli occhi come a cercare di individuare delle linee invisibili fra le diverse tonalità che ancora le sfuggivano.
Ma non riuscì a vedere niente, se non quelle pennellate di colori vivaci accostate in modo strano fra di loro e tutto quel nero che le lasciava un sapore amaro in bocca.
<< Non fare l’offesa, Caroline: è davvero tutto qui.>>
L’ibrido le parve quasi sincero mentre lo diceva, mentre tirava un angolo delle labbra in un mezzo sorriso sfrontato che celava più di mille significati diversi.
Caroline, di certo, non aveva tempo da perdere per decifrarli tutti – Dio, avrebbe avuto il suo ultimo ballo scolastico fra meno di due ore! -, sapeva solo che, come al solito, Klaus la stava sfottendo palesemente e lei si stava ancora prodigando a rimanergli accanto senza riversargli contro tutto il suo disprezzo e la sua indignazione.
<< Lascia che ti dica che tu sei completamente fuori di testa.>>
<< Come al solito, stupisci tutti con le tue deduzioni brillanti.>>
Con un'altra pennellata scura Klaus soffocò prima il blu, poi il giallo e infine anche il rosso, finché della sua nuova opera non rimase che una distesa vuota e desolata di nero.
Caroline strabuzzò immediatamente gli occhi allarmata: << Perché l’hai fatto?! >>
Lo sguardo di Klaus era di nuovo immerso in una dimensione che per lei era decisamente troppo oscura e insidiosa da poter raggiungere senza prima possedere la solida certezza di riuscire a trovare un appiglio sicuro a cui aggrapparsi per non sprofondare del tutto nell’azzurro torbido e sinistro dei suoi occhi.
Fosse solo l’ombra di un sorriso sincero che riuscisse a incurvargli le labbra e a scavare le guance in due fossette.
Ma il sorriso non arrivò e Caroline rimase immobile e pietrificata a mirare quel nero che divorava tutto e lasciava fuori niente.
E forse una parte di lei, in quel momento, iniziò a smuoversi e a capire, a intravedere in quel vuoto di niente il tutto che conteneva.
Si diede mentalmente della stupida, perché era davvero tutto lì.
Era tutto un pò come Klaus.
Una macchia nera e impenetrabile che nascondeva infiniti e meravigliosi colori sotto di sé.
Un muro di solitudine e dolore che celava al resto del mondo gli antri di un animo devastato ma vivo,... caldo, desideroso d’affetto.
<< Quei disegni non valgono più niente ormai, mi fanno solo schifo.>> 
La sua voce le sfiorò il viso dura come uno schiaffo, e la riportò alla realtà con la stessa glaciale efficacia.
Detto ciò, Klaus si alzò, il pennello gli scivolò dalle dita, cadde a terra e macchiò il pavimento.
Era solo un puntino nero sul parquet, una macchia che nemmeno si vedeva, eppure Caroline era ormai sicura che anche in quel puntino – che anche in quel niente - si celavano mille sfumature di cui non era ancora in grado di coglierne il senso, di conoscerne la storia.
Forse...un giorno sarebbe riuscita a trovare il coraggio di intraprendere il cammino nei sentieri tortuosi dell’animo infestato di ombre di Klaus.
Forse, lui l’avrebbe aspettata e l’avrebbe aiutata a ritornare in piedi quando il suo orgoglio l’avrebbe di nuovo rigettata indietro, ferendola a morte.
Forse, non sarebbe stato poi così male, dopotutto, scoprire quali disegni celava quella tela bianca sparsa sul pavimento.
Quel puntino nero di niente che racchiudeva il tutto di Klaus.
 
 

Fine 



Angolo Autrice:
Buon pomeriggio a tutti ^^
Sebbene in questo periodo io sia stata abbastanza presente nel fandoom come lettrice e commentatrice, non avevo ancora pubblicato nulla di mio e così mi sono detta: “Perché no? Proviamoci!”
E da lì è nata questa One-Shot che spero di cuore vi sia piaciuta.
Ho scelto come protagonisti principali Klaus e Caroline non solo perché mi piacciono molto come coppia, ma per quel che riescono a tirare fuori.
Insomma, entrambi - paradossalmente – sono più propensi ad aprirsi quando stanno insieme xD
La storia è un missing-moments ed è ambientata nella puntata 4x19, diciamo subito dopo che Caroline ha ritirato il vestito e si è dimenticata di aver lasciato la giacca a casa di Klaus.
Quest’ultimo, nel mentre, si era totalmente immerso nella sua arte perché è l’unica cosa con cui riesce a tirar fuori le sue emozioni, senza far male a nessuno.
Ho pensato che dopo aver fatto una capatina all’interno della sua stanza dei trofei gli siano venuti in mente tutta una serie di ricordi che preferirebbe dimenticare, soprattutto quando è in procinto di tradire la sorella per dare la cura a Silas.
Probabilmente non ha molto senso... ma, ehm... preferisco lasciar giudicare a voi! >___<
Perciò lasciate qualche commento, se vi va...
(*) Questa strofa è tratta dalla canzone With Me dei Sum 41.

Alla prossima :)
BellaLuna 

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: BellaLuna