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Autore: syontai    19/08/2013    13 recensioni
Violetta ha scelto Diego, ma sente ancora un profondo sentimento per Leon.
La storia di due amanti sfortunati che Dante ha voluto citare nell'Inferno.
Come le due storie si possono intrecciare? Come può un castello costituire il confine tra la vita e la morte? Come si può ottenere il riscatto dopo la morte?
Dedicata ad ALLEGRA (spero ti piaccia almeno un po' :S)
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Leon e Violetta: due anime unite anche nella tempesta

Violetta camminava lungo il ponte levatoio, osservando le pareti scoscese del castello di Gradara. In quel castello era stato consumato un grande ed efferato omicidio, ma tutto era così immobile e silenzioso, come se nulla fosse mai successo. La storia reclamava di essere raccontata, le vetrate imploravano che il sangue del delitto venisse pulito. Quel castello chiedeva un riscatto, chiedeva vendetta. Non una vendetta di sangue, bensì d’amore.
‘Siede la terra dove nata fui,
 su la marina dove’l Po discende
 per aver pace co’ seguaci suoi.’
Ravenna era stata la sua città natale, era stata la sua dimora felice. Quel castello era il castello dove Francesca aveva trovato l’infelicità, era la sua prigione. 
Violetta percorse il ponte levatoio. Gli altri suoi compagni si erano fermati lungo la via che portava al maniero, per vedere alcuni negozi. Forse Diego la stava cercando. Si, aveva scelto Diego. Lui era l’unica persona che le aveva mostrato il suo amore, non come Leon. Leon l’aveva profondamente delusa. Girò lo sguardo intorno e non lo vide. Che stesse ancora con gli altri? E perché continuava a preoccuparsi per lui? Aveva fatto la sua scelta. Ma le sembrava forzata, come quella che aveva fatto Francesca nel momento in cui aveva dovuto sposare Gianciotto Malatesta. Non lo amava, ma aveva dovuto sposarlo. Per lei era lo stesso. E si vergognava, si vergognava dell’illusione che stava costruendo nella sua mente. Non vedeva la realtà delle cose. Non capiva che poteva ancora scegliere, che a differenza di Francesca lei avrebbe potuto coronare il suo amore.
Senza sangue.
Senza vendetta.
Una lacrima le scorse lungo il viso: sentiva di averlo capito troppo tardi.
‘Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
  prese costui de la bella persona
 che mi fu tolta; e’l modo ancor m’offende’
Si ricordava bene della passione che aveva sentito quando era con Leon: un desiderio fisico, ma non solo.
I suoi baci erano linfa, i suoi abbracci aria.
Leon era il suo modo per sentirsi viva, completa. Senza di lui si sentiva vuota, priva di emozioni. Fece scorrere la mano lungo le pareti, ed entrò all'interno. Quel giorno non c’erano visite in corso, sembrava tutto spento, come lei. Aveva perso Leon, e con lui parte della sua anima. Si sentiva lacerata dentro, un dolore che la tormentava sempre di più, e non c’erano cure. Era morta dentro. Salì le scale in pietra ed entrò in una delle sale. Sorrise amaramente alla vista di un letto a baldacchino, e ripensò a tutte le notti passate con Leon abbracciati. Il suo respiro sembrava aleggiare nell’aria, ma sapeva benissimo che in realtà era solo un pallido ricordo che si prendeva gioco di lei, illudendola.
‘Amor, ch’a nullo amato amar perdona
 mi prese del costui piacer sì forte,
 ch, come vedi, ancora non m’abbandona.’
Le lacrime continuavano a scendere. All’inizio non pensava di provare qualcosa per lui, se non una semplice amicizia. Le era sempre stato accanto nei momenti di difficoltà, quando soffriva per Thomas. Il loro primo bacio era stato improvviso, una sorpresa. Da quel momento aveva sentito qualcosa crescere sempre di più dentro di lei. Era l’amore che nutriva per Leon. E anche adesso sentiva che un forte legame non le permetteva di dimenticarlo. Era qualcosa che li univa, che andava oltre la fisicità del mondo. Una connessione.
Improvvisamente nell’aria risuonò una voce incantevole. Sapeva di chi si trattava, non poteva avere dubbi. Il cuore le saltò in gola: anche lui si trovava qui. Ma dov’era? Le note rimbalzavano tra le fredde pareti, arrivando alle sue orecchie, e le attraversavano il corpo, come una doccia gelida. Cominciò a correre. I suoi passi risuonarono nelle sale, ma non le interessava. Doveva trovarlo. Quella canzone…era la loro canzone, la canzone dei loro sogni. Doveva essere un segno, e lei non se lo sarebbe fatto sfuggire. Si fermò in una sala di un rosso acceso, con alcuni dipinti appesi alle pareti, e i cordoni che impedivano di avvicinarsi troppo. Una piccola porta dava fuori sul patio. Si affacciò, ma nulla: riusciva solo a scorgere il cortile interno. Il cuore batteva sempre più forte, era come se quella fosse una corsa contro il tempo.
Per cosa, per chi, non lo sapeva.
Solo per un’impressione, per una manciata di note che avevano raggiunto il suo orecchio.
Si sentiva stupida a correre per quel dedalo di sale, che si ripetevano tutte uguali. Finalmente raggiunse un piccolo corridoio in pietra che dava su un piccolo cortile secondario. Le scale affiancavano le mura e scendevano sempre più. Si affacciò in quel piccolo quadrato di erba con al centro un cespuglio enorme. E affianco ad esso…Leon. Il ragazzo stava canticchiando la canzone Podemos a bassa voce. Non riusciva a capire come avesse fatto a sentirlo. Scese gli scalini in fretta, e subito sentì lo sguardo di Leon puntato addosso. “Che ci fai qui?” gli chiese freddamente scostandosi di poco. Violetta allungò la mano per sfiorargli il braccio ma al suo posto afferrò l’aria, che si perse non appena strinse il pugno. Qualcosa la frenava. Lei provava qualcosa per Leon, ed era sempre più convinta che si trattasse di amore. Però…sentiva il peso della colpa. Baciare Leon avrebbe significato tradire Diego, che non meritava un’azione del genere.
Si trovava in bilico tra il Paradiso e l’Inferno.
Osservò le labbra di Leon, e cantò una strofa di Podemos.
‘Quando leggemmo il disiato riso
  esser basciato da cotanto amante,
 questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
 Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
 quel giorno più non vi leggemmo avante.’
Il loro libro che li avrebbe condotti a quel bacio tanto agognato era una canzone.
Non un pezzo di carta, ma musica che diventa vita.
Due voci che si uniscono creando un’armonia.
La perfezione che si diffonde nell’aria.
Questo erano.
Leon sorrise mentre univa la sua voce a quella di Violetta. Senza rendersene conto si stavano tenendo le mani. La paura era scomparsa, come anche il senso di colpa. Non poteva rifiutare quel sentimento che la stava prendendo sempre di più. Si doveva arrendere a quella tempesta, a quel turbinio di emozioni. Si avvicinò a Leon fino a quando non furono distanti solo pochi centimetri.
“E’ la nostra canzone…” sussurrò.
“Unicamente nostra” la rassicuro lui, guardandola intensamente.
“Vorrei fermare il tempo proprio adesso” sussurrò, mentre le mani cominciarono a tremare inspiegabilmente. Leon sorrise e sfiorò le sue labbra emozionato.
“E invece io vorrei fermare il tempo adesso” disse subito prima di baciarla dolcemente, mentre le mani le cingevano la vita. Un bacio di pura passione e desiderio, unito alla consapevolezza che sarebbero stati insieme per sempre. Le loro anime avrebbero attraversato il flebile confine tra la vita e la morte insieme, proprio come le anime dei due sfortunati amanti, che attraverso di loro, avevano finalmente avuto il loro riscatto sulla morte. 








NOTA: Nella mia mente era un cosa molto più figa. Non so perchè ciò che scrivo riesce sempre a deludere le mie aspettative. Comunque l'idea è carina, non trovate? Mi è venuta in mente di colpo e non potevo non scriverla. E anche se è orribile, in fondo in fondo qualcosa di buono c'è (ossia l'idea...poi basta). Mi piace come il castello sia il tramite tra le due coppie, come la riconciliazione di una sia stata il riscatto dell'altra. L'ho trovata molto particolare e strana. Mi piace anche all'inizio il castello che sembra vivo e che reclama un riscatto, una vendetta. Poi...il vuoto. Vabbè, facciamo finta che questa OS è eccezionale (seh -.-), la voelvo dedicare ad ALLEGRA perché è il suo compleanno (auguri :D), perchè è gentilissima, perché è una bravissima scrittrice, perchè si sorbetta le mie fanfiction ecc... Spero che almeno ti piaccia un pochino, se ti ha fatto schifo, fa finta che non te l'abbia dedicata e ne scriverò un'altra xD Beh, buona lettura (ironica) a tutti! :D :D 
  
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