Danny era morto. Non poteva crederci. Non poteva essere successo
veramente. Non poteva immaginare una vita senza di lui. Loro stavano
bene, insieme. Non si era sentita così bene da tempo.
Neanche quando stava con Shayne. Inoltre lei lo amava. Se
n’era resa conto nel momento in cui aveva capito di averlo
perso. Come sarebbe stata la sua vita, adesso? E quella di Robbie?
Marina si era affezionata a lui ed ora era preoccupata per il bambino.
Adesso aveva perso entrambi i genitori. Chi si sarebbe preoccupato di
lui? Lei. Lei si sarebbe presa cura di lui. Lo avrebbe accudito, come
fosse stato suo figlio. Danny ne sarebbe stato felice, lei lo sapeva.
Danny osservò Tony e Michelle. Gli risultava ancora un
po’ strano vederla tra le braccia di un altro uomo, ma omai
aveva accettato il fatto che lei non gli apparteneva più.
Inoltre, adesso, c’era Marina nella sua vita. Gli mancava.
Lei era sempre così allegra. Aveva uno splendido sorriso.
Lui sapeva che lei era più giovane di lui e che suo padre
non gradiva che si frequentassero, ma lui non avrebbe rinunciato a
Marina. Avrebbe lottato per lei. Decise di raggiungerla. Magari era in
pensiero per lui.
Marina si sedette su uno scalino, fuori casa di Danny. Aveva portato
Robbie a casa e adesso lui si era finalmente addormentato. Non aveva
fatto altro che chiedere del suo papà. Lei gli aveva
mentito. Gli aveva detto che era ancora in viaggio e che sarebbe
tornato presto. Non se l’era sentita di dirgli che il suo
papà era morto. Che non sarebbe tornato a casa, mai
più. Né da lui, né tanto meno da lei.
Una sua immagine si fece spazio nella sua mente. Non sarebbe mai
riuscita a dimenticarlo. Lui sarebbe rimasto impresso nella sua mente
per sempre. Marina sentì delle lacrime scendere e non
riuscì a trattenerle.
Danny stava rientrando a casa. Era molto tardi. Non era passato da
Marina. Era sicuro che fosse già a letto. Sarebbe passato a
trovarla la mattina dopo. Ma quando svoltò
l’angolo la vide. Era seduta sui gradini di casa sua. Si
stava coprendo il volto con le mani e le sue spalle erano scosse da dei
singhiozzi. Stava piangendo. Danny si chiese cosa potesse essere
successo. Era capitato qualcosa a Robbie? Avvicinandosi a lei le mise
una mano su una spalla.
- Marina?
Marina si riscosse. La sua voce?! Possibile? Alzò di scatto
la testa e lo vide.
- Danny? Oh mio Dio, Danny?!?
- Marina, che cosa è successo?
Senza dargli una risposta, Marina gli si buttò fra le
braccia, piangendo, questa volta, di felicità. Danny,
confuso, la strinse a sé, accarezzandole la schiena nel
tentativo di calmarla. Una volta cessato il pianto, Marina si decise a
staccarsi da lui.
- Che cosa è successo?
- Oh, Danny, sapevo che il tuo aereo era
precipitato e... E che tu eri, eri morto…
- Cosa? L’aereo è
precipitato, questo è vero, ma, come vedi, a parte qualche
graffio, sto bene.
- Grazie al cielo!
- Robbie come sta?
- Bene. Lui non sa niente. Non sapevo
come dirglielo, ero disperata…
- Ssshh, stai calma, adesso ci sono io
qui con te.
- Danny, non sai quanto mi sei mancato!
- Anche tu mi sei mancata, non ti
immagini…
Danny la baciò sulla fronte, asciugandole con le mani le
guance ancora umide dalle lacrime. Marina era molto scossa, ma felice.
Guardò negli occhi Danny. Quello che egli vide nello sguardo
della giovane era Amore. Si accorse che era esattamente quello anche
lui provava in quel momento. Marina mosse le labbra, nel tentativo di
parlare, ma l’emozione del momento la bloccò.
Danny le mise un dito sulla bocca.
- Ssshh…
Dolcemente, la baciò. Marina rispose al bacio con tutta se
stessa, ma capì che doveva dirglielo. Doveva dirgli quello
che provava per lui. Lei lo aveva quasi perso, e lui non sapeva neppure
che lei lo amava. Invece aveva il diritto di saperlo. Quasi con
riluttanza, ruppe il bacio. Dopo averlo guardato per qualche secondo
negli occhi, abbassò lo sguardo, improvvisamente timida e
impacciata. Danny le posò una mano sotto il mento, facendo
si che i loro sguardi si incrociassero nuovamente.
- Che cosa c’è?
- Ecco, Danny, io…
Marina fece un sospiro, le guance le divennero rosse
dall’imbarazzo e, finalmente, si decise a parlare.
- … Io ti amo.
Danny rimase un attimo senza parole, da quella dichiarazione. Era
piacevolmente sorpreso. La guardò negli occhi, prima di
sorriderle dolcemente. Posandole una mano sulla guancia,
pensò di aver fatto attendere la propria risposta fin troppo.
- Anch’io ti amo, Marina.
Senza lasciarle tempo per assorbire la confessione, Danny la
tirò a sé, per baciarla con passione.
Un rumore, proveniente dall’interno dell’abitazione
li interruppe. I due ebbero tempo solo di voltarsi verso il portone,
prima che una testolina bionda facesse capolino da esso.
- Papà, papà!!!
Robbie, incurante di avere indosso solo il pigiama, scese gli
scalini per fondarsi tra le calorose braccia del padre.
- Robbie! Ciao, mi sei mancato da morire!!
- Anche tu, papà! Sono felice
che sei tornato a casa!!
Danny abbracciò suo figlio. Poi decise che era meglio
rientrare. Era gennaio, suo figlio avrebbe potuto prendersi una
polmonite, con solo il pigiama addosso.
- Forza, tutti dentro, qua fuori si gela!
Marina pensò di essere di troppo in quel tenero quadretto
familiare e trovò giusto fare ritorno a casa.
- Io allora vado…
- Cosa? No, ti prego, resta un
po’.
- Ma io…
- Robbie, vuoi che la zia Marina stia un
po’ con noi, magari a raccontarci una storia?
- Si,che bello!!! Ti prego!!
- E va bene, resterò a
raccontare la storia ai miei ragazzi.
I tre fecero rientro in casa.
Nel salotto il caminetto acceso espandeva un bel calore. Marina si era
inventata una storia e Robbie si era ben presto addormentato. Adesso
giaceva fra le braccia paterne. Mentre osservava suo figlio, Danny fu
riscosso da un bacio sulla guancia. Si voltò, Marina lo
stava osservando. Tenendo suo figlio con un solo braccio, Danny
passò l’altro dietro le spalle della ragazza, per
attirarla a sé e baciarla. Era finalmente felice,
lì, con suo figlio e con la donna che amava. Si sentiva a
casa. Anche lei si sentiva nello stesso modo.
Poco tempo dopo, la luce del caminetto si fece sempre
più fioca, lasciando in penombra le figure di una coppia
teneramente abbracciata, nel sonno, e di un bambino, rannicchiato
addosso al suo, finalmente ritrovato, papà.