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Autore: GreenBlood_    20/08/2013    8 recensioni
[Horror/Suspence/Thriller] [Violenza] [AU]
Sonic e i suoi amici cercheranno di non essere vittime di questa terribile malattia che si propaga nel loro mondo, e troveranno la cura ad ogni costo!
Ormai, la loro vita si è trasformata in sopravvivenza. Ma non si riterranno sconfitti facilmente.
Riusciranno i nostri eroi a cavarsela?
Horror, violenza, sangue e colpi di scena vi attendono!
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{Estratto...
[...] Urla. L’inferno non faceva che propagarsi mostruosamente, peggio di prima. Il rumore era talmente acuto che i timpani di entrambi per poco non esplosero. Grida. Strilli. Grugniti. Era questo il suono della fine? [...] Devastazione. Le fiamme ardevano sempre di più, stavano bruciando ogni più piccola speranza, ingoiavano la vita. Si poteva sentire l’odore del fumo, forte, disgustoso. Uguale alla morte. (Dal capitolo 6)
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Fu così che impararono il vero significato della parola "Fine"
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The Death to expect outside
Capitolo V



L’aria era contaminata da un odore forte e rovente, mischiato col fumo delle armi da fuoco  e dai corpi decomposti che giacevano a terra, proprio davanti ai suoi piedi. Era talmente nauseabondo che Sonic cercò di respirare il meno possibile, non voleva attacchi di nausea in quel momento. Dal suo occhio, tutto quello che poteva scrutare da quell’ambiente era il completo caos, la sua prima battaglia ravvicinata stava andando peggio di quanto pensasse poco prima. In un secondo cambiò velocemente le munizioni, era tutta questione di pratica e velocità, ma non era questo il problema del riccio blu, bensì un altro, i non-morti si stavano espandendo sempre di più nel loro territorio, Sonic e il suo compare Shadow avevano difficoltà perfino a tenerli lontani di due metri dalla loro postazione d’attacco.

Il riccio blu, sempre più stanco, teneva saldamente il suo fidato mitra, che man mano diveniva sempre più pesante. Stessa cosa la faceva con i piedi, incollati al suolo  perfettamente e con una posizione alquanto composta e precisa per pendere una buona mira. Sentiva le grida dei mutanti farsi sempre più forti, più stressanti e anche terribilmente più fastidiose. In quel momento entrambi i sopravvissuti avrebbero preferito trovarsi in un posto completamente isolato, fuori dal mondo e anche silenzioso, senza neanche un fruscio di vento. Ma in quel momento, l’unica cosa che potevano guardare era il color cremisi che tingeva quella che prima era innocente neve, ma adesso era diventata un tappeto dove la morte non faceva che aspettare con pazienza, pronta a gustarsi la prossima vittima. Il rosso ricopriva anche i vestiti rinforzati di Sonic e Shadow, erano completamente rivestiti da quella linfa vitale color scarlatto che lasciava altro tanfo ferroso e pungente, proprio come delle lame. Il riccio striato sembrava quello più stressato, si notava dalla velocità dei suoi spari, che andavano sempre a segno. Si notava chiaramente che tutto quello che voleva non era altro che la fine dell’inferno, ma chi non lo voleva?

Forse il riccio pensava sul serio di dover sterminare tutti i mutanti da solo, si sentiva superiore agli altri, più abile, veloce, forte e anche più professionista con le armi. Ma questa operazione risultava impossibile anche per la forma di vita suprema, il suo compito, per il momento, era di dover proteggere i suoi amici e anche chiunque altro avrebbe bisogno di aiuto. Ma la massima priorità di tutti era di dover sopravvivere. E se Shadow the Hedgehog rimarrà con la gente non infetta è probabile che resterà in vita per un po’ di tempo.
Mentre il riccio nero correva davanti all’entrata lasciava dietro a se delle impronte di sangue, il territorio adesso era completamente contaminato. Sparava ininterrottamente con le sue fidate pistole, che ancora brillavano di un argento splendente, forse era l’unica che emetteva una lieve luce. “E’ evidente che in questo momento le sue armi sono la cosa più importante che possiede” Pensò il blu notando questo particolare.
Entrambi erano particolarmente precisi, i loro colpi centravano in pieno il cranio degli esseri putrefatti, spaccandolo e facendo saltare un po’ di cervella. Gli zombie cadevano a terra quasi a valanghe, ma evidentemente non bastava, ce ne erano ancora una centinaia, e pensare che poco prima erano poco più di venti.

Shadow posò di colpo una delle sue pistole in tasca e al suo posto afferrò un pugnale molto appuntito. Come uno scatenato si lanciò contro un non-morto conficcandogli la lama dritta in un occhio, il sangue uscì a spruzzo colpendo la guancia di Shadow facendo diventare anch’essa color cremisi.

“Sto iniziando ad innervosirmi” Affermò subito dopo pulendosi la parte tinta di rosso, mostrando i denti.
Forse anche quel sentimento doveva essere aggiunto alla lista. Rabbia e tensione, le altre sensazioni erano praticamente scomparse nel nulla, cadute nel vuoto.

In un mondo del genere non si riusciva a capire neanche chi fosse il vero assassino, i mutanti o i sopravvissuti, entrambi avevano le loro ragioni di uccidere. Ma il vero killer era ‘Madre natura’, che aveva distrutto questo universo e le sue leggi. Un mondo pieno di agonia e di terrore, dove si aveva paura di addormentarsi e non svegliarsi più. Ma l’angoscia non finiva qui, in quel momento si poteva morire per qualsiasi cosa, anche un motivo stupido.

“Shadow” Sonic lo chiamò, la sua tonalità di voce non era ne calma ne agitata.

Mentre il riccio nero continuava a tirare colpi sforzò di poco la sua voce per rispondere “Cosa vuoi?”

Il blu scrutò meglio la sua visuale, sparò altri colpi più potenti per allontanare i mutanti in modo di non venire attaccato mentre parlava. “Se io venissi morso, vorrei che fossi tu ad uccidermi”

Urla. L’inferno non faceva che propagarsi mostruosamente, peggio di prima. Il rumore era talmente acuto che i timpani di entrambi per poco non esplosero. Grida. Strilli. Grugniti. Era questo il suono della fine?
Nonostante il baccano lancinante Shadow riuscì ad udire l’ultima frase del riccio blu, più infastidito di prima iniziò a prendere a calci gli zombie, molto imprudente da parte sua. Era stata quella fatidica frase a farlo stressare ancora di più.

“Perché mi fai una domanda simile?! Tu non morirai, conti troppo per la squadra!” Iniziò anche lui ad urlare, proprio come loro. Riprese in mano l’arma appuntita e la lanciò dritta in testa ad un altro non-morto, la sua mira faceva rabbrividire.
Il riccio blu sospirò, finalmente un buon momento per riprendere fiato. “Ho fatto la stessa richiesta a Tails, ma lui ha rifiutato, ha risposto proprio come te, sai?”

Devastazione. Le fiamme dell’inferno ardevano sempre di più, stavano bruciando ogni più piccola speranza, ingoiavano la vita. Si poteva sentire l’odore del fumo, forte, disgustoso. Uguale alla morte.
“Se tu ti trasformerai io sarò costretto ad ucciderti, gli altri non lo farebbero mai, non hanno fegato. Ma io non avrò pietà persino con te, Sonic” Deciso, Shadow lo era tanto, forse il più di tutti. Il blu sapeva che era la persona su qui contare di più. D’un tratto riaprì di nuovo bocca, un ultimo sospiro e poi concluse “Ciò nonostante, questo non accadrà mai. Perché tu non farai la fine di questi mostri!” Altri due colpi di pistola, più decisi degli altri. Quando il riccio striato si metteva qualcosa in testa niente e nessuno poteva rimediare.
Le gocce di sangue che cadevano facevano rumore, anche loro. Il nero si teneva la pancia, lo stomaco si stringeva dolorosamente, aveva bisogno di qualcosa, di cibo. Erano un paio di giorni che non gustava un pasto decente e nonostante il suo ritorno con una scorta abbondante non era ancora riuscito a mettere niente sotto i denti. Aveva saltato il pasto e l’avrebbe ancora fatto, non c’era più tempo oramai.
In un attimo entrambi si erano concentrati sul suono. Qualcosa non andava, era più pungente. Tra quelle grida di nascondeva qualcos’altro, di doloroso, la sensazione era quella. Più simile al metallo, delle catene forse? Un’arma, un mostro più grande si celava dietro al grande cancello.

“Lo senti, Shadow?” Sonic fu il primo a parlare, era concentrato con ‘il tira al bersaglio’ e la vista questa volta non era granché, i non-morti coprivano la sua visuale. Cosa c’era dietro di loro? Cosa nascondevano?

“Lo sento perfettamente, non sono sordo nonostante il chiasso” Anche il riccio striato incominciò ad osservare meglio l’ambiente. Si avvicinò di corsa, colpendo altri mutanti per liberare la strada, era ammirevole tanta abilità.
In un secondo se lo ritrovò davanti ai suoi occhi. Una creatura enorme, grassa, il viso ridotto a un ammasso di carne puzzolente e piena di tagli sanguinanti, una creatura più terribile e disgustosa delle altre. Indossava degli stracci malridotti, ma si notava che appartenevano ad un taglialegna. Un occhio era fuori dalle sue orbite e rimaneva a penzoloni appena sopra la sua bocca. Emanava un odore rancido e di legno rosicchiato da larve.  Shadow, confuso come il compagno alle sue spalle, alzò entrambe le sue pistole in direzione del mostro.

“Creatura orrenda, crepa!” Lanciò dei colpi, altri spari davano all’ambiente quella sensazione di guerra e terrore, che mai se ne andrà dai loro pensieri.
Le pallottole colpirono il collo del non-morto gigante, stupendo Sonic, per la prima volta Shadow non aveva colpito la zona mortale degli zombie, ma comunque il suo colpo era andato a segno. Subito, però, il blu si accorse perché il compagno non aveva mirato bene. Gli occhi di quest’ultimo si erano posati su una lunga e sporca motosega, che riposava tra le mani luride dell’essere. Non riuscivano a crederci, come poteva un corpo senza cervello ad avere l’idea assurda di iniziare ad usare le armi, come i superstiti? Un pensiero che fece rabbrividire mentalmente entrambi, forse stavano iniziando ad evolversi. Così non andava. Dovevano rimediare o per la specie di Mobius sarebbe arrivata la fine.

“Ma cosa…? Perché non muore?” Il riccio nero si accorse che nonostante lo avesse colpito da distanza ravvicinata non era ancora caduto a terra. La sua difesa era migliore dei suoi simili. Shadow non esitò e continuò a sparargli violentemente, nessun risultato. Lo zombie alzò l’arma e velocemente la scagliò su Shadow, il quale la evitò per poco, la motosega tagliente gli aveva sfiorato un aculeo.

“Shadow scappa! Andiamo in ritirata, ti ho detto che dobbiamo mettere in atto il piano B!” Ma il nero non dava ascolto al suo partner.

“Crepa bastardo!” Allontanandosi Shadow  continuava a sparare, ma questa volta era diverso, le sue mani tremavano e qualche colpo non andava segno. Cosa succedeva a Shadow? Perché adesso è insicuro? Sembrava incredibile, ma per una volta non sapeva come controllare le sue azioni. Sonic lo copriva, cercando di allontanare gli altri non-morti che tentavano di scagliarsi contro di lui. Mentre il mostro con l’arma tagliente lo inseguiva, ma il riccio di velocità era il meglio.

“Codardo, smettila di scappare e affrontalo” Shadow si rimproverava mentalmente, ma oltre che a sparare non gli veniva niente in mente. Quello era un avversario troppo resistente, perfino per la forma di vita perfetta. Anche se in realtà il problema era che non avevano armi a sufficienza, in un momento del genere una bomba a mano non sarebbe stata una cattiva idea.

“Shadow adesso basta, torniamo dentro ed avvisiamo gli altri!” Il riccio alle sue spalle mostrava un tono abbastanza seccato, sapeva bene che tutto questo non sarebbe servito a niente e voleva evitare di sprecare ulteriori munizioni. Scorse un passaggio libero verso l’entrata principale e con una piccola rincorsa afferrò Shadow per un braccio, trascinandolo al sicuro.

“Ma cosa fai?! Dobbiamo ancora sterminarlo, posso farcela!” Si oppose all’istante, anche se in realtà era abbastanza convinto di seguire l’idea del compagno, ma non lo dava a vedere come suo solito. Aprirono il portone rinforzato e si recarono all’interno, dove gli altri non aspettavano altro di avere il comando di iniziare il procedimento scelto. Sapevano che non sarebbero più stati al sicuro. Fuori gli zombie li aspettavano. Fuori la morte attendeva.

***
 

Mentre gli altri correvano impazientiti per tutte le stanze del rifugio mettendo via in delle borse armi e provviste, il piccolo Tails era chiuso nel suo laboratorio al piano inferiore. Era circondato da fiale e provette, alcune bollivano e fumavano creando degli odori sconosciuti, anche abbastanza puzzolenti. La piccola volpe si raggirava nervosamente lungo la stanza, col cuore che batteva forte, si sentiva solo il suo battito cardiaco in quella stanza. Osservava spazientito ogni liquido, doveva scegliere quale portare con se. “Nessuno di questi funziona, su tutti devo ancora lavorare per ottenere un ulteriore sviluppo” Tails era terribilmente agitato, non poteva permettersi errori, ne valeva la vita degli abitanti di Mobius.

Solo alla volpe gialla era concesso di entrare in quel laboratorio, dove studiava meglio i non-morti, cercando una cura. Ma il quel momento nessuna fiala faceva la differenza, e scegliere le migliori non risultava un compito facile. Reggeva tra le mani una provetta con un colorito rossastro, era un miscuglio del sangue dei mutanti e di un sopravvissuto, che se avrebbe continuato a lavorarci sopra magari poteva diventare una sostanza estremamente utile. Ma non era ancora certo, anzi, non lo era per niente. La poggiò sopra un pezzo di stoffa nera vicino ad altre sette boccette, sperava che almeno una di quelle funzionasse come vaccino.
 “Ne prendo ancora una, tanto per essere previdenti” Visto che secondo lui erano tutte sullo stesso livello ne prese una a caso, con atteggiamento alquanto infantile. Arrotolò il pezzo di stoffa con all’interno le provette e chiudendolo con un pezzo di spago, lo mise al sicuro dentro il suo zaino.

“Ragazzi presto, dobbiamo andarcene!” I pensieri del volpino si spensero appena sentito il richiamo di ritirata. Lasciò il laboratorio, questa volta per sempre. L’unica cosa positiva in quel momento era che Tails dimostrava di essere sicuro di quel che aveva scelto.

Tutti erano riuniti nel salone, il fuoco era spento. Tikal si era ripresa e stava sorseggiando dell’acqua fresca insieme a Cream. Tutti erano pronti per rischiare, o meglio, quasi tutti. Rouge teneva una borsa piena di cibo e bevande, ormai era pronta per fuggire insieme ai malati, anche l’echidna rosso lo era, pronto per dare una mano con la difesa. Da quel giorno non sarebbero più stati tutti insieme per lungo periodo.

“Allora ragazzi” Incominciò Sonic allarmato “Adesso dobbiamo abbandonare questo posto” Dopo questa affermazione tutti capirono cosa aveva in mente il riccio blu, sarebbe stato rischioso, ma non si oppose nessuno, infondo nessuno dei presenti sapeva come reagire.

“Tails” Lo chiamò Shadow. “Vai ad attivare l’auto distruzione”
La piccola volpe obbedì all’istante. Dopo un mese da quando avevano trovato rifugio fecero installare a Tails un esplosivo in caso di evenienza e a nessuno dava fastidio questa idea, tra l’altro questa sembrava un’ottima scelta, tutti gli zombie circostanti sarebbero morti sul colpo, ma il rischio era che anche loro potevano rimanerci secchi. Al piano di sopra la pipistrella bianca prese in braccio Cream, Knuckles fece la stessa cosa con Tikal, loro sarebbero evacuati per primi. Per gli altri rimanevano solo altri trenta minuti. Quei pochi minuti li dividevano tra la vita e la morte.
  
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