Le
mille
stanze del Tardis
Prologo
Quando il Dottore aveva deciso di
partecipare a quella gara
di abbuffate sul Pianeta Vattelapesca della Galassia Chissenefrega,
Rose aveva
capito che non sarebbe andata a finire bene.
E come poteva? Erano
nell’anno 10 miliardi e la competizione
era già stupida di per sé sulla Terra nel 21esimo
secolo, con hamburger o torte
di mele, se poi lo scopo era cibarsi del maggior numero di larve verde fosforescente in un minuto era evidente
a qualsiasi essere dotato di raziocinio l’idiozia di quella
prova.
“Le
larve di Kros sono
buonissime, Rose! Le mangiavo a merenda tutti i giorni su Gallifrey!”
fece
Rose scimmiottandolo, nonostante lo sforzo per trascinarlo fino al
Tardis “La
prossima volta che decidi di fare a gara di abbuffate galattiche
assicurati che
i tuoi avversari non siano dotati di stomaci
estendibili multipli, perché l’ultima
volta che ho controllato i Signori
del Tempo hanno due cuori, ma uno stomaco solo” aggiunse,
chiudendo la porta e
scaricandolo con poca grazia sul pavimento.
Si diresse verso il guardaroba,
posò la giacca e si girò a
guardarlo, notando che era ancora sdraiato per terra davanti
all’ingresso.
“Che fai? Andiamo,
alzati!”
“Mi piacerebbe, ma credo di
essere paralizzato” replicò il
Dottore.
“Cosa? Non fare lo scemo,
dai” la ragazza si diresse verso
di lui, provando a sollevarlo “Non è divertente,
smettila di scherzare!”
“Non sto scherzando, non
riesco a muovermi” fece il Dottore,
senza andare minimamente nel panico. Anzi, sembrava si stesse
divertendo. Tipico,
pensò Rose.
Dopo qualche attimo di silenziose
elucubrazioni della
ragazza, che stava per esplodere in una crisi isterica degna di mamma
Tyler, il
Dottore spalancò gli occhi, consapevole.
“Ma certo!”
esclamò, e Rose sapeva avrebbe cominciato a
saltare e a gesticolare se non fosse stato – in grazia di Dio
– paralizzato sul
pavimento. “Le larve di Kros sono velenose per i Signori del
Tempo adulti”
spiegò con il tono più calmo e rilassato del
mondo.
Rose resistette all’impulso
di colpirlo in testa con il Martello.
“E si può sapere perché diamine le hai
mangiate?” sbottò guardandolo come se
fosse pazzo. In effetti lo era.
Il Dottore sembrò pensarci
seriamente per qualche istante.
“Oh, non lo so” fece dubbioso “Non ho
saputo resistere, sono deliziose,
dovresti provarle. Il nostro problema è che, in quanto
adulto, non ho più gli
enzimi per digerirle e mi corroderanno dall’interno. Abbiamo
circa” fece un
rapido calcolo mentale “cinque minuti prima che il veleno
danneggi permanentemente,
e aggiungerei mortalmente, i miei organi vitali,
perciò” guardò Rose “premi il
pulsante alla tua sinistra”.
La ragazza obbedì e una
specie di cono di vetro apparì poco
distante.
“Quello” la voce
del Dottore era più roca, segno che il
veleno stava facendo effetto “è uno dei sistemi di
emergenza del Tardis. Mi
farà tornare bambino in modo che io possa digerire le larve
senza subire danni.
Avrò corpo e coscienza di un poppante, perciò
sarà compito tuo prenderti cura
di me.” Le spiegò con semplicità.
“Mi stai dicendo che
dovrò fare da babysitter ad un mini Dottore,
con tanto di pannolini e omogeneizzati?” chiese Rose,
inarcando un
sopracciglio.
“Oh, no, no!”
esclamò l’altro “Mi basterà
tornare ad un’età
accettabile – diciamo sui sei, sette anni? – gli
enzimi faranno il loro lavoro
e in ventiquattr’ore sarò come nuovo!”
disse, prima di tossire forte. “Credo
sia meglio tu mi porti sotto il cono, non vorrei dovermi rigenerare
prima del
previsto” gemette, tossendo di nuovo.
“A proposito di
rigenerazioni” fece la ragazza mentre lo
trascinava dall’altro lato del Tardis “il te
bambino sarà com’eri all’inizio?
Voglio dire, che aspetto avrai?”
Il Dottore aspettò di
essere posizionato sotto il congegno
prima di prendere fiato e parlare “No, quella che vedrai
sarà la versione
infantile di questo corpo. Richiederebbe troppa energia farmi tornare
alla mia
prima forma, è infinitamente più facile
ringiovanire questa.”
Rose annuì. Le sarebbe
piaciuto vedere il Dottore da
bambino.
“Prima che tu prema il
bottone blu” continuò il Dottore
indicando con lo sguardo un pulsante e tossendo convulsamente
“sappi che il
Tardis ci chiuderà automaticamente dentro e
bloccherà i comandi, per evitare
che il piccolo me faccia danni, ma le stanze del Tardis sono comunque
aperte e
troverai qualsiasi cosa ti serva.” tossì di nuovo
“Ora premi il pulsante”.
Rose obbedì.
“Buona fortuna
Rose” disse il Dottore mentre cominciava a
illuminarsi “Da quello che mi ricordo, ero un bambino
piuttosto pestifero”
sorrise, mentre l’intero Tardis veniva invaso di luce e la
ragazza fu costretta
a chiudere gli occhi.
Note
dell’Autrice:
Primo, questa è una Work In Progress, quindi se leggete sapete a cosa andate incontro.
Secondo, ho già il primo capitolo pronto e tenterò di pubblicare una volta a settimana, ma il problema delle WIP è che se non ho tempo/ispirazione per scrivere ci rimaniamo un po' tutti appesi, perciò tenterò di portarmi un po' avanti questi giorni di vacanza, per evitare di lasciarvi troppo senza aggiornamenti quando ricomincerà la scuola e, di conseguenza, gli impegni.
So dove voglio arrivare, ma non ho idea di che strada farò per arrivarci, quindi potrebbe essere una storia di pochi capitoli ma se avete dato un'occhiata al titolo prima di aprire capirete che ci potrebbe essere un'infinità da scrivere ;)
Detto questo spero vi piaccia questo prologo e che vi abbia incuriosito e, ovviamente, spero vi vada di lasciarmi qualche recensione,sono così rare di questi tempi u.u
A martedì prossimo con il primo capitolo!
Baci,
L.