Serie TV > NCIS
Ricorda la storia  |       
Autore: _matthew_    25/02/2008    7 recensioni
Un caso semplice,in pratica già risolto,che all'improvviso si complica,mettendo in pericolo tutta la squadra.
Amori e paure riemergono dal passato di Tony,stimolando la curiosità di Ziva; ha senso essere gelosa della pagina più triste della vita di Anthony DiNozzo?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti! Eccomi qui,con una nuova fic! è stata un'ispirazione improvvisa...spero che la storia vi possa piacere! Buona lettura! ;)




Tony guardò nervoso l'orologio. Dieci minuti di ritardo; Gibbs l'avrebbe ucciso,se fossero diventati undici. Le porte dell'ascensore si aprirono sull'open space,ma non riuscì a scendere. Gibbs lo ributtò con malagrazia all'interno dell'ascensore,mentre Ziva e McGee si infilarono dentro di corsa,mentre le porte si stavano chiudendo.
"Ciao capo" salutò Tony,sorpreso "Dove andiamo di bello?" L'uomo gli diede uno scappellotto.
"Sempre in ritardo,DiNozzo!" lo rimproverò. "Andiamo ad interrogare Sullivan" gli rispose poi.
Arrivarono al garage; Tony si diresse verso la macchina,tentando di aprire la portiera del guidatore.
"DiNozzo,guida Ziva" gli annunciò Gibbs,sorridendo. Tony incassò il colpo,senza reagire. Quel viaggio in ascensore,stretto tra Gibbs e la parete l'aveva lasciato quasi senza fiato; solo in quel momento si accorse di ansimare leggermente. Per arrivare in ufficio aveva corso; doveva essere quella la causa,nulla di cui preoccuparsi.
ZIva partì sgommando,come suo solito. Si ritrovarono con le schiene incollate ai sedili,e gli occhi fissi sulla strada,pregando di arrivare a destinazione interi.
"Allora?" chiese Gibbs dopo cinque minuti di silenzio. Voleva essere aggiornato sul caso; un caso banale,in verità.
"Sullivan ha rivenduto le armi sottratte ad una base della marina dal Sergente Malley,capo" rispose pronto il pivello.
"Dimmi qualcosa che non so già,McGee!" ruggì lui,scocciato. Tim sorrise sornione,tirando fuori dei documenti spiegazzati.
"Ho le prove che le ha già messe all'asta,capo" Gibbs annuì,soddisfatto. "Molto bene,non ci resta che arrestarlo,allora"

Edward Sullivan era un ometto ordinario,quasi insignificante.
Li aveva accolti nel suo lussuoso ufficio da direttore di una compagnia d'import export con gentilezza; aveva reagito sdegnato alle accuse di Gibbs; e si era sgonfiato,dichiarandosi sconfitto,non appena McGee gli aveva mostrato le prove che avevano raccolto.
Ziva non prestava la minima attenzione all'interrogatorio che Gibbs e Tony stavano conducendo; quell'ometto dai capelli neri e dagli acquosi occhietti grigi non era certo pericoloso,o degno d'attenzione. Era un debole,uno che andava sempre dove tirava il vento.
Qualcosa attirò la sua attenzione,un luccichio. Salì i pochi scalini che portavano alla vetrata di fondo dell'ufficio. Un'intera parete composta unicamente di cristallo,che inondava l'ufficio di luce,e offriva una vista spettacolare sulla città.
Erano al trentesimo piano di un grande grattacielo,da li si poteva osservare gran parte di Washington. Ancora il bagliore di prima. Qualcosa rifletteva la luce; qualcosa che si trovava sul tetto di un edificio situato a qualche centinaio di metri da loro.
Il parapetto era all'altezza dell'ufficio di Sullivan; Ziva l'osservò più attentamente,incuriosita. Un altro bagliore. McGee era uscito,sentì la porta di vetro chiudersi. Tony E Gibbs continuavano a spremere Sullivan; volevano sapere chi avrebbe acquistato le armi. L'uomo scattò in piedi, Ziva sentì la sedia grattare sul pavimento,cercando di difendersi; ma le sue parole furono coperte dal grido della ragazza.
Aveva notato una sagoma scura,dove prima aveva visto il riflesso del sole. Aveva notato un movimento strano,c'era qualcuno su quel tetto.
"Cecchino!" gridò.
La vetrata dell'ufficio s'infranse; una cascata di gelido vetro investì la ragazza che si riparò il viso con le braccia. Era stesa a terra,sulla pancia,circondata da schegge di vetro. Sentì un secondo proiettile sibilare a mezz'aria,mentre strisciava per mettersi al riparo degli scalini che aveva salito poco prima. Si tagliò,ma era inevitabile.
Un terzo proiettile colpì il piano della scrivania; altro vetro si sparse per l'ufficio,mentre alcune schegge raggiunsero il viso di Tony.
Ziva iniziò a contare. Un secondo. Due secondi. Arrivò un altro proiettile,ma non l'eco dello sparo: il cecchino stava usando un silenziatore. Avrebbe potuto tenerli inchiodati lì all'infinito,nessuno se ne sarebbe accorto.
"Fortuna che era un caso semplice,capo" esclamò DiNozzo,mentre un proiettile rimbalzava contro il metallo della scrivania dietro a cui aveva trovato riparo.
"Ringrazia che Sullivan amasse i mobili in acciaio,invece di lamentarti" lo rimbeccò lui,da dietro uno schedario che aveva rovesciato per proteggersi.
"Acciaio e vetro" lo corresse Ziva. Aveva le braccia coperte di graffi; era rannicchiata dietro il rialzo che una volta dava sulla vetrata,ora in frantumi.
"Sullivan come sta?" chiese Gibbs,pratico. Tony diede un'occhiata all'uomo alla sua sinistra,anche se conosceva già la risposta.
"Morto" rispose. Era da tanto,che non vedeva qualcuno ucciso da un cecchino. Lei era stata l'ultima.
Tossì; la tosse lo tormentava ormai da qualche giorno. In bocca doveva anche avere un qualche taglio; sentiva il retrogusto ferroso del sangue.
Silenzio. Avevano smesso di sparare. Detestava quel silenzio carico di tensione. Detestava quel corpo privo di vita,con un piccolo foro scarlatto sulla fronte. Evocavano il passato. Quel passato che era morto quasi due anni prima.
Ziva si sfilò il berretto,alzandolo appena oltre il bordo degli scalini. Un proiettile glielo strappò di mano. Era ancora li,pronto ad ucciderli. Era così illogico. Doveva essere un caso semplice; perchè era comparso quell'uomo? Perchè voleva ucciderli?
Un'ombra si materializzò davanti alla porta in vetro dell'ufficio. La maniglia si abbassò.
"McGee,togliti dalla porta!" gridò Tony.
"Cos..."
"Levati da li,pivello!" tuonò Gibbs. Due proiettili infransero il vetro,conficcandosi nel muro del corridoio. Tim osservò con occhi vacui quei due piccoli fori.
Pochi istanti d'esitazione,e quei due piccoli,insignificanti,pezzetti di piombo avrebbero spezzato la sua vita.
"Che succede,capo?" chiese,rimanendo coperto dal muro del corridoio.
"Un cecchino McGee,sul palazzo di fronte a questo; ottocento metri a nord-est" rispose pratica Ziva.
"Avverto subito la polizia,capo!" disse lui.
"In fretta,pivello. Non ne posso più di fare da bersaglio" frecciò Tony,ironico.

"Tutto bene?" gli chiese,aiutandolo ad alzarsi. Ricevette uno scappellotto. "Ma Tony,cos..."
"Guarda a destra,e poi risponditi,pivello" fu il commento del moro,mentre usciva dall'ufficio.
"DiNozzo!" lo richiamò Gibbs.
"Si capo?" rispose lui,un'aria poco rassicurante sul volto. Ziva si stupì,chiedendosi dov'era finito il Tony sempre sorridente.
"Domani va a farti visitare. Quella tosse inizia a darmi sui nervi"
"Ricevuto capo,a domani."
Scomparve oltre la porta. Voleva solo andare a casa; sarebbe andato a casa,e poi a trovare un'amica. Un'amica che non vedeva da tanto tempo.
"Ma che diavolo gli è preso?" sbottò Ziva. "Non è mica l'unico a cui hanno sparato addosso!" L'israeliana era davvero arrabbiata. Gibbs non rispose.
"Non è per quello Ziva. Ha bisogno di stare un po' da solo,tutto qui" McGee aveva risposto continuando a fissare il punto in cui si trovava Sullivan fino a cinque minuti prima; capiva benissimo Tony. Sapeva cosa stava provando,anche per lui era lo stesso. O almeno,lui aveva perso un'amica,ma lei per Tony non era mai stata un'amica.
La ragazza gli rivolse uno sguardo carico di dubbi,ma non replicò; avrebbe scoperto da sola cosa bolliva in padella,o in pentola,o come accidenti si diceva. Odiava i modi di dire; erano così stupidamente insensati.

"Allora,Abby?" chiese Gibbs,irrompendo come suo solito alle spalle della scienziata,poche ore dopo. Lei gli si buttò addosso,abbracciandolo. Ziva notò che il laboratorio era silenzioso; la musica era ad un volume bassissimo,appena percettibile.
La dark mostrò ai tre un piccolo contenitore di plastica circolare,con del cotone sul fondo. Sul cotone era adagiato un proiettile. Era di grosso calibro,solcato da profonde striature. McGee l'osservò rapito,Gibbs,invece,lo degnò appena di un'occhiata.
"Calibro 308,Gibbs" sentenziò Abby "Sparato con quello" continuò,indicando un fucile di precisione appoggiato sul suo tavolo. Era stato rinvenuto sul tetto da cui avevano sparato.
"Impronte?"
"Nessuna,ho controllato quattro volte" rispose lei,dispiaciuta. Inutile,Gibbs era già sparito oltre la porta,diretto all'ascensore. Una tazza gigante di caffè come unica traccia del suo passaggio.
"Chi è,Abby?" Ziva stava osservando il salva-schermo di uno dei computer della dark. Una giovane donna,molto attraente. Lunghi capelli neri,lisci; occhi nocciola,pieni di vita ed un sorriso enigmatico ed accattivante. Il tipo di donna per cui Tony avrebbe sbavato,constatò.
Abby e McGee si scambiarono un'occhiata preoccupata. Quanto ci avrebbe messo Ziva a ricordare?
"Ah,no...niente. Non so come ci sia finita li quella foto" rispose Abby,in evidente imbarazzo. Diede un colpo alla tastiera,schiacciando i tasti a caso,e l'immagine scomparve.
Lo sguardo di Ziva la perforò; deglutì. Non sarebbe riuscita a mentire all'israeliana per più di trenta secondi.
"David! McGee! Vi volete sbrigare?!" li richiamò Gibbs,contrariato. I due scattarono. Abby tirò un sospiro di sollievo. Era salva.


Allora...immagino che tutti avrete intuito l'identità della "lei",giusto? XD
Ok...questo era il primo capitolo,e spero che vi sia piaciuto ;) Aspetto i vostri commenti! Che ne pensate di questa storia? a presto!
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: _matthew_