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Autore: Mahiv    21/08/2013    5 recensioni
Dean si lasciò cadere a pancia in giù sul materasso in un modo decisamente privo di grazia, rimbalzando un paio di volte. Dio, se era stanco.
Garth si era preso una settimana di ferie, fartufgliando qualcosa sulla fine del mondo e sul fatto che non poteva morire senza aver visto il Gran Canyon, per cui all'officina erano rimasti solo lui e Bobby.
Dean storse leggermente il naso, notando che il suo coprimaterasso aveva un odore strano. Aprì gli occhi, e vide le sue lenzuola sparse un po' ai piedi del letto, e un po' sul pavimento.
«Cas..?» Chiamò il suo coinquilino, leggermente titubante. «Ti sei fatto qualcuno nel mio letto?»
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Dean sbuffò, lanciando malamente il suo mazzo di chiavi sulla mensola dell'entrata, centrando l'anfora in ariglla spezzata a metà -una creazione del suo coinquilino finita male- che usavano come porta chiavi. Sentì vagamente una saluto provenire dal bagno, mentre lui puntava alla sua camenra da letto. Si lasciò cadere a pancia in giù sul materasso in un modo decisamente privo di grazia, rimbalzando un paio di volte. Dio, se era stanco.
Garth si era preso una settimana di ferie, farfugliando qualcosa sulla fine del mondo e sul fatto che non poteva morire senza aver visto il Gran Canyon, per cui all'officina erano rimasti solo lui e Bobby. Non avrebbe dovuto lamentarsi di avere molto lavoro da fare, più soldi da portare a casa, ma diavolo, sembrava che ogni dannato automobilista della città avesse deciso di far schiantare la sua macchina contro un palo, o un marciapiede, o di far esplodere il motore dal nulla, nella stessa giornata.
Dean storse leggermente il naso, notando che il suo copri materasso aveva un odore strano.
Copri materasso? Aprì gli occhi, e vide le sue lenzuola sparse un po' ai piedi del letto, e un po' sul pavimento.
«Cas..?» Cominciò, leggermente titubante. «Ti sei fatto qualcuno nel mio letto?»
Ci fu qualche momento di silenzio, poi la voce dell'artista gli giunse da qualche parte della casa.
«Dipende...In una scala da uno a dieci quanto saresti incazzato?»
Dean sollevò le sopracciglia, aprendo la bocca, non sapendo se per dire qualcosa o solo per shock. «Stai scherzando, vero?» Chiese retoricamente, anche se un po' sperava un una risposta affermativa.
«Eh..il mio letto era pieno di dipinti. Ma, hey, è stata solo una sveltina, niente di chè.» L'altro disse tranquillamente.
«Oh, certo, fantastico, niente di chè.» Borbottò il meccanico, mentre Castiel faceva capolino nel corridoio di fronte alla sua stanza con un'espressione un po' dispiaciuta.
«Oh andiamo, ti laverò le lenzuola, ti comprerò da bere, cucinerò io per una settimana per farmi perdonare per aver scopato Balthazar nel tuo letto.» Dean era sul punto di dire qualcosa come 'no, Cas, non importa' oppure 'non sopravviverei un'intera settimana, Cas', quandò si accigliò, e puntò i gomiti sul materasso per potersi voltare verso di lui.
«Era Balthazar? Cristo.» Scosse la testa, facendola ricarede in modo quasi melodrammatico sul cuscino.
«Perchè, cos'ha ha che non va?» Castiel chiese con tono confuso.
«Lo detesto.» Nel corridoio risuonò una leggera risata.
«Nah, è un bravo ragazzo. Molto intelligente, molto sexy. E potrebbe esser stato peggio, avrei potuto scopare Crowley nel tuo letto.»
Dean emise un mugolio di disgusto contro la stoffa nel cuscino. «Non farmici nemmeno pensare, potrei vomitare.» Sentì Castiel tornare nella sua stanza, probabilmente preparandosi ad uscire.
«Non ti preoccupare, lui mi ha scopato sul bancone della cucina.»
Silenzio.
«Cosa!?» Dean si voltò scattando a sedere.
«Tranquillo, non su quello dove cuciniamo.» Volle rassicurarlo Castiel. Perchè, sì, quella era una grande consolazione.
«Oh, certo, allora è perfetto!» Sbottò, lanciando un'occhiataccia al corridoio vuoto, sperando che il suo coinquilino la avvertisse dall'interno della sua stanza.
«Non capisco quale sia il problema.» Disse tranquillamente l'altro, e Dean potè giurare, che aveva fatto spallucce.
«Il problema è che mi dovrebbe andare bene che tu scopi nel nostro appartamento con ogni dannato tizio che incontri per strada. Ecco qual è il problema.»
La sua testa sbucò dalla sua stanza, guardando verso di lui con espressione un po' mortificata, come se avesse capito quanto la cosa lo disturbava. «Beh, posso...abbassare un po' i toni, se ti da fastidio.»
«Non mi da 'fastidio', Cas. Mi fa sentire di merda.» Spiegò con un tono stanco.
«Oh..Scusa. Non..non lo sapevo.» Castiel si susò in maniera esitante, corrugando le sopracciglia. Il meccanicò sbuffò, e si lasciò cadere all'indietro sul materasso, di nuovo.
«No, non- Scusami, fai quello che ti pare, non ho nessun diritto di dirti cosa fare.»
«Dean, è casa tua quanto è casa mia. Se faccio qualcosa che ti fa sentire a disagio..dimmelo.» Castiel percorse il corridoio che li separava, e si appoggiò con una spalla contro lo stipite della porta della sua camera da letto.
«Non sono a disagio, Cas. Davvero, lascia stare.» Dean gli sorrise leggermente, tentando di convincerlo a passare oltre i suoi sbalzi d'umore da quindicenne frustrato.
«Okay. Beh..se hai bisogno di me, sono all'Harvelle. Esco con questo tizio, Alistair.» L'artista ricambiò il sorriso e tornò nella sua stanza, uscendone una manciata di secondi più tardi con la sua giacca sotto braccio.
«Va bene.» Dean sospirò, voltandosi su un fianco. «Senti, davvero, non ho niente contro il tuo...vederti, con un sacco di gente. Seriamente, non è affar mio. Solo..non parlarne, okay? Non con me.»
Castiel corrugò le sopracciglia, guardandolo leggermente confuso per un momento, ma annuì.
«...Va bene. Non lo farò, promesso. Ci vediamo dopo?»
«Certo.» Disse chiudendo gli occhi. In realtà, era piuttosto sicuro che non si sarebbero visti fino al giorno seguente, dato che era abbastanza improbabile che lui fosse ancora sveglio quando Castiel sarebbe tornato.

Qualche ora dopo, il suo telefono squillò, facendo vibrare il cuscino sotto la sua testa in modo fastidiosamente scomodo. Dean mosse la mano alla cieca sotto il cuscino, cercando di afferrare il cellulare. Strizzò gli occhi, tentando di guardare lo schermo e la sua dannatissima luce abbagliante con i suoi occhi assonnati. Era un messaggio di Castiel.
'Puoi venirmi a prendere? Per favore?'
Dean sospirò, schiacciando la faccia contro il materasso con un grugnito assonnato. Guardò l'ora. Due e quaranta.
Meraviglioso, fra meno di quattro ore avrebbe dovuto svegliarsi per andare all'officina.
'Ok. Sei ancora all'Harvelle?' Inviò. Nel giro di una manciata di secondi il cellulare squillò di nuovo.
'No, sono in centro. Sui portici davanti alla piazza.' Dean corrugò le sopracciglia, leggendo il messaggio. Era parecchio lontano dal locale. Ma più vicino al loro appartamento, per cui tanto meglio.
Contò fino a tre per almeno quattro volte, cercando la forza di alzarsi, e quando riuscì a mettersi seduto ed ad accendere la luce del suo comodino, si accorse di essersi addormentato vestito. Beh, una cosa in meno da fare.
'Ok, dammi dieci minuti.'
Mise in tasca il suo cellulare e si alzò dal letto, stiracchiandosi e rabbrividendo leggermente.
Si infilò le scarpe, quel paio vecchio e bucato che proprio non si sentiva di buttare talmente era comodo, prese le chiavi, ed uscì di casa.
Durante il tragitto cercò di svegliarsi mettendo la sua stazione preferita ad alto volume, sbadigliando di tanto in tanto.
Non era particolarmente felice di andare a prendere il suo coinquilino, dato che probabilmente aveva appena fatto sesso con quell'Alistair, e sapeva che se Castiel glielo avesse chiesto in altre circostanze, andarlo a prendere non lo avrebbe disturbato.
Dopo qualche minuto fermò la macchina accanto ad un marciapiede, e riprese il telefono dalla tasca.
'Sono qui.'
Guardò fuori dal finestrino, e vide Castiel guardarsi intorno cercando l'Impala, per poi correre verso di lui e montare in macchina.
Dean non fece a tempo a salutarlo che il suo coinquilino stava già soffiando una raffica di parole, guardando davanti a sè. «Scusa lo so che avevo promesso di non parlare di queste cose ma posso per favore parlarti?» Chiese, mantenendo lo sguardo sulla strada vuota oltre il vetro.
«Uh..sì. Certo.» Dean rispose, corrugando leggermente le sopracciglia. «Cas, stai bene?»
Lui scosse la testa. «No. Alistair è un coglione.»
Dean si raddrizzò un poco sul sedile, abbandonando la posa da 'mi sono svegliato dieci minuti fa'. «Perchè? Cos'è successo?»
«Siamo andati a casa sua. A quel punto, avevo già capito che lui non era roba per me. Troppo inquietante. Troppo intenso.» Fece spallucce. «Ha cercato di forzarmi. Gli ho dato un calcio nelle palle e sono corso fuori. Ma Dio, che testa di cazzo.» Castiel disse tranquillamente, come se gli stesse raccontando di essere andato a fare una passeggiata.
Dean rimase a guardarlo per un po', senza dire una parola. Poi strinse la presa sul volante e guardò fuori dal finestrino, verso le vilette a schiera che circondavano la piazza. «Dove vive?»
Castiel doveva aver capito subito dove voleva andare a parare, perchè fermò immediatamente qualunque cosa stesse pensando. «Dean, no. Sto bene, davvero, guardami. Sono solo un po' scosso, ma sopravviverò.» Disse con una leggera risata, e fece un cenno verso la strada che portava al loro appartamento. «Possiamo tornare a casa ora?»
Dean si voltò a guardarlo, stringendo la mascella, ed avviò il motore dell'Iimpala. «Okay.» Disse sottovoce, dirigendosi al loro appartamento.
«Grazie per essere venuto. Non..mi andava molto di tornare a piedi.» Lui sospirò, poggiando la testa contro il finestrino.
«Non preoccuparti. Non ti avrei lasciato tornare da solo in ogni caso, se avessi saputo.» Disse annuendo leggermente, gli occhi sulla strada.
Castiel appoggiò la sua mano sopra la sua, sul cambio, in segno di ringraziamento.
«Solo..la prossima volta, per favore, cerca di conoscere meglio il tizio con cui vai a casa.»
L'artista sembrava noncurante mentre si stringeva nelle spalle.
«L'ho già fatto prima. L'ho fatto così tante volte. Questo è stato solo..un errore, davvero.»
Dean sospirò, scuotendo leggermente la testa. Perchè era lui quello più sconvolto? Perchè Castiel sembrava così incurante? «Uno sbaglio.» Mormorò, più a se stesso, in realtà.
Quell'uomo avrebbe potuto stuprarlo e per lui quello era solo uno sbaglio.
«Non giudicarmi, Dean.» L'artista disse con tono stanco, probabilmente notando la sua tensione, mentre la macchina si fermava.
«Non ti sto giudicando, Cas.» Negò Dean con un sospiro, spegnendo il motore. «Solo non capisco perchè tu lo faccia.» Aggiunse, uscendo dall'Impala. E, davvero, sapeva che un buon amico sarebbe rimasto al fianco di Castiel, dopo qualcosa del genere. Ma il suo comportamento, il modo in cui non gli importava, lo facevano solamente incazzare.
«Perchè faccio cosa? Perchè vado a letto con la gente?» Lui chiese, seguendolo velocemente.
«Tutto, Cas.» Rispose, aprendo la porta con il suo mazzo di chiavi. «Perchè sei così incosciente, perchè sei così incurante, perchè sembra che non ti importi.»
«Non sono incosciente. Mi piace scopare, è così terribile?» Sbottò. «Non sono cazzi tuoi quello che faccio, in ogni caso.»
Dean sospirò. «Sì, lo so. Per questo non volevo parlarne.» Mormorò entrando in casa.
«Vaffanculo, Dean. Non capisco perchè devi sempre comportarti come tu se fossi superiore e perfetto. E' perchè stai passando un periodo di siccità? Non credere che non sappia che anche tu scopavi qualcuno di diverso ogni giorno, non troppo tempo fa.» Castiel entrò nell'appartamento e chiuse la porta dietro di sè con un tonfo, chiaramente iniziando ad arrabbiarsi.
Il meccanico sospirò di nuovo, passandosi stancamente una mano sul volto. «Non è un 'periodo di siccità', Cas. Non mi va di scopare, tutto qui.» Si sfilò la giacca e la lanciò sulla sedia accanto all'entrata, dirigendosi verso la sua stanza. «Tornare da lavoro ogni giorno e sentire odore di sesso in tutta la casa è più che abbastanza.» Disse piattamente.
«Oh mi dispiace di scopare così tanto, Dean. Mi dispiace di essere una tale puttana.» Tuonò Castiel, dietro di lui, la sua voce tradusava sarcasmo.
«Cas, non ho detto..» Dean voltò verso di lui. «Non ho detto questo.» Disse lentamente.
«Non ce n'è stato bisogno.» Rispose l'altro, scuotendo la testa.
«Senti-» Il meccanico sbuffò, passandosi nervosamente una mano fra i capelli. «Come hai detto, non è affar mio. Puoi fare quel diavolo che ti pare.» Disse in modo più tranquillo.
«Fidati, Dean, farò quel diavolo che mi pare, e chi diavolo mi pare.» Ringhiò, guardandolo furioso.
Dean annuì, con un sorriso amaro. «Perchè no, così mi chiamerai di nuovo nel bel mezzo della notte per venirti a prendere.» Sbuffò una risata. «Ridicolo.» Mormorò, dandogli le spalle.
A quel punto, sapeva di averlo reso ancora più furioso, ma non gli importava. «Fottiti, Dean Winchester.» Per cui non fu poi troppo sorpreso, quando l'altro gli afferrò l'avambraccio per farlo voltare di nuovo verso di lui.
«Pensavo che quello fosse il tuo campo.» Dean ringhiò, strattonando il suo braccio per liberarlo dalla sua stretta. Non ricordava nemmeno più come avessero finito per litigare, o perchè stessero urlando quelle cose. Non si erano mai parlati così prima. Litigavano spesso, vero, ma nulla di serio, solo stupidi battibecchi da coinquilini.
Lo schiaffo che seguì avrebbe anche potuto arrivare lentamente, e Dean comunque non se lo sarebbe aspettato.
Si congelò sul posto, il volto girato verso destra a causa del colpo e gli occhi spalancati. Rimase immobile per qualche secondo, e potè sentire che il suo coinquilino fece lo stesso. Sentì la pelle bruciare, lì dove l'altro lo aveva colpito..beh, piuttosto violentemente. Strinse la mascella e si voltò lentamente verso Castiel, ma senza guardarlo negli occhi. «Buonanotte Castiel.» Mormorò piattamente, lasciando l'artista dov'era, nel bel mezzo del corridoio, ed andando verso la sua camera da letto, chiudendosi la porta dietro di lui.
«Dean! Aspetta, mi dispiace!» Lo sentì chiamare da oltre la porta. Bussò. «Dean, fammi entrare..Dio, scusami.»
Dean calciò via le sue scarpe, voleva solo tornare a letto e forzarsi a dormire. Si accigliò. Il letto dove Castiel aveva scopato Balthazar.
Il pensiero gli fece venire la nausea.
«Va' a dormire, Cas.» Disse piano, per non far trapelare dalla sua voce la sua stanchezza, sicuro che Castiel lo avrebbe sentito comunque.
«No, fammi entrare.» Bussò ancora. «Dean. Dean, per favore.»
«Fa' come ti pare.» Disse con un sospiro, togliendosi la maglietta, Era così fottutamente stanco, non aveva la forza di litigare ancora.
Castiel entrò, aprendo la porta lentamente e sbirciando con la testa prima di varcare la soglia, come se fosse spaventato che Dean potesse cominciare ad urlargli addosso da un momento all'altro. «Scusami, mi dispiace. Io...Dio.» Cominciò a dire non appena notò l'impronta rossastra della sua mano sulla guancia.
«E' tutto okay, Cas. Non morirò.» Dean disse tranquillamente mentre lanciava la sua maglietta da qualche parte sul pavimento, senza mai guardare direttamente il suo coinquilino. «Va' a dormire.» Ripetè.
L'altro gli si avvicinò, e poggiò la mano sulla sua guacia arrossata, in modo molto titubante. «Mi dispiace, non avrei dovuto..» A quel punto Dean incontrò i suoi occhi, ed il suo coinquilino dovette averci letto qualcosa, perchè il momento seguente aveva ritratto la mano come se si fosse scottato, ed aveva fatto un passo indietro.
«Io..ti lascio dormire, allora.» Disse Castiel, rompendo il contatto visivo e voltandosi per andarsene. Dean lo guardò mentre compiva il movimento. Ma sapeva, se lui avesse lasciato Castiel uscire da quella porta, qualcosa fra di loro sarebbe cambiato. Doveva solo decidere se lasciare che se ne andasse oppure no.
«Ti amo.» La sua voce fu inaspettatamente ferma, priva di tremolii o sfumature di sentimento. Un'affermazione, nulla di più.
Non lo aveva detto perchè sperava che Castiel lo ricambiasse, nulla del genere. Era abbastanza sicuro che il suo coinquilino non avesse mai amato nessuno in tutta la sua vita, per questo sentiva il bisogno di cambiare compagno quasi ogni giorno. Dopo i problemi avuti con la sua famiglia, Castiel non era mai riuscito a fidarsi di qualcuno a talpunto da innamorarsene, Dean pensava che semplicemente non ne fosse in grado.
Ma dopo quella lite, e dopo quello che si erano detti, Dean aveva solo bisogno che lui lo sapesse, e che non se ne andasse.
Servì allo scopo, perchè non appena quelle due parole lasciarono la sa bocca, Castiel si fermò come pietrificato.


   
 
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