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Autore: Blacky98    21/08/2013    3 recensioni
Ciao :)
Come proporrà il nostro amato capitano di sposarlo a Katie? Con tanta romanticheria ricordando il loro passato...
(Questa storia partecipa al contest "il sabato del villaggio" di Alyssia Black)
( Quinta classificata e vincitrice del premio Fluff al contest "Mi vuoi sposare?" di Fleur Dolohv _ valutato da Giuly V) spero di avervi incuriosito... ciao :)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Katie Bell, Oliver Wood/Baston, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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  • Nickname sul forum: Blacky98
  • Nickname su EFP: Blacky98
  • Titolo della storia: Will you marry me?
  • Genere: slice of life, fluff, romantico
  • Avvertimenti: nessuno
  • Rating: verde
  • Personaggi della prima lista: Oliver Baston, Katie Bell
  • Elemento della seconda lista: altre feste
  • Elemento della terza lista: San Mungo
  • Ambientazione temporale: dopo la Ⅱguerra magica
  • Introduzione: E se finalmente Oliver chiedesse a Katie di sposarlo? Come avverrebbe? Un momento romantico tra i due per un evento speciale contornato dai ricordi della loro non-storia e finalmente storia d’amore.  Questa storia partecipa al contest “Il sabato del villaggio” indetto  sul forum da Alyssia Black
  • Note dell’autore (eventuali ): Ciao a tutti  per questa storia mi sono ispirata alla sfortuna nera di Katie, ma essendo il tema portante del contest un momento di allegria; ho deciso che il loro momento di festa sarebbe stato il risveglio di Katie e la proposta di matrimonio di Oliver. Ho deciso di dilungarmi nella descrizione dei loro ricordi felici, perché credo che siano momenti di assoluta felicità e ti tirano su di morale. Spero di non essere stata banale… a presto

 

 

WILL YOU MARRY ME?

 

Continuo a guardarla, ad ammirarla eppure lei rimane lì, immobile nella sua perfetta bellezza.

Ormai sono passati mesi da quel maledetto giorno…

 

“… la battaglia infuriava attorno a me incessantemente, Harry Potter era morto ma noi proseguivamo a combattere senza sosta per difendere i nostri amici, le nostre famiglie e i nostri ideali. Ad un certo punto la vidi, stava combattendo contro Rodolphus Lestrange; tempo di rendermi conto di quello che avevo davanti agli occhi e tutto si mosse al rallentatore, era stata colpita e volava all’indietro; una rabbia ceca si impossessò di me e mi gettai all’inseguimento di quel bastardo. Non lo uccisi perché io non ero come lui e soprattutto perché volevo sapere come stava lei. Mi dissero che era più morta che viva, lo diventai anche io dopo quell’affermazione…”

 

Con quella maledizione è finito tutto, avevamo progettato di sposarci appena tutto si fosse calmato, di aver figli con i suoi bellissimi occhi verde smeraldo e con la mia stessa passione per il Quidditch, eppure insisto a sperare, a illudermi…

Passano ancora giorni, notti, settimane e io sono sempre accanto a lei, rigirandomi quell’anello tra le mani che comprai molto tempo fa sicuro di darglielo presto.

E’ trascorso ormai quasi un anno e sono qui al suo fianco a dormire, a immergermi nei ricordi fino a quando sento la sua mano stringermi un po’ più forte del dovuto e la sua voce celestiale pronunciare il mio nome: Oliver.

«Katie, sei sveglia finalmente! Quanto mi sei mancata!»   «Oliver, ti amo.»

I medimaghi accorrono immediatamente per effettuare i dovuti controlli mentre io mando lettere a tutti i parenti e conoscenti per informarli del miracolo avvenuto.

Dopo poco si materializza al San Mungo metà mondo magico, tutti per salutarla e portarle un po’ di sorriso, di rallegrare quella stanza che è stata la mia prigione fisica e mentale. I medici mi informano che non ha subito grossi danni e con un po’ di riabilitazione e riposo tornerà in forma come prima. Sono al settimo cielo…

Mi avvicino e gli sorrido dolcemente, non abbiamo bisogno di parole ora per esprimere il nostro amore, ci guardiamo e basta; «Oliver, ci stai facendo venire il diabete a tutti» « George, ma stare zitto un attimo no eh? Sei sempre il solito…» ma non mi offendo, mi ha aiutato moltissimo a superare la mia depressione cronica ed eccessiva, proprio come avrebbe fatto Katie, la mia piccola e dolce Katie.

Scivolano veloci i mesi seguenti, tra terapie e visite degli amici non mi rendo conto che un altro anno è passato e che fra una settimana sarà l’anniversario del suo risveglio; e ho in mente qualcosa di speciale per lei…

Mi accordo con George  e con l’ospedale per alcune cose e faccio un salto a casa nostra  per prendere alcuni oggetti, sperando che vada tutto bene.

E’ giunta la sera tanta attesa e come stabilito in precedenza la porto tranquillamente a fare una passeggiata nei giardini esterni dell’ospedale; è stanca ma curiosa della sorpresa annunciata soprattutto dopo che l’ho bendata.

Prima di parlare mi schiarisco più volte la voce e dopo aver preso un bel respiro, mi decido a parlare: «Amore, oggi ti sei risvegliata dopo un lunghissimo anno addormentata su un lettino e quindi volevo festeggiare insieme a te ricordando i momenti passati insieme…»

Mi sorride dolcemente e mi invita a proseguire con un cenno della mano mentre io mi perdevo nei meandri della mia mente. E’ ora. Le metto in mano una targhetta con inciso sopra Grifondoro…

 

 “… stavo salendo sull’espresso per iniziare il mio quarto anno* quando mi scontrai con una bambina che mi guardava con occhi impauriti, l’aiutai a rialzarsi in piedi, lei mi fece un bel sorriso per scusarsi e poi corse via inciampando nella sua divisa più volte. Sorridendo mi apprestai ad iniziare un nuovo anno…”

 

Appoggio tra le sue mani una scopa, la miniatura della sua fedele Tornado 11 e continuo il mio racconto…

 

“…All’inizio del quinto anno ci furono le selezioni per 2 cacciatori e un cercatore, quest’ultimo fu occupato da Harry senza fare il provino e un posto da cacciatrice da Alicia che era già una riserva. Quell’anno non si presentarono in molti e poi ti vidi che correvi, con in mano una scopa più grande di te, inciampando ad ogni due passi. Non volevo farti fare il provino perché eri esile e sfortunata, anzi sfigata; insomma come si fa a cadere ogni due passi?! Invece gli altri mi convinsero e rimasi stupito dalla tua abilità e leggerezza nell’afferrare la pluffa e schivare i bolidi: quello di cui avevo bisogno io…”

 

Intanto sostituisco la scopa con un tessuto morbido, è il suo vestito del Ballo del Ceppo…

 

“…la guardai, era bellissima, si era trasformata: dalla ragazzina alla meravigliosa ragazza davanti a me che mi chiedeva un ballo. Merlino, perché non l’avevo invitata prima io? Però presto ci unimmo al resto del gruppo e ci scatenammo fino a quando iniziarono a suonare un lento; ti invitai e con mano incerta ti afferrai la vita portandoti vicino al mio petto. Probabilmente non sentisti il battito accelerato del mio cuore. Quando finì tutto mi regalasti quei tuoi favolosi sorrisi, mi ringraziasti e te ne andasti con grazia prima di inciampare con i tacchi sull’orlo del tuo magnifico vestito. La tua risata cristallina si unì alla mia e quella degli altri attorno. Non volesti il mio aiuto e sempre sorridendo  ti sedesti come se nulla fosse. Quella notte non la dimenticai mai più. Quell’anno, siccome ci fu il Torneo Tremaghi fu concesso agli ex-allievi più meritevoli, che avevano fatto carriera in poco tempo, di tornare a Hogwarts per partecipare agli eventi più significativi, quasi sicuramente per pavoneggiarsi con le altre due scuole della propria bravura di istruire ragazzi. Eppure non capì mai perché non feci il primo passo con te Katie, era chiaro a tutti che mi piacevi ma niente…”

 

La faccio girare e le allaccio una collana antica; sorride e capisce…

 

“…mi ci volle una disgrazia, causata dalla tua sfiga permanente, per  farmi coraggio e compiere quello di cui non ero mai stato capace di ammettere con me stesso e con te. Stetti due mesi al tuo capezzale a pregare, a invocare che tu ti risvegliasti e finalmente accadde. Fu in una giornata nuvolosa, come le nuvole oscuravano il mio cuore; respiravi a fatica ma apristi gli occhi e mi sorridesti. Prima che i medici ti circondassero ti sussurrai   «Ti amo». Avesti  un attimo di sconcerto che fu presto sostituito da una gioia indescrivibile che ti si leggeva negli occhi… i mesi seguenti passarono velocemente con le visite settimanali che ti facevo ad Hogsmeade. Ero raggiante, come d’altronde tu, il mio piccolo raggio di sole nella tempesta… la scuola finì in modo inatteso con la morte del professor Silente; compresi subito cosa significava, eri una Nata Babbana e questo ti avrebbe messo in pericolo ma non volevo separarmi da te. Decidesti di nasconderti ma di continuare a combattere affianco all’ES di cui entrai a far parte anche io…”

 

Dolcemente accarezzo il suo viso e le faccio accarezzare un boccino, curiosa lo prende in mano e lo stringe fino a che non si apre: contemporaneamente le tolgo la benda dagli occhi e la fisso teneramente. La sorpresa sul tuo viso è lampante come lo è la tua gioia. Prendo fiato e inizio a parlare rompendo il momento di silenzio che si era creato tra noi. « Katie, non sono molto bravo con le parole però vorrei dirti una cosa.» faccio una pausa e poi riprendo: « Da quel giorno in cui mi scontrai con te sul treno, capì che mi saresti entrata dentro; e fu così, ogni giorno lontano da te mi distruggeva lentamente ed inesorabilmente, con la tua semplicità e allegria abbattesti il mio pessimismo cronico. Ecco, in questi due anni, ho capito che non posso vivere senza i tuoi occhi verdi, senza il tuo sorriso che ha il poter di riscaldare chi ti è attorno. Katie, vuoi sposarmi?»

Rimane senza parole, ma dopo quella che sembra un’ eternità sorridendo mi risponde:

« Ora, ieri, domani o fra dieci anni la mia risposta è e sempre sarà si. Ti amo. »

Con delicatezza le infilo l’anello e la stingo tra le mie braccia, non prima di aver posato un intenso ma leggero bacio sulle sue morbide labbra. Ma purtroppo quel momento non poteva rimanere tranquillo per molto tempo. Ecco apparire tutti i nostri amici seguiti da un vassoio svolazzante con sopra dei calici pieni di vino elfico. A quanto pare non è nel loro vocabolario il concetto privacy.

Ma senza di loro non saprei come fare.

« Ehy, Oliver, non vorrai festeggiare da solo questo giorno...e poi siete così carini insieme. Non vedo l’ora che vi sposiate.»  « Ehm, scommetto che voi avete tutto pronto per festeggiare.» « Si, tieni gli occhi aperti.»

Tutti iniziano a chiacchierare, a farci i complimenti. Sembra che non aspettassero altro; si, in fondo sono io il lento della compagnia. Mentre mi aggiro tra gli “invitati” osservo Katie che parla tranquillamente mostrando a tutti l’anello. Ok, devo dire che i miei amici hanno organizzato tutto bene ma sarebbe carino che questo momento lo passassimo insieme.

 

Passano un paio d’ore in cui ricordiamo i vecchi tempi, vengono addirittura mostrate le foto di Hogwarts su una specie di telo sventolante.

Ad un certo punto, sentiamo un botto provenire dall’alto e non riesco a credere a quello che vedo… magnifici fuochi d’artificio dei colori di Grifondoro con il mio e il nome di Katie che creano figure astratte nel cielo stellato. E’ un spettacolo incredibile e commovente. George ha fatto tutto questo per noi, dovrò ringraziarlo, visto che è andato oltre a quello che avevamo concordato ma per ora mi avvicino soltanto a lei e la stringo improvvisamente da dietro. Le sussurro in un orecchio in modo che nessuno senta: « Ti amerò qualunque cosa succeda, amore mio, per sempre.»

  
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