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Autore: DumbledoreFan    21/08/2013    14 recensioni
{College!AU}
La Gamma Alfa è sicuramente una confraternita di disordinati festaioli, dove si potrebbe essere più puliti e responsabili, ma anche se Chris si lamenta sempre, non lascerebbe i suoi confratelli per niente al mondo. Lì aveva Darren, il suo migliore amico (e cotta da una vita, ma questo non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura), e tutti i suoi altri inseparabili compagni di sventura: Dylan, Tyler, Harry, Louis, Niall, Posey, Zayn, Daniel, Liam, tutti membri di una confraternita in cui vige un equilibrio prestabilito e abbastanza solido. Ma riuscirà una semplice festa dei talenti organizzata dal presidente Hoechlin a spezzarlo e a cambiare le cose?
{Chris Colfer/Darren Criss; Harry Styles/Louis Tomlinson; Dylan O'Brien/Tyler Hoechlin}
{CROSSOVER MULTIFANDOM: Cast Glee, Cast Teen Wolf, One Direction}
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTENZE:
Questa FF non ha senso. O meglio, ce l'ha, ma è demenziale AHAHAHA E' nato tutto da un commento su Tumblr di qualcuno, che dopo i Teen Choice Awards, scrisse "vi immaginate Darren, i One Direction, e il Cast di Teen Wolf che dividono una stanza al college?". Beh letto questo la mia mente non c'ha pensato due secondi e ha cominciato a macchinare tanto furiosamente che non mi sono riuscita a fermare. Ho ovviamento aggiunto Chris, ed ecco cos'è venuto fuori.
Se qualcuno ha mai visto Greek, si accorgerà che la storia è visibilmente ispirata alla confraternita della Kappa Tau, io me li sono immaginati lì dentro e ho messo riferimenti molto precisi...perché beh io amo quel telefilm e amavo la Kappa Tau e loro sarebbero perfetti per starci dentro LOL
Spero di non uccidervi per la troppa demenzialità!
Enjoy!














We're not just brothers, right?












Tutte le mattine che Dio metteva in terra, e che Chris si svegliava in quella stanza disordinata, piena di resti indefiniti, e per scendere a fare colazione doveva farsi largo tra bicchieri accartocciati, poltiglie non ben identificate, e festoni colorati, il ragazzo si chiedeva come fosse possibile che avesse accettato di far parte di quella gabbia di matti.

Quando si era iscritto al college, entrare in una confraternita era l’ultimo dei suoi pensieri, un’idea che non gli era passata nemmeno nell’anticamera del cervello. Chris voleva studiare economia, continuare con i suoi provini per tentare di sfondare e fare della sua più grande passione un lavoro, e soprattutto stare tranquillo. Gli anni del liceo erano stati duri, e lui voleva solo ricominciare da zero, in totale serenità, cercare qualche amico sincero che condivideva le sue passioni, e tirare avanti. Ma questi non erano certo i piani di Darren.

Già. Darren Criss, il suo migliore, e praticamente unico amico del liceo.

Chris e Darren si erano conosciuti nel coro della scuola, e nonostante i due fossero caratterialmente molto diversi, la chimica tra loro era stata innegabile e tangibile dal primo momento in cui si erano incontrati; in più i due condividevano un’infinità di passioni. Perciò poco importava che Darren fosse popolare, bravo a scuola, sapesse suonare praticamente tutti gli strumenti esistenti, e fosse anche sportivo; poco importava che fosse l’animale più socievole del mondo, assurdamente carismatico, sempre iperattivo e decisamente impulsivo, lui e Chris sembravano perfetti l’uno per l’altro. E Chris era molto sicuro di aver avuto la cotta più imbarazzante della storia per Darren (e in realtà ce l’aveva ancora, ma si considerava troppo maturo e cresciuto per ammetterlo).

Dare in quegli anni aveva condiviso tutto con lui, aveva fatto le maratone di film con lui, l’aveva accompagnato a fare le file davanti ai negozi all’uscita di nuovi videogiochi, aveva fatto i cosplay di Star Wars con lui, insomma Darren c’era sempre, per qualunque cosa. Era stata la prima persona al mondo a leggere qualcosa che aveva scritto, e la prima persona a cui aveva detto ad alta voce “sono gay”. Ed erano inseparabili.

Tanto inseparabili, che avevano deciso di andare al college insieme, ma a quanto pareva lo shock di Darren nel sapere che non solo non sarebbero stati in camera insieme, ma nemmeno nello stesso dormitorio dato che facevano due corsi completamente differenti, era stato tale che pochi giorni dopo il loro arrivo aveva fatto irruzione in camera sua sbraitando “dobbiamo entrare in una confraternita!”. E Chris aveva provato in tutti i modi a dirgli di no, ma la verità era che…non riusciva a dire di no a Darren. Quindi aveva fatto il reclutamento con lui, e avevano visitato insieme alle altre matricole interessate tutte le confraternite del campus. C’era quella dei patiti di sport, quella dei figli di papà, quella dei nerd a cui Chris era stato seriamente interessato, e poi…beh poi c’era l’ultima confraternita del giro. Quando erano entrati l’ingresso era buio e vuoto, e dall’alto delle scale un ragazzo dai tratti un po’ arabi e l’aria tenebrosa aveva fatto cadere un’ascia che si era conficcata nel parquet. A quel punto era sceso, e aveva detto a tutti quelli che avevano sentito parlare del loro metodo di reclutamento di andarsene immediatamente. I coraggiosi che erano rimasti, tra cui Darren e Chris, furono poi scortati sul retro, dove a discapito delle regole, si stava tenendo una delle feste più grandi che il ragazzo aveva mai visto.

Quella notte, Chris si guadagnò l’invito a quella confraternita grazie alla sbronza più grande che si era mai preso, che lo aveva aiutato nel formulare la cospirazione sulla sua diretta discendenza al trono inglese, e naturalmente il soprannome di “Sua Maestà”.

Chris e Darren erano quindi entrati a far parte della Gamma Alfa senza praticamente esitazione, o almeno da parte del moro, il quale aveva lasciato l’altro senza possibilità di scelta, e i due amici erano stati accolti da quella famiglia di pazzi. E nonostante il fatto che tutte le mattine Chris si lamentasse del disordine, dello sporco, del vomito o quant’altro, sapeva che non avrebbe potuto più fare a meno dei suoi fratelli, per quanto squilibrati fossero.

E a proposito di squilibrati, Chris arrivando davanti alle scale che lo avrebbero portato giù si dovette fermare perché queste erano completamente occupate da Posey e Niall che stavano facendo una gara di slittino, frantumandosi uno dopo l’altro contro la porta d’ingresso.

“Ragazzi non è stagione per lo slittino, dai fatemi passare” borbottò Chris facendosi largo tra gli altri fratelli che stavano assistendo alla sfida.

“Ehi ehi Maestà, dov’è Frodo? Aveva detto che voleva partecipare!” disse Tyler P. mentre si spostava per far scendere l’altro.

Chris sollevò gli occhi al cielo, per niente stupito del fatto che anche Darren fosse coinvolto in una cosa del genere.

“Non ne ho idea, in camera non c’era, forse è andato a procacciarsi del cibo” rispose scendendo i gradini attento a non inciampare in qualche bottiglia vuota. Chris entrò in salotto, dove Daniel e Liam stavano giocando a Quidditch Pong, una versione avanzata del birra pong inventata in una serata particolarmente creativa e piena d’alcohol da lui e Darren, in cui invece che da sopra la rete, la pallina doveva passare in mezzo ad uno dei tre anelli posizionati al centro, e si poteva tirare “bolidi” (ovvero palline da tennis) all’avversario. Sdraiato sul divano con i visibili postumi di una sbronza c’era Zayn, e Chris con un gesto del tutto spontaneo allungò una mano sul suo collo per controllare che fosse ancora vivo, non una cosa troppo scontata dopo una serata nella loro confraternita. Assicuratosi che Zayn stesse ancora respirando, Chris alzò lo sguardo verso il tavolo da biliardo e adocchiò Darren e Dylan che mangiavano delle uova strapazzate dallo stesso piatto e ridacchiavano di chissà cosa.

“Ehi” li salutò Chris una volta raggiunti, e i due ragazzi risposero all’unisono alzando lo sguardo dal piatto a lui.

“Darren, Jaw e Nando’s ti stavano cercando per la gara di slittino sulle scale” gli disse prima di fregargli la forchetta e mangiare un po’ di uova.

“Sì li raggiungo quando ho fatto” rispose aprendo poi la bocca come un uccellino, e Chris alzò gli occhi al cielo prima di imboccarlo.

“Abbiamo finito di nuovo le stoviglie vero?” domandò esasperato, e i due ragazzi annuirono colpevoli. Possibile che la loro lavastoviglie fosse ancora rotta dopo tutto quel tempo?

“Ragazziii riunione fra dieci minuti, qualcuno rianimi Mirror! JAW, NANDO’S, BASTA CON LO SLITTINO!”

La voce di Tyler Hoechlin, presidente della confraternita, riecheggiò in tutta la stanza, e Chris sospirò appena, cedendo nuovamente la forchetta a Darren per andare a svegliare Zayn.
Dieci minuti dopo tutti i ragazzi, eccetto il gruppo delle matricole, erano riuniti in salotto, ammucchiati sui divani o per terra, e Chris si concesse qualche attimo di distrazione per osservare i suoi fratelli.

Seduto accanto a lui c’era ovviamente Darren, detto Frodo. Tutti nella confraternita avevano un soprannome, gli veniva dato o subito o durante il periodo in cui erano matricole. Darren, come lui del resto, si era guadagnato il suo nomignolo durante la festa del reclutamento, in cui ubriaco marcio aveva cominciato a blaterare parole in elfico, e qualcuno aveva giustamente notato che più che un elfo, sembrava un hobbit.

Di fianco a Darren c’era Niall, il biondino soprannominato Nando’s per la sua ossessione per il cibo, e in particolare per il pollo piccante, un tipo dolce quanto gli snack che si portava sempre dietro, e il suo compagno preferito di maratone di film romantici. Accanto a lui, Tyler Posey, detto Jaw per…beh, evidenti motivi. Tyler aveva la mascella più strana che avesse mai visto, era storta, e doveva ammettere che a volte non riusciva a concentrarsi su quello che diceva perché si incantava a fissarla; Tyler era il capo delle matricole ed era il giullare della confraternita, quello che se ne usciva sempre con le idee più folli e distruttive.

Nel divano di fronte a loro c’era Liam, detto Spoon per la sua assurda paura dei cucchiai che tutti stavano ancora studiando. Liam era una delle poche menti ancora sane in quel gruppo, o forse semplicemente quello con un minimo di controllo, l’unico che quando qualcuno proponeva di fare bungijumping dal tetto della confraternita, alzava la mano e diceva “Ragazzi ma non vi sembra pericoloso?”. Di fianco a Liam era seduto Zayn, il ragazzo di origini pakistane che si occupava del reclutamento, soprannominato Mirror per la sua incondizionata passione per gli specchi, o meglio per il suo riflesso. Zayn aveva l’aria da bello e tenebroso e cercava sempre ad atteggiarsi da ragazzaccio, ma tutti sapevano che in realtà aveva un cuore d’oro, anche se cercava di non darlo a vedere. 

Dall’altro lato del divano, seduti appiccicati che si parlavano a voce bassissima, sussurrandosi di tanto in tanto all’orecchio, c’erano Harry e Louis.
Harry era soprannominato Sweetcheeks, anche lui come Tyler per ovvi motivi, ovvero le guance più carine che si fossero mai viste sulla faccia della terra, che venivano continuamente pizzicate da tutti i confratelli. Harry era stato preso insieme a Chris e Darren, i tre si erano conosciuti la sera del reclutamento e Chris si ricordava benissimo che Harry gli aveva detto che c’era una sola confraternita in cui voleva entrare, per stare insieme ad un ragazzo che conosceva di nome Louis.

Questi era un ragazzo dai grandi occhi celesti soprannominato Donnie Soldier, dal nome del posto da cui veniva, ed era stato colui che aveva trasformato metà del giardino della confraternita in un campo da calcio per giocare quanto voleva, e praticamente umiliare ogni persona che decideva di sfidarlo. Harry e Louis erano alcuni dei suoi preferiti nella confraternita, era piacevole scherzare con loro, erano dolcissimi e si perdeva a canticchiare insieme ai due, che lo seguivano sempre se decideva di cominciare a cantare dal nulla, ma Chris si sentiva come se non li conoscesse davvero, o meglio come se non potesse. Harry e Louis erano inseparabili, e non inseparabili come lui e Darren, ma letteralmente, cioè che non riuscivi a trovare l’uno senza l’altro, mai, e soprattutto, quando li vedevi insieme sembrava come se fossero immersi in una bolla inaccessibile in cui c’erano solo loro due e nessun altro, come se il mondo intero si riducesse esclusivamente a loro. Potevi provare a parlarci, a passarci del tempo insieme, ma era impossibile scrollarsi di dosso la sensazione che ti stessi perdendo qualcosa, come se stessi guardando una scena con un occhio chiuso e non riuscissi ad aprirli entrambi.

Harry e Louis erano invalicabili, come se fossero un unico ente, come se custodissero gelosamente una cosa solo loro e non lasciavano entrare davvero nessuno. Era opprimente guardarli insieme, erano così intimi tra di loro che ti sentivi a disagio ad osservarli per troppo tempo, come se li stessi spiando da una serratura.
Harry e Louis giuravano di non stare insieme, ma nessuno gli credeva. Un giorno Hoechlin li aveva anche presi da parte e parlato seriamente del fatto che non dovevano vergognarsi, che li avrebbero tutti accettati e amati, che essere gay era assolutamente normale e se c’era qualcuno di cui potevano fidarsi ed essere certi di avere supporto, erano proprio i confratelli. Ma loro avevano assicurato che non c’era niente del genere, che erano solo migliori amici, e dopo qualche battutaccia di Louis avevano addirittura smesso di prenderli in giro o scherzarci, dato che tutti riuscivano a percepire che c’era qualcosa su cui non si poteva di certo fare dell’ironia.

Chris spostò lo sguardo da loro e Daniel, seduto per terra lì davanti con le gambe incrociate e i ricci ancora spettinati dalla sera precedente. Daniel veniva semplicemente chiamato Straniero, perché era inglese e veniva costantemente preso in giro per il suo accento, addirittura spesso fingevano di non capirlo proprio.
Invece, seduto davanti alla sedia alta riservata al presidente della confraternita, appoggiato alle gambe di Hoechlin, c’era Dylan, soprannominato Sarc, che era semplicemente l’abbreviazione di “sarcasmo”, la sua più grande difesa, a sua detta. Dylan era divertente fino a livelli disumani, era fatto letteralmente di ironia, condita da una bella quantità di intelligenza nerd, adorabilità, e bell’aspetto che lo rendevano irresistibile. Chris e Dylan al primo anno avevano avuto una tresca, perché chiamarla storia era davvero troppo, considerando che era cominciata con loro che litigando su qualche dettaglio insignificante di Star Wars e magicamente si erano ritrovati nudi nel letto di Chris. E oltre quello non erano mai andati, anche perché Chris aveva già qualcuno al suo fianco con cui condividere tutto, ed era Darren. Andare in fumetteria con Dylan, guardare Harry Potter con lui, o tutte cose simili, gli sembravano un…tradimento? E quindi anche il sesso poi aveva perso attrattiva (no, Chris non ammetteva a sé stesso che stando con Dylan, in qualunque caso, pensasse a Darren, perché lui NON aveva una cotta per Darren, punto e basta). In più neanche Hoechlin sembrava molto contento all’idea di dividere Dylan con qualcun altro.

Tyler Hoechlin era il presidente della Gamma Alfa, nessuno sapeva quanti anni avesse di preciso dato che era lì da un po’ e ne dimostrava 35, “nel migliore dei modi” come diceva sempre Dylan. Infatti Tyler era ridicolosamente bello, con un sorriso che poteva illuminare una stanza intera, degli occhi azzurri che potevano trascinarti negli abissi, e un fisico da far morire di invidia ogni modello di Abercrombie del mondo. A discapito però dall’aria tenebrosa a cui contribuivano i capelli corvini, la barba un po’ incolta, e lo spasmodico amore per le giacche di pelle, Tyler era la persona più socievole, scherzosa, alla mano, cazzona e disponibile che conoscesse. Il suo sogno era fare l’attore o il presidente della Gamma Alfa per sempre, e il suo soprannome era Sourwolf. L’origine di questo nome partiva da delle leggende in cui si diceva che Tyler fosse arrivato alla festa di reclutamento con un cappello peloso a forma di lupo e con una barba abbastanza folta, quindi “wolf”, a cui era stato aggiunto l’appellativo “inacidito” perché quando era ubriaco era incredibilmente insofferente, rispondeva male a tutti, non si faceva toccare e metteva su un broncio degno di un bambino di tre anni. L’unico che riusciva a domarlo, e a strappargli addirittura un sorriso in quelle occasioni, era Dylan.

Anche tra i due c’era un rapporto molto strano, un misto tra quello che c’era tra Chris e Darren, e quello che c’era tra Louis e Harry.
In pratica si gravitavano intorno come lo facevano Chris e Darren, senza essere costantemente appiccicati, ma tra i due c’era quell’energia invisibile e sensibile come tra due calamite, e anche senza essere evidente e lampante, Dylan e Tyler si orbitavano intorno come se non potessero farne a meno. Passavano le nottate a giocare ai videogiochi, andavano al cinema insieme, condividevano un sacco di interessi, insomma sarebbero sembrati i perfetti e normali miglior amici, in fondo Dylan era anche il fratellino di Tyler, il suo preferito e il suo protetto. Ma c’era un modo in cui si toccavano, in cui si guardavo, in cui si sorridevano, questa specie di filo rosso che li univa, quella sensazione che avevi se parlavi con uno che ti faceva aspettare di vedere l’altro spuntare dal nulla e mettersi al suo fianco, che li faceva sembrare Louis e Harry. Che li faceva sembrare più che migliori amici, più che fratelli.

Hoechlin batté con il martelletto sul bracciolo della sedia per richiamare l’attenzione di tutti i presenti.

“Bene, come sapete tutti, l’ordine del giorno è la festa dei talenti. Le matricole allestiranno il palco e tutto il necessario, ma ho bisogno di un paio di persone fidate che sistemino come si deve la capanna dell’amore, dato che quello è il premio: Maestà, Dylan, ci pensate voi?”

Ah, un’altra cosa degna di nota: Dylan era l’unico in tutta la confraternita che Tyler chiamava per nome.

“Certo, nessun problema” acconsentì Chris che poi si scambiò un sorriso con Dylan. Nonostante il passato da…scopamici? Non c’era mai stato imbarazzo tra loro due, anzi lui rimaneva comunque la sua persona preferita con cui passare del tempo nella confraternita. Dopo Darren.

“Spoon, tu che sei una persona seria, controlla per favore che le matricole non facciano disastri, e se c’è bisogno dai una mano a Sua Maestà e a Dylan nella capanna, ok?” continuò Tyler indicando Liam con un dito, il quale annuì all’istante.

“Ok, perfetto, poi…Mirror, Frodo, ho bisogno dei vostri bei faccini e del vostro imbarazzante charme per andare in giro a distribuire i volantini sulla festa e cercare di convincere più persone possibili a venire, specialmente ragazze, intesi?”
Zayn e Darren alzarono entrambi il pollice in un cenno d’assenso.

“Perché non vai anche tu con loro? Convinceresti l’intero campus” suggerì Dylan buttando la testa indietro per guardare Tyler dal basso, il quale si sporse per posargli una mano sulla spalla e gli sorrise vagamente malizioso.

“Perché io mi devo occupare delle cose davvero serie, ovvero andare a prendere l’alcohol: Straniero, Nando’s e Sweetcheeks con me oggi pomeriggio, andiamo con il pick-up!” rispose Hoechlin spostando poi lo sguardo verso i ragazzi che aveva nominato.

“Posso venire anche io?” domandò all’istante Louis alzando la mano che non era saldamente ancorata al ginocchio di Harry, e Tyler alzò gli occhi al cielo.

“Già, dimenticavo l’offerta prendi uno e l’altro è in omaggio…certo Donnie, vieni anche tu. Jaw, invece da te ho bisogno che raggruppi tre o quattro matricole e che andiate a prendere il cibo, i bicchieri e i piatti, va bene?”

“Nessun problema capo” acconsentì Posey all’istante.

“Magnifico. Ricordo a tutti che la quota per partecipare alla gara sono 10 dollari, e che chi ha bisogno di una scenografia speciale se la deve fornire da solo, quindi Nando’s se vuoi fare davvero il numero in cui mangi più hot-dog possibili in un minuto, quelli devi procurarteli da solo, intesi?” concluse Tyler puntando un indice verso Niall, il quale annuì vagamente sconsolato.

“Perfetto, la seduta è sciolta, tornate tutti a fare quello che stavate facendo, tranne lo Straniero e Spoon, perché adesso a Quidditch Pong ci giochiamo io e Dylan!”


*

 
Chris si appoggiò stremato allo stipite della porta che dava sul giardino, e allungò una mano stancamente quando Dylan gli porse una bottiglietta d’acqua. Pulire e sistemare la capanna era stato decisamente faticoso, ma il risultato era davvero soddisfacente e romantico, abbastanza da convincere le persone a provare a partecipare. O almeno speravano.

Il palco era finito, e alcuni ragazzi della confraternita stavano già facendo qualche prova per gli spazi: Zayn, che era appena tornato dal giro di pubblicità per la festa, stava chiedendo ad un paio di matricole se era possibile aggiungere una passerella che arrivava fino a metà giardino.

“Che intenzioni ha Mirror?” domandò Chris confuso, bevendo poi un sorso d’acqua.

“Vuole fare una sfilata in biancheria…cioè in realtà una specie di spogliarello” rispose Dylan, e Chris rischiò di affogarsi.

“Sei serio? Dio lo benedica per tutta questa confidenza” commentò quest’ultimo ridacchiando.

“Avevo proposto a Tyler di unirsi a lui, ma non ha voluto” replicò Dylan quasi tra sé e sé, beccandosi un’occhiatina divertita da Chris.

“Invece che farà?” chiese curioso quest’ultimo.

“Faremo insieme un numero da ventriloquo. Io faccio il pupazzo” ribatté Dylan facendogli l’occhiolino, e Chris sollevò un sopracciglio confuso, senza però smettere di sorridere. Proprio in quel momento Tyler si materializzò da un punto indefinito del giardino e si diresse velocemente verso di loro.

“Dylan vieni con me” disse semplicemente, e senza preoccuparsi della risposta afferrò il ragazzo per un braccio e lo trascinò dentro. Dylan si girò per salutare Chris con la mano e questi rise di gusto, prima che davanti a lui comparisse Darren, raggiante come sempre.

“Ehi…ti va dopo di fare un paio di prove? So che la canzone la sei a memoria, ma magari per vedere due passi di coreografia o una cosa del genere” fece Darren appoggiandosi accanto a lui, e Chris annuì all’istante.

“Certo, te lo volevo chiedere io! Abbiamo lo stereo in camera vero? Così non roviniamo l’effetto sorpresa. Poi quella canzone va assolutamente provata” rispose l’altro sogghignando.

“Uh cantate anche voi?”
I due ragazzi si voltarono contemporaneamente verso Harry, il quale era appena arrivato dal salotto e li aveva raggiunti sulla porta.

“Sì, anche tu?” rispose Chris allegro. Adorava sentirlo cantare.

“Sì, io e Louis facciamo un duetto” rispose Harry cercando di nascondere un sorriso, senza molto successo.

“Oh ma questo allora è un diva-off! Riusciremo ad essere più bravi dei Larry?” esclamò Darren cingendo le spalle di Chris con un braccio e tirandoselo un po’ verso di sé.
Larry era il modo con cui di solito chiamavano Harry e Louis, per essere più brevi, tanto erano comunque sempre insieme e quindi era inutile perdere tempo a dire entrambi i nomi tutte le volte.

“Beh la nostra performance può decisamente tenergli testa” rispose Chris girando completamente il viso per fronteggiare Darren, a neanche una spanna da lui, e i due si scambiarono un sorriso complice.

Non sapeva bene come, ma il sorriso di Darren riusciva a riempirgli il cuore come poche altre cose al mondo.

“Comunque, stavo pensando…perché voi cinque non avete cantato insieme? D’altronde siete una band, no?” chiese Darren girandosi di nuovo a guardare Harry.

“Ci avevamo pensato sinceramente, ma dividere il premio in cinque ci sembrava abbastanza inutile…poi considerando tutti i provini falliti, non penso che cantare alla confraternita possa cambiare le cose” rispose quest’ultimo con una nota di amarezza nella voce, e Chris sospirò appena, poggiandogli poi una mano sulla spalla per consolarlo.

“Dai non ci pensare, e soprattutto non smettete mai di provarci ragazzi. Cosa vi dico sempre?” disse cercando di spronarlo. Harry sorrise sommessamente.

“Che non esistono sogni irrealizzabili, solo sognatori che hanno smesso di provarci” rispose già con espressione più allegra.

“Chi lo sa, magari tra pochi anni sarete la boyband più famosa del mondo, e milioni di ragazzine impazziranno per…ehi, com’è che vi fate chiamare?” chiese Darren aggrottando appena la fronte, e Harry sogghignò.

“One Direction”

Darren arricciò appena la bocca.

“No ok forse questo dovete cambiarlo, non diventerete mai famosi con un nome del genere”

*
 
Il giardino della Gamma Alfa era colmo di persone, evidentemente la propaganda di Darren e Zayn aveva funzionato alla perfezione, e infatti Hoechlin girava per il giardino già con il vestito per il suo numero e con una delle espressioni più soddisfatte che gli avesse mai visto in faccia.

Chris si guardò intorno per cercare di scovare Darren, mancava ancora un bel po’ al loro turno, ma sempre meglio non perderlo troppo di vista. Nel cercarlo però avvistò Dylan, e questi gli fece un cenno prima di afferrare un bicchiere rosso da una matricola e raggiungerlo.

“Grazie” disse Chris prendendo il bicchiere dalle sue mani, per poi fare un brindisi con l’amico.

“I nostri due frontman hanno fatto davvero un bel lavoro, guarda lì quanta gente” commentò Dylan girando su sé stesso per avere la visuale di tutto il cortile.

“E’ praticamente sold out, e abbiamo anche raccimolato un sacco di partecipanti! Forse con le quote riusciremo finalmente a comprarci la lavastoviglie nuova…io vi voglio bene ragazzi e non ho problemi a condividere tutto con voi, ma mi manca avere un piatto tutto mio” rispose Chris con tono malinconico, facendo ridacchiare l’altro.

“Oh non ci sperare, prima ho sentito Tyler che parlava con lo Straniero e Nando’s di comprare una piscina di quelle da montare in giardino, per riempirla di birra alle feste e farci il bagno” ribatté Dylan smontando l’amico.

Se fossero stati in un cartone animato, probabilmente a Chris sarebbero cadute non solo le braccia, ma si sarebbe del tutto smontato. Dylan scoppiò a ridere di gusto e poggiò una mano sulla schiena di Chris.

“Ah, ma che ci facciamo io e te qui?” commentò il ragazzo senza smettere di ridere, coinvolgendo per un attimo anche l’altro, che però dopo pochi istanti si rimise a cercare fra la folla.
Finalmente adocchiò Darren, davanti al bancone delle bevute con Tyler, e sorrise appena, indicandoli poi con il dito.

“Ecco che ci facciamo qui” disse semplicemente, scambiando con Dylan uno sguardo che diceva tutto, anche quello che nessuno dei due avrebbe voluto sentirsi dire. Fu una strana confessione per entrambi, ma in quel momento si sentirono per la prima volta in grado di mostrare una parte che cercavano così fortemente di reprimere. E Dio se era piacevole, per una volta, lasciare andare quel peso ed essere sinceri, non solo con qualcun altro, ma anche con se stessi. Dylan sorrise arreso e annuì mestamente, senza nemmeno provare a ribattere, poi si allontanò un po’ da Chris, giusto in tempo per vedere correre verso di lui una rossa familiare.

“Holland!” esclamò Dylan un attimo prima che la ragazza gli buttasse le braccia al collo.

“Ciao dolcezza!” rispose lei abbracciandolo per qualche secondo, per poi staccarsi e sporgersi verso Chris.

“Ehi bellissima” la salutò quest’ultimo stringendola a sua volta, e lei gli posò un bacio sulla guancia.

“Ciao angelo, dov’è la tua dolce metà?” domandò Holland ironica e un po’ sorpresa di non vedere Darren nei paraggi.

“Ma sono proprio qui”

Da dietro la rossa spuntò Colton, vestito di tutto punto come al solito, senza un solo capello fuori posto o un solo indumento che non fosse coordinato, il quale abbassò quanto bastava il capo per fare un leggero baciamano a Chris, che ridacchiò esasperato.

“Colton ti darai mai per vinto?” mugugnò Dylan divertito, alzando gli occhi al cielo.

“Un vero sognatore non si arrende mai” rispose il ragazzo facendo l’occhiolino a Chris, e lui scosse il capo continuando a sorridere.

“Magari se ti fossi unito alla nostra confraternita avresti avuto più possibilità” ribatté Dylan incrociando le braccia al petto, facendo sbuffare Colton.

“Sono quasi tre anni e ancora mi fa pesare che non sono entrato in questa confraternita” replicò indicandolo esasperato.

“Che poi sarebbe stata la confraternita perfetta per te, si chiama Gamma Alfa Iupsilon! Traduci in lettere latine” commentò Holland sogghignando.

“Certo che te la faccio ancora pesare, sei stato l’unico ad abbandonarci!” esclamò offeso Dylan, mettendo praticamente il broncio.

“Abbandonati, ma se sono sempre qua! E poi lo sai che non avrei mai potuto vivere qui, ma mi hai visto bene?! Io sono un maniaco dell’ordine e dello stile, e voi vivete come barboni! Sarei impazzito dopo un giorno!” rispose Colton aprendo le mani, mentre l’altro sollevava il mento altezzoso.

“Dio ho sentito questa discussione talmente tante volte che potrei vomitare” commentò Holland facendo ridere Chris.

L’amichevole faida venne interrotta del tutto quando sul palco salì Tyler per annunciare ufficialmente l’inizio della competizione. Ci fu un applauso entusiasta e il primo concorrente salì sul palco, mentre i primi confratelli a esibirsi, dopo un paio di estranei, furono Harry e Louis. Quest’ultimo portava con sé una tastiera, che sistemò abbastanza decentrata sul palco, e nel mezzo si posizionò Harry.

“Buona sera, noi siamo Harry e Louis, e canteremo una canzone che abbiamo scritto insieme” si presentò il più giovane, sistemando l’asta del microfono.

“C’è qualcosa che quei due non fanno insieme?” domandò Holland ironica.

“Io invece ho in mente un sacco di cose che farei insieme a quei due” commentò malizioso Colton, facendo scorrere la lingua sul labbro inferiore e beccandosi una gomitata da Dylan.

“Ehi, è dei miei confratelli che stai parlando!” lo sgridò protettivo.

“I tuoi deliziosi confratelli” insistette Colton facendo scorrere lo sguardo fra i due ragazzi sul palco.

Da qualche secondo Louis aveva cominciato a suonare, e si scambiò uno sguardo d’assenso con Harry prima che questi, in piedi al centro del palco, con lo sguardo rivolto al pubblico, cominciasse a cantare.

“People say we shouldn’t be together…too young, to know about forever. But I say, they don’t know what they’re ta-talking about…”

A quel punto, fu Louis a entrare nella canzone, senza ovviamente smettere di suonare.

“This love is only getting stronger, so I don’t wanna wait any longer…I just wanna tell the world that you’re miiine…”

Louis e Harry incrociarono per la prima volta lo sguardo, e iniziarono a cantare il ritornello insieme.

“They don’t know about the things we do, they don’t know about the I love you’s…but I bet if they only knew, they would just be jealous of us! They don’t know about the up all night’s, they don’t know I waited all my life, just to find a love that feels this right…baby they don’t know about, they don’t know about us”

Louis aveva lo sguardo fisso sulla tastiera, mentre Harry lo faceva scorrere su tutto il pubblico, e forse per chi non li conosceva poteva passare inosservato, ma i loro fratelli si accorsero benissimo che si stavano fisicamente sforzando per non incrociare lo sguardo. Harry e Louis si intervallarono in un altro paio di versi prima di unirsi di nuovo a cantare il ritornello, concedendosi questa volta di incrociare di tanto in tanto lo sguardo, o meglio, provando a guardare l’altro senza farsi notare, ma appena i loro occhi si incontravano loro cercavano di distoglierli il prima possibile.

“They don’t know how speciel you are…they don’t what you’ve done to my heart. They can say everything they want, ‘cause they don’t know about us…”

Dopo quell’ultimo pezzo però Louis cedette, e si voltò completamente verso Harry per cantare il suo verso.

“They don’t know what we do best, it’s between me and you, our little secret”

Gli occhi di Harry parvero illuminarsi di colpo, così come il leggero sorriso che fece capolino fra le sue labbra. Per la prima volta l’espressione di entrambi non era frenata e concentrata, la fatica sparì dai loro volti che diventarono più limpidi, più…felici. Harry parve mentalmente mandare al diavolo tutto, e togliendo il microfono dall’asta si avviò a grandi passi verso Louis.

“But I wanna tell ‘em, I wanna tell the world that you’re miiine…”

Harry si mise accanto a Louis, poggiandogli una mano sulla schiena, e guardandolo direttamente negli occhi, prima di cominciare a cantare il ritornello insieme a lui, questa volta senza distogliere lo sguardo l’uno dall’altro.

“They don’t know about the things we do, they don’t know about the I love you’s…but I bet if they only knew, they would just be jealous of us! They don’t know about the up all night’s, they don’t know I waited all my life, just to find a love that feels this right…baby they don’t know about, they don’t know about us”
Alla fine Louis suonò più lentamente e abbassò appena lo sguardo, senza smettere di sorridere fra sé e sé, mentre Harry, rosso in viso, cantava sommessamente l’ultimo verso.

“They don’t know about us”

Quando la folla si aprì in un grande applauso, i due ragazzi guardarono per terra sorridendo imbarazzati, e scesero velocemente dal palco.

Se qualcuno fosse stato lì sopra con loro, avrebbe potuto vedere Harry che afferrava la mano dietro la schiena di Louis.
Chris e Dylan non appena finita la canzone si voltarono l’uno verso l’altro guardandosi con una certa apprensione negli occhi. Tutti nella confraternita riuscivano a percepire che, qualunque cosa ci fosse fra Harry e Louis, non era né serena, né tanto meno semplice, che qualunque cosa stessero nascondendo, li faceva soffrire, e tutti avrebbero voluto aiutare, ma nessuno sapeva bene come.

“Chris!!”

Darren arrivò a corsa facendosi largo tra le persone, e prese Chris per una spalla preoccupato.

“Hai sentito?” domandò affannato, e Chris annuì con una certa tristezza, abbassando un po’ la testa.

“Anche io vorrei aiutarli, davvero, ma non ne vogliono nemmeno parlare…l’ultima volta che Tyler c’ha provato hanno negato del tutto, non saprei davvero…” rispose Chris dispiaciuto, ma Darren scosse il capo.

“No, no…cioè, sì, ma non mi riferivo a questo ora! Hai sentito quanto sono stati romantici e strazianti e…intimi? Che ti veniva voglia di piangere, prendere il cuore e strappartelo fuori dal petto? Non li batteremo MAI con Anything You Can Do, dobbiamo cambiare canzone” ribatté il moro strattonando un po’ la spalla di Chris, che gli lanciò un’occhiata perplessa.

“Ma quella canzone era perfetta per noi!” replicò quest’ultimo lamentoso.

“Lo so, ma non vinceremo mai con quella, ci serve una canzone struggente e dobbiamo sembrare più innamorati di Jack e Rose, più innamorati di Romeo e Giulietta…più innamorati di Louis e Harry!”

Chris aprì la bocca per ribattere, ma si bloccò con le parole a mezz’aria e, dopo una breve riflessione, annuì sconfitto.

“Vuoi che cantiamo qualcosa tipo As Long As You’re Mine?” domandò sospirando.

“Nah, troppo raffinato per questo pubblico, ci vuole qualcosa di più pop…” rispose Darren passandosi una mano sotto al mento pensieroso.

“Dare non canterò mai una canzone di Katy Perry con te!” esclamò immediatamente Chris puntandogli minaccioso un indice contro. A quelle parole Darren sobbalzò e sorrise con una nota compiaciuta.

“Ho un’idea! Vieni con me!”

Darren afferrò senza esitazione la mano di Chris e lo trascinò via.

 
*

 
“Buona sera a tutti, noi siamo Darren e Chris, e canteremo per voi Perfect di P!nk…spero vi piaccia”

Darren alzò il pollice in direzione di Daniel che fece partire la musica, e Chris si portò il microfono alle labbra per cominciare a cantare.

“Made a wrong turn once or twice, got my way out, blood and fire…bad decisions, that’s all right…welcome to my silly life. Mistreded, misplaced, misunderstood, miss no-way-it’s-all-good, it didn’t slow me down…mistaken, always second gussing, underestimated, look I’m still around…”
Chris si avvicinò verso il bordo del palco, guardando il pubblico con una certa sicurezza, poi alla fine si voltò verso Darren, il quale più indietro lo stava osservando con un gran sorriso, pronto a cominciare a cantare il ritornello insieme a lui.

“Pretty pretty please, don’t you ever ever feel, like you’re less than, less than perfect…pretty pretty please, if you ever ever feel, like you’re nothing…you are perfect, to me…”

Chris e Darren vennero incontro lentamente, incontrandosi al centro del palco e girandosi appena intorno senza distogliere lo sguardo l’uno dall’altro, poi i due ragazzi si presero la mano e si avviarono insieme più vicini al pubblico.

“You’re so mean…”

“You’re so mean…”

“When you talk…”

“When you talk…”

Chris e Darren cantarono facendosi il controcanto a vicenda, armonizzandosi in un ritmo perfetto, mostrando a tutti i presenti che le loro voci sembravano fatte solo ed unicamente per cantare insieme. La sintonia che c’era quando Chris e Darren cantavano insieme era unica e impareggiabile al mondo, nessuno poteva negarlo. In più, il modo in cui si guardavano, un po’ persi, e il modo in cui si sorridevano, come se l’altro fosse la cosa più bella che avessero mai visto, rendeva ancora tutto più intenso.

I due ragazzi continuarono a cantare guardandosi negli occhi, tenendosi vicini, e stringendosi entrambi le mani, finché il pubblico e tutto il resto non passò in secondo piano. E anche se all’inizio Chris e Darren l’avevano proposta come una recita, si erano detti di impegnarsi il più possibile per sembrare innamorati, nessun dei due in quel momento sembrava impegnarsi o sforzarsi. Entrambi sembravano essersi addirittura dimenticati che stavano cantando per una gara, e cantarono per loro stessi, sinceri.

Alla fine erano nel centro al palco, il viso ad una spanna l’uno dall’altro, entrambe le mani strette insieme, ed un sorriso tanto vivido da illuminare tutto intorno a loro.

“Pretty pretty please, if you ever ever feel, like you’re nothing…you are perfect…to me”

Se a quel punto i due ragazzi si fossero baciati, nessuno l’avrebbe trovato inappropriato, anzi probabilmente molti di loro in quel momento stavano proprio pensando “adesso baciatevi!”, ma ovviamente non lo fecero. Nonostante Chris avesse il fiato mozzato in gola e il cuore che rischiava di sgusciargli fuori dal petto, sapeva che non poteva baciare Darren, non lì, forse non avrebbe mai potuto farlo. Quindi i due ragazzi si limitarono a ridacchiare con una nota di imbarazzo, a ringraziare il pubblico, e a scendere dal palco senza lasciarsi la mano. Una volta giù Darren si lanciò ad abbracciare Chris, stringendolo forte tra le sue braccia, tanto forte che ebbe paura che il moro potesse sentire quanto forte stesse battendo il suo cuore.

“Prendetevi una stanza!” gli urlò Louis poco distante, beccandosi una leggera spinta da Harry che invece stava sorridendo felice, e quando i due ragazzi si voltarono a guardarli, tirò su entrambi i pollici.

Chris aveva ancora il fiato un po’ corto e il braccio stretto intorno alla vita di Darren, così quando questi si girò per guardarlo negli occhi, erano così vicini che baciarsi sarebbe stato un secondo. E mentre si fissavano in silenzio, il respiro un po’ irregolare, le guance arrosate, e gli occhi un po’ lucidi, Chris ci pensò seriamente a sporgersi e baciare Darren. Ma non lo fece.

“Ragazzi siete stati stupendi! Dio dovrebbero prendervi in qualche musical”

Posey fece partire una lunga parata di complimenti, e alla fine Darren si allontanò per prendere da bere ad entrambi, lasciando Chris da solo con i suoi soliti mille dubbi.

“Io fossi in te me lo terrei bello stretto…nessuno potrà mai competere”

Chris si girò di colpo verso Dylan, che gli era appena comparso alle spalle e gli stava rivolgendo un sorrisino compiaciuto.

“Performance eccezionale, comunque” aggiunse sollevando il bicchiere rosso nella sua direzione.

“Tu sei in me, e non lo fai nemmeno tu…” rispose Chris ridacchiando ansioso, e Dylan abbassò il capo sconfitto.

“Colpito e affondato. La verità è che gli esseri umani sono saggi solo quando si tratta degli altri, e mai con sé stessi”

 
*


“Siamo arrivati al momento che tutti voi stavate aspettando! La proclamazione del vincitore della gara dei talenti!” esclamò Hoechlin dopo essere salito sul palco e aver preso il microfono per richiamare l’attenzione di tutti.

“Valletta, la busta” chiamò il presidente, e sul palco salì una delle matricole con un vestito rosso e una parrucca bionda davvero oscena.

“Vi ricordo che il vincitore l’avete scelto voi, votando quello che avete preferito sulla lista che ha fatto girare Jaw…bene, la prima edizione della gara dei talenti della Gamma Alfa, è stata vinta da…”

Tyler fece un cenno a Dylan dietro di lui che cominciò a fare il rullo di tamburi per creare un po’ di suspance.

“Chris e Darren!”

I due ragazzi, stretti vicini in attesa del verdetto, saltarono ed esultarono, prima di salire allegri sul palco, accompagnati da un grandissimo scrosciare di applausi,  per andare a ritirare
il premio, che consisteva semplicemente in un bicchiere rosso con scritto l’anno e l’edizione, una fascia che venne divisa a metà, e la chiave simbolica della Capanna dell’Amore.

“Ah, ovviamente visto che i vincitori sono due membri della confraternita, la cifra vinta verrà spontaneamente donata da loro alla casa per contribuire all’acquisto della piscina comune da riempire di birra” disse Tyler, facendo partire un boato da tutto il pubblico entusiasta, mentre Chris e Darren si scambiavano uno sguardo esasperato, prima di scendere dal palco e ricevere un’altra serie di pacche e complimenti.

“Che ci facciamo con questa?” domandò Chris con un sorriso divertito, sollevando la chiave da cui penzolavano tanti cuori rossi e rosa.

“Beh, io direi di far continuare la festa lì, e poi vedremo” rispose Darren sorridendo a sua volta, e infatti quando la festa cominciò a scemare e non rimase quasi più nessuno, i due ragazzi presero quello che era rimasto da bere e si rintanarono nella capanna insieme a Tyler, Dylan, Harry, Louis, Niall, Zayn, Liam, Posey e Daniel. Si misero tutti in cerchio, un po’ ammucchiati, sistemando i cuscini e distribuendo i bicchieri, finché tutti non presero da bere e si accomodarono come meglio potevano. Si misero a chiacchierare del più e del meno, ridacchiando sempre più forte mano a mano che l’alcohol che ingurgitavano faceva effetto, e dopo un periodo di ilarità molesta e battutacce, tutti sembrarono calmarsi e rilassarsi.

“Ah, l’amore” sospirò Niall fissando il soffitto su cui erano stati appesi dei cuori, le decorazioni di San Valentino avanzate dall’anno precedente.

“L’amore è così strano…” replicò Zayn con aria vagamente persa, buttando giù un altro sorso di birra.

“Che cos’è l’amore secondo voi?” chiese Liam con espressione totalmente assorta, facendo scoppiare Dylan a ridere.

“Qualcuno registri questa conversazione, perché l’ultima volta che un gruppo di uomini ubriachi si è messo a parlare d’amore è venuto fuori uno dei migliori testi di filosofia della storia” disse senza smettere di ridere, e all’ilarità si aggiunse Chris.

“Dubito che il discorso arriverà ad un tale livello epico, ma possiamo provarci” replicò senza smettere di ridere insieme all’amico.

“L’amore per me è come…un piatto di spaghetti” esclamò Niall dal niente, e tutti scoppiarono a ridere.

“Chissà perché non mi stupisce che Nando’s sia finito a parlare di cibo” commentò Daniel versandosi un altro bicchiere.

“Dai fatelo parlare, mi interessa” commentò Darren stendendosi del tutto a pancia in giù e guardando il confratello.

“L’amore è come un piatto di spaghetti…è difficile da cucinare, difficile da mangiare, e spesso fai un gran pasticcio…ma quando ci riesci è meraviglioso”

Tutti osservarono Niall vagamente perplessi, a parte Darren che stava annuendo convinto, e quasi si metteva ad applaudire.

“Questa cosa non ha senso” commentò Louis perplesso, senza smettere di accarezzare i ricci di Harry, il quale era appoggiato sul suo grembo con aria quasi sonnecchiante.

“Secondo me l’amore è quando potresti stare in qualunque parte del mondo, ma decidi di stare con lei” replicò Posey sospirando sognante.

“E secondo me questa è la frase di un film, quindi non vale!” ribatté Hoechlin tirando al compagno un bicchiere vuoto, e gli altri si aprirono in un altro scroscio di risate.  

“Secondo me invece l’amore è quando ti senti strano per tutta una vita, poi arriva quel qualcuno con cui a fare le stesse cose strane, ti senti normale” disse Dylan di punto in bianco, e quello fu il primo commento davvero sentito del giro, tanto che tutti si zittirono pensierosi, guardando il ragazzo che a sua volta si stava scambiando un sorriso con Tyler.

“Perché sei sempre quello più intelligente?” domandò quest’ultimo passandogli una mano fra i capelli, e Dylan si strinse nelle spalle.

“E’ un lavoro sporco, ma qualcuno lo deve pur fare” rispose sarcastico, scoppiando poi a ridere insieme all’altro. Nel mentre Darren si girò sulla schiena e poggiò una mano sulla gamba di Chris per attirare la sua attenzione.

“Te la ricordi quella volta che ti ho convinto ad andare a scuola vestiti come Spock e Capitano Kirk?” domandò sorridendo dolcemente, e Chris abbassò lo sguardo con aria imbarazzata.

“Come potrei dimenticare l’unica volta che ho dato ai bulli un buon motivo di prendermi a calci?” rispose sempre evitando di incrociare gli occhi di Darren.
Non sapeva bene se fosse stato l’alcohol a parlare, o che altro, ma Chris si ricordava anche perfettamente che quando erano tornati a casa da scuola, quel giorno, gli aveva confessato che al contrario di quanto credeva, non si era affatto vergognato o imbarazzato, anzi si era sentito…normale.
Chissà se anche Darren se lo ricordava e gliel’aveva detto di proposito, o se gli era solo balzato in mente l’episodio e nient’altro. In entrambi i casi, la mano con cui aveva chiamato Chris rimase saldamente ancorata alla sua coscia.

“Secondo me ti accorgi davvero se sei innamorato quando non ti da fastidio condividere le tue cose preferite in assoluto” riprese il discorso Daniel, guadagnandosi l’attenzione dei presenti.

“Per esempio, quando sei nella migliore pasticceria della città, e ti prendi la fetta di torta al cioccolato con tutta la nutella fusa sopra e gli spruzzi di panna intorno che tanto ami, che ti sogni anche la notte, e mentre la mangi pensi che potresti dare via il tuo primogenito per una cosa del genere…poi arrivi all’ultimo morso, il migliore, quello che ti eri conservato fino alla fine, il più buono e…alzi lo sguardo, e quando vedi chi ti sta davanti, sorridi e gli allunghi il piatto, cedendogli quel pizzico di paradiso senza esitazione. Quello è amore”

Tutti ascoltarono attentamente l’appassionato esempio di Daniel, Niall era quasi con le lacrime agli occhi, e Chris sentì chiaramente la mano di Darren stringere un po’, quanto bastava per fargli sapere che anche se non lo stava guardando, avevano pensato la stessa cosa.
Per l’ultimo compleanno di Darren, Chris era riuscito a prenotare nel miglior ristorante italiano di tutta la città, per far finalmente mangiare all’amico il tiramisù di cui parlava giorno e notte da quando era tornato da Arezzo. Per tutta la cena Darren non aveva fatto altro che blaterare di voler arrivare al dessert subito, di volerne addirittura più d’uno, di morire di voglia e aspettativa, e quando alla fine era arrivato il tanto agognato momento, Darren se l’era gustato fino all’ultima cucchiaiata…o quasi. Infatti l’ultimo morso l’aveva volontariamente ceduto al ragazzo seduto davanti a lui, perché a sua detta “non poteva vivere sapendo che non aveva provato tale perfezione”.

A Chris cominciò a girare un po’ la testa, e non era certo per l’alcohol, che aveva a malapena toccato.

“Secondo me è ancora più semplice…l’amore è quando stai con una persona, e sei sicuro che se anche tutto intorno sparisse, tutto il mondo venisse meno e tutto il resto dell’umanità intera non ci fosse più, ti sentiresti completo. Felice. La prima persona che ti viene in mente se ti chiedessero ti ricostruirti una vita su un’isola deserta, quella di sicuro di cui non puoi fare a meno. Quello è amore” commentò Hoechlin con espressione assorta, e prima che chiunque potesse dire anche solo un’altra parola, Chris si alzò in piedi di colpo, facendo sussultare Darren lì di fianco a lui.

“Bene si è fatto tardi, io mi ritiro” disse velocemente, adocchiando la porta della capanna come se avesse un improvviso attacco di claustrofobia.
Non poteva rimanere lì ad assistere inerme mentre i suoi compagni, uno alla volta, rivelavano quel segreto che cercava di costudire così gelosamente, anche a sé stesso. Perché parola dopo parola stava diventando imbarazzantemente ovvio e non poteva permetterselo…non poteva permettersi di rovinare quella cosa tanto speciale fra lui e Darren con quella volgarità che chiamavano amore.

Lui non poteva perdere Darren. Per niente al mondo.

“Ah ah! Non te ne puoi andare finché non hai detto che cos’è per te l’amore” lo fermò Dylan puntandogli un dito contro, e Chris si fermò lì dov’era, guardandosi intorno prima di soffermarsi qualche istante a guardare Darren.

“L’amore è quando hai paura, di tutto. Quando sei terrorizzato perché non hai idea di quello che ti sta succedendo, e quando lo realizzi sei troppo spaventato di mandare tutto a puttane. L’amore è coraggio, coraggio di ritenere l’amore più importante della paura stessa”

Gli occhi di tutti erano fissi su Chris, colpiti, in silenziosa ammirazione per il pensiero così crudo e toccante, tanto che nessuno aggiunse una sola parola. Chris allora si rivolse a Darren.

“Puoi tenerti la Capanna tutta per te, cerca qualcuno con cui condividerla” gli disse semplicemente prima di girare i tacchi e sparire.


*


Chris si chiuse velocemente la porta di camera sua alle spalle, come se stesse scappando da qualcosa, e tirò un leggero sospiro di sollievo sentendosi più al sicuro. Con gli altri ragazzi si era sentito così esposto e vulnerabile che la voglia di scappare era stata indomabile. Chris odiava sentirsi così, odiava non essere in controllo di sé stesso, e odiava quella situazione, che poi che cos’era?

Amore? Era innamorato di Darren? E lui, in un miliardo di anni, l’avrebbe mai ricambiato? Ne dubitava, ne aveva sempre dubitato. Darren era tutto ciò che lui non sarebbe mai stato, e nonostante la quantità malsana di tempo che passavano insieme, non si era mai concesso di sognare che lui potesse ricambiarlo in quel senso.

E poi quello che avevano non era già perfetto così com’era? Perché rischiare?
In quel momento gli tornarono alla mente le parole che Dylan gli aveva detto quella sera.

“Perché nessuno reggerà mai il confronto”

Era un po’ quello che era successo a loro due, no? Dylan era semplicemente perfetto, era intelligente, assurdamente carino, spiritoso, nerd quanto bastava, dolce, sensibile e tutto il resto. Perché non aveva funzionato?

Perché non era Darren.

Chris si sedette sul letto sconfitto, perso nei suoi sospiri, e poco dopo la porta della stanza si aprì di nuovo, facendolo scattare in piedi. Darren fece capolino con un sorriso un po’ incerto ed entrò quasi di soppiatto.

“Stai bene?” chiese dopo aver chiuso la porta, studiando il ragazzo di fronte a lui.

“Certo, sono solo un po’ stanco” mentì Chris facendo spallucce, e Darren fece un paio di passi verso di lui.

“Mi sembravi…turbato. I ragazzi hanno detto qualcosa che ti ha fatto preoccupare?” continuò il moro senza mollare per un secondo il contatto visivo, e a quelle parole il cuore di Chris accelerò inevitabilmente i battiti.

“No, anche se ammetto di essere rimasto molto provato dalla similitudine di Niall sugli spaghetti” tentò di buttarla sullo scherzo, ma Darren non rise, anzi continuò a fissarlo intensamente, avvicinandosi ancora un po’.

“Strano ma vero, io l’ho trovato anche abbastanza illuminante…hanno detto molte cose in cui mi sono ritrovato” replicò Darren con una certa serietà, e Chris ridacchiò un po’ a disagio.

“C’è qualcuno a cui cederesti l’ultimo morso di torta? Qualcuno con cui essere strano e sentirti normale? Qualcuno che ti porteresti su un isola deserta per sempre e il mondo comunque non sarebbe vuoto?” chiese quest’ultimo con una nota quasi amara nella voce, e Darren annuì con il capo, facendo un ultimo passo verso Chris, arrivando a solo poche spanne da lui.

“Beh, allora dovresti andare a prenderla e portarla nella Capanna dell’Amore” andò avanti Chris stringendosi nelle spalle e abbassando gli occhi verso il pavimento, incapace di sostenere ancora lo sguardo di Darren.

“E’ precisamente quello che sto facendo”

Chris ebbe appena il tempo di sollevare il viso per lanciare un’occhiata perplessa all’altro, che questi aveva chiuso del tutto la distanza fra di loro e si era sporto per baciarlo. Darren gli circondò il viso con le mani e lo tirò a sé, unendo le loro labbra senza esitazione e baciandolo dolcemente. A Chris occorse più di un istante per rendersi conto di quello che stava davvero succedendo, ma quando finalmente realizzò, circondò con le braccia la vita di Darren e lo tirò a sé il più possibile, ricambiando il bacio languidamente, fino a che le loro lingue non si incontrarono e questo si fece più profondo. Quando si staccarono le labbra di entrambi erano arrossate, i respiri irregolari, e gli occhi più luminosi, vivi, tanto che a vedersi a vicenda i due ragazzi risero felici.

“Questo non dovrebbe succedere…e se poi roviniamo quello che abbiamo?” disse Chris dopo qualche secondo, senza però lasciare andare l’altro.

“Chris, il nostro rapporto prima di adesso esisteva solo in attesa e in funzione di quest’unico momento. Stupidi noi che abbiamo aspettato così tanto, avrei dovuto baciarti il primo momento che ti ho visto” rispose Darren accarezzando con dolcezza la sua guancia.

“Non potevo piacerti quando ci siamo conosciuti, ero sovrappeso e insopportabile” ridacchiò Chris scuotendo il capo.

“Ma come siamo superficiali! Quindi io ti piacevo solo perché ero bello?” lo prese in giro Darren, beccandosi uno spintone di protesta.

“Idiota” lo rimbeccò Chris, che però non riuscì a smettere di sorridere.

“No, sai quando ho capito che mi piacevi davvero, e non solo come amico? La prima volta che sei venuto a dormire a casa mia per fare una maratona di Harry Potter. Ero così agitato che pulii tutta la casa, cambiai l’ordine dei mobili in camera mia almeno cinque volte, e chiamai Joey ogni dieci minuti dicendogli cose tipo “e se non viene? E se ci ripensa? Se ha di meglio da fare?”. Ero così in ansia, e Joey per allentare la tensione mi disse “neanche tu stessi aspettando una ragazza”. E quando ho pensato che avrei preferito comunque avere te che una ragazza, ho capito che era fatta” raccontò Darren mentre il sorriso sul suo viso si faceva sempre più ampio.

“E cos’aspettavi a dirmelo?!” esclamò Chris quasi indignato, rendendosi conto che erano ANNI che Darren ricambiava i suoi sentimenti e non si era mai fatto avanti.

“Tu cosa stavi aspettando?” lo riprese il moro sollevando un sopracciglio, e Chris dopo un istante sospirò rassegnato.

“Aspettavo di convincermi che non mi avresti mai ricambiato” ammise con un certo rammarico, e Darren a quelle parole spalancò la bocca letteralmente sconvolto.

“Non te n’eri mai accorto?! Ma se anche la commessa di Starbucks in cui andiamo sempre mi prende in giro per il modo in cui ti guardo! Dice che ho letteralmente gli occhi a cuore!” ribatté indignato il moro, facendo sbuffare l’altro.

“Beh, e tu non te n’eri mai accorto? Che al liceo sui libri scrivevo il tuo nome con intorno tanti cuori?” replicò Chris combattivo, facendo scoppiare a ridere Darren.

“Sul serio?” chiese con un certo tono di lusinga, e l’altro sbuffò di nuovo.

“Comunque che ne sapevo, tu sei sempre così…indecifrabile” continuò abbassando una mano per stringere quella di Chris.

“Non per te” sussurrò quest’ultimo, e con uno slancio bramoso si gettò di nuovo sulle labbra di Darren, amando l’idea che adesso poteva farlo in ogni momento che voleva, semplicemente perché voleva.

“Sai che avevi ragione? Sull’amore intendo” soffiò Darren sulle labbra di Chris quando si staccarono di nuovo.

“Bisogna avere il coraggio di credere che l’amore valga più della paura stessa. Vuoi essere coraggioso con me, Chris?”

Questi annuì senza esitazione, e sigillò quella promessa con un bacio.

 
*

 
Quando anche loro furono al sicuro della loro stanza, l’unico posto al mondo in cui si sentivano finalmente liberi e tranquilli, Louis e Harry si sedettero uno di fianco all’altro sul letto, intrecciando senza esitazione le mani.

Era faticoso sopra ogni cosa, nascondere quella situazione che per loro era così naturale. Tanto faticoso, che stavano cominciando ad odiare il mondo esterno, desiderosi di rimanere soli in quella camera per sempre, dove non dovevano preoccuparsi di calibrare ogni gesto, pensare ad ogni mossa, e trattenere ogni bacio. Certe volte dalla voglia che avevano di baciarsi, Louis e Harry sentivano un vero e proprio dolore fisico, e ogni tanto rischiavano, nascondendosi dietro qualcosa, sfuggendo ad occhi esterni, ma succedeva di rado.

Chris aveva ragione, l’amore era paura, e loro ne avevano tantissima. Avevano paura del mondo, del giudizio, del dito di condanna, del fraintendimento. Avevano paura che chiunque potesse considerare sbagliato la cosa più giusta che avevano, avevano paura che non capissero. Per questo la tenevano così gelosamente custodita, era qualcosa di troppo prezioso per essere dato in pasto a degli sconosciuti pieni di pregiudizi. O a qualcuno di vicino che comunque non li avrebbe accettati.

Ma certe volte nascondersi era semplicemente…insostenibile. Impossibile. Certe volte, provavano a sfogarsi un po’, a cercare di far trasparire qualcosa, per paura che trattenendo ancora e ancora sarebbero alla fine scoppiati. Cercavano di mandare qualche segnale d’aiuto, anche se sapevano che nessuno avrebbe potuto salvarli, perché il demone della paura albergava dentro di loro, e solo loro potevano sconfiggerlo. Ma ogni tanto, ci provavano comunque. Come quella sera, come con quella canzone. Avevano discusso tanto sul da farsi, ma alla fine avevano ceduto, perché entrambi ne avevano un bisogno troppo disperato, di provare almeno a vedere come avrebbero reagito, come si sarebbero sentiti per una volta a tentare di mostrare quello che avevano così platealmente.

“Comunque…meritavamo noi di vincere” disse di punto in bianco Louis, facendo ridere sommessamente Harry, il quale appoggiò dolcemente la testa sulla sua spalla.

“Chris e Darren sono imbattibili, c’è poco da fare…” rispose Harry con tono rassegnato.

“Forse dovremmo cacciare Liam e Niall e prendere loro due negli One Direction” commentò dopo qualche secondo Louis con aria più pensieroso, e l’altro scoppiò a ridere più forte.

“Nah, ci ruberebbero troppo la scena” replicò Harry prima di sporgersi verso Louis e posargli un bacio sulla bocca. Le sue labbra erano così irresistibilmente dolci che avrebbe potuto passare tutta la sua intera vita a baciarle e ancora ne avrebbe avuto voglia.

“La nostra canzone è piaciuta molto” mormorò Louis mentre spingeva delicatamente Harry a stendersi insieme a lui sul letto, cingendogli poi possessivamente la vita.

“Sono abbastanza sicuro che Hoechlin stesse addirittura piangendo” commentò Harry mentre lasciava una breve scia di baci sulla guancia di Louis. Poi d’un tratto si fermò, e poggiò la testa sul cuscino per guardare il ragazzo dritto negli occhi.

“E’ stato bello, non è vero? Essere più…noi stessi” sussurrò Harry come se si stesse arrendendo all’evidenza, e Louis si lasciò andare ad un sospiro.

“E’ stato bellissimo” acconsentì il ragazzo mentre si stringeva più forte a Harry, intrecciando le loro gambe.

“E’ stata proprio una bella sensazione…quando ero sul palco a cantare con te…il mondo non faceva più così paura” rispose Harry socchiudendo appena gli occhi mentre Louis gli accarezzava la schiena.

“Quando sei con me non dovresti mai avere paura” replicò l’altro prima di baciarlo languidamente sulle labbra. Quando si staccarono, Louis aveva un’espressione quasi indecifrabile, con la fronte leggermente aggrottata.

“Forse ai ragazzi dovremmo dirglielo” disse finalmente, e Harry sapeva che per pronunciare quelle parole Louis aveva dovuto raccogliere tutto il coraggio di cui disponeva, e Dio solo sapeva quanto era fiero di lui in quel momento. Il suo sorriso fece luce sulla stanza intera.

“Amore…loro SANNO di noi. Lo sanno già” rispose Harry ridendo intenerito.

“Loro sospettano di noi…” ribatté Louis perplesso, ma l’altro scosse il capo.

“No, loro lo sanno, per certo, fingono solo di non crederlo davvero per farci piacere ma loro…loro sanno, credimi” replicò Harry senza smettere di sorridere raggiante, e Louis dopo qualche secondo di confusione, si strinse nelle spalle e con un movimento deciso ed improvviso si mise a cavalcioni sopra Harry, abbassandosi su di lui fino a che i loro nasi non si sfiorarono.

“Meglio, così stanotte non siamo obbligati a fare piano”.

 
*

 
Tyler buttò giù l’ultimo sorso di birra rimasto e si stese per terra sconfitto, di fianco a Dylan che stava contemplando il soffitto da un po’.

“E siamo rimasti qui” sospirò Hoechlin poggiando una mano sul ventre di Dylan mentre si stendeva a stella.

“Ci hanno tutti abbandonato…il simposio si faceva troppo carico emotivamente” rispose il ragazzo stringendo appena la labbra, senza staccare gli occhi dai cuoricini che penzolavano dal soffitto, gli stessi cuori che quel pomeriggio avevano premurosamente attaccato lui e Chris. Inutilmente, tra l’altro, dato che i due vincitori se n’erano andati.
“Chris è letteralmente scappato, sembrava sull’orlo di un attacco di panico” notò Tyler aggrottando la fronte, mentre Dylan si lasciava sfuggire un sospiro rassegnato.

“Lo era…abbiamo toccato dei tasti troppo delicati, specialmente davanti a Darren…quei due non riescono ad ammettere che sono pazzi l’uno dell’altro, e insistono con queste scene assurde…la situazione si sta facendo imbarazzante” replicò Dylan girandosi su un fianco per guardare Tyler.

“Per non parlare di quanto è evidente, mancano solo i cartelloni al neon e quelli ancora stanno dietro a “è il mio migliore amico”…non ce la fanno” rispose il più grande scuotendo appena il capo, per poi inclinarlo quanto bastava per guardare l’altro negli occhi.

“E Chris non riesce proprio ad ammetterlo…almeno, fino ad oggi. Riusciranno i nostri eroi ad affrontare gli ostacoli e far trionfare il vero amore?” ribatté Dylan con tono forzatamente drammatico, imitando la voce fuori campo di una serie televisiva e facendo scoppiare l’altro a ridere di gusto.

“Immagino lo scopriremo nella prossima puntata” rincarò la dose Tyler quando le risa scemarono.

“E il dramma ovviamente non finisce qui, perché subito dopo “Chris e Darren, più che amici” va in onda lo show “Louis, Harry e il coming out”, in prima visione assoluta” replicò Dylan senza riuscire a trattenere una risatina.

“Oh, la mia serie preferita!” rispose Tyler battendo le mani entusiasta, e il più giovane rise ancora più forte.

“So che non dovrei riderci ma ho bevuto troppo per non farlo” commentò Dylan mettendosi una mano davanti alla bocca mentre sghignazzava.

“Ridi ridi, prima mentre cantavano il duetto io stavo per piangere…ah, quei due” disse Tyler facendo finta di asciugarsi una lacrima, e l’altro annuì con il capo.

“Anche loro sono scappati da qui praticamente a gambe levate…forse non è stata proprio una grande idea cominciare quel discorso” ribatté Dylan arricciando le labbra con fare più preoccupato, e l’altro si strinse un po’ nelle spalle.

“Loro non riesco proprio a capirli. Chris e Darren sì, sono lampanti, è chiaro quello che stanno vivendo. Ma Harry e Louis sono un mistero. Proveranno mai a parlare con noi?” replicò Tyler passandosi una mano fra i capelli, e Dylan si lasciò scappare un sospiro mozzato.

“L’hanno fatto, stasera…con la canzone. E’ già stato molto, considerando la negazione spudorata che dobbiamo sopportare di solito” rispose quest’ultimo sorridendo con un pizzico di amarezza.

“Volevo salire sul palco e abbracciarli, vorrei che potessero semplicemente essere felici e sereni e viverla con tutta la tranquillità che si meritano…nessuno dovrebbe aver paura di mostrare il suo amore” disse Tyler con tono un po’ sconsolato, e il sorriso di Dylan si fece un po’ più dolce, mentre con la mano faceva una carezza leggera sulla sua guancia.

“Non tutti purtroppo la vivono bene come noi” rispose con una certa soddisfazione nella voce, beccandosi un’occhiata divertita dal più grande.

“Ma dovrebbero…uscire quando vogliamo, divertirci, giocare con i videogiochi, aiutarci con lo studio…e quando siamo soli, rilassarci” replicò Tyler con il tono che si faceva sempre più malizioso, mentre con la mano scendeva sensualmente ad accarezzare la coscia di Dylan, il quale ridacchiò.

“Rilassarci? Adesso si chiama così?” lo prese in giro, avvicinandosi di più a lui.

“Non mi sembravi molto rilassato l’altra sera, mi hai massacrato” gli sussurrò all’orecchio, e Tyler gli cinse la vita e se lo trascinò addosso.

“Ero ispirato, e tu eri tutto bagnato…grande idea quella di Nando’s di fare la guerra di gavettoni” rispose mordendosi appena il labbro inferiore, e Dylan dopo un sorrisino malizioso si alzò quanto bastava per mettersi a cavalcioni su Tyler e appoggiarsi con le mani alle sue spalle, guardandolo dritto negli occhi con aria lasciva.

“E a proposito, visto che ci hanno lasciati qui tutti soli…questa capanna non ti ispira?”












Spazio dell'Autrice.

 

...ok xD Questa cosa è molto strana e molto nonsense ma è venuta figa alla fine, sono soddisfatta **
E' demenziale ma con i suoi momenti romantici, spero di aver creato un bell'equilibrio e non avervi sconvolto troppo con questo strano crossover AHAHAHA

La storia è divisa a blocchi, descritti in primis da Chris, fino all'ultima parte che si divide nelle tre coppie della storia ^^ 
Come ho già detto, chi ha visto Greek avrà sicuramente notato le parti che ho preso dal telelfim, tutta l'ambientazione, il rituale della festa di reclutamento, i soprannomi, tutto questo. Ho solo cambiato il nome, ovviamente xD 

La canzone che cantano Louis e Harry è ovviamente "They don't know about us" **

E...nulla, non penso di dover dire altro xD

Spero che vi sia piaciuta nonostante sia una cosa completamente insensata xD

Grazie per aver letto fino a qui, fatemi sapere se avete gradito o se pensate che debba definitivamente rinchiudermi in manicomio LOL

Un bacione!

   
 
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